Beato Franz Jägerstätter

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Beato Franz Jägerstätter
Laico · Martire
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Beato
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Il beato martire austriaco
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 36 anni
Nascita St. Radegund
20 maggio 1907
Morte Berlino
9 agosto 1943
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione 26 ottobre 2007, da Benedetto XVI
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 9 agosto
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
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Incoronazione
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Beato Franz Jägerstätter (St. Radegund, 20 maggio 1907; † Berlino, 9 agosto 1943) è stato un laico e martire austriaco decapitato dai nazisti perché obiettore di coscienza e beatificato da papa Benedetto XVI il 26 ottobre 2007 a Linz, Austria.

Biografia

Infanzia e giovinezza

Franz Jägerstätter nacque a St. Radegund, nell'Austria superiore (Diocesi di Linz), figlio naturale di Rosalia Huber, ragazza di servizio in una fattoria. Rosalia e il padre del bambino, Franz Bachmeier, non potevano sposarsi a causa delle loro condizioni economiche. Il bambino venne cresciuto dalla nonna materna, Elisabeth Huber, una donna amorevole, devota e con molti interessi.

Durante la prima guerra mondiale la situazione economica della regione era molto grave: a scuola il piccolo Franz si sentiva discriminato a causa della sua povertà. Nel 1917 la madre sposò il contadino Heinrich Jägerstätter, che adottò il figlio della moglie. Ispirato dal nonno adottivo, Franz iniziò ad interessarsi ai libri, in particolare alla letteratura religiosa. Dal padre adottivo ereditò la fattoria.

Dal 1927 al 1930 Franz lavorò in una miniera di ferro in Stiria. Lì si sentì sradicato, sia spiritualmente che in senso religioso, e visse un periodo di crisi esistenziale e di fede.

Tornò tuttavia nel paese natale nel 1930 con una fede più forte.

Nel 1933 ebbe una figlia naturale, Hildegard, da Theresia Auer, domestica in una fattoria vicina; in seguito ella raccontò che si erano lasciati in pace e che Franz le aveva chiesto perdono. Tra padre e figlia si instaurò un buon rapporto.

Il matrimonio con Franziska Schwaninger

Nel 1935 conobbe Franziska Schwaninger, figlia di contadini del vicino paese di Hochburg: si sposarono il giovedì santo del 1936. Su proposta di lui, andarono in viaggio di nozze a Roma.

Insieme gestirono la fattoria; nella vita di Franz il matrimonio rappresentò il punto di svolta, in seguito al quale, come dissero i vicini, egli sarebbe diventato un altro. Franz e Franziska pregavano insieme e la Bibbia diventò per loro una lettura quotidiana[1]. Dal 1941 Franz divenne anche sacrestano a St. Radegund.

Dal matrimonio nacquero tre figlie, Rosalia (1937), Maria (1938) e Aloisia (1940).

Quando i nazionalsocialisti presero il potere in Austria nel 1938, Jägerstätter fin dall'inizio negò ogni collaborazione o sostegno, perché riteneva il cristianesimo e il nazionalsocialismo totalmente incompatibili, confermato in questa convinzione da un sogno premonitore: un treno, simbolo del nazismo, che portava innumerevoli persone alla rovina.

Il servizio militare

Nel 1940 Jägerstätter venne chiamato al servizio militare ma, su richiesta delle autorità comunali, fu dichiarato due volte insostituibile; egli non intendeva rispondere ad un ulteriore richiamo, perché considerava un peccato combattere ed uccidere per permettere a Hitler di conquistare il mondo. La madre, i parenti e gli amici sacerdoti cercarono di fargli cambiare idea, ma la moglie Franziska, pur sperando in una via d‘uscita, gli rimase accanto nella sua decisione.

Franz Jägerstätter indicò dettagliatamente i motivi della propria scelta in una serie di scritti. Egli considerava un peccato del singolo combattere e uccidere uomini per portare alla vittoria un regime senza Dio e permettergli di sottomettere sempre più popoli. Franz pregava, digiunava e cercava consigli; chiese anche un colloquio al vescovo di Linz, Joseph Calasanz Fließer. Questi, fra le altre cose, sostenne che non era compito di un padre di famiglia stabilire se la guerra fosse giusta o no. Franziska, che aveva accompagnato il marito a Linz, non assistette all'incontro, ma ricordava il momento in cui il marito era uscito dalla stanza del colloquio: Era molto triste: Franz ebbe l‘impressione che il vescovo non osasse sbilanciarsi perché non lo conosceva: avrebbe potuto essere una spia. Mi disse "Non osano neanche loro, altrimenti poi sarà il loro turno".

L'obiezione di coscienza

Dopo un nuovo richiamo Franz Jägerstätter si presentò il 1° marzo 1943 alla sua compagnia ad Enns, ma dichiarò subito che

« (...) egli rifiuta il servizio militare con armi per la sua posizione religiosa, che se avesse combattuto per lo stato nazionalsocialista avrebbe agito contro la sua coscienza religiosa (..) , egli non può essere contemporaneamente nazionalsocialista e cattolico (..) e ci sono cose in cui bisogna obbedire più a Dio che agli uomini; in base al comandamento "ama il prossimo tuo come te stesso", egli non può combattere con le armi in mano. È tuttavia pronto a prestare servizio come soldato in sanità. »
(Dalla motivazione della sentenza della corte marziale del Reich del 6 luglio 1943)

Pertanto Jägerstätter venne portato nel carcere della Wehrmacht di Linz, nell'ex convento delle Orsoline. Due mesi di prigionia a Linz, con angherie e insulti, lo portarono a una profonda crisi; il giovane contadino correva il rischio di perdere la propria fede, ma la felicità provata accanto a Franziska rappresentava per Franz un costante segno della presenza di Dio. All'inizio di maggio fu trasferito nel carcere della Wehrmacht di Berlino-Tegel; fece richiesta di essere destinato in sanità, ma ricevette un rifiuto.

Il martirio per decapitazione

Il 6 luglio venne processato per renitenza alla leva e condannato a morte e alla perdita della dignità militare e dei diritti civili. Venne a sapere dal sacerdote Heinrich Kreutzberg che un anno prima il padre pallottino Franz Reinisch aveva rifiutato la leva con le sue stesse motivazioni e per questo era morto. Conoscere questa vicenda fu per lui un grande conforto e sostegno, confortato dall'eucarestia, dalla Bibbia e da una fotografia delle sue bambine.

Il 9 agosto 1943 Franz Jägerstätter venne condotto a Brandeburgo sull'Havel e lì fu decapitato.

Un martire del nostro tempo

I due cappellani del carcere, don Kreutzberg a Berlino e don Jochmann a Brandeburgo, lo considerarono un santo e un martire. Nel 1965 l'arcivescovo Thomas D. Roberts SJ (dal 1939 al 1959 a Bombay, India) durante i lavori del Concilio Vaticano II, in una dichiarazione scritta sulla scelta solitaria di coscienza di Franz Jägerstätter, ammonì: Martiri come Jägerstätter non devono avere mai la sensazione di essere lasciati soli.

Il 7 maggio 1997, 54 anni dopo l'esecuzione, la condanna a morte contro Jägerstätter venne annullata: l‘annullamento rappresentò un'assoluzione e una giustificazione morale e giuridica del suo atto. La corte ha considerato che la seconda guerra mondiale non ha servito il popolo, ma i desideri di potere del nazionalsocialismo. Chi come Jägerstätter si oppone a un crimine non può essere un criminale.

Nel 1989 il vescovo Aichern diede incarico di ascoltare come testimoni persone che avevano conosciuto Jägerstätter. In seguito ai pareri positivi della conferenza dei vescovi austriaci, di una commissione storico-teologica e del Capitolo del duomo di Linz, nel 1997 fu ufficialmente aperto il processo per la beatificazione di Franz Jägerstätter, chiuso presso la diocesi il 21 giugno 2001. Gli atti furono inoltrati a Roma alla Congregazione delle Cause dei Santi.

Il 1 giugno 2007 il Vaticano confermò ufficialmente il martirio dell‘obiettore austriaco Franz Jägerstätter. La beatificazione venne celebrata il 26 ottobre 2007 nel duomo di Linz[2]

I vescovi Ludwig Schwarz e Manfred Scheuer (Postulatore nel processo di beatificazione) affermarono:

« La Chiesa riconosce in modo significativo la posizione di quest'uomo devoto, che ha certamente qualcosa da dire anche a noi, oggi[3] »

Si può fare memoria di Franz Jägerstätter in diversi ambiti: sul piano più intimo della relazione con la moglie, le figlie, la sua famiglia; dal punto di vista della Chiesa, per la sua beatificazione e la questione della santità e del martirio; in ambito sociale per il confronto con il passato di guerra, con la generazione della guerra, con l'inumanità e il terrore del nazionalsocialismo; in campo etico e pedagogico per i temi della guerra e dell‘obiezione, della libertà dalla violenza, dell‘educazione alla pace e al disarmo, dell‘autorità, della coscienza e dell‘obbedienza.

Franz Jägerstätter è un profeta con una larghezza di vedute e una profondità che pochi suoi contemporanei hanno avuto, è un esempio di fedeltà alle richieste della coscienza, un difensore della non violenza e della pace, una sentinella contro le ideologie, un uomo di fede per il quale Dio era davvero centro e fulcro della vita. La sua profetica testimonianza della verità cristiana riposa su una chiara, radicale e lungimirante analisi della barbarie del regime nazionalsocialista, che disprezza Dio e gli uomini, del suo razzismo, della sua ideologia di guerra e deificazione dello Stato, così come della sua volontà di distruzione della Chiesa e del cristianesimo. Grazie ad una coscienza formata e matura, ha pronunciato un no deciso al nazionalsocialismo e, a causa del suo coerente rifiuto di combattere come soldato nella guerra di Hitler, è stato giustiziato".

Note
  1. Franziska racconta di questo periodo: Ci siamo aiutati l'un l'altro nella fede.
  2. Franz Jägerstätter Christ und Märtyrer, Erna Putz; Franz Jägerstätter. Gedenken und Gebet.Novene.
  3. Franz JägerstätterMärtyrer. Leuchtendes Beispiel in dunkler Zeit.
Bibliografia
  • C. Magris, L'eroe mite che disse no a Hitler in Corriere della sera, Anno 135,n. 259, di domenica 31 ottobre 2010.
Voci correlate
Collegamenti esterni