Comunità Papa Giovanni XXIII
Comunità Papa Giovanni XXIII | ||
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Associazioni di livello pontificio | ||
Associazione Internazionale Privata di Fedeli | ||
Responsabile Generale |
Giovanni Paolo Ramonda (Laico) | |
Fondazione | ||
Fondatore | Oreste Benzi | |
Luogo | Rimini | |
Data | Anni sessanta | |
Prima approvazione | ||
Da | mons. Giovanni Locatelli | |
Luogo | Rimini | |
Data | 25 maggio 1983 | |
Approvazione definitiva | ||
Da | Pontificio Consiglio per i Laici | |
Luogo | Roma | |
Data | 7 ottobre 1998 | |
Finalità | ||
Impegno sociale:
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Collegamenti esterni | ||
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La Comunità Papa Giovanni XXIII è un'associazione, fondata da don Oreste Benzi, impegnata nell'attenzione a varie forme di disagio quali:
- devianza adolescenziale,
- handicap,
- prostituzione,
- povertà.
L'associazione nasce negli anni sessanta del XX secolo, e scaturisce dall'esperienza del suo fondatore con l'insegnamento della religione cattolica in vari licei di Rimini e Riccione. Tale incarico educativo lo ha portato a sensibilizzare maggiormente alcuni giovani verso i problemi della povertà e della diversità. Nel 1968, con un gruppo di giovani che aveva iniziato a impegnarsi in soggiorni estivi per adolescenti in difficoltà, e con alcuni altri sacerdoti, porta alla creazione dell'Associazione, che ottenne il riconoscimento della personalità giuridica con DPR del 5/7/72.
Il 3 luglio 1972 nasce a Coriano (Rimini) la prima Casa-Famiglia dell'Associazione.
Il 25 maggio 1983 l'Associazione viene riconosciuta come aggregazione ecclesiale da parte del Vescovo della Diocesi di Rimini, mons. Giovanni Locatelli.
Il 7 ottobre 1998 il Pontificio Consiglio per i Laici riconosce l'Associazione come Associazione Internazionale Privata di Fedeli di diritto pontificio (riconoscimento n.1675/98), riespresso nel riconoscimento n. 807/04.
A seguito della morte di don Oreste Benzi (avvenuta il 2 novembre 2007) la carica di Responsabile generale è stata assunta da Giovanni Paolo Ramonda, eletto dall'assemblea dei delegati il 13 gennaio 2008.
Vocazione specifica
Lo statuto dell'associazione ne esprime la vocazione specifica:
« | Mossi dallo Spirito a seguire Gesù povero e servo, i membri della Comunità Papa Giovanni XXIII, per vocazione specifica, si impegnano a condividere direttamente la vita degli ultimi mettendo la propria vita con la loro vita, facendosi carico della loro situazione, mettendo la propria spalla sotto la loro croce, accettando di farsi liberare dal Signore attraverso loro. » |
« | L'amore ai fratelli poveri di cui si condivide la vita deve spingersi fino a cercare di togliere le cause che provocano il bisogno e quindi porta la Comunità ad impegnarsi seriamente nel sociale, con un'azione non violenta, per un mondo più giusto, ed essere voce di chi non ha voce » |
I membri dell'associazione vivono tale vocazione condividendo la vita dei poveri e più in generale degli ultimi, vivendo una vita da poveri, in spirito di obbedienza e di preghiera, vivendo la fraternità secondo il Vangelo.
Strutture e progetti
L'impegno dell'associazione ha dato vita a molteplici opere. In particolare in Italia:
- 200 case-famiglia: si tratta di strutture di accoglienza basate su famiglie allargate dove singoli o coppie di sposi diventano temporaneamente o definitivamente padre e madre, fratello e sorella di persone con handicap, minori in difficoltà, ex-tossicodipendenti, etilisti, persone con problemi psichici.
- 6 case di preghiera: case di accoglienza in cui vengono offerti agli ospiti momenti stabili di preghiera e riflessione e, per chi volesse, periodi di vita eremitica.
- 7 case di fraternità: dove si sperimenta uno stile di vita comunitario e fraterno, aperti anche all'accoglienza di chi è nel bisogno.
- 15 cooperative sociali: che gestiscono sia attività educative che imprese produttive integrate nelle quali vengono inserite persone svantaggiate. L'Associazione e le cooperative promosse, animate e sostenute hanno dato vita al Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII.
- 6 centri diurni: per sviluppare e valorizzare le capacità specifiche di persone con gravi handicap.
- 32 comunità terapeutiche: per il recupero dei tossicodipendenti attraverso percorsi differenziati e personalizzati.
L'Associazione porta avanti anche l'esperienza delle Capanne di Betlemme, dove si offre un'accoglienza a quei poveri che non hanno il coraggio di chiedere aiuto, andando a cercarli dove si trovano.
Inoltre favorisce forme di condivisione varie, con minori adolescenti e giovani in condizioni di disagio, persone con handicap, detenuti, zingari, tossicodipendenti, etilisti, persone senza fissa dimora, immigrati, anziani, malati di AIDS, madri in difficoltà, donne costrette a prostituirsi.
Ai membri si richiede di impegnarsi nella professione, nella scuola, nell'azione sociale e politica per promuovere nuovi modelli di organizzazione economica e sociale, rimuovendo le cause che producono emarginazione.
L'associazione vive l'impegno per la pace attraverso la promozione e il sostegno all'Obiezione di coscienza e varie iniziative di sensibilizzazione. In particolare l'Operazione Colomba organizza una presenza non violenta nei fronti contrapposti delle zone di guerra per gettare ponti e lenire le ferite.
L'associazione vive anche un'azione missionaria attraverso la condivisione con gli ultimi e la promozione di progetti multisettoriali per l'autosviluppo nei Paesi poveri.
L'Associazione porta avanti anche un'attività editoriale con la pubblicazione di vari strumenti divulgativi e attraverso il mensile SEMPRE.
A livello culturale l'iniziativa Suoni fuori le Mura promuove, attraverso percorsi artistici culturali alternativi, progetti in musica che permettono di fare musica a chi non potrebbe con le proprie forze. Inoltre, musica e teatro essi vengono considerati come ambiti privilegiati di espressione e di conoscenza (significative in tal senso le esperienze realizzate nel catanese, a Rimini, a Bologna).
Diffusione
L'associazione è presente in 27 Paesi del mondo, oltre all'Italia, con più di 500 fra case-famiglia e centri di accoglienza.
I Paesi sono:
Argentina, Brasile, Venezuela, Bolivia, Cile, Colombia, Uganda, Kenia, Tanzania, Zambia, Australia, Cina, Sri Lanka, Bangladesh, India, Albania, Georgia, Russia, Francia, Croazia, Cossovo, Moldavia, Romania, Olanda, Spagna, Israele/Palestina e San Marino.
È inoltre presente a Ginevra in Svizzera in modo stabile dall'aprile 2009, conseguentemente all'accreditamento ricevuto nel luglio 2006 all'ECOSOC, uno dei 6 organi in cui si snoda l'ONU.
Risultati
Secondo i dati forniti dall'Associazione stessa, al 31 dicembre 2006, le strutture di accoglienza rientranti nella disciplina delle ONLUS presenti sul territorio italiano (case famiglia, case di pronta accoglienza per adulti e per minori, case di preghiera e accoglienza, case di fraternità e accoglienza, famiglie aperte) risultavano essere 294. Considerando tutte le realtà di accoglienza censite, al 31 dicembre 2006 erano accolte 1683 persone, fra cui 569 minori con disagio familiare, 333 con handicap psichico e/o fisico, 184 persone in stato di emarginazione.
Oltre mille adolescenti e giovani nell'anno 2006 hanno partecipato alle esperienze di vita proposte dall'Associazione, principalmente incentrate sui campi di condivisione con persone svantaggiate e disabili, anche all'estero (Romania). Globalmente, nei centri di vario titolo e specie che l'Associazione gestisce, mediamente ogni giorno 39.000 persone usufruiscono delle mense dell'Associazione. Tra i progetti più importanti, sono circa 850 i ragazzi di strada che hanno trovato accoglienza in Bolivia e 18.000 le persone aiutate dal progetto Rainbow tra Zambia, Tanzania e Kenya.
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