Feria
Nella liturgia cattolica, il termine feria indica quei giorni liturgici nei quali non si celebra nessun mistero della vita di Cristo e nessun santo.
Origine della parola "feria"
L'uso viene dal latino feria, giorno libero: nell'antichità era un giorno in cui nessuno, neppure gli schiavi, era obbligato a lavorare, ed in cui non si tenevano sessioni tribunalizie. Con l'affermazione e diffusione del cristianesimo, era nei giorni delle feriae (feste) istituite dalla Chiesa che i fedeli andavano alla Messa.
La sesta lezione del Mattutino per il 31 dicembre del Breviario Romano precedente il 1962 afferma che il Papa Silvestro I:
(LA) | (IT) | ||||
« | Sabbati et Dominici diei nomine retento, reliquos hebdomadae dies feriarum nomine distinctos, ut jam ante in Ecclesia vocari coeperant, appellari voluit, quo significaretur, quotidie clericos, abjecta ceterarum rerum cura, uni Deo prorsus vacare debere. » | « | Decretò che, mantenuto il nome dei giorni di Sabato e Domenica, gli altri giorni della settimana fossero chiamati col nome di ferie, come già avevano iniziato ad essere indicati nella Chiesa, volendo con ciò significare che il clero, astenendosi dalla preoccupazione per le altre cose, deve restare libero per servire Dio soltanto. » | ||
(Breviario Romano, Commemoratio S. Silvestri I (Papæ et Confessoris) )
|
Altri autori ritengono che la Chiesa abbia semplicemente cristianizzato una pratica ebraica. Gli ebrei usavano contare i giorni a partire dal Sabbath, cosicché si possono incontrare nei Vangeli espressioni come "una Sabbati" o "prima Sabbati", il primo [giorno] dal sabato. I primi cristiani computarono i giorni dopo la Pasqua in questo modo, ma, siccome tutti i giorni della settimana di Pasqua erano giorni santi, chiamarono il lunedì non il primo giorno dopo la Pasqua, ma seconda feria, e così via. Essendo ogni Domenica una "Pasqua della settimana", prevalse l'uso di chiamare ogni lunedì feria secunda, ogni martedì feria tertia, e così continuando per i restanti giorni settimanali. Ancora oggi in portoghese i giorni si chiamano col nome di feira: è questa l'unica lingua moderna ad aver mantenuto il modo ecclesiastico di chiamare i giorni della settimana (Segunda-feira, Terça-feira, Quarta-feira, Quinta-feira, Sexta-feira).
Celebrazione feriale
Durante i tempi "forti", ovvero l'Avvento, il tempo di Natale, la Quaresima e il tempo di Pasqua, il messale propone i testi eucologici per ogni giorno feriale.
Durante le 33 settimane del tempo ordinario la liturgia feriale è più "libera", ovvero adattabile alle scelte del sacerdote celebrante e alla comunità.
Alcune pratiche devozionali suggeriscono la celebrazione della Messa in onore della Madonna nelle ferie del sabato, del Sacro Cuore di Gesù il primo venerdì del mese, e la Messa esequiale nel settimo e trentesimo giorno dopo la morte di un fedele, così come nel primo anniversario.
Nel Rito Romano ordinario, certe ferie, soprattutto nel tempo di Quaresima, escludono la celebrazione delle memorie previste normalmente per quel giorno, anche se alcune orazioni della memoria possono essere usate in luogo di quelle della feria, tranna che il Mercoledì delle Ceneri e nella Settimana Santa, che escludono completamente anche le solennità e le feste.
Nel Rito ambrosiano
Il Rito ambrosiano prevede le ferie con struttura binaria (Lettura e Vangelo) e ternaria (Lettura, Epistola e Vangelo). La celebrazione eucaristica sabbatica, in ragione del particolare carattere festivo attribuito al sabato dalla tradizione ambrosiana, prevede la proclamazione di tre pericopi, quindi a schema ternario.
I seguenti periodi feriali seguono anch'essi lo schema ternario sulla scia della celebrazione eucaristica domenicale e sabbatica:
- i giorni dell'Ottava di Natale · Lettura profetica – Epistola paolina – Vangelo;
- le ferie del Tempo di Natale · Lettura profetica – Epistola paolina – Vangelo;
- le ferie in Albis dell'Ottava di Pasqua · Lettura dagli Atti degli Apostoli, Epistola paolina, Vangelo;
- le ferie dopo l'Ascensione · Lettura dal Cantico dei Cantici, Epistola paolina, Vangelo;
- le ferie quaresimali fino al mercoledì della Settimana Autentica · due Letture veterotestamentarie e il Vangelo;
- le ferie di Avvento e quelle prenatalizie dell'Accolto comprese · due Letture veterotestamentarie e il Vangelo;
- la celebrazione della Passione del Signore del Venerdì Santo e la celebrazione vespertina nella Deposizione del Signore di questo stesso giorno.
I venerdì di Quaresima, essendo tutti aliturgici, cioè non si celebra l'Eucaristia, prevedono un diverso tipo di letture alternate fra di loro: quattro brani veterotestamentari e quattro Salmelli presi dal Libro dei Salmi o dalla Lettera agli Ebrei.
Tutte le altre celebrazioni eucaristiche feriali prevedono una struttura binaria di pericopi bibliche con Lettura dall'Antico o dal Nuovo Testamento e Vangelo, ossia nelle ferie dei tempi Dopo Epifania, Tempo di Pasqua, Dopo Pentecoste, Dopo il Martirio e Dopo la Dedicazione. Si rapporta a questa struttura anche la liturgia della parola del Sabato Santo al mattino.
Anche la liturgia mattutina del giovedì della Settimana Autentica presenta una struttura binaria, consistente, in conformità all'antico schema delle ferie quaresimali, in due letture veterotestamentarie.
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
|