Festa della Madonna dell'Arco (Sant'Anastasia)
Festa della Madonna dell'Arco (Sant'Anastasia) | |
I fujenti con gli stendardi processionali | |
Festa mariana Pellegrinaggio | |
Festa regionale | |
Commemorazione celebrata | Madonna dell'Arco |
Stato | Italia |
Regione | Campania |
Provincia | Napoli |
Comune | Sant'Anastasia |
Luogo specifico | piazze e vie del borgo |
Diocesi | Nola |
Periodo | Primavera |
Data mobile | Lunedì dell'Angelo |
Data d'istituzione | XVI secolo, fine |
Tradizioni religiose | pellegrinaggio, offerte votive |
Collegamenti esterni Sito ufficiale dell'Istituto Centrale per la DemoEtnoAntropologia (IDEA) | |
La Festa della Madonna dell'Arco si svolge annulamente a Sant'Anastasia (Napoli), il Lunedì dell'Angelo, per celebrare la Madonna dell'Arco.
Storia
Il Santuario della Madonna dell'Arco sorge, dal 1593, nel luogo dove era presente un'edicola votiva raffigurante la Madonna con Gesù Bambino, detta Madonna dell'Arco, in quanto situata nei pressi dei resti un arco romano, nelle vicinanze del quale, ogni anno, si svolgeva una festa in onore di Maria Vergine.
Il Lunedì dell'Angelo 1450, durante la festa, un uomo irato per la sconfitta subita al gioco della pallamaglio, bestemmiando, scagliò una boccia contro l'immagine sacra: la Madonna iniziò miracolosamente a sanguinare dalla guancia sinistra. La notizia giunse al Conte di Sarno, che aveva il compito di amministrare la giustizia a Sant'Anastasia, il quale predispose un processo contro il giovane bestemmiatore, condannandolo ad essere impiccato al tiglio vicino all'edicola, dove due ore dopo il corpo ancora penzolante, rinsecchì improvvisamente sotto lo sguardo stupito della gente presente. La notizia si sparse rapidamente e la fama della Madonna dell'Arco raggiunse molti luoghi del napoletano, dal quale sopraggiunsero molti pellegrini per venerare l'icona, tanto che fu edificata una prima chiesa in onore di Maria Vergine.
Il 2 aprile 1589, Lunedì dell'Angelo: una donna, Aurelia del Prete, che si era recata alla festa per ringraziare la Madonna di una grazia ricevuta, bestemmiò più volte contro Maria Vergine per lo smarrimento tra la folla di un piccolo maiale. L'anno dopo la donna rimase costretta a letto per molto tempo per una grave malattia ai piedi, fino a che un giorno questi si staccarono dalle gambe; la donna associò subito l'evento alle bestemmie che aveva rivolto alla Madonna l'anno precedente, e l'accaduto non fece che aumentare la fama della Madonna dell'Arco. I piedi furono esposti in una stia di ferro e ancora oggi sono visibili nel Santuario. La donna, dopo che le caddero i piedi, esclamò in napoletano Car mm' cost (in italiano "Caro mi costa questo").
Descrizione
Devoti
I devoti che giungono al Santuario della Madonna dell'Arco sono pellegrini vestiti di bianco, con una fascia azzurra che scende dalla spalla sinistra e si annoda sul fianco destro, dove s'incontra con il nodo della fascia rossa che avvolge la vita. La fascia azzurra presenta l'immagine con la Madonna a mezzo busto, ma ricamata e sfavillante è quella dei dirigenti, come a rimarcare le differenze gerarchiche nelle Corporazioni e negli Ordini. Si distinguono, questi devoti, per lo stendardo processionale, che segna e comunica a tutti l'appartenenza, il quale presenta:
- sul recto, ad un solo colore di fondo tra l'azzurro, il turchese e il bianco, ma anche il rosso, con un ricamo con l'immagine e la scritta "Associazione Maria SS. Dell'Arco";
- sul verso, i dati propri dell'Associazione, l'indirizzo e la data di fondazione o dell'esecuzione dello stendardo esibito.
Le Associazioni riconosciute a partecipare sono oltre 350 e provengono dalle seguenti cinque diocesi:
I devoti sono chiamati:
- vattienti, coloro che battono ritmicamente i piedi in modo da essere sempre in movimento, anche se non si spostano dalla loro posizione;
- fujenti (termine in napoletano che significa "quelli che corrono") coloro che non si abbandonano alla rassegnazione e corrono incontro alla speranza. Infatti, questi sono scalzi per voto e, sempre per voto, devono compiere di corsa almeno l'ultimo tratto del pellegrinaggio.
I devoti per ex voto percorrono a piedi i chilometri che separano la loro casa dal Santuario, portando ceri e fiori da offrire a Maria. Si va in pellegrinaggio alla Madonna dell'Arco per esaudire un voto fatto, sia come membro di un'associazione, sia in piccoli gruppi sparsi o intere famiglie.
Associazioni
Le associazioni sono costituite da un numero imprecisato di persone: bambini e bambine, donne e uomini. Il numero complessivo determina la distinzione delle fasce di età. I dirigenti occupano gli ultimi posti del corteo. Lo stendardo processionale, distintivo dell'Associazione, è ostentato con orgoglio. Qualche antica Associazione sfoggia pure il pennone, la lunga bandiera triangolare ricca di sei od otto cordoni colorati con fiocchi, sorretti da altrettante ragazze. Inoltre, negli ultimi decenni si è diffusa la presenza di labari sorretti da bambini e ragazzi, con un carattere fortemente familiare. Molti gruppi realizzano un'immagine della Madonna dell'Arco, in cartapesta, qualcuno addirittura un carro votivo oppure un baldacchino processionale (in dialetto o tusell).
Durante il pellegrinaggio si svolge il rito, detto A funzion, ossia una sequenza teatrante e coreografica che si ripeterà più volte lungo l'itinerario, costituendo tappe concordate prima di giungere al Santuario. I membri dell'associazione strettamente abbracciati per le diverse fasce d'età, bambini e adulti che incedono incontro alla bandiera e poi si ritraggono per permettere ad altri di reiterare i movimenti ed i sentimenti. Una bandiera, che spesso è un trofeo storico, testimone di una devozione antica che va a lambire benedicente i fujenti proni, in un movimento costante prodotto dallo sbandieratore che compie un vortice di braccia, mentre la lunga asta è infoderata in un sospensorio di cuoio legato ai fianchi e sospeso sul basso ventre. Segue la corsa finale di un gruppetto di fujenti, a caduta, e l'abbandono nel nulla.
Su tutti questi devoti, diversamente disposti, passa il Carro (detto anche Tosello) con l'icona di Maria. Questa fase è chiamata o trase e iesce, caratterizzato da un particolare incedere avanti veloce e indietro lentamente ondulante, ripetuto per tre volte. È una sorta di danza rituale sostenuta, anzi ritmata, dalla banda musicale che alterna le note di due noti canti, uno a carattere sacro e l'altro patriottico:
- Noi vogliam Dio, l'inno ufficiale dello Stato Pontificio, fino 1854;
- Canzone del Piave, scritta nel 1918 dal maestro napoletano Ermete Giovanni Gaeta (noto con lo pseudonimo di E. A. Mario).
Questa ritualità, ripetuta più volte durante il percorso del pellegrinaggio, assume una forma più solenne all'ingresso nel Santuario, con un moltiplicarsi dei tempi per ciascun gruppo.
Riconoscimenti
L'Istituto Centrale per la DemoEtnoAntropologia ha riconosciuto l'evento, quale Patrimonio immateriale d'Italia
Patrimonio immateriale d'Italia
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Voci correlate | |
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