Lunedì dell'Angelo




Lunedì dell'Angelo | |
William-Adolphe Bouguereau, Tre Marie al sepolcro (1876), olio su tela | |
Mistero celebrato | Apparizione dell'Angelo alle donne presso il Sepolcro di Gesù. |
Periodo | Tempo di Pasqua (Ottava di Pasqua) |
Data mobile | Lunedì dopo Pasqua |
Data nel 2022: 18 aprile | |
Data d'istituzione | In Italia nel 1947 |
Chiamata anche | Lunedì in Albis |
Feste correlate | Pasqua |
Lunedì dell'Angelo è il nome che in Italia si usa per il lunedì dell'Ottava di Pasqua, cioè per il giorno immediatamente seguente alla solennità pasquale.
In Italia è giorno non lavorativo; non è però festa di precetto della Chiesa Cattolica: non è cioè obbligatoria per i cristiani la partecipazione alla Messa.
Nella liturgia romana
La liturgia romana usa il colore bianco come in tutto il Tempo di Pasqua.
Le letture che vengono proclamate sono le seguenti:
- Lettura - At 2,14.22-33 : Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni.
- Salmo - Sal 15 con il ritornello Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
- Vangelo - Mt 28,8-15 : Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno.
Nel rito ambrosiano
Anche la liturgia ambrosiana usa il colore bianco.
Si differenzia da quella romana per la struttura festiva del giorno e per le letture:
- Lettura - At 3,17-24 : Dio aveva preannunciato per bocca dei profeti che il suo Cristo doveva soffrire; bisogna che il cielo lo accolga fino ai tempi della ricostituzione di tutte le cose.
- Salmo - Sal 98,2-3.6.8ab.9c con il ritornello Esaltate il Signore, nostro Dio. Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.
- Epistola - 1Cor 5,7-8 : Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato; celebriamo la festa con azzimi di sincerità e di verità.
- Vangelo - Lc 24,1-12 : Le mirofore al sepolcro.
Nel Rito ambrosiano antico
Il messale ambrosiano antico riporta questo titolo alla festività:
FERIA SECUNDA IN ALBIS
ALIAS LUNEDÌ DELL’ANGELO (MISSA DE OCTAVA IN OMNI ECCLESIA)
Il rito ambrosiano moderno ha mantenuto le stesse letture presenti nel Rito ambrosiano antico. Fanno eccezione il Salmo e il Canto al Vangelo che recitano come segue:
- Psalmellus: Hæc dies, quam fecit Dominus: exultemus, et lætemur in ea. Confitemini Domino, quoniam bonus: quoniam in sæculum misericordia ejus. (È questo il giorno stabilito dal Signore: esultiamo e rallegriamoci in esso. Date lode al Signore, perché è buono: perché eterna è la sua misericordia.)
- Halleluja: Venite, exultemus Domino, jubilemus Deo salutari nostro. (Venite, esultiamo nel Signore, inneggiamo a Dio, nostra salvezza.)
Successivamente all'antifona dopo il Vangelo, il celebrante stende solennemente la Sindone[1] e recita la preghiera utilizzata in ogni celebrazione eucaristica, denominata Oratio Super Sindonem (Orazione sulla Sindone):
(LA) | (IT) | ||||
« | Perfice, Domine, benignus in nobis paschalium munerum votiva commercia: ut a terrenis affectibus, ad cæleste desiderium transferamur. » | « | Perfeziona, Signore, in noi con bontà gli scambi votivi dei doni pasquali: affinché siamo elevati dagli affetti delle cose terrene all’aspirazione delle cose celesti. » |
Note | |
Bibliografia | |
| |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
|