Giovan Battista de Grossis
Giovan Battista de Grossis Presbitero | |
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Età alla morte | 61 anni |
Nascita | Catania 1605 |
Morte | Catania 20 agosto 1666 |
Sepoltura | Collegiata di Santa Maria dell'Elemosina (Catania)[1] |
Appartenenza | Diocesi di Catania |
Ordinazione presbiterale | XVII secolo |
Incarichi ricoperti | Protonotario apostolico |
Giovan Battista de Grossis [2] (Catania, 1605; † Catania, 20 agosto 1666) è stato un presbitero, giurista e storico italiano.
Biografia
Nacque a Catania nel 1605. Presbitero, protonotario apostolico, dottore in sacra teologia e in utroque iure, per qualche tempo insegnò diritto pontificio all'Università di Catania.
I vescovi della città gli assegnarono alcuni incarichi: fu esaminatore dei confessori, assessore della Curia episcopale, nel 1663 vicario generale del cardinale Camillo Astalli (1616-1663) e infine canonico della Collegiata di Santa Maria dell'Elemosina.
Insieme ad altri fondò una congregazione di sacerdoti nella Chiesa di Santa Maria dell'Aiuto. Morì a Catania il 20 agosto 1666 e fu sepolto nella detta Collegiata, dove don Santoro Oliva († 1693), suo nipote per parte della sorella, gli fece erigere un sepolcro di marmo con il suo ritratto e un'iscrizione[1].
Opere
Opere edite
Giudizi dello storico Francesco Ferrara (1767-1850) sulle principali opere di De Grossis |
"Nel suo Decacordum catanense Cat. 1642 et 1647 vi si trova quanto di sacro e di profano storico appartiene a quella illustre città; ma insieme le puerili invenzioni moderne per dilucidare vieppiù le quali presenta sovente le vedute incise[3]. Nella sua Catana sacra Catan. 1654 opera assai interessante tesse una storia ragionata, e documentata dei vescovi della città dalla fondazione della Religione cristiana sino al Gussio [Marcantonio, † 1660] vescovo del suo tempo al quale l'opera è diretta. Tempo di qualche pettegolezzo letterario stampò un volume in folio Agatha catanensis Cat. 1656 per provare contro Inveges [Agostino, 1595-1677] che la Santa fu catanese. Un altro per difendere il suo concittadino abbate Palermitano cardinal Tedeschi [Niccolò, 1389-1466] Abbatem vendicatum Florent. 1651"[4]. |
- Catanense decachordum sive Novissima Sacrae Catan. Ecclesiae notitia, 2 voll., Catanae 1642-1647, online vol. primo e vol. secondo
- Abbas vindicatus, sive D. Nicolai de Tudeschis Siculi Catanensis archiepiscopi Panormitani vita, Florentiae 1651
- Theori-praxis ad constit. pragmatic. illustriss. et excell. dom. comitis Castrensis in hoc Siciliae Regno olim Proregis, Catanae 1651; seconda edizione postuma, a cura di Santoro Oliva, Catanae 1667, online
- Catana sacra sive De episcopis Catanensibus rebusque ab iis praeclare gestis a Christianae religionis exordio ad nostram usque aetatem opus singulare, Catanae 1654, online
- De appulsu reliquiarum S. Agathae V. et M. Callipolim coniectatio, Licii 1656
- Agatha Catanensis sive De natali patria D. Agathae dissertatio historica apologetica, Catanae 1656, online
- Controversiarum forensium iudiciorum... tomus primus, Catanae 1662
- Ad cap. LXXVIII. Caroli V. Caesaris semper Augusti... de contractibus per minores non celebrandis absque auctoritate curatoris, vel iudicis commentum, Panormi 1663, online
- Tutamen veritatis trium propositionum, quas in Commento ad cap. 78. regis Caroli V. Caesaris semper Augusti de contractibus per minores 18. annis non celebrandis absque auctoritate iudicis vel curatoris ediderat, Messanae 1664
Opere inedite
- Gentilitia Celestris familiae nobilitas
- Agatho Restitutus
- Iura omnia Regiae, atque insignis Collegiatae Catanensis Ecclesiae B. Mariae de Eleemosyna
- Annales Catanenses
- Relectio in § Divi Severus, et Antoninus de l. filius familias ff. de legatis primo: qua universa fideicommissorum materia breviter, ac dilucide explicatur
- Diarium Catanense
- Lycaeum Catanense sive De Scriptoribus Catanensibus
Giudizi
Gli immediati posteri espressero alti elogi su De Grossis, tanto come storico quanto come giurista[5].
Nel XIX secolo, in un clima culturale molto mutato, giudizi contrastanti espresse l'abate, scienziato e storico Francesco Ferrara (1767-1850). Questi definì il Catanense decachordum e la Catana sacra "opere interessanti [...] ma dove occorre intrise" di notizie tratte da fonti non attendibili[6] e scrisse che De Grossis, uomo "di vasta erudizione, di studio indefesso, si rese assai benemerito della patria per la storia di essa che raccolse, ed illustrò"[7].
Successivamente un simile giudizio su De Grossis tornò a esprimere il medesimo autore:
« | Quello che raccolse tutte le inezie e le ridicole invenzioni relative alla sua patria Catania fu Gio. Battista de Grossi [...]. Uomo di somma fatica, di vasto sapere, di ardente amore per Catania nulla lasciò per illustrarla. [...] Scrisse altre opere e in tutte non può non ammirarsi la vastità della sua erudizione, e il suo zelo infaticabile. » | |
Note | |
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Bibliografia | |
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