Giulio Pavesi
Giulio Pavesi, O.P. Arcivescovo | |
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Età alla morte | 61 anni |
Nascita | Quinzano 1510 |
Morte | Napoli 11 febbraio 1571 |
Sepoltura | Chiesa di Santa Caterina a Formiello |
Appartenenza | ordine domenicano |
Ordinazione presbiterale | in data sconosciuta |
Nominato vescovo | 23 agosto 1555 |
Consacrazione vescovile | in data sconosciuta |
Elevazione ad Arcivescovo | 20 luglio 1558 |
Incarichi ricoperti |
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Giulio Pavesi (Quinzano, 1510; † Napoli, 11 febbraio 1571) è stato un arcivescovo, nunzio apostolico e inquisitore italiano.
Cenni biografici
Giulio nacque nel 1510 a Quinzano (Diocesi di Brescia) da genitori bergamaschi di cui non è noto il nome.
Entrò fra i domenicani nel convento di san Clemente a Brescia. Divenne Magister sacrae theologiae e fu priore del convento di santa Caterina in Napoli. Fu amico di Gerolamo Seripando,[1] O.E.S.A., ma anche di Giulia Gonzaga[2] e Pietro Carnesecchi[3] e lui stesso sospettato di eresia, Gian Francesco Alois[4] lo accusò apertamente nel corso del suo processo del 1564.
Molto stimato da Gian Pietro Carafa fu consultore dell'Inquisizione diocesana di Napoli quando questi era arcivescovo della città. Divenuto Papa il Carafa, Pavesi fu nominato vescovo di San Leone il 23 agosto 1555 e di Vieste tre mesi dopo. Nel 1558 fu elevato all' arcivescovado di Sorrento, carica che tenne sino alla morte.
Pavesi fu commissario dell'Inquisizione romana a Napoli dal 1557 al 1562 e contemporaneamente nunzio apostolico e collettore delle decime per il Regno dal 1558 al 1560. In quanto tale perorò con vigore la repressione dei valdesi di Calabria e procedette contro Carnesecchi.
Partecipò all'ultima fase del concilio di Trento e fece parte della commissione di teologi e canonisti deputata a rivedere il catalogo dei libri proibiti. Ritornato in diocesi, fece costruire la chiesa e il convento dell'Annunziata ove chiamò i padri agostiniani di Napoli. Tenne quattro visite pastorali: nel 1559, 1561, 1566 e 1567. In quell'anno tenne il primo sinodo provinciale con i suffraganei di Castellammare di Stabia, Vico Equense e Massalubrense.
Dal marzo al luglio 1566 ebbe da papa Pio V l'incarico di legato a latere nei Paesi Bassi, con il mandato di prendere informazioni sulla situazione politico-religiosa in fermento e di incontrare a Vienna l'imperatore Massimiliano II per coinvolgerlo in una lega contro i Turchi. Richiamato da Roma, sulla via del ritorno, senza passare per Vienna, si fermò a Dillingen ove esaminò con Guglielmo Nadal e Pietro Canisio lo stato del cattolicesimo in Germania.
Morì a Napoli l'11 febbraio 1571 e fu sepolto nella chiesa napoletana di santa Caterina a Formiello.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di San Leone | Successore: | |
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Mauro Salvidi ch | 23 agosto - 2 ottobre 1555 | Giulio Rossi ch |
Predecessore: | Vescovo di Vieste | Successore: | |
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Pellegrino Fabio ch | 2 ottobre 1555-20 luglio 1558 | Ugo Boncompagni |
Predecessore: | Arcivescovo di Sorrento | Successore: | |
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Bartolomeo Albani ch | 20 luglio 1558-11 febbraio 1571 | Lelio Brancaccio ch |
Predecessore: | Nunzio apostolico per il Regno di Napoli | Successore: | |
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Tommaso Caracciolo ch | agosto 1558-15 giugno 1560 | Paolo Odescalchi ch |
Note | |
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