Papa Gregorio XIII
Gregorio XIII Papa | |
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al secolo Ugo Boncompagni o Buoncompagni | |
Lavinia Fontana, Ritratto di papa Gregorio XIII (1570 - 1580), olio su tela; Roma, collezione privata | |
Età alla morte | 83 anni |
Nascita | Bologna 7 gennaio 1502 |
Morte | Roma 10 aprile 1585 |
Sepoltura | Città del Vaticano, Basilica di San Pietro |
Ordinazione presbiterale | non si hanno informazioni precise |
Nominato vescovo | 20 luglio 1558 da Paolo IV |
Consacrazione vescovile | non si hanno informazioni precise |
Creato Cardinale |
12 marzo 1565 da Pio IV (vedi) |
Cardinale per | 20 anni e 29 giorni |
Incarichi ricoperti prima dell'elezione |
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Informazioni sul papato | |
226° vescovo di Roma | |
Elezione al pontificato |
14 maggio 1572 Conclave del 1572 |
Consacrazione | 25 maggio 1572 |
Fine del pontificato |
10 aprile 1585 (per decesso) |
Durata del pontificato |
12 anni, 10 mesi e 28 giorni |
Predecessore | papa Pio V |
Successore | papa Sisto V |
Extra | Papa Gregorio XIII Anni di pontificato |
Cardinali | 35 creazioni in 9 concistori |
Proclamazioni | Santi |
Eventi | Giubileo del 1575 |
Collegamenti esterni | |
(EN) Scheda su gcatholic.org (EN) Scheda su catholic-hierarchy.org (EN) Scheda su Salvador Miranda Scheda su santiebeati.it |
Gregorio XIII, al secolo Ugo Boncompagni o Buoncompagni, in latino: Gregorius XIII (Bologna, 7 gennaio 1502; † Roma, 10 aprile 1585), è stato il 226º vescovo di Roma e papa italiano dal 14 maggio 1572 alla morte. Per la storiografia successiva è considerato uno dei pontefici più importanti dell'età moderna, soprattutto per quanto riguarda l'attuazione della Riforma cattolica.
Biografia
Le origini e la carriera ecclesiastica
Ugo Buoncompagni (o Boncompagni), quarto figlio di Cristoforo, commerciante bolognese e di Angela Marescalchi, fu zio dei cardinali Filippo Boncompagni (1572) e Filippo Guastavillani (1574).
Frequentò gli studi giuridici nella prestigiosa università di Bologna, dove si laureò nel 1530 e conseguì il dottorato in utroque iure. Dal 1531 al 1539 esercitò l'attività di docente di diritto presso la stessa università. Tra i suoi allievi più illustri si annoverano Alessandro Farnese, che sarebbe diventato Papa con il nome di Paolo III e i cardinali Cristoforo Madruzzo, Ottone di Waldburg, Reginald Pole, San Carlo Borromeo e Stanisław Osio.
Nel 1539 rinunciò alla cattedra e si recò a Roma al servizio del Cardinale Parisio. Lì intraprese la carriera ecclesiastica. Il 1º giugno 1539 a Bologna ricevette la tonsura. Non si hanno informazioni precise sulla sua Ordinazione sacerdotale, fonti autorevoli riportano prima della nomina a vescovo[1] o che dopo la nomina ad arcivescovo, non era ancora stato ordinato presbitero[2] o non da alcuna informazione in merito[3] o ancora riporta l'anno 1558[4]
Ben presto Papa Paolo III gli affidò una serie di mansioni giuridiche. Infatti rivestì l'ufficio di primo giudice della capitale e di vice-cancelliere della campagna fino al 1546, anno in cui il Pontefice lo nominò Abbreviatore de parcu maiori[5] al Concilio di Trento.
Paolo IV, oltre ad aggregarlo come datarius del cardinale Carafa, riconoscendone le qualità di giurista, se ne servì per svolgere diverse missioni diplomatiche. Pur continuando a impegnarlo presso la Curia romana, nel 1558 lo nominò vescovo di Vieste.
Verso la fine del 1561, il vescovo Buoncompagni fu di nuovo inviato al Concilio di Trento da Papa Pio IV, come aiutante del Cardinale Legato Simonetta. Grazie alla sua competenza e alla sua efficienza, rese preziosi servizi per la risoluzione di alcuni problemi nell'ultima sessione conciliare.
Terminato il Concilio rientrò a Roma e, il 12 marzo 1565, fu creato cardinale, con il titolo cardinalizio di San Sisto. In questa occasione gli fu affidato l'incarico di mantenere relazioni diplomatiche con l'importante legazione spagnola. Grazie a questo nuovo mandato si fece conoscere e ben volere dal sovrano spagnolo, Filippo II, tanto da conquistarne la fiducia.
Il conclave
Alla morte di Pio V, a distanza di sei mesi dalla vittoria di Lepanto e nove anni dopo la chiusura del Concilio di Trento, il 14 maggio 1572 il Sacro Collegio, sotto il forte influsso spagnolo, e dopo un brevissimo conclave durato meno di ventiquattr'ore, elesse papa il cardinale Ugo Buoncompagni, che prese il nome di Gregorio XIII.
Il nuovo Papa, malgrado i settant'anni compiuti, dimostrò subito eccezionale energia e ferma volontà di continuare l'opera di radicale rinnovamento della Chiesa, iniziata da Pio V. Sotto l'influenza del cardinale Carlo Borromeo e seguendo fedelmente le orme del suo predecessore, Gregorio XIII si mostrò, per tutto il pontificato, impegnato nel rinnovare il mondo cattolico, con la totale e precisa attuazione dei canoni del Concilio di Trento. Se infatti prima di lui la Riforma cattolica era stata condotta sostanzialmente solo in Italia e Spagna, grazie al suo pontificato si sviluppò con rapidità e organicità in tutta la cristianità.
Composizione del conclave
Il conclave, tenutosi dal 12 al 13 maggio 1572, era composto dai seguenti cardinali:
- Giovanni Girolamo Morone, vescovo di Ostia e Velletri, Decano del Sacro Collegio
- Cristoforo Madruzzo, vescovo di Bressanone, Porto e Santa Rufina, Sottodecano del Sacro Collegio
- Alessandro Farnese jr., vescovo di Frascati
- Otto Truchess von Waldburg, vescovo di Augusta e Palestrina
- Giulio della Rovere, vescovo di Sabina
- Giovanni Ricci, vescovo di Albano
- Niccolò Caetani, amministratore diocesano di Capua
- Ippolito II d'Este, amministratore diocesano di Narbona
- Giacomo Savelli, amministratore diocesano di Benevento
- Fulvio della Corgna, vescovo di Perugia
- Luigi Cornaro
- Girolamo Simoncelli
- Scipione Rebiba
- Giovanni Antonio Serbelloni, vescovo di Novara
- Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano
- Markus Sitticus von Hohenems, vescovo di Costanza
- Alfonso Gesualdo, arcivescovo di Conza
- Gianfrancesco Gambara
- Stanisław Hosius, vescovo di Varmia
- Antoine Perrenot de Granvelle, arcivescovo di Malines
- Luigi d'Este, arcivescovo di Auch
- Ludovico Madruzzo
- Innico d'Avalos d' Aragona, amministratore diocesano di Mileto
- Francisco Pacheco de Villena, vescovo di Burgos
- Girolamo di Corregio, arcivescovo di Taranto
- Ferdinando de' Medici
- Marco Antonio Colonna sr., arcivescovo di Salerno
- Tolomeo Gallio, arcivescovo di Manfredonia
- Prospero Santacroce, vescovo di Kisamos
- Marcantonio Bobba
- Ugo Boncompagni (eletto Papa Gregorio XIII)
- Alessandro Sforza, vescovo di Parma
- Flavio Fulvio Orsini, amministratore diocesano di Cosenza
- Francesco Alciati, vescovo di Città di Castello
- Guido Luca Ferrero, vescovo di Vercelli
- Alessandro Crivelli
- Benedetto Lomellini, vescovo di Anagni
- Guglielmo Sirleto, vescovo di Squillace
- Gabriele Paleotti, arcivescovo di Bologna
- Michele Bonelli
- Gianpaolo della Chiesa
- Antonio Carafa
- Marcantonio Maffei, datario di Sua Santità
- Pierdonato Cesi sr.
- Charles d'Angennes de Rambouillet, vescovo di Le Mans
- Felice Peretti Montalto, vescovo di Fermo
- Giovanni Aldobrandini
- Girolamo Rusticucci, vescovo di Senigallia
- Giulio Aquaviva d'Aragona
- Arcangelo de' Bianchi, vescovo di Teano
- Paolo Burali d'Arezzo, vescovo di Piacenza
- Vincenzo Giustiniani
- Gian Girolamo Albani
Il pontificato
Per accelerare l'attuazione della Riforma cattolica, Papa Gregorio volle la creazione di seminari in tutta la cristianità, in cui si formassero presbiteri colti e moralmente ineccepibili, capaci di assumersi compiti di rinnovamento religioso, suggeriti sia dal Concilio sia dal nuovo consolidamento della Chiesa.
Sempre per questa ragione, pose molta attenzione ai seminari nazionali presenti a Roma, dove giovani provenienti da diverse nazioni d'Europa, si formavano per diventare presbiteri perfezionando i loro studi. In questi collegi, oltre l'apprendimento della filosofia e della teologia, i futuri candidati al sacerdozio dovevano essere formati alla stretta osservanza romana, affinché tornati nella loro madrepatria, specialmente in quelle in cui era forte la presenza dei protestanti, potessero dare testimonianza di obbedienza e fedeltà alla Chiesa di Roma e irreprensibilità di condotta di fronte alle popolazioni.
Pertanto sorsero numerosi collegi di questo tipo, a Roma e dovunque nei paesi cattolici, la cui gestione fu affidata all'ordine religioso più competente, in quegli anni, per una simile formazione: la Compagnia di Gesù. In realtà i Gesuiti furono sempre degli ottimi collaboratori di Papa Gregorio, il quale al loro Collegio Romano fondato da Sant'Ignazio di Loyola, concesse importanti sovvenzioni e aggiunse nuovi e spaziosi edifici. Così agendo, egli ne divenne realmente il secondo fondatore e quando la Pontificia Università Gregoriana accolse l'eredità del Collegio Romano, fu chiamata con tale nome proprio in onore di Gregorio XIII. Nel 1576 richiamò a Roma il gesuita Roberto Bellarmino, professore a Lovanio e gli conferì la cattedra di Apologetica presso il Collegio Romano.
Sempre avvalendosi dell'aiuto dei Gesuiti, nel 1579 creò a Roma un Collegio Inglese e nel 1587 rafforzò con ricche donazioni il Collegio Germanico che, unito a quello Ungarico, diede vita al Collegio Germanico-Ungarico. Inoltre dimostrò il proprio interesse per il consolidamento dell'unione con le chiese d'Oriente, creando nella capitale i Collegi Greco, Armeno e Maronita.
Gregorio XIII si occupò, inoltre, della riforma delle Carmelitane di Spagna con l'aiuto di Santa Teresa d'Avila e dell'istituzione della Congregazione dell'Oratorio per opera di San Filippo Neri. L'opera missionaria, seppur già messa largamente in atto da Pio V, trovò in papa Gregorio un rinnovato impulso, tanto da estendersi nelle terre sia dell'America che del lontano Oriente.
Politica estera
Per quanto riguarda l'impegno a ricondurre all'unità religiosa i popoli cristiani d'Europa, Gregorio XIII e i suoi collaboratori riuscirono a mantenere alta la causa cattolica nei Paesi Bassi, la Polonia tornò a essere completamente cattolica e in Germania, per l'intervento anche dei duchi di Baviera e di insigni principi ecclesiastici tedeschi, il protestantesimo fu arrestato nel suo espandersi.
Gregorio XIII è considerato il vero padre delle nunziature stabili moderne, la cui struttura non sarà più modificata nella sostanza fino all'inizio dell'epoca contemporanea. Quando giunge al soglio di Pietro, il Vaticano ha nove nunziature ordinarie, di cui quattro italiane (Venezia, Napoli, Savoia e Firenze), tre latine (Spagna, Portogallo e Francia), una tedesca (presso l'imperatore) e una slava per la Polonia.
Nel 1573 Gregorio XIII fonda due nuove nunziature in Germania, una a Colonia affidata a Kaspar Gropper e una nella Germania meridionale, che avrà una durata effimera e che per le sue caratteristiche non può essere considerata una nunziatura ordinaria, offerta a Bartolomeo Portia. La Germania continua dunque a rappresentare una delle preoccupazioni principali del pontefice, il che porta qualche anno più tardi, nel 1580, all'apertura di una nuova sede a Graz che non ebbe carattere permanente. Al di fuori del mondo tedesco, ma sempre in rapporto con la difesa del cattolicesimo dalla minaccia riformata, nel 1577 il papa decide di inviare presso don Giovanni d'Austria, monsignor Filippo Sega come nunzio apostolico straordinario a Bruxelles[6].
Nel 1578 Gregorio rifornì Thomas Stukeley con una nave e 800 uomini per sbarcare in Irlanda. Per lo sgomento di Gregorio, Stukeley unì invece le sue forze con quelle di Re Sebastiano I del Portogallo, contro l'imperatore Abdulmelek del Marocco. Un'altra spedizione pontificia navigò verso l'Irlanda nel 1579, sotto il comando di James Fitzmaurice, accompagnato da Nicholas Sanders come nunzio pontificio e fu ugualmente priva di successo.
Allo scopo di raccogliere fondi per sostenere tutte queste opere, il Papa fece confiscare una larga porzione delle case e delle proprietà negli stati della Chiesa; una misura che arricchì il tesoro, ma che gli alienò gran parte della nobiltà, ravvivando le vecchie fazioni, creandone di nuove e in definitiva mettendo i suoi domini temporali in uno stato pericolosamente vicino all'anarchia.
Sviluppo delle scienze e delle arti
Gregorio XIII sostenne direttamente molti artisti e scienziati nel loro lavoro. Si preoccupò di una nuova redazione corretta del Decretum Gratiani e del Martyrologium Romanum. Istituì un comitato per aggiornare l'Indice dei libri proibiti. Riconobbe la scoperta e l'importanza delle catacombe romane.
Nel 1578 diede a Giovanni Pierluigi da Palestrina e Annibale Zoilo l'incarico di effettuare la revisione dell'Antiphonarium e del Graduale, per eliminare gli errori che nel corso dei secoli le melodie gregoriane avevano accumulato; il lavoro sarebbe terminato a opera di altri nel 1614 con l'opera nota sotto il nome di editio Medicaea.
Tra i meriti scientifici durevoli di questo Papa, c'è la riforma del calendario che porta il suo nome e che ancora oggi è universalmente in uso. Col passare dei secoli il calendario giuliano aveva creato una discrepanza tra il calendario civile e quello astronomico. Tutto questo aveva portato a una serie di lamentele ed era stato discusso anche dai padri conciliari a Trento. Gregorio XIII istituì una commissione sotto la guida del cardinale Guglielmo Sirleto, alla quale contribuì anche il matematico tedesco e gesuita Cristoforo Clavio, professore presso il Collegio Romano. Dopo un accurato studio il Papa, con la bolla Inter gravissimas del 24 febbraio 1582, in accordo con la maggioranza dei principi cattolici e delle università, stabilì che al 4 ottobre 1582 avrebbe fatto seguito il 15 ottobre 1582 e che in futuro avrebbero dovuto essere soppressi tre giorni intercalari in quattrocento anni.
Monumenti insigni sorsero a Roma per suo volere, come ad esempio nel 1580 il palazzo del Quirinale, nel 1583 la Cappella Gregoriana nella Basilica di San Pietro e nel 1584, con il suo appoggio, venne portata a termine la chiesa del Gesù, chiesa madre dei Gesuiti. Trasformò anche alcuni edifici antichi in opere per l'utilità comune; le Terme di Diocleziano, ad esempio, nel 1575 divennero un granaio.
La morte del Papa
La solenne accoglienza dei primi cristiani giapponesi, svoltasi il 23 marzo 1585, fu una delle sue ultime uscite pubbliche; dopo una breve malattia morì, il 10 aprile 1585, nel pieno delle attività, portate avanti fino alla fine con energia, malgrado avesse ottantaquattro anni.
Quattro giorni dopo i suoi resti mortali furono deposti nella basilica di San Pietro, in una tomba che nel 1723 fu adornata da sculture di Camillo Rusconi.
Al pontificato di Gregorio XIII risale la più antica tiara papale ancora esistente.
Cardinali creati da Gregorio XIII
Concistoro del 2 giugno 1572 (I)
- (1) Filippo Boncompagni, nipote di Sua Santità (m. 1586).
Concistoro del 5 giugno 1573 (II)
- (2) Antal Verancsics, arcivescovo di Strigonio (m. 1573 ) [7].
Concistoro del 5 luglio 1574 (III)
- (3) Filippo Guastavillani, nipote di Sua Santità (m. 1587).
Concistoro del 19 novembre 1576 (IV)
- (4) Andrea d'Austria (m. 1600).
Concistoro del 3 marzo 1577 (V)
- (5) Alberto d'Austria (m. 1621).
Concistoro del 21 febbraio 1578 (VI)
- (6) Alessandro Riario, patriarca titolare di Alessandria (m. 1585);
- (7) Claude de La Baume, arcivescovo di Besançon (m. 1584);
- (8) Louis II de Guise, arcivescovo eletto di Reims (m. 1588);
- (9) Gerard van Groesbeeck, Principe vescovo di Liegi (m. 1580);
- (10) Pedro de Deza, presidente di Valladolid (m. 1600);
- (11) Fernando de Toledo Oropesa (m. 1590) (rinunciatario);
- (12) René de Birague (m. 1583);
- (13) Charles II de Lorraine de Vaudémont (m. 1587);
- (14) Giovanni Vincenzo Gonzaga, priore di Barletta (m. 1591).
Concistoro del 15 dicembre 1578 (VII)
- (15) Gaspar de Quiroga y Vela, arcivescovo di Toledo (m. 1594).
Concistoro del 12 dicembre 1583 (VIII)
- (16) Giovanni Antonio Facchinetti, patriarca titolare di Gerusalemme, eletto Papa Innocenzo IX nel 1591 (m. 30 dicembre 1591);
- (17) Giambattista Castagna, arcivescovo emerito di Rossano, eletto Papa Urbano VII nel 1590 (m. 27 settembre 1590);
- (18) Alessandro Ottaviano de' Medici, ambasciatore di Toscana, arcivescovo di Firenze, eletto Papa Leone XI nel 1605 (m. 27 aprile 1605);
- (19) Rodrigo de Castro Osorio, arcivescovo di Siviglia (m. 1600);
- (20) François de Joyeuse, arcivescovo di Narbona (m. 1615);
- (21) Michele Della Torre, vescovo di Ceneda (m. 1586)
- (22) Giulio Canani, vescovo di Adria (m. 1592);
- (23) Niccolò Sfondrati, vescovo di Cremona, eletto Papa Gregorio XIV nel 1590 (m. 16 ottobre 1591);
- (24) Antonmaria Salviati, vescovo di Saint-Papoul, nunzio apostolico in Francia (m. 1602);
- (25) Agostino Valier, vescovo di Verona (m. 1606);
- (26) Vincenzo Lauro, vescovo di Mondovì, nunzio apostolico in Savoia (m. 1592 );
- (27) Filippo Spinola, vescovo di Nola (m. 1593);
- (28) Alberto Bolognetti, vescovo di Massa Marittima, nunzio apostolico in Polonia (m. 1585);
- (29) Jerzy Radziwiłł, vescovo di Vilnius (m. 1600);
- (30) Matthieu Cointerel, datario di Sua Santità, canonico della Basilica vaticana (m. 1585);
- (31) Simeone Tagliavia d'Aragona, abate (m. 1604);
- (32) Scipione Lancelotti, uditore della Sacra Rota (m. 1598);
- (33) Charles III de Bourbon de Vendôme, arcivescovo coadiutore di Rouen (m. 1594);
- (34) Francesco Sforza (m. 1624).
Concistoro del 4 luglio 1584 (IX)
- (35) András Bathóry, ambasciatore di Polonia (m. 1599).
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine supremo del Cristo | |
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Vieste | Successore: | |
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Giulio Pavesi, O.P. | 20 luglio 1558 - 20 ottobre 1565 | Antonio Ganguzia |
Predecessore: | Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura di Grazia | Successore: | |
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Antonio Trivulzio | 15 maggio 1565 - 13 maggio 1572 | ... |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Sisto | Successore: | |
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Philibert Babou de la Bourdaisière | 15 maggio 1565 - 13 maggio 1572 | Filippo Boncompagni |
Predecessore: | Papa | Successore: | |
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Papa Pio V | 13 maggio 1572 - 10 aprile 1585 | Papa Sisto V |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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