Paolo Odescalchi
Paolo Odescalchi Vescovo | |
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Età alla morte | S anni |
Nascita | Como gennaio 1525 |
Morte | Roma 8 febbraio 1585 |
Ordinazione presbiterale | in data sconosciuta |
Nominato vescovo | 27 febbraio 1568 da Pio V |
Consacrazione vescovile | in data sconosciuta |
Incarichi ricoperti |
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Collegamenti esterni | |
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Paolo Odescalchi (Como, gennaio 1525; † Roma, 8 febbraio 1585) è stato un vescovo e nunzio apostolico italiano.
Cenni biografici
Paolo nacque nel gennaio 1525, probabilmente a Como, da Bernardo e Lucia Mugiasca. Il padre era un agiato e influente esponente del ceto mercantile comasco, che la città di Como nel 1530 inviò a Bologna come suo rappresentante all'incoronazione imperiale di Carlo V. Si conoscono i nomi di altri tre figli di Bernardo: Battista, Giovanni Antonio e Francesco che fu abbreviatore presso la Santa Sede, mentre gli altri due proseguirono a Roma l'attività di banchieri avviata dal padre.
Nulla si sa della formazione di Odescalchi anche se i documenti lo indicano laureato in utroque iure. Nel corso del 1550 - 51 operò come agente per conto di Bartholomäus von Salis, arciprete di Sondrio, che aveva accusato di eresia il neoeletto vescovo di Coira Thomas Planta, ma il vescovo eletto, recatosi presso la Santa Sede, fu confermato nella sua carica dal pontefice nell'ottobre 1551.
Nel 1553, durante il pontificato di Giulio III, l'Odescalchi, divenuto nel frattempo protonotario e referendario apostolico, fu nominato nunzio apostolico presso le Tre Leghe e la Svizzera. Le uniche informazioni circa l'operato di Odescalchi durante il suo soggiorno di alcuni mesi presso le Tre Leghe riguardano la sua presenza alla dieta di Coira nell'agosto di quell'anno.
Nel 1560 papa Pio IV lo volle nunzio presso il Regno. Fu richiamato a Roma nel settembre 1561 e sostituito nella nunziatura partenopea da Niccolò Fieschi[1]. Nei mesi successivi fu incaricato dal Papa di visitare lo Stato della Chiesa, insieme con Gabriele Serbelloni, nipote del pontefice, comandante militare e sorvegliante per tutte le fortezze della Sede Apostolica.
Nel gennaio 1564 fu nominato governatore della Marca anconitana. Per la sua formazione giuridica e della sua esperienza al servizio della Santa Sede fu uno dei 13 esperti interpellati su sette punti dal cardinale Carlo Borromeo nell'agosto 1565, in vista della celebrazione del primo concilio provinciale milanese.
Nel gennaio 1568 Pio V nominò Odescalchi nunzio e collettore apostolico «citra et ultra Pharum», ossia per i Regni di Napoli e di Sicilia. Ricevette l'ordinazione sacerdotale alla fine del 1567 e agli inizi dell'anno seguente fu nominato vescovo di Atri e Penne.
Agli inizi del 1569 fu sostituito nella nunziatura da Cesare Brumano. Odescalchi si recò allora a prendere possesso della sua diocesi. I documenti indicano che ebbe cura di esercitare la collazione dei benefici con scrupolo nel rispetto delle normative tridentine. Inoltre si dedicò a proprie spese al restauro del palazzo vescovile, da tempo in stato di abbandono e della cattedrale di Atri. Nel maggio 1571 fu richiamato da Pio V a Roma essendo destinato quale nunzio presso don Giovanni d'Austria, comandante supremo della flotta della Lega Santa. Si imbarcò sulla nave di Marco Antonio Colonna nel giugno di quell'anno. Dopo la vittoria di Lepanto fu inviato presso i duchi di Urbino, Ferrara, Mantova e Parma per sollecitare aiuti finanziari all'imperatore alle prese con l'offensiva ottomana.
Quindi fu nuovamente destinato presso don Giovanni d'Austria a Messina nel giugno 1572 con gli stessi compiti dell'anno precedente. Questa volta però, poté solo essere testimone impotente dello sfaldamento della flotta e della Lega, a causa dei dissidi politici.
Rientrato a Roma, anche a causa delle continue beghe, nel settembre 1572 dimissionò dal vescovado di Penne. Fra il 1575 e il 1576 affiancò il cardinale Giovanni Morone nella missione di legato di papa Gregorio XIII a Genova, per pacificare la città in preda alla guerra civile.
Morì a Roma l'8 febbraio 1585. Fu sepolto nella chiesa di san Girolamo della Carità.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Nunzio apostolico per la Svizzera | Successore: | |
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Girolamo Franco | 1553 - 1560 | Ottaviano Raverta |
Predecessore: | Governatore della Marca anconitana[2] | Successore: | |
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Cristoforo Madruzzo (legato pontificio) | 5 gennaio - 1º novembre 1564 | Marco Sittico Altemps (legato pontificio) |
Predecessore: | Nunzio apostolico per il Regno di Napoli | Successore: | |
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Giulio Pavesi[3] O.P. | 15 giugno 1560-4 settembre 1561 | Nicolò Fieschi | I |
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Cesare Brumano | dicembre 1566 - febbraio 1569 | Cesare Brumano | II |
Predecessore: | Vescovo di Penne e Atri | Successore: | |
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Giacomo Guidi, O.S.Io.Hieros. | 27 febbraio 1568 - 1572 | Giambattista de Benedictis[4] |
Note | |
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Bibliografia | |
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- Nunzi apostolici per la Svizzera
- Governatori della Marca anconitana
- Nunzi apostolici per il Regno di Napoli
- Vescovi di Penne e Atri
- Presbiteri italiani del XVI secolo
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