San Gregorio di Tours
San Gregorio di Tours Vescovo | |
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Santo | |
Miniatura con San Gregorio di Tours, tratta dal Santoriale dell'Abbazia di San Martino di Marmoutier (845-850) | |
Età alla morte | circa 56 anni |
Nascita | Clermont-Ferrand 538 ca. |
Morte | Tours 17 novembre 594 |
Consacrazione vescovile | 574 |
Incarichi ricoperti | Arcivescovo metropolita di Tours |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 17 novembre |
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Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 17 novembre, n. 7:
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San Gregorio di Tours o Georgius Florentinus Gregorius (in latino: Gregorius Turonensis) (Clermont-Ferrand, 538 ca.; † Tours, 17 novembre 594) è stato un vescovo, storico e agiografo francese della Gallia romana, nonché vescovo di Tours, il che lo rendeva il principale responsabile di uno dei culti più importanti della Gallia, quello di San Martino e lo insigniva di una fra le undici sedi metropolitane della Gallia Merovingia.
Biografia
Gregorio nacque a Clermont, nella Gallia centrale, da genitori di discendenza senatoriale, appartenenti all'alta classe della società gallo-romana, come afferma lui stesso.
L'educazione di Gregorio fu limitata a quella strettamente cristiana disponibile all'epoca, ignorando le arti liberali e i classici pagani. Anche se aveva letto Virgilio, ci ammonisce che «Non dobbiamo riferirci alle sue fiabe menzognere, affinché non si ricada sotto la sentenza della morte eterna».
Fra il 543 ed 546 testimonia, nei suoi scritti, di una violenta epidemia di peste bubbonica che colpì la Gallia, l'Italia e la Spagna.
Nel 573, diventa vescovo di Tours. Dei vescovi che lo precedettero, tutti, meno cinque, erano legati a lui da qualche grado di parentela. Spese gran parte della sua carriera a Tours, anche se si spostò fino a Parigi. Il mondo rude nel quale visse era la cuspide tra l'antichità morente e la nuova cultura barbarica della prima Europa medioevale (i "Tempi bui" secondo gli storici del XIX secolo). Gregorio visse anche sul confine tra la cultura Franca dei Merovingi a nord e quella gallo-romana del sud della Gallia.
A Tours, Gregorio era nella miglior posizione per sentire e incontrare chiunque avesse influenza nella cultura merovingia. Tours sorge sulle importanti acque navigabili della Loira. Cinque strade romane partivano da Tours, che giaceva sulla via principale che collegava la regione dei franchi a nord e l'Aquitania con la Spagna. A Tours, l'influenza franca del nord e quella gallo-romana del sud avevano il loro principale punto di contatto. Come centro del popolare culto di San Martino, Tours era luogo di pellegrinaggio, ospedale e santuario politico nel quale importanti leader trovavano rifugio durante le violenze e le agitazioni dei disordini merovingi.
Gregorio conobbe personalmente quattro re franchi: Sigeberto I, Chilperico I, Gontrano e Childeberto I oltre a gran parte delle altre figure principali tra i franchi.
Opere
Scrisse in un tentativo di stile letterario tardo latino, incerto, sgrammaticato e barbarizzato, ma nondimeno pieno di vitalità e con molti termini franchi e germanici. Quando l'ispirazione mancava, si rifaceva prontamente alle formule linguistiche della dottrina. Con tutto ciò, fu la principale fonte contemporanea della storia merovingia. Il suo lavoro principale fu l'Historia Francorum (Storia dei Franchi), in dieci libri.
Sette libri con i resoconti dei miracoli dei Santi, di cui quattro libri sui miracoli di san Martino di Tours.
La leggenda del Concilio di Mâcon
È Gregorio, nella sua Historia Francorum a sfatare una leggenda riguardante un presunto "concilio di Mâcon". Questa leggenda sostiene che la Chiesa cattolica per stabilire se la donna avesse o meno l'anima avrebbe convocato un concilio. Dopo un lungo dibattito i vescovi presenti avrebbero risolto l'annoso dilemma votando a maggioranza depositando in un'urna delle sfere nere o bianche. I "favorevoli" avrebbero vinto per un solo voto (o due, secondo altre versioni). La leggenda, nata nel clima anticlericale seguente all'Illuminismo francese nel XVIII secolo, ha origine dal fatto che a Mâcon ci fu effettivamente un sinodo nel 585, al quale intervenne Gregorio, in qualità di vescovo di Tours. Gregorio racconta come durante una pausa tra i lavori un vescovo propose un quesito ai presenti: nella Bibbia il termine latino "homo", deve essere tradotto in "uomo" nel senso di persona, a prescindere se di sesso maschile o femminile, o come "uomo" sinonimo di "vir" e cioè "maschio"? I colleghi scelsero la prima possibilità citando la Genesi (1,27): nella frase Dio creò l'uomo, maschio e femmina lo creò, il termine homo include entrambi i sessi. Si trattava quindi di un semplice problema lessicale.
Predecessore: | Vescovo di Tours | Successore: | |
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Sant'Eufronio 555 - 573 |
573 - 595 | Pelagio I 595 - 602 |
Bibliografia | |
Le fonti di riferimento sono il "Corpus scriptorum latinorum" ([1]) e la "Bibliotheca Augustana" ([2]).
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