Maria Gedda

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Serva di Dio Maria Gedda
Laica consacrata
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battezzata
Serva di Dio
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Maria Gedda della Società Operaia del Getsemani
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 78 anni
Nascita Modane
25 agosto 1906
Morte Roma
29 gennaio 1985
Sepoltura
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
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Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
Venerata da
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Canonizzazione [[]]
Ricorrenza [[]]
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
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Patrona di
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
Nome completo {{{nome completo}}}
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Onorificenze
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Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

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Figli
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Collegamenti esterni
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Invito all'ascolto
Firma autografa
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La Serva di Dio Maria Gedda (Modane, 25 agosto 1906; † Roma, 29 gennaio 1985) è stata una laica consacrata italiana, sorella di Luigi Gedda, presidente della Gioventù Italiana di Azione Cattolica (GIAC) e fondatrice dell'Istituto secolare della Società Operaia del Getsemani al quale apparteneva.

Vita

Nacque a Modane (Francia) il 25 agosto 1906 e trascorse la sua prima giovinezza a Torino frequentando la Chiesa e le Scuole delle Suore Minime di Nostra Signora del Suffragio (fondate dal beato Francesco Faà di Bruno).

Orfana di mamma a 9 anni, frequentò le scuole medie a Torino e poi a Milano dove la sua famiglia si trasferì nel 1918. Essendo la sua abitazione prossima alla Basilica del Sacro Cuore di Gesù di via Piave cominciò, con la Santa Comunione quotidiana, l'Ufficio della Beata Vergine e il rosario recitati ogni giorno, un'intensa vita spirituale che la portò a fondare la Piccola Opera di Santa Chiara che richiedeva dagli iscritti un quarto d'ora di adorazione eucaristica ogni giorno.

Trasferitasi con la sua famiglia nuovamente a Torino, nel 1925 si iscrisse alla Facoltà di Lettere, ma cominciò a manifestarsi la malattia che rallentò il suo curriculum universitario e accompagnerà tutta la sua vita.

Manteneva intensi rapporti epistolari di natura spirituale con le sue conoscenze e si laureò brillantemente il 21 giugno 1935 con una tesi dedicata a Cesare Balbo.

Nel 1938 la Serva di Dio con la famiglia si trasferì a Roma per raggiungere il fratello, Luigi Gedda, presidente della GIAC ed ebbe la possibilità di partecipare al ritorno della Sindone dal Monastero di Monte Vergine a Torino vegliando per una notte la sacra reliquia che essa considerava come sintesi della sua spiritualità dedicata al Cuore trafitto di Gesù al Getsemani, secondo le indicazioni di Gesù stesso a Santa Margherita Maria Alacoque.

A Roma nel 1942 collaborò alla fondazione della Società Operaia occupandosi della rivista Tabor e dando inizio successivamente alla Società Operaia Femminile che poi confluì nell'unica Società Operaia definita di "diritto pontificio" dal "Pontificium Consilium pro Laicis" (Pontificio Consiglio per i Laici) nel 1981.

Malgrado questi impegni, la serva di Dio si occupò intensamente della fondazione dei Getsemani di Casale Corte Cerro, di Paestum, di Vitinia (Roma) e di Gerusalemme recandosi sui cantieri o seguendo l'architetto, gli operatori edili, gli artisti, il personale e i benefattori con il telefono o la corrispondenza.

Colpita da emiparesi e costretta in permanenza a restare in casa su una sedia a rotelle, riceveva ogni giorno l'Eucaristia, la visita di sacerdoti, di membri della Società Operaia, di fedeli affascinati dalla sua spiritualità, dalle sue parole e dal suo esempio.

Il messaggio che Maria Gedda lascia ai cristiani di oggi è quello stesso di Gesù quando disse "la messe è molta ma gli operai sono pochi". Con la sua testimonianza invitò i laici a considerarsi operai di Cristo e a partecipare all'evangelizzazione.

Alla morte della Serva di Dio, avvenuta il 29 gennaio 1985, una vasta eco di rimpianto e ammirazione indusse la Società operaia a domandarne al Vicariato di Roma l'inoltro della causa di canonizzazione che fu concesso da sua em.za il Cardinal Ugo Poletti.

A sua volta, il cardinal Camillo Ruini promulgò l'editto per la notifica ai fedeli e la richiesta di testimonianze (17 giugno 1998).

Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni