Luigi Gedda
Luigi Gedda Laico consacrato | |
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Età alla morte | 97 anni |
Nascita | Venezia 23 ottobre 1902 |
Morte | Roma 26 settembre 2000 |
Luigi Gedda (Venezia, 23 ottobre 1902; † Roma, 26 settembre 2000) è stato un medico italiano, nonché presidente dell'Azione Cattolica Italiana, animatore dei Comitati Civici, fondatore dell'istituto secolare Società Operaia, insigne ricercatore nel campo della genetica e primo presidente nazionale del Centro Sportivo Italiano.
Biografia
Suo padre era un ispettore di Dogana ed ebbe vari trasferimenti di sede: Modane, dove nel 1906 nacque sua sorella Maria; Torino, dove nel 1916 scomparve sua madre Marianna Calderoni.
A Torino conobbe la Gioventù Cattolica attraverso l'avvocato Torriani, che ne era presidente regionale e che lo nominò segretario.
Studente di medicina
Nel 1918 il padre, che si era risposato, venne trasferito a Milano. Qui Luigi entrò in contatto con la Gioventù Cattolica Ambrosiana, conobbe monsignor Luigi Olgiati e padre Agostino Gemelli. Si iscrisse alla facoltà di medicina, che frequentò a Pavia per i primi tre anni. Il quarto anno lo fece a Milano e gli ultimi due a Torino.
Durante gli studi universitari fu allievo interno presso l'Istituto di Anatomia Patologica dell'Ospedale Maggiore di Milano. Inoltre, durante il IV e V anno di Medicina, frequentò i Reparti di Medicina interna dell'Ospedale San Giovanni di Torino, diretto dal Prof. Mattirolo. Discusse la tesi di laurea in Medicina con il Prof. Piero Giacosa della Facoltà Medica di Torino il 9 luglio 1927, ottenendo pieni voti, dignità di stampa e l'ammissione al premio Vita-Levi per la migliore dissertazione dell'annata scolastica.
Sostenne l'esame di stato nel dicembre 1927 presso l'Università di Milano.
Giovane medico e attivista della Gioventù Cattolica
Nel 1928 prestò servizio militare presso la Scuola di Applicazione di Sanità Militare di Firenze. Durante il corso di istruzione tecnico professionale di quell'anno frequentò, presso l'Università di Firenze, il Corso di Igiene, sostenendo i relativi esami. Come Sottotenente Medico prestò servizio presso il 54° Reggimento di Fanteria. Nel novembre 1928 entrò a far parte della Clinica Medica Generale dell'Università di Torino, dove fu nominato Aiuto Volontario.
Nel dicembre 1933 sostenne l'esame di Libera Docenza in Patologia Speciale Medica, e ne conseguì l'abilitazione con giudizio unanime della Commissione.
Il 16 aprile 1934 divenne Assistente Effettivo nella Clinica Medica dell'Università di Torino. Durante questo periodo fu per un triennio presidente diocesano della Gioventù Cattolica di Novara, e scrisse, in collaborazione con Giulio Pastore, Gioventù Pura, in cui veniva sintetizzata l'organizzazione della Gioventù Cattolica Diocesana.
Dal 1934 al 1946 impegnò la sua acuta intelligenza, la fervida fantasia e la forza trascinatrice del suo esempio, per galvanizzare la gioventù, con tutta una serie di iniziative in varie direzioni. Egli stesso scrive nei suoi ricordi:
« | L'impresa non era facile, anche perché il regime sapeva e poteva manovrare con arte sottile le armi della propaganda nazionalistica che avevano nel sentimento del giovane un piglio innegabile, reso più efficace dal mordente della buona fortuna, che per molti anni accompagnò il fascismo. Bisognava potenziare la Gioventù sul piano spirituale, rendendola, per quanto possibile, incomprensibile ai gerarchi e inafferrabile alla polizia. Le specializzazioni vennero presentate come aridi schemi pedagogici irti di sigle e gravidanti sulle realtà immateriali della vita soprannaturale. In questo modo, il fascismo pensava che la Gioventù fosse insabbiata e non si rendeva conto che tubi di esplosivo spirituale venissero collocati in centinaia di migliaia di anime. A questa scuola, che solamente gli spiriti superficiali possono sottovalutare, crebbero generazioni di giovani guidati a raccogliere i frutti più rari ed a raggiungere le mete più ardite. » |
Crebbe di anno in anno il numero degli iscritti, arse l'entusiasmo, si ingigantì l'amore al Papa, ai Vescovi, alla Chiesa.
Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale segnò una tremenda battuta d'arresto. Le associazioni si svuotarono, egli stesso venne mobilitato, molti caddero prigionieri e vennero deportati nei campi di concentramento, e moltissimi non tornarono. Quelli rimasti a Roma vennero occupati nell'Ufficio Informazioni aperto in Vaticano per dare notizie dei combattenti alle famiglie in ansia per la loro sorte.
Ai vertici dell'Azione Cattolica
Terminata la guerra, caduto il fascismo, iniziò la ricostruzione materiale del Paese e la ripresa della vita democratica, alla quale l'Azione Cattolica fornì i suoi elementi più preparati ed idonei. Luigi Gedda si preoccupò di ristabilire i contatti prima con le Diocesi del Sud e poi con quelle del Nord, man mano che la liberazione procedeva.
Nel luglio del 1944 fondò a Roma, con un gruppo di colleghi, l'Associazione dei Medici Cattolici, che sotto la sua guida ebbe un rapido ed efficace sviluppo, e svolge tuttora un importante lavoro di fronte ai problemi posti a getto continuo dalla biotecnologia e dall'ingegneria genetica.
Nel 1946 venne sostituito alla Gioventù Italiana di Azione Cattolica da Carlo Carretto, e passò alla presidenza degli uomini di Azione Cattolica, l'associazione nata nel 1922 ad opera di Pio XI.
Come al tempo della Gioventù, quando trovò accanto a sé come assistente Mons. Federico Sargolini, così avvenne nell'Unione Uomini, dove ebbe validissimo aiuto dall'allora mons. Fiorenzo Angelini, che sarebbe poi diventato vescovo e quindi cardinale.
I Comitati Civici
Nel 1948, poiché le elezioni politiche si presentavano molto difficili, per la presenza di una sinistra (comunisti e socialisti) organizzata e attivissima, Pio XII volle che il prof. Gedda se ne occupasse. Nel giro di due mesi, con la collaborazione dell'ing. Ugo Sciascia, di padre Lucio Migliaccio, di Vasile e di molti altri, egli mise in opera 18.000 comitati civici e preparò 300.000 attivisti, che svolsero una propaganda capillare ed intelligente perché la gente andasse a votare e votasse bene.
Così, la Democrazia Cristiana vinse quelle elezioni sconfiggendo in buona misura il Fronte Popolare, guidato da Togliatti e da Nenni.
Nel 1949 lasciò al Prof. Agostino Maltarello la presidenza degli Uomini, e fu chiamato al vertice dell'Azione Cattolica, prima, fino al 1952, come Vice Presidente dell'avvocato Veronese, poi come Presidente generale. Ricoprì tale carica fino al 1959, quando venne sostituito di nuovo dal Prof. Maltarello, nominato dal nuovo Papa Giovanni XXIII.
L'attività scientifica
Nel 1952 iniziò la pubblicazione della Rivista Acta Geneticae Medicae et Gemellologiae, di cui assumeva la direzione. Nello stesso anno ricevette il titolo di Laureat de l'Academie francaise, primo dei molti premi meritati nella sua lunga vita
In tutto questo tempo la sua attività scientifica venne fortemente limitata. Dopo il conflitto mondiale, mentre il Prof. Gedda svolgeva attività di tipo volontaristico presso il Patronato di San Giuseppe, visitò una famosa coppia di gemelli chiamati Romolo e Remo, e venne attratto dalla loro singolare coincidenza biochimica. In seguito a studi sul glutatione ematico nelle coppie gemellari monozigotiche, rilanciò una nuova e feconda stagione per la Genetica. Con l'aiuto del Prof. Frugoni dette vita a un Centro di Studio Gemellare che portò, nel 1951, alla pubblicazione degli "Studi dei gemelli".
Il Prof. Gedda fu al centro dell'interesse scientifico internazionale per aver mostrato al mondo medico italiano l'importanza e il peso della Genetica. Fino a quel momento in Italia non esistevano cattedre di Genetica Medica. Sotto il suo impulso venne invece bandito il primo concorso di Genetica Medica, presso l'Università di Roma, concorso che egli vinse superando professori come Fraccaro, Cavalli Sforza e Siniscalco.
Il 6 settembre 1953 inaugurò l'Istituto Gregorio Mendel di Genetica Medica e Gemellologia, in omaggio al monaco agostiniano fondatore della genetica, Gregorio Mendel.
Nel 1961 cominciò a scrivere il "Trattato di Genetica Medica", in più volumi, con la collaborazione dei migliori genetisti mondiali.
Dopo allora pubblicò oltre 600 lavori e numerosi libri, fra cui un volume dedicato al Mendel.
Il 29 dicembre 1962 sposò Teodolinda Romano nella chiesa di Santa Maria in Campitelli, a Roma.
La Gemellologia permise al Prof. Gedda e all'Istituto Mendel di fondare la International Society of Twin Studies che tenne nove Congressi Internazionali[1]
La Società Operaia del Getsemani
Il Prof. Gedda fu un uomo di azione, ma anche e soprattutto cristiano autentico ed apostolo laico esemplare. Dopo l'esperienza fatta nel sodalizio della Regalità di Cristo, creato da Padre Gemelli, e nel quale portò molti giovani, nel 1942 fondò la Società Operaia, che divenne, nel 1981, di diritto pontificio avendo ottenuto il riconoscimento del Pontificio Consiglio per i Laici.
La Società Operaia ha la precisa finalità di una vita interiore a fondamento essenziale del vero apostolato. Lo spirito informatore di questa Società è espresso in maniera toccante nella preghiera detta "Simbolo Operaio", il cui punto focale restano le parole pronunciate da Gesù nella notte dell'Orto degli Ulivi al termine del suo colloquio con il Padre: "Non la mia volontà, o Padre, ma la tua sia fatta" (Lc 22,42 ).
Alla spiritualità del Getsemani[2] Gedda dedicò anche alcuni appassionati libri. La continua, forte, ed anche sofferta devozione a Gesù agonizzante nell'Orto degli Ulivi fu per lui un costante orientamento di vita e di accettazione di tutto ciò che la sua vita, certamente non facile e non semplice, comportava.
Alla Società Operaia possono appartenere, per Statuto,ecclesiastici e laici, uomini e donne, a ulteriore conferma della costante preoccupazione del Prof. Gedda di guardare alla vita della Chiesa nella convergente unitarietà di tutte le sue componenti.
Per alimentare la spiritualità getsemanica, il Prof. Gedda fondò anche la rivista Tabor, affidandola alla sorella Maria, che la curò con amore fino al 1985, quando morì in concetto di santità.
Gedda si spense alla veneranda età di quasi 98 anni nella sua abitazione dei Parioli il 26 settembre 2000, circondato dalle cure e dall'affetto della moglie.
In data 24 ottobre 2003 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali riconobbe di notevole interesse storico il suo archivio personale.
Predecessore: | Presidente dell'Azione Cattolica Italiana | Successore: | |
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Vittorino Veronese (1946-1952) |
1952-1959 | Agostino Maltarello (1959-1964) |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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