Maximin Giraud

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Maria Maximin Giraud
Laico
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I pastorelli de La Salette Maximin Giraud e Mélanie Calvat
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 39 anni
Nascita Corps Grenoble
26 agosto 1835
Morte Konnersreuth
1º marzo 1875
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
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Maria Maximin Giraud (Corps Grenoble, 26 agosto 1835; † Konnersreuth, 1º marzo 1875) è stato un veggente e testimone della fede francese assieme a Mélanie Calvat dell'apparizione della Beata Vergine Maria a la Salette, nell'Isère, Francia.

Vita

Figlio di Germain Giraud, carrettiere, e di Anne-Marie Templier, rimase orfano di madre all'età di 17 mesi; la sorella Angélique aveva otto anni. Qualche anno dopo il padre si risposò con Marie Court.

Il ragazzo crebbe senza molta attenzione da parte del padre e della matrigna; trascorse gran parte della sua infanzia in compagnia di un cane e di una capretta, senza frequentare scuole di alcun tipo.

All'età di undici anni venne chiamato da un contadino a sostituire un pastorello ammalato nella custodia delle sue quattro mucche sulla montagna della Salette. Qui ebbe modo di conoscere la pastorella Mélanie pure lei ad accudire alcune mucche di un altro proprietario.

Tra il 1843 e il 1846 vide morire il suo fratellastro, la matrigna e infine suo padre, ritrovandosi nuovamente orfano, e questa volta in maniera completa, all'età di 14 anni; passò quindi sotto la tutela del fratello di sua madre, lo zio Templier.

Il 19 settembre 1846 Maximin e Mélanie furono testimoni dell'apparizione della Vergine Maria, la quale trasmise ai pastorelli un messaggio pubblico e a lui un messaggio personale.

Dopo l'apparizione

L'adolescenza del ragazzo fu difficile; a scuola il profitto era modesto. Suor Tecla, la superiora dell'Istituto, lo chiamava "moto perpetuo"; pellegrini e curiosi lo cercavano spesso e non lo lasciavano tranquillo. Fu anche oggetto di interessamento da parte di fanatici partigiani di un sedicente figlio del re ghigliottinato Luigi XVI che volevano sfruttarlo per i loro fini politici.

Da questo gruppo, ignorando il parere contrario del parroco di Corps e la proibizione del vescovo di Grenoble, fu condotto ad Ars e accolto da don Raymond, viceparroco di san Giovanni Maria Vianney, che valutava La Salette come un colossale imbroglio e Maximin un losco bugiardo.

Visse un periodo di permanenza nel seminario minore di Grenoble, da [[1850] al 1852, dopodiché iniziò a girovagare in cerca di una sistemazione e di un po' di pace. Nel 1859, a 24 anni, s'impiegò all'Ospizio Imperiale di Yveline, nell'Ile-de-France, passando poi nel Collegio di Tonnerre nell'Yonne. In seguito tentò gli studi di medicina, ma non superò l'esame di baccellierato[1], e andò a lavorare in una farmacia; girò per vari luoghi della Francia. Nel 1856 si arruolò negli zuavi pontifici a Roma. Dopo solo sei mesi il corpo venne sciolto e dovette rientrare a Parigi.

Pur nella sua irrequietezza fu sempre fedele alla visione ricevuta da bambino. Quando il giornale La Vie Parisienne attaccò la veridicità dell'apparizione de La Salette, Maximin lo querelò ottenendo una rettifica.

Nel 1866 pubblicò un opuscolo dal titolo La mia professione di fede sull'Apparizione della Madonna della Salette.

In quel periodo i coniugi Jourdain, si assunsero il compito di assisterlo, dandogli così una certa stabilità, pagandogli fra l’altro tutti i suoi debiti e rischiando a loro volta di finire in rovina.

Nel 1869 ritornò al paese natale dove tentò con un socio una attività di produzione di liquori, tentando di sfruttare la notorietà del pastorello de La Salette; neanche questa attività diede risultati positivi.

Nella guerra franco-tedesca del 1870 fu mobilitato a Forte Barraux di Grenoble.

Trascorse gli ultimi anni della sua vita a Corps con i Jourdain, divenuti di fatto suoi genitori adottivi.

Tutti e tre vivevano poveramente con l'attività di un piccolo negozio di oggetti sacri presso il santuario e aiutati dai Missionari di Nostra Signora de La Salette, istituiti nel 1852 dal vescovo mons. Filiberto de Bruillard con l'intento di proseguire nel tempo l'opera missionaria chiesta dalla Vergine ai due pastorelli.

Nel novembre 1874 risalì a La Salette, dove rifece per l'ultima volta il racconto dell'Apparizione.

Il 2 febbraio 1875 si recò per l'ultima volta nella chiesa parrocchiale; gravemente ammalato di idropisia, la sera del 1º marzo 1875, nella casa di Corps, si confessò e ricevette il Viatico, bevendo un po' d'acqua della sorgente de La Salette per inghiottire l'Eucaristia.

Fu sepolto nel cimitero di Corps, ma il suo cuore si trova nella Basilica de La Salette, vicino alla console dell'organo, per rispettare le sue ultime volontà:

« Credo fermamente, anche a prezzo del mio sangue, alla celebre Apparizione della Santissima Vergine sulla santa montagna de La Salette, il 19 settembre 1846; apparizione che ho difeso con parole, scritti e sofferenze. (...) Con questi sentimenti offro il mio cuore a Nostra Signora de La Salette. »
Note
  1. L'equivalente francese dell'esame di maturità italiano.
Voci correlate
Collegamenti esterni