Har Karkom

Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.
100%Decrease text sizeStandard text sizeIncrease text size
Share/Save/Bookmark
(Reindirizzamento da Montagna di zafferano)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Har Karkom
(
montagna di zafferano)
Paese bandiera Israele
Altezza 847 m s.l.m.
Coordinate 30°17′15″N 34°44′36″E / 30.2875, 34.743333
Altri nomi e significati Jabal Ideid o Gebel Ideid
(in arabo: Montagna delle celebrazioni o Montagna delle moltitudini),
Monte Sinai biblico
Santo Mosè
Evento salvifico Tavole della Legge
Har Karkom (montagna di zafferano) è posizionata in Israele
Har Karkom
(montagna di zafferano)

Coordinate: 30°17′15″N 34°44′36″E / 30.2875, 34.743333

Har Karkom (in ebraico: Montagna di zafferano) è una montagna posta nel sud-ovest del deserto del Negev in Israele.

Geografia

Avvicinamento

Har Karkom si trova a metà strada tra Kadesh Barnea e Petra[1]; dista 35 km da Mitzpe Ramon, lungo la Route 40 che porta a Eilat. Trattandosi di zona militare, non distante dal confine egiziano, l'accesso - che avviene esclusivamente mediante percorsi sterrati - è consentito solo durante i fine settimana (tra il sorgere del sole del sabato e il tramonto di domenica)[2].

Esistono due percorsi per raggiungere l'altopiano sommitale.
Il primo, da ovest, più facile e comunemente usato, è il più lungo ma anche il meno ripido. L'avvicinamento può avvenire con autoveicoli fino all'inizio della salita verso l'altopiano, dopodiché occorre proseguire a piedi o in dromedario con la guide locali[3][4].
Il secondo percorso (che risale a epoca preistorica), da est, è più diretto e ripido[5][6][7]: parte dal deserto di Paran, con una salita tra sfasciumi rocciosi, attraversando una zona considerata un santuario paleolitico[8] con colonne di pietra dalle figure antropomorfe e giungendo così all'altopiano sommitale.

Una volta giunti sull'altopiano è poi facile raggiungere le due cime di Har Karkom.

Scoperte archeologiche

Partendo dal presupposto che gli Israeliti avrebbero forse attraversato la penisola del Sinai in direzione di Petra secondo una linea retta, un certo numero di studiosi hanno ipotizzato che Jabal Ideid potesse essere il Monte Sinai biblico.

Secondo il Deuteronomio (Deuteronomio 1,2), agli Israeliti occorsero 11 giorni per spostarsi dall’Horeb (Monte Sinai biblico) a Kadesh Barnea nel nord del Sinai ("Vi sono 11 giornate dall’Horeb, per la via del monte Seir, fino a Kadesh Barnea"). Questa indicazione permette di limitare la localizzazione del Monte Sinai biblico entro 100 km circa da Kadesh Barnea. Tenendo inoltre presente che necessariamente un percorso doveva permettere di raggiungere giornalmente almeno un pozzo per abbeverare il bestiame che gli Israeliti avevano al seguito, è stato possibile ipotizzare che il monte Horeb coincidesse con Jabal Ideid, l'attuale Har Karkom[9][10].

Seguendo questa teoria, Emmanuel Anati ha così effettuato varie campagne di scavo presso Har Karkom, scoprendo che è stata uno dei maggiori centri di culto del periodo paleolitico, con il suo altopiano costellato di luoghi di culto, altari, circoli di pietra, pilastri antropomorfi e oltre 40.000 petroglifi[11][12][13][14]. A differenza di Gebel Musa, il monte posto nella Penisola del Sinai più noto come Monte Sinai, nei cui pressi è il monastero di Santa Caterina, dove però non sono mai stati ritrovati petroglifi o comunque segni di civilizzazione se non successiva al IV secolo dopo Cristo.

Sulla base dei ritrovamenti, che sembrano avvalorare quanto contenuto nelle Antiche Scritture in merito al soggiorno degli Israeliti nel deserto, Anati ritiene pertanto di poter identificare Har Karkom (Jabal Ideid) con il Monte Sinai[15][16], con un massimo delle attività di carattere religioso intorno agli anni 2350-2000 a.C. e l'abbandono della montagna intorno al 1950-1000 a.C. L'esodo viene da lui datato intorno al 1600-1200 a.C.

Tra questi è di particolare importanza il ritrovamento di 12 steli e una pietra piatta[17][18][19][20] che ricordano altari per le offerte (Esodo 24,4, "Mosè scrisse tutte le parole del Signore, poi si alzò di buon mattino e costruì un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d'Israele").

Sull'altopiano sommitale si trovano una serie di monoliti antropomorfi, che formano un santuario paleolitico[21][22][23][24]: il prof. Anati ipotizza abbiano dato origine alla leggenda della moglie di Lot, tramutata in una statua di sale (Genesi 19,1-26), per essersi voltata a vedere Sodoma mentre veniva distrutta, contravvenendo all'ordine divino.

Critiche

Alcuni studiosi hanno avversato l'identificazione di questa montagna col Monte Sinai della Bibbia in quanto sposterebbe indietro di almeno 1000 anni alcune vicende narrate dal Vecchio Testamento e richiederebbe una revisione delle zone tradizionalmente ritenute abitate da Madianiti, Amaleciti e altre antiche popolazioni.

Note
  1. Area tra Kadesh Barnea e Petra
  2. Foto: ingresso alla zona militare di Har Karkom
  3. Foto: il sentiero ovest che sale all'altopiano sommitale
  4. Foto: il sentiero ovest quando raggiunge l'altopiano sommitale
  5. Foto: sentiero est dal Deserto di Paran
  6. Foto: lungo il sentiero est dal Deserto di Paran
  7. Foto: lungo il sentiero est dal Deserto di Paran
  8. Foto: il Santuario di Har Karkom con alle spalle il Deserto di Paran
  9. Percorso di 11 tappe tra Orek (Hak Karkom) e Kadesh Barnea, passando dal Monte Seir
  10. Intervista a Flavio Barbiero: il percorso dell'esodo biblico da Pi-Ramses fino al Monte Sinai (Har Karkom)
  11. Har Karkom and Mount Sinai: Exegesis and Topography
  12. Foto: petroglifo rappresentante le tavole dei 10 comandamenti
  13. Foto: petroglifo rappresentante la vipera cornuta
  14. Foto: petroglifo rappresentante scorpioni, serpi e una lucertola
  15. Emmanuel Anati, The riddle of Mount Sinai : archaeological discoveries at Har Karkom (2001)
  16. Mount Sinai has been found: Archaeological discoveries at Har Karkom
  17. Foto: le 12 steli ai piedi di Har Karkom
  18. Foto: le 12 steli ai piedi di Har Karkom
  19. Foto: le 12 steli ai piedi di Har Karkom
  20. Foto: le 12 steli ai piedi di Har Karkom
  21. Foto: il Santuario di Har Karkom con alle spalle il Deserto di Paran
  22. Foto: colonne di pietra antropomorfe nel Santuario dell'altopiano sommitale di Har Karkom
  23. Foto: colonne di pietra antropomorfe nel Santuario dell'altopiano sommitale di Har Karkom
  24. Foto: colonne di pietra antropomorfe nel Santuario dell'altopiano sommitale di Har Karkom
Bibliografia
  • "Introducing the World Archives of Rock Art (WARA): 50.000 years of visual arts". {{{conferenza}}}
  • 1938 - Jarvis C.S., Yesterday and today in Sinai, London (Blackwood & Sons)
  • 1958 - Emmanuel Anati, Recherches Préhistoriques au Sinai in BSPF, vol. 55/3-4, pp. 201-212
  • 1965 - Gluec N., Ezyon-Geber in BA, vol. 28, pp. 70-87.
  • 1979 - Emmanuel Anati, L’arte rupestre del Negev e del Sinai, Jaca Book, Milano
  • 1981 - Kenyon K.M., Excavations at Jericho. The Architecture and Stratigraphy of the Tell, London (British School of Archaeology in Jerusalem)
  • 1981 - Mazar B., Yahweh Came out of Sinai - Temples and High Places in Biblical Times, Jerusalem (Hebrew Union College), pp. 5-9
  • 1984- Emmanuel Anati, I nomi del monte Sinai e il problema del Horev alla luce dell’archeologia in Bibbia e Oriente, vol. 26/3, n. 141, pp. 151-158
  • 1984 - Batto B.F., Red Sea or Reed Sea? How the mistake was made and what 'Yam Suf' really means in BAR, vol. 10/4, pp. 57-63
  • 1986 - Emmanuel Anati, The Mountain of God, Har Karkom, Jaca Book, Milano
  • 1987 - Emmanuel Anati, I siti a Plaza di Har Karkom, Edizioni del Centro, Capo di Ponte
  • 1988 - Cohen R., Settlement in the Negev Highlands from the Fourth Millennium BCE to the Fourth Century BCE in Qadmoniot, vol. 22, pp. 62-81 (in lingua ebraica)
  • 1989 - Meshel Z., Yotvata Oasis, Eilot Municipality
  • 1993 - Emmanuel Anati, Har Karkom, in the light of new discoveries, Edizioni del Centro, Capo di Ponte
  • 1995 - Emmanuel Anati, Har Karkom. La montagna di Dio in Archeologia Viva, vol. 14/50, pp.60-73
  • 1996 - Emmanuel Anati, F. Mailland, Il santuario più antico del mondo in Archeologia Viva, vol. 15/56, pp. 26-38
  • 1997 - Emmanuel Anati, Esodo tra mito e storia in SC, vol. 18, 300 pp., 130 ill., Edizione dl Centro, Capo di Ponte
  • 1998 - Emmanuel Anati, Har Karkom e Monte Sinai: testimonianze per una identificazione, Archeologia e Mito, pp. 59-67, 121-1
  • 2001 - Emmanuel Anati, The Riddle of Mount Sinai: Archaeological Discoveries at Har Karkom, Studi Camuni 21, Edizioni del Centro, Valcamonica (BS)
Note


Voci correlate
Collegamenti esterni