Museo Arcivescovile di Ravenna

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Museo Arcivescovile di Ravenna
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Volta della Cappella di Sant'Andrea con mosaici raffiguranti Simboli degli Evangelisti e quattro angeli che sorreggono il monogramma di Cristo (inizio VI secolo)
Altre denominazioni
Categoria Musei diocesani
Stato bandiera Italia
Regione ecclesiastica Emilia Romagna
Regione Stemma Emilia Romagna
Provincia Ravenna
Comune Stemma Ravenna
Località o frazione {{{Località}}}
Diocesi Arcidiocesi di Ravenna-Cervia
Indirizzo Piazza Arcivescovado, 1
48121 Ravenna (RA)
Telefono +39 0544 541688
Fax +39 0544 541680
Posta elettronica info@ravennamosaici.it
Sito web [1]
Facebook
Proprietà Arcidiocesi di Ravenna-Cervia
Tipologia archeologico, arte sacra, architettura
Contenuti arredi sacri, dipinti, lapidi, mosaici, paramenti sacri, sculture, suppellettile liturgica, tessuti
Servizi accoglienza al pubblico, archivio storico, biglietteria, bookshop, didattica, visite guidate
Sistema museale di appartenenza Ravenna mosaici
Sede Museo 1° Palazzo Arcivescovile, primo e secondo piano
Datazione sede 1° IV secolo
Sede Museo 2° Oratorio di Sant'Andrea
Datazione sede 2° 494 - 519
Fondatori Maffeo Nicolò Farsetti
Data di fondazione 1734
Note
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Coordinate geografiche
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Il Museo Arcivescovile di Ravenna, collocato situato al primo e secondo piano del Palazzo Arcivescovile (IV secolo), venne istituito nel 1734, per volere dell'arcivescovo Maffeo Nicolò Farsetti (1727 - 1741), per conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico, proveniente sia dalle chiese del territorio diocesano sia da scavi archeologici.

Storia

Il Museo Arcivescovile, come raccolta di epigrafi, risale al 1734 quando l'arcivescovo Maffeo Nicolò Farsetti, volle riunire numerose iscrizioni incise su lastre di marmo, che erano parte del pavimento dell'antica Basilica Ursiana,[1] che in quegli anni veniva demolita per dar luogo al Duomo attuale.

Il Museo nasce quindi come lapidario il quale trova collocazione all’interno del palazzo arcivescovile nella sala che, all'epoca, costituiva l'atrio dell'Oratorio di Sant'Andrea. Di questo primo nucleo, grazie ai disegni dell'architetto e pittore riminese Gianfrancesco Buonamici (16921759), si conosce l'allestimento originario.

Nella prima metà del XIX secolo, il lapidario venne successivamente riallestito, mantenendo sostanzialmente gli stessi materiali della precedente sistemazione. Con Giuseppe Gerola, sovrintendente a Ravenna dal 1909-1918, il Museo conosce una fase di riallestimento ed ampliamento. Venne ristrutturato l'episcopio, l'oratorio e il Museo venne dotato di nuovi ambienti in modo da poter accogliere opere e reperti provenienti sia da scavi archeologici e dalle chiese della diocesi.

Negli anni Cinquanta e Sessanta fu mons. Mario Mazzotti, sacerdote e archeologo, direttore del Museo nonché dell'Archivio arcivescovile, ad ampliare ulteriormente le collezioni inserendo anche reperti venuti alla luce dagli scavi da lui condotti nel territorio diocesano.

L'allestimento attuale del Museo è stata inaugurato il 6 febbraio 2010, dopo lunghi e complessi lavori di ristrutturazione della sede espositiva e di risistemazione della collezione. Il Museo presenta un ulteriore ampliamento non solo nelle collezioni ma anche negli spazi. Il secondo piano, infatti, che custodiva fino agli anni Novanta l'Archivio arcivescovile, è ora interamente dedicato al Museo che oltre ai materiali già storicizzati presenta due nuove sezioni: la pinacoteca che raccoglie dipinti provenienti dalla diocesi e parte del “tesoro del Duomo”.

Percorso espositivo e opere

L'itinerario museale si sviluppa in tredici sale su due livelli del palazzo, che comprendono anche l'Oratorio di Sant'Andrea e la torre romana detta Salustra, lungo il quale sono presentati reperti archeologici, opere e suppellettile liturgica, databili dal V al XIX secolo.

Pianta del museo

Primo piano

A - Sala della Cronotassi e dei Reperti

B - Sala delle transenne

La grande sala d'ingresso, conosciuta anche come Lapidario Farsetti, è il luogo della prima raccolta museale voluta dall'arcivescovo Maffeo Niccolò Farsetti nella prima metà del XVIII secolo.

Il nuovo allestimento del lapidario riunisce sostanzialmente i materiali del primo nucleo settecentesco che conservava i marmi provenienti dalla demolizione dell'antica Basilica Ursiana, in particolar modo le iscrizioni del pavimento. Di grande rilievo:

  • Cinque transenne (VI secolo), in marmo, di maestranze costantinopolitana: esse si notano per il loro raffinato traforo che vennero reimpiegate nel pavimento della cattedrale settecentesca, dove rimasero fino agli ultimi anni del XIX secolo, quando, recuperate, furono esposte prima nel Duomo, poi nel Museo.

Nel passaggio, fra la prima e seconda sala, è collocato sotto l'arco che mette in comunicazione i due ambienti:

C - Sala della statua di porfido

Maestranze ravennati, Mosaico con Gesù Cristo vincitore schiaccia un leone ed un serpente (V secolo)

Nella sala sono raccolti materiali eterogenei di varia provenienza entrati a far parte del Museo in epoche diverse, tra i quali si notano:

D - Sala del Presepe

E - Oratorio di Sant'Andrea

L’Oratorio di Sant'Andrea, detto anche Cappella Arcivescovile o di San Pier Crisologo, fu costruito per volontà dell vescovo Pietro III (494 - 519), presenta una splendida decorazione musiva, databile all'inizio VI secolo, realizzata da maestranze ravennati, che presentano:[2]

Ambito bizantino, Cattedra dell'arcivescovo Massimiano (546 - 556), avorio

Le lunette laterali sono decorate con dipinti murali, ad affresco, eseguiti nel terzo quarto del XVI secolo da Luca Longhi, raffiguranti:

F - Sala della Cattedra eburnea

Dall'oratorio si passa ad un ambiente ricavato al primo piano della Torre Salustra, resto dell'omonima porta romana (I secolo). All'interno vi si custodisce:

G - Sala del Calendario Pasquale e della Capsella

Nella sala sono esposte pregevoli opere, tra cui spiccano:

  • Lastra con calendario pasquale (VI secolo), in marmo inciso, di ambito bizantino: l'opera serviva per calcolare il giorno di Pasqua per un periodo compreso tra il 532 e il 626.[7]
  • Capsella dei santi Giulitta e Quirico (prima metà del V secolo), in marmo, proveniente dalla Chiesa di San Giovanni Battista.

H - Sala dei capitelli

Parte anteriore dell'ambone del vescovo Agnello (597), marmo

Nella sala si può ammirare:

  • Parte anteriore dell'ambone del vescovo Agnello (597), in marmo, proveniente dalla Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo.[8]

Secondo piano

A - Sala della Pinacoteca

Grazie al nuovo allestimento del 2010 è stata creata una piccola pinacoteca, dove sono esposti alcuni interessanti dipinti, fra i quali si notano:

B - Sala delle Pianete

La sala, dove ora sono conservate le pianete medievali, faceva parte del piano domestico degli arcivescovi. Una testimonianza di questo uso è nel soffitto dove rimangono pregevoli dipinti murali di evidente gusto neoclassico nelle quali sono evocate le Quattro stagioni. Nella sala sono esposte:

C - Sala medievale

Maestranze ravennati, Mosaico con Madonna orante (inizio XII secolo)

Nel Museo sono esposti preziosi paramenti sacri. Di rilievo:

D - Sala delle Croci d'argento

La sala circolare ricavata all'interno della Torre Salustra, sono presentate tre significative croci provenienti dal Tesoro della Cattedrale:

E - Sala dei mosaici

In questo ambienti sono esposti:

Note
Bibliografia
  • F. Bonilauri, Musei in Emilia Romagna, Editore: Compositori, Bologna 2000, p. 159, n. 29
  • Paola Novara, Giovanni Gardini, Le collezioni del Museo arcivescovile di Ravenna, Editore: Opera di Religione di Ravenna, Ravenna 2011
  • Erminia Giacomini Miari, Paola Mariani, Musei religiosi in Italia, Editore: Touring, Milano 2005, p. 78 ISBN 9788836536535
  • Touring Club Italiano (a cura di), Emilia-Romagna, col. "Guide Rosse", Editore: Touring, Milano 2005, pp. 759-760 ISBN 9770390107016
  • I. Zannieri (a cura di), Viaggio nei musei della provincia di Ravenna, Editore: Longo, Ravenna 1995, p. 34
  • Stefano Zuffi, I Musei Diocesani in Italia, vol. II, Editore: San Paolo, Palazzolo sull'Oglio (BS) 2003, pp. 22-25
Voci correlate
Collegamenti esterni