Sant'Apollinare di Ravenna
Sant'Apollinare di Ravenna Vescovo · Martire | |
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Santo | |
Maestranze ravennati, Trasfigurazione di Gesù Cristo (part. Sant'Apollinare), 535 – 549, mosaico; Ravenna, Basilica di Sant'Apollinare in Classe | |
Nascita | Antiochia |
Morte | Ravenna I secolo |
Ordinazione presbiterale | I secolo |
Consacrazione vescovile | I secolo |
Incarichi ricoperti | Arcivescovo metropolita di Ravenna-Cervia |
Venerato da | Chiesa cattolica Chiesa ortodossa |
Ricorrenza | 20 luglio |
Altre ricorrenze | Ripristinata il 20 luglio da Giovanni Paolo II. |
Santuario principale | Basilica di Sant'Apollinare in Classe (Ravenna) |
Attributi | baculo pastorale, palma, pallio |
Devozioni particolari | epilessia, gotta |
Patrono di | Emilia-Romagna, Aquisgrana, Burtscheid, Düsseldorf, Ravenna, Remagen |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 20 luglio, n. 1 (Ripristinata il 20 luglio da Giovanni Paolo II.):
23 luglio, n. 1, ricorrenza secondaria:
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Sant'Apollinare di Ravenna (Antiochia; † Ravenna, I secolo) è stato un vescovo e martire latino. Fu evangelizzatore e primo vescovo della città di Ravenna, dove secondo la tradizione fu inviato da san Pietro. È patrono della città e della Romagna.
Fonti storiche
Come per molti santi paleocristiani, le fonti storiche a lui riferite sono prevalentemente tardive e con elementi leggendari che possono però basarsi su tradizioni precedenti e fondate storicamente. Non è citato nelle fonti del Nuovo Testamento.
La prima scarna menzione del santo viene fatta nel Martirologio Geronimiano, attribuito pseudoepigraficamente a san Girolamo ma risalente all'inizio del V secolo, dove Apollinare di Ravenna, confessore e sacerdote, è ricordato al 23 luglio (10° giorno alle calende di agosto).
San Pietro Crisologo (425-451) dedica ad Apollinare il sermone 128 (online), dove però non fornisce molti dettagli sulla sua vita e il suo operato.
La Passio sancti Apollinaris (online), datata al tempo dell'arcivescovo Mauro di Ravenna (642-671) e probabilmente redatta dalla sua cancelleria, rappresenta il principale riferimento agiografico per la vita del santo.
La Legenda aurea di Jacopo da Varazze, composta attorno al 1260, dedica ad Apollinare il cap. 97 (online).
Sono presenti numerosi altri accenni al santo in vari martirologi antichi e scritti patristici che non aggiungono elementi né discordano sostanzialmente dalla narrazione della Passio.
Pur senza negare l'esistenza storica di Apollinare e del suo operato di evangelizzazione ed episcopato, in epoca contemporanea sono state avanzate ipotesi di una sua datazione più tardiva, attorno al 150-200.
Origine
Secondo la tradizione, Apollinare era originario di Antiochia ed era ebreo. Il nome è di origine pagana (dedicato ad Apollo) ma la diffusione tra gli ebrei di nomi greci e romani era comune nel I secolo (per esempio, Filippo, Andrea).
Ad Antiochia incontrò il cristianesimo tramite la predicazione di san Pietro e si convertì. Quando Pietro si trasferì a Roma al tempo dell'imperatore Claudio (41-54) Apollinare lo seguì nell'Urbe dove lo affiancò nella predicazione agli ebrei. Quindi Pietro lo inviò a Ravenna per predicare agli ebrei della città romagnola.
Apostolato
Secondo la tradizione, una volta arrivato a Ravenna iniziò a predicare e compiere numerosi miracoli in particolare a favore di pagani, che sono descritti dettagliatamente dalla Passio richiamando i miracoli di Cristo: risuscitare morti, guarire malati, sanare lebbrosi, far parlare muti, esorcizzare, sovvertire idoli pagani. I miracolati si convertivano con tutta la famiglia.
È descritta anche una missione evangelizzatrice in Mesia (attuale Serbia) e Tracia (attuale Bulgaria) della durata di 3 anni.
Ritornato a Ravenna i notabili pagani, ingelositi dal successo della predicazione di Apollinare, si rivolsero a un giudice per imporgli di abiurare e sacrificare agli dei pagani, ma il santo guarì il suo figlio cieco dalla nascita e si conquistò la sua protezione.
Martirio
Secondo la Passio mentre risiedeva a Classe, pochi chilometri a sud di Ravenna, presso un centurione convertito, una sera nel lebbrosario fu aggredito da un gruppo di pagani e colpito a bastonate. Morì dopo sette giorni di agonia e fu sepolto nella zona cimiteriale della città, sul versante orientale del tracciato viario che da Ravenna conduceva a Rimini, dove attualmente sorge la Basilica a lui dedicata.
Sant'Apollinare guidò la chiesa di Ravenna per 28 anni e 4 giorni, morendo durante il regno di Vespasiano (69-79).
Culto liturgico
Il tradizionale giorno di festa liturgica è il 23 luglio, come indicava già il Martirologio Geronimiano medievale. L'edizione del Messale romano del 2002 ha spostato la memoria al 20 luglio dedicando il 23 a santa Brigida di Svezia. Nel Martirologio Romano del 2001 è ricordato al primo posto sia il 20 che il 23 luglio.
Le reliquie sono conservate e venerate nella Basilica di Sant'Apollinare in Classe, costruita nella prima metà del VI secolo sul luogo ritenuto sede del martirio.
Nel IX secolo furono traslate in città per ripararle dalle frequenti incursioni saracene sul litorale romagnolo, nella chiesa di san Martino in Ciel d'oro, che da quel momento prese il nome di sant'Apollinare Nuovo. Furono riportate nell'antica basilica di Classe solo al momento della sua riconsacrazione nel 1748.
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