Museo Diocesano "Vito Ballatore" di Mazara del Vallo
Museo Diocesano "Vito Ballatore" di Mazara del Vallo | |
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Bottega trapanese, Grifone (part. dall'Ostensorio del vescovo Francesco Maria Graffeo), 1685-1695, oro, diamanti e zaffiri | |
Categoria | Musei diocesani |
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Sicilia |
Regione | Sicilia |
Provincia | Trapani |
Comune | Mazara del Vallo |
Diocesi | Diocesi di Mazara del Vallo |
Indirizzo | Piazza della Repubblica, 16 91026 Mazara del Vallo (TP) |
Telefono | +39 0923 902781; +39 0923 909431 |
Fax | +39 0923 941108 |
Posta elettronica | ced@diocesimazara.it francesca.massara@email.it |
Sito web | [1] |
Proprietà | Diocesi di Mazara del Vallo |
Tipologia | arte sacra |
Contenuti | ceramiche, dipinti, lapidi, metalli, mezzi di trasporto, paramenti sacri, sculture, suppellettile liturgica |
Servizi | accoglienza al pubblico, biblioteca, bookshop, didattica, , organizzazione di eventi e mostre temporanee, sale per eventi e mostre temporanee, visite guidate |
Sede Museo | Palazzo del Seminario, pianoterra |
Datazione sede | 1744 |
Fondatori | vescovo Emanuele Catarinicchia |
Data di fondazione | 1993 |
Il Museo Diocesano "Vito Ballatore" di Mazara del Vallo (Trapani), aperto al pubblico nel 1993, per volontà del vescovo Emanuele Catarinicchia, ha sede nel pianoterra del Palazzo del Seminario, attiguo al Palazzo Vescovile, con lo scopo di conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico presente nel territorio.
Storia
Il Museo nasce nel 1993, per volontà del vescovo Emanuele Catarinicchia (n. 1926). L'obiettivo iniziale è quello di salvaguardare il prezioso patrimonio storico-artistico della Diocesi di Mazara del Vallo, già duramente provata dal terremoto del Belice del 1968. A questo scopo, si aggiunge il desiderio di creare uno spazio dedicato all'arte sacra e destinato alla pubblica fruizione. La sede fu individuata negli ampi locali rivolti ad occidente del piano terra del Seminario Vescovile (1744), il cui restauro venne curato dalla Soprintendenza Regionale di Trapani. In origine, l'accesso principale è nella laterale Via dell'Orologio; oggi si apre nell'atrio, su Piazza della Repubblica. Per impulso dell'attuale vescovo Domenico Mogavero (n. 1947), il 21 aprile 2009 il Museo ha riaperto al pubblico dopo una completa revisione degli impianti e una serie di modifiche nel percorso espositivo.
Percorso espositivo e opere
L'itinerario museale si sviluppa in quattro sale espositive, lungo il quale sono presentate opere e suppellettile liturgica, databili dal XIII al XX secolo.
Pittura e scultura
Il Museo conserva pregevoli dipinti e sculture, tra cui spiccano:
- Monumento funebre del vescovo Giovanni Montaperto (1469 - 1484), in marmo scolpito, di Domenico Gagini, proveniente dalla Cattedrale del Santissimo Salvatore: l'opera è costituito da uno splendido gruppo figure, che comprendono il Gesù Cristo redentore, Maria Vergine, Santa Caterina d'Alessandria, Evangelisti e Virtù cardinali che sostegno il sarcofago del prelato.
- Battesimo di Ruggero (1712), olio su tela di Vincenzo Blandini: il dipinto, che raffigura il battesimo tenutosi nel 1318 nella Cattedrale del piccolo Ruggero, figlio del re Federico II d'Aragona (1273-1337), mostra anche un interessante scorcio del contesto urbano di Mazara all'inizio del XVIII secolo.
- Christus Dolens (secondo quarto del XVIII secolo), in alabastro carnicino di Ignazio Marabitti, proveniente dalla Cappella del SS. Crocifisso nella Cattedrale.
- Sant'Ignazio di Loyola (secondo quarto del XVIII secolo), in marmo di Ignazio Marabitti, proveniente dalla Chiesa di Sant'Ignazio a Mazara.
- Otto frammenti del ciclo di dipinti murali della Chiesa di Sant'Ignazio (prima metà del XVIII secolo), affreschi staccati di Domenico La Bruna, provenienti dalla volta crollata dell'edificio sacro.
- Immacolata Concezione tra san Filippo Neri, san Vito, san Carlo Borromeo e santa Gertrude di Helfta (seconda metà del XVIII secolo), olio su tela di ambito siciliano.
Suppellettile liturgica e paramenti sacri
Nel Museo sono esposti preziosi oggetti liturgici e paramenti sacri. Di rilievo:
- Croce processionale (1386), del maestro pisano Johannes De Cioni, proveniente dalla Chiesa Madre di Salemi.
- Croce processionale con stemma del vescovo Giovanni De Rosa (1448 ca.), in argento, attribuita a Giovanni di Spagna.
- Reliquiario di san Zenone e san Tommaso Cantauriense (XVI secolo), in argento di bottega messinese.
- Reliquiario a busto di santa Rosalia (1626), in argento di bottega palermitana: l'opera venne donata alla Cattedrale dal vescovo Marco La Cava.
- Pianeta del vescovo Giovanni Domenico Spinola (1636 - 1646), in seta e ricami a filo d'oro.
- Ostensorio del vescovo Francesco Maria Graffeo (1685 - 1695), in oro, diamanti e zaffiri, di bottega trapanese: nel nodo dell'opera è posto un Grifone (scelto come simbolo del Museo), animale fantastico ereditato dai bestiari medievali, che richiama araldicamente il nome dell'illustre committente.
- Fermaglio di piviale con cristogramma bernardiano (1685 - 1695), in oro, rubini e diamanti, di bottega siciliana: l'opera apparteneva al vescovo Francesco Maria Graffeo.[1]
- Pisside da viatico con placchetta della Madonna della Lettera di Messina (XVII secolo).
- Pendente di san Giuseppe (fine del XVII secolo), in corallo e filigrana d'argento, di bottega trapanese: l'opera apparteneva al vescovo Francesco Maria Graffeo.[2]
- Ostensorio (1769), in argento dorato e gemme, di bottega palermitana, proveniente dalla chiesa di Santa Veneranda.
- Busto di Gesù Cristo redentore (1769), in argento di bottega palermitana.
- Ostensorio del vescovo Orazio Della Torre (fine del XVIII secolo), in oro e gemme, di bottega palermitana.
- Catena e croce pettorale dell'arcivescovo Salvatore Asta (fine del XIX - inizio del XX secolo), in oro e malachite, di bottega orientale: l'opera è stata donata al Museo dallo stesso prelato.[3]
Mezzi di trasporto
Il Museo, inoltre, custodisce alcuni mezzi di trasporto tra cui spiccano per valore storico e interesse culturale:
- Carrozza del vescovo Antonio Salomone (1850), in legno di bottega siciliana.
- Portantina del vescovo Carmelo Valenti (1858 - 1882), in legno di bottega siciliana.
Galleria fotografica
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Note | |
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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