Beato Peter Friedhofen
Beato Pietro Friedhofen, F.M.M.A. Presbitero | |
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al secolo Peter | |
Beato | |
Incarichi attuali | |
fondatore | |
Età alla morte | 41 anni |
Nascita | Weitersburg 25 febbraio 1819 |
Morte | Coblenza 21 dicembre 1860 |
Professione religiosa | 28 febbraio 1852 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 23 giugno 1985, da Giovanni Paolo II |
Ricorrenza | 21 dicembre |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 21 dicembre:
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Beato Pietro Friedhofen, al secolo Peter (Weitersburg, 25 febbraio 1819; † Coblenza, 21 dicembre 1860) è stato un presbitero e fondatore tedesco della congregazione dei Frati della Misericordia di Maria Ausiliatrice, nel 1850.
Biografia
Nacque a Weitersburg presso Vallendar (Coblenza), in Germania, sesto dei sette figli di Peter Friedhofen e Anna Maria Klug.
Orfano
A un anno perse il padre e a nove anni rimase orfano anche della madre; il comune di Vallendar si dovette assumere l'onere della loro assistenza.
Una donna del paese si prese cura dei tre figli più piccoli; le misere condizioni di quella famiglia non permisero a Peter una frequenza regolare della scuola.
Spazzacamino
Giunto ai tredici anni, dopo aver ricevuto la Prima Comunione, raggiunse il fratello maggiore Giacobbe ad Ahrweiler, per apprendere anche lui il mestiere di spazzacamino. A diciotto anni divenne spazzacamino, e, grazie alla sua serietà e competenza, nel 1842, a 23 anni, fu assunto dal Comune di Vallendar come mastro spazzacamino.
Nel 1845 fu per un breve periodo ospite nel noviziato dei Redentoristi a Wittem, in Olanda; fu molto colpito dal fervore che lì si viveva e si accese in lui l'amore per la vita religiosa.
Il 27 ottobre 1845 morì suo fratello Giacobbe, lasciando dieci figli e la moglie incinta. Per soccorrere la vedova e gli orfani Peter ritornò in Germania e si fece assumere come spazzacamino a Ahrweiler, nonostante la sua salute e i problemi polmonari.
Le prime esperienze di vita religiosa
In quello stesso periodo organizzò con alcuni giovani un'associazione intitolata a San Luigi Gonzaga; il vescovo di Treviri, Guglielmo Arnoldi, lo ricevette il 2 luglio 1847 insieme a una delegazione dell'associazione e ne approvò la regola di vita, scritta dallo stesso Peter.
Il vescovo, che ormai lo conosceva, credette che Peter fosse la persona adatta per restaurare l'Ordine dei Celliti, religiosi infermieri, detti anche Fratelli della Misericordia e lo mandò assieme al suo compagno Carlo Marchand a fare un anno di noviziato presso di loro ad Aquisgrana, per apprenderne lo stile di vita religiosa e l'arte dell'assistenza agli ammalati.
L'Ordine dei Fratelli
Nel 1850 Peter terminò il noviziato presso i Celliti e il vescovo si convinse che quell'Istituto non confaceva alle idee del suo protetto. Il 16 novembre di quell'anno Peter poté iniziare l'Ordine dei Fratelli della Misericordia di Maria Ausiliatrice e inaugurare il convento di Weitersburg.
Il 15 febbraio 1851 Peter trasferì la sua sede a Coblenza. Là gli inizi furono aspri, ma trovò nel parroco De Lorenzi una generosa e valida assistenza spirituale ed economica, per sé e per l'Opera, che nel frattempo andava prendendo forma.
Il 25 marzo ricevette l'abito e il 28 febbraio 1852 il vescovo di Treviri Arnoldi decretò l'erezione canonica della nuova Istituzione e autorizzò l'emissione dei voti di Peter e di un compagno. Lo stesso vescovo assegnò ai membri una regola di vita, stabilì il loro fine nell'assistenza ai malati e prescrisse che l'abito fosse quello dei Fratelli della Misericordia di Aquisgrana; nominò infine il già citato parroco di Coblenza, Filippo De Lorenzi, loro superiore ecclesiastico.
Con l'aiuto del De Lorenzi, partendo dalla Regola dei Celliti, Peter Friedhofen compose la Regola della nuova Congregazione; il numero dei Fratelli si moltiplicò in breve tempo, come pure il numero degli assistiti in ospedale e a domicilio.
Peter fu dal 14 marzo 1852 superiore dei Fratelli e in tale carica rimase fino alla morte.
I problemi di salute e la morte
Le sue condizioni di salute non erano buone: fin dal 1843 soffriva per una grave forma di tubercolosi e dal 1857 durante l'inverno non riusciva più a visitare i fratelli residenti fuori Coblenza; per questo scriveva loro lettere e redasse anche un testamento spirituale, con cui cercò di trasfondere nei Fratelli, il suo spirito contemplativo: era convinto che non si potesse compiere un efficace apostolato senza santificazione.
Nelle prime ore del 21 dicembre 1860 si spense santamente a Coblenza; una grande folla partecipò ai suoi funerali. L'imperatrice Augusta fece sistemare sulla tomba dell'ex umile spazzacamino una grande croce di pietra.
Voci correlate | |
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