Diocesi di Treviri

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Diocesi di Treviri
Dioecesis Trevirensis
Chiesa latina
Dom und Liebfrauen Trier.jpg
Vescovo Stephan Ackermann
Sede Treviri
Suffraganea
dell'arcidiocesi di Colonia
Trier Arms.svg
Stemma
Karte Bistum Trier.png
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Nazione bandiera Germania
Ausiliari Robert Brahm, Jörg Michael Peters
Parrocchie 887 (35 vicariati )
Sacerdoti 804 di cui 547 secolari e 257 regolari
1.669 battezzati per sacerdote
528 religiosi 1.464 religiose
2.261.100 abitanti in 12.870 km²
1.341.880 battezzati (59,3% del totale)
Eretta III secolo
Rito romano
Indirizzo
Hinter dem Dom 6, D-54290 Trier; Postfach 1340, D-54203 Trier, Bundesrepublik Deutschland
Collegamenti esterni
Sito ufficiale
Dati online 2020 (gc ch)
Collegamenti interni
Chiesa cattolica in Germania
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica


Lapide con la cronotassi dei vescovi di Treviri, nella cattedrale

La diocesi di Treviri (o Trier, in latino: Dioecesis Trevirensis) è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell'arcidiocesi di Colonia.

Territorio

La diocesi si trova nel sud-ovest della Germania e comprende le precedenti regioni amministrative di Coblenza e Treviri, della Renania-Palatinato, come anche lo stato federato (Stati federati della Germania o Bundesland) della Saarland (escluso il distretto di Saarpfalz-Kreis). La diocesi confina con la diocesi di Aquisgrana e l'arcidiocesi di Colonia a nord; l'arcidiocesi di Paderborn a nord-est; le diocesi di Limburg, Magonza e Spira ad est; la diocesi di Metz (Francia) a sud; l'arcidiocesi di Lussemburgo ad ovest, e la diocesi di Liegi (Belgio) a nord-ovest.

Sede vescovile è la città di Treviri, dove si trova la cattedrale di san Pietro.

Il territorio si estende su 12.870 km² ed è suddiviso in 959 parrocchie, raggruppate in 35 decanati.

Storia

La sede del vescovo di Treviri, in Renania-Palatinato, è la più antica della Germania. I vescovi di Treviri sono documentati a partire dalla metà del III secolo. I primi sono i vescovi Eucherio e Valerio, attestati anche da un'iscrizione della fine del V secolo. I primi vescovi storicamente documentati sono Materno, che fu poi arcivescovo di Colonia, e Agrizio, che prese parte al Concilio di Arles (314).

Augusta Treverorum era una civitas e capitale della provincia romana]della Gallia Belgica prima, come testimoniato dalla Notitia Galliarum dell'inizio del V secolo.[1] Con l'affermarsi dell'organizzazione ecclesiastica, Augusta Treverorum, oltre che importante centro amministrativo della regione e capitale dell'Impero, divenne sede metropolitana della provincia ecclesiastica, modellata su quella civile, che comprendeva le diocesi di Metz, di Toul e di Verdun.

Verso la fine del VI secolo il cristianesimo poté diffondersi e consolidarsi grazie all'opera dei monaci missionari irlandesi, tra i quali l'abate san Colombano fondatore dell'abbazia di Luxeuil nel 590, una delle più importanti e conosciute del Regno Franco e matrice di centinaia di monasteri in tutto il regno grazie ai suoi tanti monaci, fra cui spicca san Gallo.

Nel X secolo fu ristrutturata ed ampliata la cattedrale dell'arcidiocesi. In questa è conservata la Sacra Tunica, che secondo la tradizione avrebbe indossato Gesù prima della sua crocifissione e che venne scoperta da sant'Elena, madre dell'imperatore Costantino, e consegnata al vescovo Agrizio. La prima menzione della tunica è del 1º maggio 1196 in riferimento alla consacrazione da parte dell'arcivescovo Giovanni dell'altare che conservava la sacra reliquia.

L'arcidiocesi di Treviri è stata un importante principato ecclesiastico del Sacro Romano Impero, con estensione lungo la Mosella fra Treviri e Coblenza. Dal XIII secolo l'arcivescovo ebbe il titolo onorifico di Arcicancelliere della Gallia e del regno di Arles e, a partire dal 1356, divenne il secondo per precedenza dei sette principi elettori. Aveva il privilegio, su invito dell'elettore di Magonza, di esprimere per primo il voto fra tutti i membri della Dieta imperiale (Reichstag) e nelle elezioni dell'imperatore.

Nei secoli il principato elettorale, appartenente al circolo o Provincia dell'Elettorato del Reno, era andato estendendosi, per acquisti e donazioni, su gran parte della valle della Mosella. Il principato ecclesiastico faceva parte dal XVI secolo del circolo imperiale del Reno elettorale ed era costituito da:

  • la terra elettorale con i baliaggi di Coblenza (sede principesca dalla fine del XVII secolo), Treviri, Saarburg, Schoineck, Bernkastel, la possente fortezza di Ehrenbreitstein sul Reno, Münstel, Cocheim, Boppard, l'antica città imperiale di Treviri, amministrata da un vicario episcopale;
  • il Lahrgau composto da una serie di possessi nella Wetterau: contea di Nieder Limburg, ducato di Schönburg, Eger, Montabaur, Mayen, Daun;
  • la contea vescovile di Worms in unione personale con una parte della città di Ladenburg appartenente al capitolo del Duomo di Worms;
  • l'abbazia principesca benedettina di Prüm in unione personale dal 1654, con proprio seggio e voto al Reichstag.

Nel 1777 la provincia ecclesiastica di Treviri di ingrandì con le nuove diocesi di Nancy e di Saint-Dié.

Il declino dell'arcidiocesi e del principato elettorale cominciò nel 1786 quando l'ultimo elettore si trasferì a Coblenza. Nel 1795 tutto il territorio dell'arcidiocesi e del principato sulla riva sinistra del Reno fu occupato dai francesi e il 29 novembre 1801, in forza della bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII, sul suo territorio fu eretta una nuova diocesi di Treviri, corrispondente al dipartimento della Sarre. Contestualmente Treviri perse il rango arcivescovile e la diocesi divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Malines. La restante parte della diocesi e del principato sulla riva destra del Reno subì questa evoluzione: nel 1803 il principato venne secolarizzato e annesso al ducato di Nassau, mentre il territorio della diocesi, in virtù della bolla In universalis Ecclesiae del 1º febbraio 1805, fu dato in amministrazione a Karl Theodor von Dalberg, arcivescovo di Ratisbona.

I cambiamenti politici dopo il congresso di Vienna del 1815 comportarono una nuova ridefinizione dei confini e del territorio della diocesi, che ora era parte della provincia del Basso Reno nel regno di Prussia. Il 16 luglio 1821 per effetto della bolla De salute animarum di papa Pio VII la diocesi, posta ora su entrambe le rive del Reno, entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Colonia. Contestualmente acquisì alcune parrocchie che erano appartenute alla soppressa diocesi di Aquisgrana e 130 parrocchie della diocesi di Metz che si trovavano in territorio prussiano. Il 16 agosto dello stesso anno la porzione restante dell'antica diocesi prenapoleonica, di cui erano ancora amministratori i vescovi di Ratisbona, fu annessa alla nuova diocesi di Limburgo.

L'ostensione del 1844 della Tunica inconsutile fornì a Johannes von Rönge, fino ad allora un sacerdote cattolico, il pretesto per dare origine alla setta scismatica dei "cattolici tedeschi". Mosso dal risentimento per la predicazione del vescovo di Treviri Wilhelm Arnoldi, che attribuiva alla reliquia poteri taumaturgici, giunse a rifiutare il celibato ecclesiastico, la pratica della scomunica, le indulgenze e la confessione orale dei peccati. Giunse ad avere duecento comunità sparse in tutta la Germania, ma già nel 1911 la setta contava solo 2.000 seguaci, tutti in Sassonia, e più tardi confluì nel movimento dei vecchi cattolici.

Durante il periodo del Kulturkampf, il vescovo Matthias Eberhard fu condannato a nove mesi di carcere e ad una multa di 130.000 marchi d'oro.

In forza del concordato con la Prussia del 1929, al capitolo della cattedrale è concesso il privilegio di eleggere i propri vescovi su una terna di nomi proposta dalla Santa Sede, cui segue la nomina formale e canonica da parte del papa.

I vescovi di Treviri godono del privilegio di ornare il galero dello stemma vescovile con dieci fiocchi per lato, come gli arcivescovi.

Cronotassi dei vescovi

Statistiche

Note
  1. Monumenta Germaniae Historica, Chronica minora Archiviato il 16 ottobre 2013 in Internet Archive., I, p. 556.
Collegamenti esterni