Placido della Marra
Placido della Marra Vescovo | |
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Età alla morte | 60 anni |
Nascita | Napoli 1560 |
Morte | Melfi 2 dicembre 1620 |
Sepoltura | Duomo di Melfi |
Nominato vescovo | 6 marzo 1595 |
Consacrazione vescovile | 2 aprile 1595 dal card. Giulio Antonio Santorio |
Incarichi ricoperti | |
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Placido della Marra, o de Marra (Napoli, 1560; † Melfi, 2 dicembre 1620), è stato un vescovo e nunzio apostolico italiano.
Biografia
Placido nacque a Napoli attorno al 1560 da Giovanni Donato e Ippolita Carbone. Non si hanno notizie sulla sua formazione ma si ritiene probabile una sua formazione giuridica e teologica.
Il 6 marzo 1595 venne nominato vescovo di Melfi e Rapolla dove celebrò un sinodo per la riorganizzazione devozionale e disciplinare di una diocesi particolarmente depressa economicamente e socialmente.
Nel 1608 fu al seguito del cardinale Gian Garzia Millini, inviato da papa Paolo V presso l'imperatore, di cui guadagnò la stima e la protezione: infatti fu proprio il Millini a caldeggiare allora la sua nomina a nunzio presso l'arciduca Mattia, fratello di Rodolfo II d'Asburgo, per poter controllare l'inquietante e fluida situazione ai vertici politici e familiari dell'Impero.
Il Sacro Romano Impero si trovava in una situazione di governo molto confusa, caratterizzata dall'inettitudine e dal decadimento dell'imperatore Rodolfo II e dalle crescenti insofferenze e ambizioni del fratello Mattia, il quale cercava di convincere gli altri fratelli a farsi riconoscere capo della famiglia e sostituire il fratello nella carica imperiale.
Della Marra entrò nelle sue funzioni diplomatiche il 23 agosto 1608 ed ebbe modo di congratularsi con Mattia per la sua elezione a re d'Ungheria. Dalla sua residenza a Vienna mons. della Marra tenne informata la Santa Sede sulle intenzioni politiche, peraltro ancora informi, di Mattia. Questi era molto influenzato dai suoi consiglieri e soprattutto dall'astro nascente Melchior Klesl allora amministratore della diocesi di Wiener Neustadt, tenace sostenitore di una politica duttile nei confronti dei principi, degli elettori e delle città protestanti. In un tale situazione fu difficile per il nunzio muoversi in un contesto dove spesso era pressoché impossibile individuare un referente politico stabile e affidabile su cui imbastire un'iniziativa diplomatica efficace.
Della Marra seguì regolarmente l'attività delle Diete imperiali segnalando a Roma l'aggressività protestante. Poco ascoltato, abbastanza isolato se non osteggiato negli ambienti viennesi, si occupò della disciplina del clero, del controllo e della circolazione dei libri eretici provenienti da Francoforte e favorì un timido allargamento della sfera d'influenza dei gesuiti a corte.
Nel 1611, quando prese corpo l'iniziativa di Mattia di una spedizione militare contro Praga per rimuovere dal trono l'imperatore, risultati vani i tentativi del nunzio di una mediazione tra i due, seguì Mattia nella spedizione ed entrò a Praga poco prima dell'esercito occupante nel marzo di quell'anno, sforzandosi di mantenere almeno una deferenza formale nei confronti di Rodolfo II.
Nei mesi successivi fu impegnato, in collaborazione stretta con il nunzio a Colonia mons. Antonio Albergati, a sondare prudentemente il gradimento della candidatura dell'arciduca Alberto, ma scartata dal papa questa ipotesi, egli partecipò con l'Albergati alla Dieta di Francoforte, che si concluse con l'elezione di Mattia. Immediatamente dopo, con un breve del 23 giugno 1612, per l'esperienza acquisita e la pluriennale frequentazione della corte, mons. della Marra fu nominato nunzio presso l'imperatore neoeletto.
Come prima incombenza ebbe il compito di far accettare a Mattia la conferma papale e il giuramento di obbedienza al pontefice: una richiesta senza precedenti, mirante a riaffermare il naturale e storico legame tra la Chiesa romana e il Sacro Romano Impero in un momento particolarmente delicato per entrambe le istituzioni. Durante tutta la sua nunziatura, divisa tra Praga e Vienna seguendo gli spostamenti della corte imperiale, il della Marra si confrontò principalmente con Melchior Klesl, ormai vero e incontrastato ispiratore della politica del deludente e fragile Mattia.
Nel tentativo di guadagnare il prelato viennese alle posizioni oltranziste di Paolo V, mons. Klesl fu nominato il 15 luglio 1613 vescovo di Vienna. Lo stesso nunzio lo consacrò vescovo il 30 marzo dell'anno seguente e nell'aprile 1616 fu creato cardinale. Questo nonostante i rapporti tra il Klesl e il della Marra furono sempre caratterizzati dal reciproco sospetto e dalla reciproca poca stima.
In una situazione dunque confusa e incerta, mons. della Marra portò avanti diligentemente la propria carica senza mai imporsi per personalità brillante o spirito di iniziativa, rimase un attento osservatore e un puntuale informatore che non riuscì però mai a diventare un interlocutore di rilievo della corte imperiale. Seppe comunque segnalare le insofferenze delle aristocrazie boema, ungherese e tedesca, dipingendo talvolta un quadro sufficientemente lucido della realtà critica dell'Impero finché, malato sin dall'inizio del 1615, ottenne di essere richiamato in patria nell'agosto del 1616.
Rientrato in sede morì a Melfi il 2 dicembre 1620 e fu sepolto nel duomo cittadino.
Genealogia episcopale
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santori
- Vescovo Placido della Marra
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Melfi e Rapolla | Successore: | |
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Matteo Brumani (Ch), C.R.S.A. | 6 marzo 1595 - 2 dicembre 1620 | Desiderio Scaglia, O.P. |
Predecessore: | Nunzio apostolico presso l'Imperatore | Successore: | |
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Giovanni Battista Salvago | 21 luglio 1612 - 25 agosto 1616 | Vitaliano Visconti Borromeo |
Bibliografia | |
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- Vescovi di Melfi-Rapolla
- Nunzi apostolici per il Sacro Romano Impero
- Vescovi consacrati nel 1595
- Vescovi italiani del XVI secolo
- Italiani del XVI secolo
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