Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa

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Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa
Dioecesis Melphiensis-Rapollensis-Venusina
Chiesa latina

Cattedrale Melfi.jpg
vescovo Ciro Fanelli
Sede Melfi

sede vacante
Melfi

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Suffraganea dell'arcidiocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Regione ecclesiastica Basilicata
Provincia italiana di Potenza
Collocazione geografica della diocesi
Nazione bandiera Italia
diocesi suffraganee
Coadiutore
Vicario Vincenzo D'Amato
Provicario
generale
Ausiliari

Vescovi emeriti:

Gianfranco Todisco
Parrocchie 33
Sacerdoti

46 di cui 33 secolari e 13 regolari
1.760 battezzati per sacerdote

13 religiosi 48 religiose 8 diaconi
87.000 abitanti in 1.316 km²
81.000 battezzati (93,1% del totale)
Eretta XI secolo
Rito romano
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Concattedrale {{{concattedrale}}}
Santi patroni
Indirizzo
Largo Duomo 12, 85025 Melfi [Potenza], Italia
tel. +390972238604 fax. 0972323.84.29 @
Coordinate geografiche
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Collegamenti esterni

Sito ufficiale

Dati online 2017 (gc ch )

Dati dal sito web della CEI
Chiesa cattolica in Italia
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica

La diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa (in latino: Dioecesis Melphiensis-Rapollensis-Venusina) è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell'arcidiocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo appartenente alla regione ecclesiastica Basilicata. Nel 2016 contava 81.000 battezzati su 87.000 abitanti. È attualmente retta dal vescovo Ciro Fanelli.

Territorio

La diocesi comprende le città di Melfi, Rapolla e Venosa.

Sede vescovile è la città di Melfi, dove si trova la Cattedrale di Santa Maria Assunta. A Rapolla è presente la Concattedrale di San Michele Arcangelo, mentre a Venosa sorge la * Concattedrale di Sant'Andrea di Venosa.

Il territorio è suddiviso in 33 parrocchie.

Storia

La diocesi di Venosa è di origine antica. Sebbene la tradizione voglia attribuire un'origine della Chiesa venosina ai tempi apostolici, il primo vescovo di cui vi siano notizie storiche certe risale alla seconda metà del V secolo. Dal 1068 fu suffraganea dell'arcidiocesi di Acerenza.

La diocesi di Melfi è stata eretta nell'XI secolo[1] ad opera di papa Niccolò II che rese la diocesi di Melfi immediatamente soggetta alla Santa Sede.

A Melfi si tennero cinque concili tra il 1059 e il 1137. Nel I concilio del 1059, a cui intervennero cento vescovi, papa Niccolò II riconobbe i possedimenti conquistati dai Normanni e nominò Roberto il Guiscardo duca di Puglia e Calabria,[2] divenendo vassallo della Chiesa.

Nel 1067 si celebrò il II concilio, presieduto da papa Alessandro II.

Nel III concilio indetto da Urbano II nel 1089, oltre a questioni ecclesiastiche come il richiamo all'obbligo di celibato per il clero, venne bandita la Prima Crociata in Terra Santa.[3] Nello stesso concilio per la prima il pontefice concesse l'uso della mitra agli abati.

Il IV concilio fu personalmente presieduto nel 1101 da papa Pasquale II.

Al V Concilio del 1137 furono presenti papa Innocenzo II e l'imperatore Lotario II, che accolsero il rientro nell'obbedienza dell'abate di Montacassino Rainaldo, che aveva aderito al partito dell'antipapa Anacleto II.

La diocesi fu retta da vescovi illustri come Francesco Monaldeschi, Alessandro da Sant'Elpidio e Juan de Borja Llançol de Romaní.

Il 16 maggio 1528, Clemente VII unì la diocesi di Melfi con quella di Rapolla, di cui il primo vescovo noto è Orso o Ursone, nell'XI secolo e che era immediatamente soggetta alla Santa Sede.

Il 27 giugno 1818, la diocesi di Lavello fu soppressa e il suo territorio fu incorporato nella diocesi di Venosa.

Il terremoto del 14 agosto 1851 devastò Melfi e Rapolla e distrusse i principali monumenti delle diocesi.

Il 14 ottobre 1901, fu fondata a Venosa la prima cassa rurale cattolica del Potentino, per iniziativa del vescovo Lorenzo Antonelli[4].

Il 30 aprile 1924, con mons. Alberto Costa, le diocesi di Melfi e Rapolla furono unite in persona episcopi alla diocesi di Venosa.

Il 21 agosto 1976, la diocesi di Venosa divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Potenza.

Il 30 settembre 1986, le diocesi furono unite in plena unione e la diocesi risultante è divenuta suffraganea dell'arcidiocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo[5].

Cronotassi dei vescovi

Vescovi di Melfi

Vescovi di Rapolla

Vescovi di Melfi e Rapolla

Vescovi di Venosa

Vescovi di Melfi-Rapolla-Venosa

Statistiche

La diocesi al termine dell'anno 2016 su una popolazione di 87.000 persone contava 81.000 battezzati, corrispondenti al 93,1% del totale.

Note
  1. Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa su www.catholic-hierarchy.org su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 10 novembre 2008
  2. Enrico Artifoni, Storia medievale, Donzelli Editore, 1998, ISBN 88-7989-406-4
  3. AA. VV, Basilicata Atlante Turistico, Istituto Geografico De Agostini, 2006, p. 16
  4. N. Lisanti, Lo Sviluppo del movimento cooperativo (1901-1914), p. 43
  5. Diocesi di Venosa su www.catholic-hierarchy.org su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 10 novembre 2008
  6. Trasferito da Gallipoli da Ferdinando IV, senza ottenere la conferma pontificia. La Santa Sede considerò vacanti le sedi di Gallipoli e di Melfi, fino alla risoluzione della controversia nel concistoro del 27 febbraio 1792. L'Annuario Pontificio dopo il 1792 omette l'indicazione della sede da cui fu traslato l'arcivescovo di Capua.
Fonti


Fonti Melfi
Fonti Rapolla
Fonti Venosa
Voci correlate
Collegamenti esterni