San Fridolino

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San Fridolino di Säckingen
Presbitero
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battezzato
Santo
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Miracolo di san Fridolino, stampa di Hans Burgkmair (1517)
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte {{{età}}} anni
Nascita Irlanda
V secolo
Morte Bad Säckingen
6 marzo 538
Sepoltura
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Appartenenza
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Vestizione [[]]
Professione religiosa VI secolo
Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale V secolo
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° vescovo di Roma
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Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
Venerato da Chiesa cattolica, Chiesa ortodossa
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Beatificazione [[]]
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 6 marzo
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 6 marzo, n. 6:
« A Säckingen nel territorio dell'odierna Svizzera, san Fridolino, abate, che, originario dell'Irlanda, vagò pellegrino per la Francia, finché fondò a Säckingen due monasteri in onore di sant'Ilario. »

San Fridolino di Säckingen (Irlanda, V secolo; † Bad Säckingen, 6 marzo 538) è stato un presbitero, abate e fondatore irlandese. Nacque, secondo la tradizione, in Irlanda, fondò l'abbazia di Säckingen (Baden), nel VI o VII secolo. Considerato santo, è ricordato come l'apostolo degli Alemanni.

Biografia

Ci sono poche notizie certe su Fridolino. Egli è tradizionalmente venerato come un missionario irlandese e il primo all'opera tra gli Alemanni dell'Alto Reno, al tempo dei Merovingi. L'unica parte della Vita che può essere considerata storicamente accettabile è che egli fondò un monastero sull'isola di Säckingen nel Reno. Non ci sono informazioni precise sulla data della fondazione. Il monastero, tuttavia, era di grande importanza già dal IX secolo: il documento più antico registra una donazione del 10 febbraio 878 del monastero di Carlo il Grosso a sua moglie Richarda.

Secondo la biografia scritta da Balther, un monaco di Säckingen, all'inizio dell'XI secolo[1], Fridolino apparteneva ad una famiglia nobile in Irlanda e in un primo momento era un missionario. Successivamente attraversando la Francia, giunse a Poitiers, dove in seguito ad una visione, cercava le reliquie di sant'Ilario e costruì una chiesa per esse. Sant'Ilario successivamente gli apparve in sogno e gli ordinò di spostarsi in un'isola del Reno, nei territori degli Alemanni. In obbedienza a questa chiamata, Fridolino si avvicinò al re Clodoveo, che gli concesse il possesso dell'isola ancora sconosciuta, e quindi procedette attraverso Strasburgo e Coira, fondando chiese in ogni distretto in onore di sant'Ilario.

Ancora secondo la Vita, egli trascorse molto tempo nel territorio che ora è la Svizzera, dove convertì Urso, un grande proprietario terriero. Alla sua morte Urso lasciò tutte le sue grandi proprietà terriere (ora il Cantone di Glarona) a Fridolino, che vi fondò numerose chiese dedicate a sant'Ilario (da qui l'origine del nome Glarus). Landolfo, fratello di Urso non aveva riconosciuto la legittimità del dono e portò Fridolino dinanzi a un tribunale a Rankweil per dimostrare il suo titolo. Fridolino allora avrebbe fatto tornare Urso dai morti per confermare di persona il lascito, mentre Landolfo terrorizzato accettava di donare tutto a Fridolino. Fridolino è quindi spesso rappresentato con un cadavere in decomposizione, in riferimento a questa storia.

Alla fine, raggiunta l'isola di Säckingen nel Reno, Fridolino riconobbe in essa l'isola indicata nel sogno, e iniziò a costruirvi una chiesa. Gli abitanti delle rive del Reno, però, che usavano l'isola come pascolo per il bestiame, scambiarono Fridolino per un ladro di bestiame e lo cacciarono. Dopo aver mostrato l'atto di donazione di re Clodoveo, gli fu permesso di ritornare e di fondare una chiesa e un monastero sull'isola. Poi ripreso il suo lavoro di missionario. Fondò il "monastero scozzese" (Schottenstift) a Costanza ed estese la sua missione ad Augusta.

Morì il 6 marzo e fu sepolto a Säckingen.

Balther, lo scrittore di questa agiografia, sostiene di aver ricavato le sue informazioni da una biografia scoperta nel monastero di Ellen sulla Mosella, fondato da Fridolino e che, siccome non era in grado di copiarlo per mancanza di pergamena e inchiostro, egli l'aveva imparato a memoria. Questo può significare semplicemente che Balther, non avendo trovato nessuna fonte scritta, fu costretto a fare affidamento sulla tradizione orale per scrivere la sua biografia. Nessun autore antico parla di Fridolino.

Note
  1. Vita Fridolini confessoris Seckingensis auctore Balthero, in Monumenta Germaniae Historica, Scriptores Rerum Merovingicarum, III, pp. 350-369
Bibliografia
  • Vita Fridolini confessoris Seckingensis auctore Balthero, in Monumenta Germaniae Historica, Scriptores Rerum Merovingicarum, III, pagg. 350-369
  • (DE) Johann Friedrich, Kirchengeschichte Deutschlands: Die Merovingerzeit, 1869
  • (DE) Medard Barth, St. Fridolin und sein Kult im alemannischen Raum. Ein Versuch in Freiburger Diözesan-Archiv 75, Herder, Freiburg 1955
Collegamenti esterni