San Gaspare Bertoni

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San Gaspare Bertoni, C.S.S.
Presbitero
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battezzato
Santo
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San Gaspare Luigi Bertoni
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 75 anni
Nascita Verona
9 ottobre 1777
Morte Verona
12 giugno 1853
Sepoltura
Conversione
Appartenenza Stigmatini
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Professione religiosa [[{{{aPR}}}]]
Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale Verona, 20 settembre 1800
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
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al pontificato
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il 15 dicembre 1966, da Paolo VI
Beatificazione 1º novembre 1975, da Paolo VI
Canonizzazione 1º novembre 1989, da Giovanni Paolo II
Ricorrenza 12 giugno
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
Religione {{{religione}}}
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 12 giugno, n. 9:
« A Verona, san Gaspare Bertoni, sacerdote, che fondò la Congregazione delle Sacre Stimmate del Signore nostro Gesù Cristo, perché i suoi membri fossero missionari a servizio dei vescovi. »

San Gaspare Bertoni (Verona, 9 ottobre 1777; † Verona, 12 giugno 1853) è stato un presbitero e fondatore italiano della Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesù Cristo (Stimmatini).

Biografia

Gaspare Bertoni nacque il 9 ottobre 1777 dal notaio Francesco e da Brunora Ravelli. Venne battezzato nella parrocchia di San Paolo Campo Marzo dal prozio Giacomo. La sua gioventù fu segnata dalla morte della sorella Matilde nel 1786 e dalla separazione dei genitori.

Dopo il suo ingresso in seminario nel 1795 assistette nel 1797 all'invasione della città di Verona da parte di Napoleone Bonaparte e ai continui scontri tra francesi ed austriaci che portarono alla divisione della città in due parti.

Ancora prima di essere ordinato sacerdote il 20 settembre 1800 Gaspare si dedicò all'assistenza dei malati e dei feriti nella Evangelica Fratellanza degli Spedalieri.

Il 20 giugno del 1802 fondò un oratorio che organizzò in forma di Coorte Mariana, preannunciando persino nella terminologia la futura organizzazione dell'Azione Cattolica. Bertoni mirò infatti alla formazione integrale del giovane, nello spirito con la pietà e nel corpo con gli esercizi fisici del ricreatorio, non trascurando l'avviamento professionale. Gli oratori bertoniani si diffusero in città e diocesi, rivelandosi un efficace strumento per la salvaguardia della gioventù. Ma il decreto generale del 26 maggio del 1807 di Napoleone soppresse le confraternite, congregazioni, compagnie e tutte le società religiose laicali, eccettuate le sole confraternite del Santissimo Sacramento, e Bertoni dovette abbandonare l'opera in attesa di tempi migliori.

Nel frattempo assunse fin dalle origini la direzione spirituale dell'opera di santa Maddalena di Canossa. Nel maggio 1808 venne designato confessore del Ritiro di san Giuseppe, ove la Canossa iniziava allora l'Istituto delle Figlie di Carità. Qui incontrò la venerabile Leopoldina Naudet che guidò alle vette della mistica e alla fondazione delle Sorelle della Sacra Famiglia.

Per la formazione del giovane clero istituì in casa propria un « circolo domestico di studi ecclesiastici », allo scopo di approfondire il pensiero di san Tomaso e la morale di sant'Alfonso de Liguori. Nel 1810, su incarico della diocesi, assunse la direzione spirituale dei chierici del seminario, impostando il suo lavoro su un profondo rinnovamento basato sulla incondizionata adesione al Papa Pio VII, tenuto prigioniero da Napoleone, e sulla sequela integrale del Vangelo. Con la predicazione di esercizi spirituali, di ritiri, con l'istituzione di un Centro di formazione scientifica e spirituale dei giovani sa­cerdoti e con altre attività di consiglio, di direzione spirituale e di discernimento delle vocazioni, Bertoni divenne maestro del clero veronese.

Con la caduta di Napoleone fu molto sentito il bisogno di restau­razione. Bertoni comprese che per fare rientrare le masse nell'ovile occorreva scuoterle con la presentazione delle verità fondamentali della fede mediante la predicazione di missioni al popolo. Il 20 dicembre del 1817 Pio VII gli affidò un preciso mandato, conferendogli il titolo di missionario apostolico.

E mentre il sospettoso governo austriaco impediva questo specifico mini­stero, Bertoni si diede alla predicazione occasionale e alle catechesi, basando il suo lavoro su una vita interiore molto intensa che venne gratificata, come appare dal suo Memoriale Privato, da vari doni mistici. Questo documento consta di pochi fogli manoscritti ai quali, dal primo luglio 1808 al 26 giugno del 1813, egli affidò le segrete confidenze della propria anima: propositi, stati d'animo, rapide note dalla meditazione o lezioni spirituali del giorno ad esclusivo uso personale. Così scrive il 30 maggio del 1812, dopo l'esperienza mistica più profonda della sua vita:

« Facendo orazione avanti alla Messa preso da un po' di sonno udii dal Crocefisso dirmi al cuore: Guarda questo mio cuore; questa parola mi diede subito luce meravigliosa nell'intelletto, ardor grande ed improvviso nel cuore, onde sorgendo come lo spirito per vedere l'oggetto amabile indicato, sentii scorrere per tutto il corpo un brividio, e trovai chiusi gli occhi e la bocca ma l'anima al tutto sveglia e piena di gaudio.

Parea che si volesse l'anima dividere dal corpo; replicando un'altra volta come l'atto di volgersi verso chi le parlava si rinnovà il brividio e come l'effetto d'una morte dolce penosa; onde incerta l'anima che si dovesse fare parendo che se avesse continuata la cosa sarebbe morta o almeno tolta la comunione col corpo essendo allora impedita si rimase con gaudio nelle mani del Signore trovando molta quiete se di quel momento si fusse ella morta; e di un momento si vide restituita all'uso dei sensi come prima. L'effetto fu tenerissima divozione al Sacro Cuore e grande affetto nella Santa Messa ove trovò anche l'anima dolci lagrime nella Santa Comunione; e dopo grande raccoglimento e soavità tutto il giorno con accrescimento delle tre virtù teologali[1]»

Fra queste esperienze mistiche è da segnalare anche la chiamata alla fonda­zione di una famiglia religiosa quando si legge il 15 settembre del 1808:

« In una visita all'altare di S. Ignazio coi miei compagni ... Parvemi che volesse dire: Suvvia, soldati di Cristo, accingetevi di fortezza, pigliate lo scudo della fede, l'elmo della salute, la spada della parola divina, et pugnate cum antiquo serpente. Fate il mio spirito rivivere in voi e in altrui per mezzo vostro[2] »

L'esperienza comunitaria maturò in Bertoni il desiderio di condividere con altri preti e chierici uno stile di vita religiosa più intensa. Si fece più chiara l'opera a cui Dio sta per chiamarlo: vivere con alcuni fedelissimi lo spirito dei consigli evangelici, in un periodo in cui tutti gli Ordini religiosi venivano soppressi e tutte le istituzioni cattoliche messe al bando, egli avviò un'esperienza, solo parziale a quel tempo, di vita comunitaria, di confronto e di impegno con alcuni tra i più zelanti ecclesiastici di allora.

In tempi di soppressione della vita religiosa bisognava muoversi con cautela. Per questo Bertoni iniziò di nascosto il suo progetto, accettando dal suo direttore spirituale l'offerta di un locale presso la chiesa soppressa delle Sacre Stimmate di San Francesco per gestire una scuola gratuita. Il 4 novembre del 1816, si faceva così maestro, con alcuni volenterosi compagni, di una cinquantina di ragazzi ed investì da allora per 27 anni le sue energie in un ginnasio, che formò numerosi sacerdoti alla Chiesa e ottimi cittadini alla patria. Tale congregazione, ideata per essere in stretta collaborazione con i vescovi, prendeva spunto dall'espressione di Gaspare Bertoni «Euntes, docete in diocesi et mundo» («Andate e predicate nella diocesi e nel mondo»), tratta a sua volta dalle parole di Gesù Cristo riportate nel vangelo di Matteo: «Andate e predicate» (Mt 28,19 )

Allo stesso tempo si ritirò con due compagni per iniziare occultamente, dietro lo schermo della scuola, il suo servizio gratuito alla Chiesa e alla società, in una vita comune di stretta osservanza, additando come programma una intensa vita di contemplazione e un vasto apostolato, comprendente l'educazione della gioventù, la formazione del clero, la predicazione delle missioni popolari, in un perfetta disponibilità alle richieste dei vescovi. Sorse così, il 4 novembre del 1816, la congre­gazione dei Missionari Apostolici in aiuto dei vescovi che dal luogo di origine venne chiamata Congregazione delle Santissime Stimmate di Nostro Signore Gesù Cristo.

Intanto Bertoni doveva fare i conti non solo con i tempi, ma anche con la propria salute. All'indomani di un'estasi davanti al Crocifisso, avvenuta il 30 maggio del 1812, egli fu colpito da tubercolosi cronica miliare che lo mise in pericolo di morte. Si riebbe quasi per mira­colo, ma rimase per i restanti 41 anni di vita segnato da una lunga serie di ricadute. Dal 1824 la sua vita fu segnata da grandi sofferenze fisiche, sopportate senza un lamento, in un perfetto filiale abbandono nelle mani di Dio. Il 10 settembre del 1843 celebrò la sua ultima Messa; per i successivi 10 anni, ormai non più in grado di reggersi in piedi, dovette rinunciare al conforto più caro. Si spense santamente alle 15.30 della domenica 12 giugno del 1853.

Il suo corpo è conservato presso un'urna in vetro situata in un altare laterale della Chiesa delle Stimmate a Verona.

Il processo di beatificazione e canonizzazione

Tomba del santo

Il 1º novembre 1975 fu proclamato beato dal Paolo VI, che di lui disse[3]:

« Vediamo in questa mite e preveggente figura l'apostolo dei giovani, che anche oggi indica la via da seguire per un avvenire sicuro della società. »
(Omelia di papa Paolo VI nella messa di Canonizzazione di San Gaspare Bertoni)

Il 1º novembre 1989 fu proclamato santo dal Giovanni Paolo II, spiegando che:[4]

« Egli appartiene a quella schiera di santi, di beati, di servi di Dio, che prodigiosamente si sviluppò in terra veneta all’inizio del secolo scorso, in mezzo a gravissime vicende di guerre, devastazioni e povertà. Consapevole, come altre anime elette di quell’epoca, che si stava scrivendo una nuova pagina di storia e che era in formazione una nuova cultura, si prodigò per una rinnovata evangelizzazione tra il popolo. »
(Omelia di Giovanni Paolo II nella messa di Canonizzazione di Gaspare Bertoni e Riccardo Pampuri])
Voci correlate
Note
  1. Gaspare Luigi Bertoni Memoriale Privato p. 75
  2. Gaspare Luigi Bertoni Memoriale Privato p. 111
  3. Beatificazione di 5 Servi di Dio, omelia di Papa Paolo VI, 1º novembre 1975
  4. Canonizzazione di Gaspare Bertoni e Riccardo Pampuri, omelia di papa Giovanni Paolo II 1º novembre 1989
Collegamenti esterni