San Geraldo D'Aurillac

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San Geraldo d'Aurillac
Laico
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Santo
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Vetrata con San Geraldo D'Aurillac
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 54 anni
Nascita Aurillac
855
Morte Saint-Ciergues
13 ottobre 909
Sepoltura
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Ordinato diacono
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Cardinali creazioni
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Eventi
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Ricorrenza 13 ottobre
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
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Patrono di
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Incoronazione
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Predecessore
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 13 ottobre, n. 10:
« A Saint-Ciergues nella regione dell'Auvergne in Francia, san Gerardo, che, conte di Aurillac, con grande profitto per i suoi possedimenti condusse segretamente vita monastica sotto l'abito secolare, divenendo modello di riferimento per i potenti. »
(Santo di venerazione particolare o locale)

San Geraldo d'Aurillac (Aurillac, 855; † Saint-Ciergues, 13 ottobre 909) è stato un conte francese signore d'Aurillac; è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

Era figlio di Geraldo, di origine merovingia, signore d'Aurillac, che fu canonizzato, e di Adeltrude; fra i suoi antenati vi fu Sant'Aredio di Limoges.

Fondò l'abbazia d'Aurillac e la sua vita fu narrata da Sant'Oddone da Cluny, che ne fece il modello cavalleresco del signore cristiano che pone la sua forza e le sue ricchezze al servizio della giustizia e degli umili.

Biografia

Geraldo, che come il padre portava il titolo di conte, nonostante che Aurillac non fosse una contea, era destinato a condurre una vita di signore, conformemente al proprio rango. Gli fu dunque insegnato l'uso delle armi, la cavalleria e l'arte della falconeria. Alto, agile e di bell'aspetto, era cagionevole di salute e gli fu insegnato anche il canto, la grammatica e le Sacre scritture, nonché il diritto romano. Egli stupiva i preti che erano ospiti di tavola dei suoi genitori per l'importanza delle sue cognizioni.

Alla morte dei genitori egli si ritrovò a capo di una signoria considerevole, che si estendeva nel Rouergue, ed esercitava tutte le funzioni di un signore: egli teneva udienza, rifiutandosi di delegare completamente la funzione giudiziaria ai suoi funzionari, avendo fatto sapere a tutti che chiunque avrebbe potuto appellarsi a lui per richieste e lamentele. Egli assicurava la sua protezione agli abitanti delle sue terre ponendosi egli stesso alla testa delle milizie destinate a reprimere il banditismo proveniente dai territori vicini. Impegnandosi a vivere secondo il Vangelo, liberò i servi donando loro la proprietà delle terre, accogliendo i poveri alla sua tavola, sforzandosi di limitare la violenza delle guerre rimettendosi al giudizio di Dio.

Non volle mai sposarsi[1] e nascondeva la sua tonsura sotto una parrucca che indicava la sua qualità e che non lasciava mai: in effetti i signori portavano capelli lunghi, essendo la tonsura un segno di servitù.

Una sera, durante una cavalcata nella Châtaigneraie, fu ospitato da un contadino di modeste condizioni e fu ammirato dalla bellezza di sua figlia, che egli vide seduta alla luce del camino. Il cronista dice che ne fosse tentato ma che non soccombette e che molti mesi dopo ritornò per chiedere al padre della fanciulla il permesso di fornirle una dote.

Arma dell'Abbazia d'Aurillac

Geraldo fondò verso l'885 l'abbazia d'Aurillac alla quale donò per testamento tutti i suoi domini. Egli aveva scelto la regola di San Benedetto, riformata a quell'epoca da san Benedetto d'Aniane.

Avendo rifiutato l'offerta del duca di Aquitania Guglielmo il Pio,[2] che gli aveva proposto di porre l'abbazia da lui fondata sotto la sua protezione, Geraldo aveva voluto rendere la sua fondazione autonoma dalle gerarchie feudali ed ecclesiastiche: egli la pose così sotto la protezione diretta del papa e del re, che gli accordarono un diploma d'immunità. È per questo motivo che l'abate d'Aurillac indossava la mitra, portava il bastone pastorale e poteva fregiarsi del titolo di conte.

Alla fine della sua vita Geraldo divenne cieco, soffrendo nel riscontrare che la costruzione della sua fondazione andava a rilento (la nuova chiesa era stata mal costruita e dovette essere ricostruita) e che lo zelo dei monaci ch'egli aveva chiamato da Vabres si attenuava.

Culto

Geraldo fu acclamato dal popolo come santo e fu uno dei primi esempi di santi canonizzati senza aver subito il martirio od essere entrato in un ordine religioso.

Alla richiesta del vescovo di Limoges, Turpino, la sua vita fu descritta da Oddone da Cluny, che fu anche abate di Aurillac. Egli fece di Geraldo il ritratto di un uomo ricco e potente che, senza rinunciare alle sue funzioni, pose la sua forza e le sue ricchezze al servizio dei deboli e dei poveri.

È nell'Abbazia di Aurillac, fondata da Geraldo, che il giovane Gerberto d'Aurillac fu educato ed iniziato alla vita monastica. Sapientissimo, divenne Papa con il nome di Silvestro II.

In effetti l'abbazia d'Aurillac era dotata di uno scriptorium ove si insegnavano le discipline del trivio e del Quadrivio (soprattutto la grammatica, la retorica ed il Quadrivio). Essa rimase costantemente in contatto con la Catalogna, focolaio intellettuale di primo piano, ove erano conservate numerose copie di opere antiche come quelle di Isidoro di Siviglia e di severino Boezio.

Note
  1. Secondo Oddone da Cluny egli rifiutò il matrimonio con la sorella del suo sovrano, il duca d'Aquitania Guglielmo il Pio
  2. Guglielmo il Pio fonderà successivamente l'abbazia di Cluny seguendo come modello proprio quella di Aurillac.
Bibliografia
  • (LA) Odon de Cluny (930), Vita de sancto Geraldo comite Auriliacensis (AA SS 13 octobre) BHL 3411.
  • Bibliothèque nationale de France, Manoscritto latino, ms. lat. 5301 (Odon de Cluny).
  • Vies de saints (Martial, Gall, Martin, Sidoine, Ursin, Benoît, Turian, Germain d'Auxerre, Taurin, Avit, Gilles, Loup, Augustin, Nicolas, Nectaire, Silvestre, Géraud, Mayeul), Manoscritto latino, Bibliothèque de Clermont-Ferrand, ms. 149, f. 48-162, , XIIe ou XIIIe s.
  • Odon, abbé de Cluny, Vie de Géraud d'Aurillac, Traduction française (imprécise, susceptible de déformer la portée historique du texte original et de ses nuances), traduction du Père G. de Venzac, Revue de la Haute-Auvergne, t. 43, 74e année, juillet-décembre 1972, p. 220-322; accès en ligne: [1] ou (seulement le livre II): [2].
  • Anne-Marie Bultot-Verleysen, Odon de Cluny - Vita sancti Geraldi Auriliacensis, Édition critique, traduction française, introduction et commentaires, Bollandisti, Bruxelles 2009 ISBN 978-2-87365-023-0
  • Géraud Vigier (Père Dominique de Jésus, supérieur des Carmes de Clermont), Histoire parénétique de trois Saints protecteurs de la Haute-Auvergne : saint Flour, saint Marius (saint Mary), saint Géraud, 1635.
  • Dom Branche (prieur de Pébrac), Vie des Saints et Saintes d'Auvergne, 1652.
  • Pierre Moulier, Nicole Charbonnel, Mathew Kuefler, Pascale Moulier, Sur les pas de Géraud d'Aurillac. En France et en Espagne, Saint-Flour, Cantal Patrimoine, 2010, 208 p.
Voci correlate
Collegamenti esterni