San Giovanni Diego Cuauhtlatoatzin

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San Giovanni Diego Cuauhtlatoatzin
Laico
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battezzato
Santo
Veggente di Guadalupe
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte circa 74 anni
Nascita 1474 ca.
Morte Guadalupe
1548
Sepoltura
Appartenenza
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Ordinato diacono
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° vescovo di Roma
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[{{{aV}}}]]
Beatificazione 6 maggio 1990, da Giovanni Paolo II
Canonizzazione 31 luglio 2002, da Giovanni Paolo II
Ricorrenza 9 dicembre
Altre ricorrenze
Santuario principale Nostra Signora di Guadalupe
Attributi {{{attributi}}}
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di contadini, raccolti, campi e di alcune città spagnole e italiane.
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Incoronazione
Investitura
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Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
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Collegamenti esterni
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Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 9 dicembre, n. 1:
« San Giovanni Diego Cuauhtlatoatzin, che, di origine indigena, dotato di fede purissima, con la sua umiltà e il suo fervore fece sì che si edificasse il santuario in onore della Beata Maria Vergine di Guadalupe sul colle Tepeyac presso Città del Messico, dove ella apparve a lui ed egli si addormentò nel Signore. »

San Giovanni Diego Cuauhtlatoatzin, (Juan) (1474 ca.; † Guadalupe, 1548), è stato un contadino e veggente messicano azteco convertito al Cristianesimo. Nel 1531 ricevette l'apparizione della Madonna di Guadalupe. È stato proclamato santo da papa Giovanni Paolo II nel 2002.

Biografia

Cuauhtlatoatzin, dell'etnia indigena dei Chichimecas, nacque verso il 1474 a Cuauhtitlán, venti chilometri a nord di Tenochtitlán oggi Città del Messico, questa località fa parte oggi della megalopoli messicana. Il suo nome può essere tradotto con Colui che parla come un'aquila. L'aquila è il simbolo dell'evangelista san Giovanni e ciò dimostra come l'evangelizzazione dei missionari spagnoli tendesse a dare, quando era possibile, agli indios convertiti nomi cristiani di significato simbolico analogo a quello dei loro nomi originari. Secondo il più importante documento biografico del beato, il Nican Motecpana, scritto dallo storico Fernando de Alva Ixtlilxochtl, Juan Diego era un macehual termine traducibile con povero indio, un uomo del popolo, piccolo coltivatore diretto in un modesto villaggio in fondo alla scala sociale del complesso e fortemente gerarchizzato Impero Azteco [1].

Nel 1524, tre anni dopo la conquista del Messico, giunsero i primi missionari francescani. Tra questi vi era fra Pietro da Gand, dal quale, secondo le testimonianze, Diego ricevette le prime nozioni della dottrina cristiana. All'età di cinquant'anni, nel 1524, ricevette il battesimo col nome cristiano di Juan Diego, con la moglie Malintzin, che prese il nome di Maria Lucia. Secondo le Informaciones Guadalupanas del 1666, basate sulle prime ricerche ecclesiastiche riguardanti gli avvenimenti di Guadalupe, sembra che Juan Diego già prima della sua conversione fosse un uomo religioso, molto riservato e meditativo.

Fu una predica del frate francescano Toribio di Benevento, conosciuto dagli indigeni come Motolinia (il povero) a convincerlo per il matrimonio cristiano. Da allora fino alla morte di sua moglie nel 1529 Juan Diego condusse una vita di responsabilità familiare. Dopo la morte della moglie si trasferì da un suo zio a Tolpetlac, solo quattordici chilometri distante da Tenochtitlán, dove ogni sabato e ogni domenica andava scalzo alla lezione di catechismo e alla Messa, per questo motivo lo chiamavano il pellegrino. Divideva così il suo tempo fra il lavoro dei campi e le pratiche della religione cristiana. La sua vita fu più o meno la stessa di tanti altri suoi conterranei fino all'alba del 9 dicembre 1531 [1].

Le apparizioni

La tradizione guadalupana, che risale fino al 1531, attesta che nei primi giorni di dicembre 1531 Juan Diego, che aveva allora cinquantasette anni, mentre percorreva a piedi la strada per Tlatelolco, un sobborgo di Città del Messico, distante venti chilometri, ebbe l'incontro che cambiò totalmente la sua vita.

Era un sabato, giunto all'altezza del colle chiamato Tepeyac, udì un canto melodioso, come di uccelli rari. Si fermò stupito, chiedendosi se non fosse per caso giunto nel paradiso terrestre, quando il canto tacque e dalla cima del colle una voce lo chiamò: Juantzin, Juan Diegotzin (diminutivi náhuatl di «Juan» e «Juan Diego»). Salì e vide una giovane Signora, dal vestito risplendente come il sole, in piedi sulla sommità, davanti alla quale cadde in ginocchio. Allora la Signora si rivolse a lui, dichiarando di essere la Perfetta Sempre Vergine Maria, la Madre del verissimo e unico Dio e gli ordinò di recarsi dal vescovo a riferirgli che desiderava che le si erigesse un tempio ai piedi del colle. Juan Diego corse a Tenochtitlán (Città del Messico) e si recò dal vescovo. Quando, dopo lunga attesa, fu ricevuto, gli parlò dell'apparizione e gli riferì le parole della Vergine, ma non venne creduto. Tornando a casa la sera, incontrò nuovamente sul Tepeyac la Vergine Maria, alla quale riferì il suo insuccesso e chiese di essere esonerato dal compito affidatogli, dichiarandosene indegno. La Vergine gli rispose ordinandogli di tornare dal vescovo a rinnovare la richiesta.

La mattina dopo, domenica, Juan Diego, dopo la Messa e la catechesi, tornò dal vescovo e, inginocchiatosi, gli ripeté con le lacrime agli occhi la richiesta della Madonna. Il vescovo, dopo avergli fatto parecchie domande sul luogo e sulle circostanze dell'apparizione, gli chiese un segno. Quando l'indio partì gli mandò dietro alcuni servitori a spiarlo, ma essi lo persero di vista non appena si avvicinò al Tepeyac. Mentre costoro tornavano dal vescovo, tacciando Juan Diego di mentitore e di visionario, Juan Diego incontrò di nuovo la Vergine, la quale gli promise che l'indomani mattina gli avrebbe dato il segno. Ma la mattina seguente Juan Diego non poté tornare, perché suo zio, Juan Bernardo, era gravemente ammalato. La sera lo zio pregò il nipote di recarsi la mattina seguente a Tlatelolco per chiamare un sacerdote. Juan Diego uscì di casa quando era ancora buio, giunto in vista del Tepeyac, decise di cambiare strada e di aggirare il colle sul lato orientale, per evitare l'incontro con la Signora, ritenendo più importante la salvezza eterna dello zio moribondo. Nonostante lo stratagemma Maria gli comparve di nuovo e gli chiese il perché di tanta fretta. Juan Diego si prostrò ai suoi piedi e le chiese perdono per non poter compiere l'incarico affidatogli presso il vescovo, a causa della malattia mortale dello zio. La Signora lo rassicurò, gli disse che lo zio era già guarito e lo invitò a salire sulla sommità del colle per cogliere e portarLe i fiori che avrebbe trovato lassù. Juan Diego salì e si meravigliò di trovare la cima del colle coperta di bellissimi fiori di Castiglia; era il 12 dicembre, ormai inverno e inoltre il luogo, una desolata pietraia, non era adatto alla crescita di fiori simili. Juan Diego li colse, li ripose nella tilma (una specie di grembiule) e li portò alla Vergine, la quale li prese e poi li rimise nel mantello di Juan Diego, dicendogli di portarli al vescovo come prova della verità dell'apparizione. Juan Diego si recò dal vescovo, ma i servitori non gli diedero retta e lo fecero aspettare a lungo; poi si misero a sbirciare nella sua tilma e, vedendo i fiori, tentarono per ben tre volte di prenderglieli, ma inutilmente, perché i fiori diventarono come aderenti al tessuto. Stupiti di ciò, decisero finalmente di introdurlo dal vescovo, davanti al quale Juan Diego riferì quanto aveva visto e aprì il mantello per offrirgli i fiori. Non appena questi caddero a terra, subito sul mantello si disegnò e si manifestò alla vista di tutti l'amata Immagine della Perfetta Vergine Santa Maria, Madre di Dio, nella forma e figura in cui la vediamo oggi, così come è conservata nella sua amata casa, nel tempio eretto ai piedi del Tepeyac e che invochiamo con il titolo di Madonna di Guadalupe.

Di fronte a tale avvenimento il vescovo cadde in ginocchio e con lui tutti i presenti; poi, rialzatosi, pregò la Madonna, chiedendole perdono per l'incredulità da lui mostrata nei confronti di Juan Diego. Il giorno seguente Diego accompagnò il vescovo al Tepeyac per indicargli il luogo in cui la Vergine aveva chiesto di costruire il tempio. Infine, tornò dallo zio per raccontargli dell'apparizione. Lo zio, da parte sua, riferì che nello stesso momento la Signora del Cielo era apparsa anche a lui, lo aveva guarito e gli aveva detto di voler essere invocata con il titolo di Perfetta Vergine Santa Maria di Guadalupe [1].

Il 26 dicembre 1531 il vescovo, padre Juan de Zumárraga O.F.M., organizzò la solenne traslazione dell'immagine dalla cattedrale alla cappella eretta sul luogo dell'apparizione, oggi basilica di Nostra Signora di Guadalupe in Città del Messico.

L'eremita

A partire da questo avvenimento Juan Diego cambiò radicalmente vita, consacrandosi come laico al completo servizio di Dio, della Vergine e dei fedeli che andava evangelizzando. Col permesso del vescovo visse come eremita nella modesta casa costruitagli dai suoi compaesani vicino alla prima cappella della Madonna di Guadalupe. Puliva la cappella, aiutava tutti i pellegrini e si dedicava alla preghiera; col permesso del Vescovo si accostava alla santa Comunione tre volte la settimana.

Così, già durante la sua vita, Juan Diego fu tenuto in concetto di santità. Dopo la sua morte, avvenuta il 30 maggio 1548 i fedeli gli tributarono il culto alla maniera dell'epoca. Fu sepolto nella cappella dedicata a Nostra Signora di Guadalupe ai piedi della santa immagine. In seguito, le sue spoglie, in obbedienza al decreto sul non cultu del Papa Urbano VIII che proibiva ogni forma di culto prima dell'approvazione ecclesiastica, le spoglie furono allontanate dalla cappella per evitarne la venerazione da parte dei fedeli, che mai si dimenticarono di lui [1].

Culto

Il 31 luglio 2002 Juan Diego Cuauhtlatoatzin è stato proclamato santo da Papa Giovanni Paolo II nella Basilica di Nostra Signora di Guadalupe a Città del Messico, dopo che l'aveva beatificato il 6 maggio 1990 nel medesimo luogo.

Il miracolo per la canonizzazione

In generale, ai fini della canonizzazione, la Chiesa ritiene necessario un secondo miracolo, dopo quello richiesto per la beatificazione: nel caso di Juan Diego, ha ritenuto miracolosa la guarigione del ventenne messicano Juan José Barragan Silva, che tentò il suicidio a Città del Messico il 3 maggio 1990, finendo di testa su un marciapiede di cemento, dopo essersi gettato da un'altezza di circa dieci metri.

Data la gravità delle ferite riportate - fratture multiple delle ossa craniche, ematomi endocranici e pneumoencefalo - i medici si sarebbero aspettati la morte o lesioni permanenti, invece Juan José fu dimesso dall'ospedale dopo dieci giorni.

La Consulta medica della Congregazione per le Cause dei Santi, nella seduta del 26 febbraio 1998, concluse: "La guarigione è stata rapida, completa e duratura. Visti i dati obbiettivi della dinamica della caduta e la negatività di lesioni che dovevano risultare mortali, vista l'attendibilità delle testimonianze, si ritiene inspiegabile la sopravvivenza del soggetto senza esiti, secondo le conoscenze mediche attuali." La madre di Juan José, Esperanza Silva Pacheco, al momento dell'incidente aveva invocato San Juan Diego Cuauhtlatoatzin[2]

Storicità

La beatificazione avvenuta nel 1990 suscitò polemiche riguardo alla storicità dell'evento guadalupano e alla stessa figura di Juan Diego. Per questo all'inizio del 1998 la Congregazione per le Cause dei Santi nominò una commissione storica incaricata di studiare più a fondo la problematica storica.

Documenti e risultati

Parte dei risultati di questa inchiesta sono stati raccolti nell'opera El encuentro de la Virgen de Guadalupe y Juan Diego (L'incontro della Vergine di Guadalupe con Juan Diego)[3]. La ricerca presenta una serie di documenti di diversa provenienza che convergono nel confermare il fatto guadalupano. Gli autori con cura hanno esaminare questa documentazione criticamente, offrendo anche alcune ragionevoli ipotesi per spiegare alcuni vuoti, come il già citato silenzio guadalupano di alcuni personaggi ecclesiastici e civili del XVI secolo. Le fonti storiche e letterarie procedono fondamentalmente da tre matrici culturali distinte:

  • le strettamente indie e indigene,
  • le spagnole ed europee,
  • le meticce.

Nell'opera vengono presentati e analizzati documenti guadalupani, tutti appartenenti all'epoca che va dal 1555 ca. fino al 1630. Di speciale valore gli Actas del Capitolo della Cattedrale del Messico del 1568 e 1569, la cosiddetta mappa di Uppsala, alcune testimonianze iconografiche primitive, richieste di indulgenze e privilegi, concessioni di grazia da parte della Santa Sede, a partire da Papa Gregorio XIII, documenti che mostrano l'importanza del santuario di Guadalupe nel vice-regno della Nuova Spagna e infine le testimonianze di gesuiti relative a Santa Maria di Guadalupe.

Nuovi documenti

Nuovi documenti, frutto di ricerche d'archivio, stanno andando ad arricchire gli studi sulla storicità di Guadalupe e della figura di Juan Diego. Tra questi spiccano i documenti trovati nell'archivio dell'antico convento del Corpus Christi di Città del Messico, ancora inediti, i quali si riferiscono ad alcune prove legali di purezza di sangue e discendenza da cacicchi di due candidate alla vita monacale che dichiararono di essere discendenti del veggente Juan Diego.

La ricerca in un altro archivio fino a poco fa sconosciuto agli studiosi, quello dell'antico convento domenicano di San Vicente Ferrer Chimalhuacán, fondato nel 1529, ha dato come risultato il ritrovamento di importante materiale relativo ai primi anni della conquista e ad alcuni protagonisti della stessa, tanto indios come spagnoli. In questo materiale si ritrova l'ambiente culturale e familiare di Juan Diego, in stretto legame con il luogo del convento e con la sua stessa fondazione[4]

Note
  1. 1,0 1,1 1,2 1,3 Biografia dal sito Beati e santi di Giovanni Paolo II
  2. Saverio Gaeta, Miracoli. Quando la scienza si arrende, Edizioni Piemme, 2004, pp. 57-64
  3. Fidel González Fernández Eduardo Chávez Sánchez, José Luis Guerrero Rosado El encuentro de la Virgen de Guadalupe y Juan Diego, Editorial Porrúa, México, 2001
  4. Dr. P. Fidel Gonzalez Fernandez È vera la storia dell'indio Juan Diego?, articolo, nel sito Tracce.it
Bibliografia
  • Antonino Grasso, Guadalupe. Le apparizioni della Vergine Maria (Città del Messico, 1531), Gribaudi, 1998
Voci correlate
Collegamenti esterni