Santo Stefano d'Ungheria
San Stefano I d'Ungheria Laico | |
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Santo | |
Santo Stefano d'Ungheria | |
Età alla morte | 69 anni |
Nascita | Strigonio 969 |
Morte | 15 agosto 1038 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa |
Canonizzazione | 1083, da Gregorio VII |
Ricorrenza | 16 agosto |
Patrono di | Ungheria, sovrani, morti prematuri, muratori, scalpellini |
Re d'Ungheria | |
In carica | 20 agosto 1000 – 15 agosto 1038 |
Incoronazione | 1º gennaio 1001 |
Predecessore |
sé stesso come Principe d'Ungheria |
Erede | Emerico |
Successore | |
Principe d'Ungheria | |
In carica | 995 – 20 agosto 1000 |
Predecessore | |
Successore |
sé stesso come Re d'Ungheria |
Nome completo | Vajk |
Padre | Géza |
Madre | Sarolta d'Ungheria |
Consorte | |
Figli | Emerico |
Religione | paganesimo, cattolica |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 16 agosto, n. 1:
15 agosto, n. 7, ricorrenza secondaria:
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San Stefano I d'Ungheria, o santo Stefano d'Ungheria (in ungherese: István király, "re Stefano", o Szent István, "santo Stefano"; Strigonio, 969; † 15 agosto 1038), è stato un re ungherese. Venerato come santo dalla Chiesa cattolica e ortodossa, è stato il primo re ungherese, fondatore dello Stato e della Chiesa ungheresi.
Il luogo della morte è incerto, Székesfehérvár, Esztergom o Buda, secondo le varie fonti.
In suo ricordo, nel 1764, l'imperatrice Maria Teresa, che era anche regina d'Ungheria, istituì l'Ordine Reale di Santo Stefano d'Ungheria.
Biografia
Figlio del capotribù magiaro Géza, ancora essenzialmente pagano (sua madre era pecenega, uno dei vari popoli di lingua "turca") e di Sarolta d'Ungheria, figlia di Gyula, reggente della Transilvania[1], nacque nella città di Strigonio (Esztergom). Alla nascita ebbe il nome di Vajk (la cui radice, di origine turca, in ungherese riconduce al significato di burro, quindi ricco), ma all'età di 10 anni, gli venne imposto un nuovo nome cristiano, Stefano (in onore del protomartire santo Stefano, patrono della chiesa di Passavia), al momento del battesimo, prerequisito per l'accettazione della corona giunta da Roma per il tramite di Adalberto di Praga.
Intorno al 995 sposò Gisella di Baviera, figlia di Enrico II il litigioso e di Gisella di Borgogna. Stefano e Gisella ebbero almeno tre figli: due maschi, Imre (poi canonizzato come sant'Emerico) e Otto e una femmina, Edvige. Stefano sopravvisse a tutti i suoi figli.
Tra il 995 e il 997, Stefano (che si faceva ancora chiamare "Vajk") fu principe di Nitra (nell'odierna Slovacchia).
Stefano riuscì ad imporre la propria supremazia su tutti gli altri nobili magiari, primo fra tutti suo zio Koppány, potente guerriero e secondo la tradizione erede legittimo di Géza, che era rimasto pagano. La vittoria di Stefano su Koppány fu possibile anche grazie ai rinforzi dati dai Germani. In quell'occasione Stefano, solitamente mite, mostrò la sua ferocia, facendo squartare lo zio sconfitto.[2] Stefano divenne principe degli Ungheresi in Transdanubia nel 997, alla morte del padre e riuscì a portare a compimento l'unificazione, sotto di sé, di praticamente tutte le tribù ungheresi nel 1006. La tradizione ungherese vuole che Stefano sia stato elevato al rango di re il 20 agosto 1000. Per l'occasione papa Silvestro II inviò a Stefano una magnifica corona d'oro e pietre preziose, accompagnandola con la croce apostolica e una lettera di benedizione, riconoscendo così ufficialmente Stefano come il re cristiano d'Ungheria. L'incoronazione ebbe luogo il 1º gennaio 1001, (altre fonti datano l'evento al Natale del 1000). L'ascesa al rango reale furono anche favoriti dall'imperatore Ottone III del Sacro Romano Impero nel suo disegno di costituzione di un grande impero cristiano.
Stefano avrebbe voluto abdicare per ritirarsi ad una vita di contemplazione spirituale affidando il regno nelle mani dell'unico figlio ancora vivente, Imre, tuttavia nel 1031 questi venne ferito a morte in un incidente di caccia. Dall'elogio funebre per il figlio:
« | Per un imperscrutabile disegno divino la morte lo ha preso, così che la malvagità non possa corromperne l'anima e che ingannevoli pensieri non possano deviarne la mente - come il Libro della Sapienza insegna per le morti premature. » | |
(Stefano I d'Ungheria)
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Portò il lutto per la morte del figlio Imre (che era il principe ereditario e, per quanto si sa, l'unico dei tre figli ad aver raggiunto l'età adulta) per moltissimo tempo, il che finì per influire negativamente sulla salute di Stefano. Quando si riprese, non riuscì più a tornare al precedente vigore. Senza più figli, non gli riuscì neppure di trovare tra i suoi consanguinei qualcuno che fosse contemporaneamente in grado di governare con capacità il paese e desideroso di preservare la fede cristiana nel regno. Senza aver scelto un erede, Stefano morì ad Albareale (Székesfehérvár) (una città da lui fondata nell'Ungheria centrale) nel giorno della festa dell'Assunta e là fu sepolto.
Non essendovi discendenti diretti a reclamare il trono alla sua morte, avvenuta nel 1038, il nipote Pietro Orseolo (suo erede nominato, figlio di Maria, sorella di Stefano e del doge di Venezia Ottone) e il cognato Samuele Aba (marito della sorella minore di Stefano) si contesero la corona. Seguirono nove anni di instabilità finché il cugino di Stefano, Andrea I venne incoronato re d'Ungheria nel 1047.
Culto
Canonizzazione
Poco dopo la morte di Stefano, iniziarono le segnalazioni di miracoli di guarigione che sarebbero accaduti nei pressi della sua tomba. Stefano venne canonizzato da papa Gregorio VII nel 1083 come santo Stefano d'Ungheria. I cristiani lo venerano come santo patrono d'Ungheria, dei re, dei morti prematuri, dei lavoratori edili, degli scalpellini e dei muratori. La sua festa liturgica ricorre il 20 agosto, giorno in cui le sue spoglie furono trasferite a Buda, ma anche il giorno in cui sarebbe stato eletto re. Questo giorno in Ungheria è festa nazionale.
Nel 2000 Stefano è stato canonizzato anche dalla Chiesa ortodossa, primo nuovo santo ad essere dichiarato tale da Cattolici e Ortodossi dopo lo scisma delle due chiese.
Reliquie
La principale reliquia è la mano destra (o, per i devoti, "la sacra destra") che viene portata in processione in occasione della festa del 20 agosto. La storia della mano destra ebbe inizio quando un monaco la trafugò nel proprio monastero, dopo averla amputata e sottratta dalla tomba di pietra in cui le spoglie del re erano state trasferite per maggiore sicurezza durante il periodo di rivolte seguito alla sua morte. Durante il periodo di dominazione turca si persero le tracce della mano. Secoli dopo venne ritrovata nella città dalmata di Ragusa e poté tornare in Ungheria grazie all'imperatrice Maria Teresa che la affidò ad un convento. In seguito fu traslata nella basilica di Santo Stefano a Budapest, dove ancora oggi è custodita.
Frammenti ossei sono custoditi in numerose chiese ungheresi.
Chiese dedicate al santo
Chiese cattedrali
Chiese parrocchiali
- Padova, Veneto, Italia: Chiesa parrocchiale di S. Stefano d'Ungheria (Via Ciamician)
- Pustiana, Pârjol, Moldavia, Romania: Chiesa parrocchiale di S. Stefano d'Ungheria
- Skorenovac, Vojvodina, Serbia: Chiesa parrocchiale di S. Stefano d'Ungheria
Altri luoghi di culto
- Roma, Italia, Santo Stefano Rotondo, Celio, Cappella di Santo Stefano d'Ungheria
- Città del Vaticano, Catacombe di San Pietro, Cappella Ungherese: Statua di Santo Stefano
- Città del Vaticano, Sacrestia Nuova, resti della Chiesa di Santo Stefano d'Ungheria, distrutta nel XVIII secolo
- Città del Vaticano, Santo Stefano degli Abissini Chiesa cattolica di rito alessandrino copto
Successione delle cariche
Predecessore: | Capo degli Ungari | Successore: | |
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Géza | 997-1001 | sé stesso come Re |
Predecessore: | Re d'Ungheria | Successore: | |
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- | 1001-1038 | Pietro Orseolo |
Note | |
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Voci correlate | |
- Santi e beati del martirologio del 16 agosto
- Santi e beati del martirologio del 15 agosto
- Laici ungheresi
- Laici per nome
- Santi canonizzati nel 1083
- Santi canonizzati da Gregorio VII
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- Santi dell'XI secolo
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