Santa Giovanna de Lestonnac
Santa Giovanna de Lestonnac, O.D.N. Religiosa | |
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al secolo Jeanne | |
Santa | |
Età alla morte | 83 anni |
Nascita | Bordeaux 27 dicembre 1556 |
Morte | 2 febbraio 1640 |
Professione religiosa | 1º maggio 1608 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerata da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 1900, da Leone XIII |
Canonizzazione | 15 maggio 1949, da Pio XII |
Ricorrenza | 2 febbraio |
Nel Martirologio Romano, 2 febbraio, n. 8:
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Santa Giovanna de Lestonnac, al secolo Jeanne (Bordeaux, 27 dicembre 1556; † 2 febbraio 1640) è stata una religiosa e fondatrice francese dell'Ordine della Compagnia di Maria Nostra Signora.
Biografia
Nacque a Bordeaux il 27 dicembre 1556 da Richard de Lestonnac, cattolico e consigliere del parlamento di Parigi e Jeanne Eyquem de Montaigne, di fede ugonotta che era sorella del filosofo inventore dell'introspezione Michel Eyquem de Montaigne.
I contrasti sulla fede, che stanno sconvolgendo la Francia, sono assai vivaci anche in casa Lestonnac e rendono difficile la convivenza e contrastate le decisioni. Jeanne viene battezzata da un sacerdote cattolico con il nome della madre e la madre la affidò a precettori di fede protestante.
Nell'adolescenza Jeanne si avvicinò all'appena sorto Ordine dei Gesuiti. Pare, a un certo punto, che volesse farsi monaca, ma nel 1573 si sposò con Gastone, barone di Montferrant e di Landiras, che il padre le aveva proposto, da cui ebbe 7 figli. Alla morte del marito 1597 sentì più vivo il desiderio di adoperarsi per l'educazione della gioventù. Per sei anni visse nel ritiro e nella preghiera, interrotta soltanto dalle visite ai poveri, ai malati e ai prigionieri. Con i figlio ormai grandi, chiese e ottenne di entrare nel 1603 tra le Fogliantine di Tolosa. Ma problemi di salute non gli permisero di terminare il noviziato non riuscendo a sopportare l'austerità della regola e ritornò in famiglia.
Nel 1604 a Bordeaux scoppiò la peste. Giovanna si prodigò nell'assistenza ai contagiati aiutata da alcune donne che poi rimasero con lei per tutta la vita. In quel fatto scorse un primo avvio concreto all'attuazione del suo disegno, ma la spinta definitiva le venne dal padre gesuita Giovanni de Bordes (1559-1620) il quale aveva notato con rammarico come gli ugonotti erano molto più attenti all'istruzione delle fanciulle. Concepì allora l'idea di istituire un Ordine femminile sullo stampo della Compagnia di Gesù. Durante la celebrazione di una Messa, gli apparve san Pietro, accompagnato da san Giovanni, chi gli indicarono la signora de Lestonnac inginocchiata all'estremità della balaustra, come la persona designata da Dio per quell'opera.
Giovanna cominciò a radunare periodicamente in casa sua le volenterose signorine, alle quali se ne aggiunsero altre dirette dal padre de Bordes, che spiegava loro le regole e la spiritualità di sant'Ignazio. Il gesuita redasse una regola per il nuovo ordine che fu presentata a Paolo V. Il Papa approvò la nuova famiglia religiosa e il suo fine specifico nel 1607, ma non nella progettata forma di un Ordine nuovo, alle dipendenze di una Madre generale, parallelo a quello dei Gesuiti. I tempi non erano ancora maturi per simili ardite innovazioni nella vita dei conventi femminili. Permise perciò la fondazione di una sola casa alle dipendenze dell' arcivescovo di Bordeaux, da aggregarsi a un Ordine. Il cardinale Francesco Escobleau de Sourdis, arcivescovo della diocesi, avrebbe preferito che la santa fondasse la sua famiglia religiosa con le Orsoline da lui istituite nel 1606, ma la Compagnia delle Figlie di Nostra Signora, fu affiliata all'Ordine di San Benedetto, educatore dell'Europa e nel 1609 sotto la guida di padre de Bordes aprì le scuole modellate su quelle protestanti. Per volontà della fondatrice ogni anno le alunne si consacravano alla Vergine, nella ricorrenza liturgica della sua presentazione al tempio.
Madre de Lestonnac fu sempre attenta alle necessità spirituali delle sue figlie e dell'osservanza delle regole. Diceva:
« | E meglio usare un po' di severità verso le persone singole, anziché nuocere al bene comune per troppa condiscendenza » |
In genere, però, le esortava dolcemente alla virtù, le consolava nelle prove della vita, le serviva se malate e le istruiva con saggi ammaestramenti:
« | Coraggio, figlie mie più saremo morte al mondo e più saremo atte alla salvezza delle anime. La presenza di Dio è come una scorciatoia della perfezione... Io l'ho così continua, che qualunque cosa faccia, tengo incessantemente Dio dinanzi agli occhi » |
Non stupisce perciò che una religiosa l'abbia vista inginocchiata in preghiera nella sua cella davanti a una statua della Vergine, mentre una colomba agitava leggermente le ali sopra il suo capo.
Prima di morire la santa volle bruciare gli scritti contenenti gli intimi segreti del suo animo, ma i buoni esempi da lei dati non si cancellarono più dagli occhi delle sue figlie. Era sempre la prima al coro e al refettorio, quando bisognava praticare le solite penitenze. In memoria della Passione del Signore, di cui era molto devota, ogni venerdì scendeva in cucina per lavare i piatti e ogni sabato serviva al secondo turno di mensa riservato alle sorelle coadiutrici. Praticò con vero rigore la povertà. Il giorno della settimana riservato alla Comunione, secondo l'uso del tempo, faceva una sola refezione; il venerdì si contentava di pane e acqua e durante la Quaresima di cibi non conditi. Dopo la morte fu trovata coperta di strumenti di penitenza.
Madre de Lestonnac prima di morire ebbe la gioia di vedere fondate trenta case con scuole annesse, semenzaio di numerose vocazioni. Pur essendo tra loro indipendenti, per ogni importante questione le superiore a le che chiamavano "Madre Prima".
Il 24 marzo 1622, dopo quattordici anni di governo della casa di Bordeaux, la fondatrice era stata improvvisamente sostituita. Madre Bianca Hervé, una delle prime professe dell'Ordine, che fu messa da parte a causa del suo poco fervore, per vendicarsi con la complicità di uno dei confessori, fece credere al cardinale de Sourdis che Madre de Lestonnac voleva sottrarre il monastero alla sua giurisdizione per non dipendere che dal Papa e quindi essere libera di costruire nuove case dove meglio le piacesse. Fu quindi eletta nuova superiora Madre Hervé che prese a umiliare la santa senza pietà, la costrinse a vivere ai margini della comunità senza avere contatti con le consorelle. Giovanna, fu sempre fedele agli ordini della nuova superiora, limitarsi a comunicare con le sue figlie col muovere degli occhi e con cenni del capo.
In seguito il cardinale, ebbe sentore di problemi all'interno della comunità causati dalla nuova superiora e fece chiedere dal confessore alla fondatrice una relazione sullo stato della Comunità. La santa indicò candidamente gli abusi che bisognava togliere, ma il confessore, raggirato, invece di consegnare lo scritto al cardinale, lo consegnò alla superiora la quale, giunse a dire in faccia alla fondatrice:
« | Alla fin fine otterremo un Breve da Roma per strapparvi cotesto velo, che ancora portate e tornerete così a dare il becchime alle galline, a Landiras » |
Per altri tre anni Giovanna dovette sopportare le angherie della superiora, con in più la preoccupazione per le due figlie novizie nel conveto, Maddalena e Marta, impotenti a recarle conforto e confuse.
Nel 1626 Madre de Lestonnac andò a fondare il monastero di Pau, dove rimase fino al 1634, esercitando un benefico influsso sulle signore calviniste che accorrevano a visitarla, attratte dal suo fascino. Fu poi richiamata a Bordeaux, dove occorreva rianimare il fervore sopito e dare l'ultimo ritocco alle regole, preparate da padre de Bordes e stampate nel 1638.
In quel cenobio morì il 2 febbraio 1640, all'età di 84 anni, il suo istituto contava già 30 case.
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