Santuario della Madonna dell'Archetto (Roma)

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1leftarrow.png Voce principale: Chiese di Roma.
Santuario della Madonna dell'Archetto
Trevi - madonna dell'archetto 1190438.jpg
Roma, Santuario della Madonna dell'Archetto (interno)
Altre denominazioni Chiesa della Madonna dell'Archetto, Chiesa di Santa Maria Causa Nostrae Laetitiae
Stato bandiera Italia
Regione bandiera Lazio
Regione ecclesiastica
Regione ecclesiastica Lazio
Provincia Roma
Comune Stemma Roma
Diocesi Roma
Religione Cattolica
Indirizzo Via San Marcello, 41
00187 Roma (RM)
Proprietà Primaria Società Cattolica Promotrice di buone Opere
Oggetto tipo Chiesa
Oggetto qualificazione Santuario
Dedicazione Madonna
Fondatore marchese Alessandro Muti Savorelli Papazzurri e la moglie Caterina Vespignani
Architetto Virginio Vespignani
Stile architettonico Neorinascimentale
Inizio della costruzione 1851
Completamento 1859
Data di inaugurazione 31 maggio 1859
Strutture preesistenti vicolo
Coordinate geografiche
41°53′56″N 12°28′57″E / 41.898962, 12.482486 Stemma Roma
Mappa di localizzazione New: Roma
Santuario della Madonna dell'Archetto
Santuario della Madonna dell'Archetto
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Giovanni in Laterano
Basilica di S. Giovanni in Laterano

Il Santuario della Madonna dell'Archetto, detta anche Chiesa di Santa Maria Causa Nostrae Laetitiae, è un edificio di culto di Roma, situato nel centro storico della città, nel rione Trevi: è il più piccolo santuario mariano dell'Urbe.

Storia

Origini ed eventi miracolosi

In un angusto e buio vicolo che metteva in comunicazione la piazza della Pilotta con via di San Marcello con era ubicato un piccolo dipinto raffigurante:

Nel 1696 la Madonna mosse gli occhi e questo evento miracoloso indusse la proprietaria a farla collocare sotto l'archetto del vicolo per esporla alla pubblica devozione. Là rimase fino al 1751, anno della prima edificazione dell'edicola e della posa in opera di due cancelli, ciascuno sullo sbocco del vicolo, per proteggere gli ex-voto, anche preziosi, che oramai si erano accumulati, a seguito del costante afflusso dei fedeli e dei molti prodigi attribuiti. L'icona è da allora conosciuta come Maria Santissima Causa Nostrae Laetitiae.

Dalla fondazione della chiesa ad oggi

Il 9 luglio 1796, il miracolo si verificò nuovamente alla presenza di molti testimoni, durante il quale la figura di Maria Vergine mosse gli occhi e pianse a causa dell'invasione francese nello Stato Pontificio. Tale evento straordinario fu riconosciuto come autentico dopo un rigoroso processo apostolico, pertanto nel 1851 avvenne la trasformazione completa del luogo: il vicolo fu chiuso e ridotto a cappella per volere del marchese Alessandro Muti Savorelli Papazzurri (1791-1864) e della moglie Caterina Vespignani, proprietari dell'adiacente palazzo - oggi Balestra - che incaricarono l'architetto Virginio Vespignani (1808-1882) di costruire il piccolo edificio, splendido esempio di arte neo-rinascimentale a Roma. La solenne inaugurazione avvenne il 31 maggio 1859.

La piccola chiesa venne affidata alla cura della Compagnia di Gesù che la officiò fino al 1870.

Dopo un lungo periodo di totale abbandono, nel 1918, la Primaria Società Cattolica Promotrice di buone Opere, fondata dal cardinale Domenico Maria Jacobini (1837-1900) e approvata da papa Pio IX (1792-1878), assunse la custodia della chiesa che qui ha ancora oggi la sua sede.

L'immagine, molto venerata dal popolo romano, fu incoronata dal Capitolo Vaticano il 1º novembre 1946.

La chiesa, tra il 2014 e il 2015, è stata oggetto di un complessivo restauro condotto dagli allievi del "Corso di restauro del dipinto" della Scuola delle Arti Ornamentali del Campidoglio, sotto la direzione della Soprintendenza per il Patrimonio storico artistico ed antropologico di Roma.

La chiesa attualmente è luogo sussidiario di culto della parrocchia di Santi Dodici Apostoli.

Descrizione

Esterno

La piccola chiesa apre, nel vicolo, un ingresso ad arco, affiancato da pilastri che sorreggono la trabeazione dorica con un'iscrizione, dettata dall'archeologo gesuita Giuseppe Marchi (1795-1860), nella quale si legge:

« MARIAE DOMINAE NOSTRAE / ALEXANDER MVTIVS DE PAPPACIVRRIS MARCH[esus] / ANTEA SAVORELLIVS COMES / CELLVLA AMPLIATA THOLO SVPEREXTRVCTO / A FVND[amentis] REFECIT EXORNAVIT / AN[no] A[ctionis] P[artus] V[irginis] MDCCCLI »

Interno

L'interno, a navata unica coperta da volta a botte, presenta il presbiterio sormontato da una cupola riccamente decorata con dipinti murali ad affresco, eseguiti da Costantino Brumidi (1805-1880),[1] raffiguranti:

All'interno, si notano:

Galleria fotografica

Note
  1. Costantino Brumidi è un pittore italiano naturalizzato statunitense, poco noto in Italia, ma divenuto celebre negli Stati Uniti per avere realizzato il dipinto murale ad encausto che decora l'interno della cupola del Campidoglio di Washington raffigurante l'Apoteosi di George Washington (1865); è ritenuto essere uno dei più importanti artisti americani della sua epoca.
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 4 aprile 2021 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.