Sede titolare di Selimbria

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  • Parametro: vescovo

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Sede titolare di Selimbria
Sede vescovile titolare
Archidioecesis Selymbriana
Patriarcato di Costantinopoli
Vescovo titolare: sede vacante
Istituita: XIII secolo
Stato Turchia
Località: Selimbria
Diocesi soppressa di Selimbria
Eretta: ?
Soppressa: ?
Coordinate geografiche
41°04′35″N 28°15′30″E / 41.076389, 28.258333 bandiera Turchia
Mappa di localizzazione New: Turchia
Selimbria
Selimbria
Istambul
Istambul
Collegamenti esterni
Dati online ( ch)
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Tutte le sedi titolari

La Sede titolare di Selimbria (latino Archidioecesis Selymbriana) è un'arcidiocesi soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Storia

Selimbria, corrispondente all'odierna città turca di Silivri, fu sede arcivescovile autocefala della provincia romana di Europa nella diocesi civile di Tracia e nel patriarcato di Costantinopoli.

Era arcidiocesi autocefala già nel VII secolo, menzionata al 19º posto su 34 nella Notitia Episcopatuum dello pseudo-Epifanio, composta durante il regno dell'imperatore Eraclio I (circa 640).[1] Nella successiva Notitia, attribuita all'imperatore Leone VI (inizio X secolo), occupa l'11º posto fra le arcidiocesi autocefale del patriarcato.[2] Nel XIV secolo l'arcidiocesi greco-ortodossa è elevata al rango di sede metropolitana senza suffraganee, situazione che si mantenne fino alla prima guerra mondiale, quando Selimbria venne soppressa in seguito agli accordi del trattato di Losanna del 1923, che impose obbligatoriamente lo scambio delle popolazioni tra Grecia e Turchia.[3]

Diversi sono i vescovi noti di Selimbria nel primo millennio cristiano. Secondo lo storico Socrate Scolastico, nella sua Historia ecclesiastica,[4] il vescovo Teosebio sarebbe stato trasferito da "Apamea di Asia" a Selimbria; Le Quien identifica Apamea di Asia con la sede di Apamea di Bitinia nella diocesi civile del Ponto, Destephen invece con quella di Apamea di Pisidia nella diocesi civile di Asia.[5]

Romano è documentato in due occasioni: intervenne al Concilio di Costantinopoli (448) convocato a Costantinopoli dal patriarca Flaviano per condannare Eutiche e prese parte al concilio di Calcedonia nel 451. Sergio partecipò al terzo concilio di Costantinopoli nel 680. Giorgio era presente al Concilio di Costantinopoli (692). Epifanio visse all'epoca delle lotte iconoclaste. Simeone infine partecipò al Concilio di Costantinopoli dell'879-880 che riabilitò il patriarca Fozio di Costantinopoli. La sigillografia ha restituito il nome del vescovo Giacomo, il cui sigillo è datato agli inizi del X secolo.[6]

Durante la quarta crociata la città fu conquistata dai Crociati e per un breve periodo fu sede di una diocesi latina, presumibilmente fino alla riconquista bizantina di Selimbria nel gennaio 1260. Dei vescovi di questa sede non si conosce alcun nome; solo si sa della loro esistenza dagli epistolari dei papi dell'epoca, in particolare Innocenzo III e Onorio III.

Dalla fine del XIII secolo Selimbria è annoverata tra le sedi arcivescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 16 luglio 1987.

Cronotassi

Vescovi greci

  • Teosebio † (prima del 434)
  • Romano † (prima del 448 - dopo il 451)
  • Sergio † (menzionato nel 680)
  • Giorgio † (menzionato nel 692)
  • Epifanio †
  • Simeone † (menzionato nell'879)
  • Giacomo † (X secolo)

Arcivescovi titolari

Note

  1. (ELFR) Jean Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae. Texte critique, introduction et notes, Paris, 1981, p. 206, nº 57.
  2. (ELFR) Jean Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae…, p. 273, nº 62.
  3. (FR) Raymond Janin, La hiérarchie ecclésiastique dans le diocèse de Thrace, in Revue des études byzantines, tomo 17, 1959, pp. 148-149.
  4. (EN) Libro VII, 36.
  5. (FR) Sylvain Destephen, Prosopographie chrétienne du Bas-Empire 3. Prosopographie du diocèse d'Asie (325-641), Paris, 2008, p. 921.
  6. Vitalien Laurent, Le corpus des sceaux de l'empire Byzantin, vol. V/1, Paris, 1963, nº 831.
  7. Vescovo ausiliare di Worms.

Bibliografia

Collegamenti esterni