Diocesi di Lleida

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Diocesi di Lleida
Dioecesis Ilerdensis
Chiesa latina
Lleida-19-1 catedral nova.jpg
vescovo Salvador Giménez Valls
Sede Lleida
Suffraganea
dell'arcidiocesi di Tarragona
Escudo de la Diócesis de Lleida.svg
Stemma
Diócesis de Lleida.svg
Mappa della diocesi
Nazione bandiera Spagna
Vescovi emeriti: Juan Piris Frígola
Parrocchie 125
Sacerdoti 92 di cui 77 secolari e 15 regolari
1.956 battezzati per sacerdote
25 religiosi 137 religiose 7 diaconi
230.140 abitanti in 2.977 km²
180.000 battezzati (78,2% del totale)
Eretta V secolo
Rito romano
Indirizzo
Apartado 29, Calle del Bisbe 1, 25002 Lleida, España
Collegamenti esterni
Sito ufficiale
Dati online 2020 (gc ch)
Collegamenti interni
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La diocesi di Lleida (in latino: Dioecesis Ilerdensis) è una sede della Chiesa cattolica in Spagna suffraganea dell'arcidiocesi di Tarragona. Nel 2019 contava 180.000 battezzati su 230.140 abitanti. È retta dal vescovo Salvador Giménez Valls.

Il santo patrono della diocesi è San Giovanni Battista.

Territorio

La diocesi occupa una striscia di territorio situata nella parte occidentale della provincia di Lleida, nella Spagna nord-orientale. Lleida è una delle quattro province della comunità autonoma della Catalogna. La diocesi fa parte della provincia ecclesiastica di Tarragona.

Sede vescovile è la città di Lleida, dove si trovano la cattedrale dell'Assunzione di Maria Vergine e l'ex cattedrale di Santa Maria.

Il territorio si estende su 2.977 km² ed è suddiviso in 6 arcipresbiterati e in 125 parrocchie.

Arcipresbiterati

  • Basso Segre, con 17 parrocchie.
  • Baix Urgell - Les Garrigues, con 25 parrocchie.
  • Gardeny, con 9 parrocchie.
  • Periferia di Lleida, con 5 parrocchie.
  • Segrià - La Noguera - La Ribagorça, con 59 parrocchie.
  • Seu Vella (di Lleida), con 10 parrocchie.

Storia

I resti di una necropoli paleocristiana apparsa a Lleida nel 1927 e quelli di una basilica della fine del IV secolo certificano l'esistenza di una chiesa paleocristiana nella Valle del Segre, base della primitiva diocesi (Ilerdensis). Sant'Isidoro di Siviglia cita Petrus Ilerdensis, vescovo della fine del V secolo e uno dei creatori della liturgia mozarabica.

La diocesi è attestata per la prima volta con il vescovo Sagizio agli inizi del V secolo. La serie episcopale è documentata soprattutto in epoca visigota, per la presenza dei prelati ai concili nazionali di Toledo e provinciali come quello di Tarragona del 516. La diocesi apparteneva alla provincia Tarraconensis ed era suffraganea dell'arcidiocesi di Tarragona.

Nel 524 si svolse a Lérida, nella chiesa di Sant'Eulalia, un concilio provinciale, convocato da Sergio, metropolita di Tarragona, e al quale presero parte, oltre a Februario di Lérida, Giusto di Urgell, Carenzio di Ampuria, Giovanni di Saragozza, Paterno di Barcellona, Maurilio di Tortosa, Tauro di Egara e il prete Estafilio, in rappresentanza del vescovo di Gerona.

Con l'invasione araba della Spagna, s'interrompe la serie episcopale di Lérida. Il vescovado si estingue, mentre sulle montagne della contea di Ribagorza sorse una nuova diocesi a Roda de Isábena oggi sede titolare. I suoi vescovi sono considerati successori degli antichi Ilerdenses. Il 30 ottobre 1149 Lérida fu liberata da Raimondo Berengario IV di Barcellona. I vescovi di Roda, che da cinquant'anni avevano posto la loro sede a Barbastro, si trasferirono a Lérida, dove la preesistente moschea cittadina fu trasformata nella nuova cattedrale.

Il territorio della diocesi era suddiviso tra Aragona e Catalogna, e comprendeva l'intero territorio della diocesi di Roda più i nuovi territori conquistati. Nel 1203 papa Innocenzo III pose fine ad una secolare disputa territoriale tra i vescovi di Huesca e quelli di Roda prima e di Lérida poi, decidendo il passaggio di Barbastro e del suo territorio alla diocesi di Huesca.[1] La regione orientale dell'Aragona, compresa la città di Roda, rimase unita alla sede di Lérida.

Nel 1203 si iniziò la costruzione della cattedrale chiamata oggi Seu Vella, che fu consacrata il 31 ottobre 1278.[2]

Lérida fu sede di diversi concili provinciali nel corso del Medioevo. Si conoscono quelli del 1155, 1173, 1191, 1229, 1237, 1246, 1257, 1293, 1294, 1418 e 1460.[3]

Nel 1168 il vescovo Guillermo Pérez de Ravitats emanò il decreto Ordinatio ecclesiae Ilerdensis[4], con il quale fu disciplinato il numero delle parrocchie e furono emanati gli statuti del capitolo della cattedrale. Risale al 1248 il primo sinodo diocesano noto.[5]

L'elezione dei vescovi era fatta dai capitoli della cattedrale di Lérida e dell'ex cattedrale di Roda. Nel 1244 una Ordinatio super electionem episcoporum regolamentò le modalità di intervento dei due capitoli.[6] I vescovi furono scelti dai due capitoli fino al 1349.[5]

Territori delle diocesi di Catalogna XVI secolo

Nel 1571 cedette una porzione di territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Barbastro.[7]

Nel 1633 papa Urbano VIII stabilì a Monzón, in territorio aragonese, un vicariato diocesano generale, che rimase attivo fino alla sua soppressione nel 1860.[8]

Nel 1707 la cattedrale fu confiscata e trasformata in una caserma. Anche il palazzo vescovile fu demolito per esigenze urbanistiche, e i vescovi, per 30 anni circa, si trasferirono a Monzón. La diocesi rimase priva di cattedrale fino al 28 maggio 1781, giorno in cui fu consacrata la cattedrale nuova di Lleida.[9]

Nel 1722 il vescovo Francisco Olaso Hipenza fondò il seminario vescovile, trasferito nell'ex casa dei gesuiti nel 1773.[8]

La guerra civile spagnola, oltre a ingenti danni materiali (furono incendiate la cattedrale, il palazzo vescovile e numerose chiese), causò la morte del vescovo Salvio Huix Miralpeix e di oltre 270 religiosi; e il clero fu ridotto di due terzi.[8]

Il 31 ottobre 1992 ha assunto ufficialmente la denominazione in lingua catalana di diocesi di Lleida.

Il 15 giugno 1995 e il 15 giugno 1998 ha ceduto la parte aragonese del suo territorio alla diocesi di Barbastro, contestualmente rinominata diocesi di Barbastro-Monzón.

Cronotassi dei vescovi

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche

La diocesi nel 2019 su una popolazione di 230.140 persone contava 180.000 battezzati, corrispondenti al 78,2% del totale.

Note
  1. Bolla Ne lites amicabili concordia, Patrologia latina, vol. CCXV, coll. 70-77.
  2. Aubert-Zaragoza, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XXXI, col. 890.
  3. Aubert-Zaragoza, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XXXI, coll. 903-906.
  4. Testo del decreto in: España Sagrada, tomo XLVII, pp. 256-261.
  5. 5,0 5,1 Aubert-Zaragoza, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XXXI, col. 897.
  6. Testo del decreto in: España Sagrada, tomo XLVII, pp. 268-269.
  7. Lambert, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. VI, coll. 607.
  8. 8,0 8,1 8,2 Aubert-Zaragoza, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XXXI, col. 898.
  9. Aubert-Zaragoza, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XXXI, coll. 891-892.
  10. Fabian D. Zuk, De episcopis Hispaniarum: agents of continuity in the long fifth century, Montreal, 2015, p. 177.
  11. Di questo vescovo parla Isidoro di Siviglia, non altrimenti documentato dalle fonti storiche coeve (Gams).
  12. Sia la Colecciόn Canόnica Hispana che la Colecciόn de Novara indicano Orontius come vescovo di Illiberi, benché questo nome non appaia nella lista dei vescovi di Illiberi riportata dal Codice Emilianense (fine X secolo). Per questo motivo alcuni autori pensano ad un errore nella trasmissione testuale, per cui Orontius sarebbe vescovo di Lleida (sede Ilerdensis) invece di Illiberi (sede Illiberensis). Josep Vilella, Los concilios eclesiásticos hispanos del período visigodo-arriano: análisis histόrico-prosopográfico, Medieval Prosopography 25 (2008), p. 33. Hefele, Histoire des conciles d'après les documents originaux, II/2, Paris, 1908, p. 1027.
  13. J. Vilella, Los concilios ecclesiásticos hispanos del período visigodo-arriano, p. 7.
  14. J. Vilella, Los concilios ecclesiásticos hispanos del período visigodo-arriano, p. 14.
  15. Un vescovo di nome Gomarello, la cui sede episcopale non è indicata dalle fonti coeve, fu rappresentato dal diacono Fruttuoso al concilio provinciale della Terraconense, celebrato a Egara nel 614. Secondo gli autori di España Sagrada (vol. XLVI, pp. 104-106), il diacono Fruttuoso potrebbe essere il vescovo successore di Gomarelo sulla sede di Lérida. La stessa ipotesi, benché non vi sia certezza assoluta, è ammessa da Luis García Moreno, Prosopografía del reino visigodo de Toledo, Universidad de Salamanca, 1974, p. 221.
  16. Secondo España Sagrada (vol. XLVI, pp. 107-108), al concilio di Toledo del 653 il diacono Soterico sottoscrisse gli atti al posto del vescovo Gaudoleno di Lerida, assente. Questo vescovo è ignoto allo studio prosopografico di Luis García Moreno (Prosopografía del reino visigodo de Toledo, Universidad de Salamanca, 1974).
  17. García Moreno, Prosopografía del reino visigodo de Toledo, p. 217.
  18. Vescovo venerato nella Ribagorza, dove, secondo la tradizione storica, si sarebbero rifugiati i vescovi di Lérida durante l’occupazione araba, e per questo motivo inserito nella cronotassi della diocesi di Lérida. Gli autori di España Sagrada (vol. XLVI, pp. 112-114) e Gams (p. 43) lo escludono dalle serie episcopale di questa diocesi.
  19. Giacomo, episcopus Lericensis, consacrò nell'842 la chiesa di San Julián nell’alta Aragona; in forza della tradizione storica, secondo la quale i vescovi di Lérida, durante l'occupazione araba, si sarebbero rifugiati in Aragona, Giacomo è assegnato alla diocesi di Lérida (España Sagrada, vol. XLVI, pp. 116 e seguenti). Secondo Gams (p. 43) non è certo che fosse un episcopus Ilerdensis.
  20. Contestualmente nominato vescovo titolare di Corico.
  21. Nominato vescovo titolare di Castel Minore.
  22. Durante la successiva sede vacante fu amministratore apostolico Javier Salinas Viñals, vescovo di Tortosa.
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni