Sedia gestatoria
La sedia gestatoria è il trono mobile sul quale il Papa veniva portato a spalla, in occasione di alcune cerimonie solenni, per poter essere visto più facilmente dalla folla dei fedeli.
Descrizione
La sedia gestatoria è una grande poltrona, con schienale e braccioli, ricoperta di velluto crimisi riccamente decorata con ricami e frange d'oro, fissata ad una base processionale, munita di due anelli in metallo dorato per ogni lato, attraverso i quali venivano infilate le lunghe stanghe di sostegno, rimovibili, che permettevano a dodici dignitari, detti sediari pontifici,[1] di alzarla e poterla trasportare sulle loro spalle. Erano in uso diverse sedie gestatorie, anche di dimensioni minori, utilizzate per le celebrazioni meno solenni e sorrette da soli otto sediari.
Questo trono era utilizzato soprattutto nelle cerimonie per l'incoronazione di un nuovo Papa e in generale in tutte le liturgie solenni nelle grandi basiliche, a cominciare da San Pietro a San Giovanni in Laterano, o di concistori pubblici.
L'uso della sedia gestatoria non è legato al fasto o all'esibizione del potere e della vanità, ma simboleggia più semplicemente:[2]
« | Il ministero dei Pastori Universali che si innalzavano sul gregge dei fedeli per poterli abbracciare tutti con lo sguardo, onde benedirli visibilmente. » |
Storia
Le origini della sedia gestatoria, così come quelle di altri troni a spalla, sono incerte e affondano nei secoli: la più antica rappresentazione di un sovrano portato in sedia gestatoria risale alla I dinastia egizia (2920 a.C. al 2770 a.C.) in occasione della celebrazione solenne di Heb-Sed, solennità rituale commemorativa del trentesimo anniversario del regno del faraone.
Secondo gli studiosi, la tradizione di portare in trionfo il pontefice appena eletto, fino alla sua chiesa, durante la cerimonia della presa di possesso della cattedra, risale (e può essere più direttamente confrontato) all'uso romano della curulis sella, sulla quale i consoli appena eletti venivano portati per le strade della città.[3] Già sant'Ennodio, vescovo di Pavia (473 ca. - 521), nella sua Apologia pro Synodo[4] fa menzione della Gestatoriam confessionis sellam Apostolicae, alludendo alla cattedra di San Pietro, attualmente conservata nell'abside della basilica omonima a Roma,[5] in legno decorato con formelle intarsiate in avorio, che ha anch'essa due anelli in ferro per ogni lato in modo da poter inserire le stanghe ed essere trasportata a spalla.
La sedia gestatoria era utilizzata soprattutto in occasione delle cerimonie solenni, quali l'incoronazione del nuovo Papa - a partire, probabilmente, dal V o VI secolo, fin a quando è andata in disuso nel 1978 - oltre alle entrate solenni in San Pietro, nelle Cappelle papali o nei concistori pubblici. Spesso era accompagnata dai flabelli su entrambi i lati, dal baldacchino, dai mazzieri e dai diversi componenti della corte pontificia.
Papa Paolo VI, nonostante avesse abolito molti costumi tradizionali in forza del motu proprio Pontificalis Domus del 28 marzo 1968, non ritenne di abbandonare l'uso della sedia gestatoria. Il suo successore Giovanni Paolo I, solo inizialmente decise di sospenderne l'uso, ma poi la ripristinò. È dal 1978, invece, a partire dal pontificato di Giovanni Paolo II, che è andata in disuso, anche se non è stata mai abolita ufficialmente. Infine, quest'ultimo papa la sostituita nella sua funzionalità con la cosiddetta papamobile, una speciale autovettura che permette una buona visibilità del pontefice ed ha il vantaggio di aumentarne la sicurezza.
Nell'arte
Fra le opere di maggior rilievo storico-artistico, che raffigurano la sedia gestatoria ricordiamo due celebri dipinti murali:
- Papa Pio II va ad Ancona per dare inizio affrettare alla Crociata (1503), affresco, di Pinturicchio, conservato presso la Libreria Piccolomini nel Duomo di Siena.
- Cacciata di Eliodoro dal tempio (1512 - 1514), affresco, di Raffaello Sanzio, conservato nell'Appartamento di Giulio II in Vaticano.
Galleria fotografica
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Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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