Settimana Santa a Ruvo di Puglia
Settimana Santa a Ruvo di Puglia | |
Processione dei Misteri | |
Riti della Settimana Santa Processione | |
Festa locale | |
Commemorazione celebrata | Passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo |
Stato | Italia |
Regione | Puglia |
Provincia | Bari |
Comune | Ruvo di Puglia |
Luogo specifico | Vie del centro storico, Chiesa di San Domenico, Chiesa di San Rocco, Chiesa del Carmine, Concattedrale di Santa Maria Assunta, Chiesa del Purgatorio |
Diocesi | Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi |
Periodo | Primavera |
Data mobile | Venerdì precedente la Domenica delle Palme - Domenica di Pasqua |
Data d'istituzione | XVII secolo |
Tradizioni religiose | Processioni, sacre rappresentazioni, celebrazioni liturgiche, musica sacra |
Informazioni | settimanasanta@ruvodipugliaweb.it |
Collegamenti esterni Sito web Sito ufficiale dell'Istituto Centrale per la DemoEtnoAntropologia (IDEA) | |
La Settimana Santa a Ruvo di Puglia (Bari) rievoca annualmente nella città pugliese, con processioni e sacre rappresentazioni, la passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo.
Descrizione
La Settimana Santa si articola in momenti celebrativi, devozionali e folcloristici, scanditi dalla tradizione:
Processione della Desolata
I riti della Settimana Santa ruvese, si aprono nel pomeriggio il Venerdì di Passione,[1] con la processione della Madonna desolata, organizzata dalla Confraternita della Purificazione Addolorata, con sede presso la Chiesa di San Domenico.
Le origini della processione risalgono al 1893 quando, con decisione assembleare, i confratelli istituiscono la Processione Penitenziale della Madonna desolata da tenersi il venerdì precedente la Domenica delle Palme, giorno tradizionalmente dedicato al culto dei Sette Dolori della Beata Vergine Maria.
La lunga serata della Madonna desolata alla ricerca del Figlio inizia nel primo pomeriggio del Venerdì di Passione quando un rullo di tamburo e un colpo di gran cassa echeggiano lungo il percorso prestabilito: è il segnale della chiamata a raccolta dei membri della Confraternita.
Nel tardo pomeriggio, quando il sole scalda e bacia la bianca pietra della facciata slanciata della Chiesa di San Domenico, il portone si schiude: è questo il segno che dà inizio alla processione. La processione è aperta dalla gran cassa che, con colpi gravi, annuncia per le vie e piazze il procedere del corteo. Seguono, disposte a coppie su due file parallele, le devote con ceri accesi e scapolari e, subito dopo, al seguito dello stendardo listato a lutto, le consorelle vestite con un abito (detto "l'abitino") nero sulla quale sono iscritte le iniziali M. D., acronimo di Mater Dolorosa. La croce penitenziale annuncia la sequenza dei confratelli disposti in ordine di anzianità, che indossano un camice bianco stretto alla vita da un cingolo azzurro e un copricapo detto la buffa, che un tempo era in uso presso le Misericordie per impedire, a chi riceveva un'opera di carità, di riconoscere il suo benefattore.
Alle ore 17.30 compare sulla soglia della Chiesa di San Domenico, venendo fuori dalla penombra e dondolando, tra nuvole d'incenso, la statua della Madonna vestita di nero e con un velo che la copre fino ai piedi, mentre la banda intona la marcia funebre "a piè fermo"
La statua della Madonna desolata, abbracciata e quasi accasciata intorno alla croce senza il Figlio, attraversa sino a tarda sera le strade della città, accompagnata da un gran numero di devoti e astanti. Il simulacro attraversa vicoli, stradine e corsi tra stuoli di gente silenziosa e tra lenzuola bianche appese ai balconi, a costante ricordo della passione di Gesù Cristo.
Processione degli Otto Santi
Alcune ore prima dell'alba del Giovedì Santo, prende avvio la processione della Deposizione o degli Otto Santi, organizzata dalla Confraternita di San Rocco, fondata nella metà del XVI secolo, la più antica delle istituzioni confraternali rubastine ancora attive.
L'uscita della processione è fissata alle 2.00 quando, una folla scomposta e vociante, si ammutolisce al momento dell'uscita del simulacro dalla Chiesa di San Rocco, accompagnato dalla triste marcia funebre Eterno dolore di Evaristo Pancaldi che squarcia il silenzio della notte e che dà inizio al lungo corteo che, sino alla mattina successiva (ore 9.00 circa), attraverserà il centro storico di Ruvo di Puglia.
Apre il corteo, lo stendardo accompagnato dalla gran cassa e dal rullare del tamburo, seguono le devote, le consorelle di Maria del Buon Consiglio, che indossano "l'abitino" di colore celeste con le iniziali della Beata Vergine Maria, la croce penitenziale che apre il gruppo dei confratelli, disposti in due file composte e con indosso un camice bianco, la mozzetta rossa e sul capo hanno la cosiddetta "buffa" bianca.
Il gruppo statuario è preceduto da alcuni bambini vestiti con gli abiti dei personaggi protagonisti della passione di Cristo. Chiude il corteo la banda che esegue le tradizionali marce funebri, composte per lo più da autori locali, quali Antonio ed Alessandro Amenduni.
Processione dei Misteri
Il fulcro della Settimana Santa rubastina è la processione dei Misteri, documenta sin dal XVII secolo, che si svolge nel pomeriggio del Venerdì Santo, ed è organizzata dall'Arciconfraternita del Carmine.
Il rito inizia alle 15.30 con il trasporto della statua di Gesù Cristo morto dalla Chiesa del Carmine alla Concattedrale di Santa Maria Assunta, dove si celebra la Liturgia della Passione. Alle 17.30 escono dalla Chiesa del Carmine anche gli altri Misteri (Gesù Cristo prega nell'orto di Gethsemani; Gesù Cristo alla colonna; Ecce Homo; Gesù Cristo portacroce; Gesù Cristo crocifisso; Madonna addolorata) e il Tempietto con il Legno della Vera Croce. Nella Piazza della Cattedrale avviene l'incontro con il simulacro di Gesù Cristo morto che proseguirà il percorso con tutte le altre statue.
La lunga processione è aperta da un confratello, che agita la traccola, da due musici che suonano la grancassa, accompagnata dal rullio del tamburo, e dallo stendardo processionale della confraternita; segue la croce penitenziale dietro alla quale camminano in doppia fila i confratelli con camice bianco, cingolo e mozzetta granata, ed infine i Misteri. Durante il corteo, il simulacro di Gesù Cristo portacroce è preceduto da bambini (detti crestudde) vestiti con una tunica rossa cinta da una corda, con in testa una corona di spine, che portano sulle spalle la croce, e seguito da uomini e donne che camminano a piedi nudi per devozione.
La processione rientra nella Chiesa del Carmine in tarda serata, dopo circa sette ore durante le quali ha attraversato le vie del centro storico, facendo rivivere, attraverso le statue, i momenti principali della Passione di Cristo.
Sino alla prima metà XX secolo, la processione era composta da tredici statue, come attestato nelle carte custodite dal sodalizio, e vedeva la partecipazione di tutte le confraternite cittadine. Col passare del tempo, la processione ha subito un radicale ridimensionamento riducendo il numero a soli quatto simulacri (Gesù Cristo portacroce, Gesù Cristo morto, Madonna addolorata ed il Tempietto con il Legno della Vera Croce). Alla fine degli anni Ottanta, dopo un periodo di crisi, per volere sia delle amministrazioni, che si sono alternate, sia dei membri dell'Arciconfraternita, le statue sono state restaurate e riportate in processione.
Processione della Pietà
La processione della Pietà, organizzata dalla Confraternita di Maria SS. Del Suffragio, eretta nel 1678, si svolge nel pomeriggio del Sabato Santo. Questo rito risale alla fine del XIX secolo e sino al 1958 si svolgeva nella notte tra il Venerdì e il Sabato Santo, tradizione che, alcuni anni fa, si tentò di ripristinare ma che non ebbe seguito, ritornando così al corteo pomeridiano.
La processione prende avvio dalla Chiesa del Purgatorio, alle ore 17.00, annunciata dai colpi gravi della grancassa e dal rullo del tamburo ed aperta dallo stendardo processionale della confraternita, seguito dalle devote e dalle consorelle che vestono l'abitino nero con sul petto l'effige di Maria Santissima del Suffragio e sul retro le iniziali MSS, cioè Maria Santissima del Suffragio. Esse precedono la croce penitenziale dei confratelli che indossano un camice bianco con la tracolla nera, su cui spicca il medaglione argenteo con un teschio, stretto alla vita da un cingolo nero e sul capo la buffa bianca.
Di seguito è collocato il gruppo scultoreo della Pietà, portato a spalla con passo smorto da circa quaranta portatori, accompagnato nel lento incedere dalla banda che esegue strazianti marce funebri. Il percorso processionale si conclude con il rientro nella Chiesa del Purgatorio, intorno alle ore 22.00, affinché i fedeli possano partecipare alla Veglia Pasquale.
Processione di Gesù Cristo risorto
Nella Domenica di Pasqua, si svolge la processione di Gesù Cristo risorto (una delle poche in Puglia), organizzata dalla Confraternita della Purificazione Addolorata,
La processione esce, alle ore 10.00, dalla Chiesa di San Domenico e si conclude, alle ore 12.00, in piazza Bovio (sagrato della medesima chiesa), con la celebrazione eucaristica.
Lungo il percorso, la statua di Gesù Cristo risorto è accompagnata dalla banda musicale, che esegue allegre melodie, e da una moltitudine di bambini festanti che sventolano bandierine tricolore. Inoltre, ai balconi ed alle finestre, che si affacciano sulle vie percorse dalla processione, al posto delle lenzuola bianche esposte al passaggio dei simulacri durante la Settimana Santa, vi sono coperte variopinte dai colori vivaci, in segno di gioia per la resurrezione.
Scoppio della "Quarantana"
A Ruvo, dal primo giorno di Quaresima, in alcuni punti della città vengono collocate delle bambole che prendono il nome di Quarantane: queste vengono appese, tramite appositi sostegni, ad una certa altezza dal piano stradale negli incroci delle vie per quaranta giorni.
La Quarantana, considerata la moglie del Carnevale, è rappresentata da una bambola dalle sembianze di vecchia ingobbita, magra e smunta, vestita di nero con in mano alcuni elementi simbolici:
- un fuso, simbolo del lavoro femminile;
- un'arancia o una patata, che simboleggia l'inverno che sta finendo, con infisse sette penne di gallina a ricordare le settimane della Quaresima. Ogni settimana si toglie una penna sino a che la Quarantana ne rimane completamente priva;
- il sarago, simbolo dell'astinenza.
Nella Domenica di Pasqua, al passaggio della processione di Gesù Cristo risorto, si adempie alla consuetudine dello "scoppio della Quarantana", tra il tripudio generale degli astanti. Un tempo, dal modo in cui la Quarantana veniva consumata dalle fiamme, si traevano gli auspici per l'annata agraria.
Statue
Madonna desolata
La statua, portata in processione nel Venerdì di Passione, che rappresenta la Madonna desolata ai piedi della croce, venne realizzata nel 1907, in cartapesta, dal molfettese Corrado Binetti. Il simulacro è un manichino processionale, costituito dal busto e dalle braccia snodabili in cartapesta sorrette da una gabbia lignea per la parte inferiore. Il volto scarno di Maria ha un incarnato rosa pallido che sottolinea l'ansia per la ricerca e il dolore per la fine presagita del Figlio, è incorniciato da una semplice pettinatura che s'intravede sotto il velo nero. La Vergine è vestita con un abito nero, completato, nella mano destra, da un fazzoletto ricamato in lino e da uno spadino in argento, conficcato nel cuore. Completa il simulacro una spoglia croce in legno abbracciata, dalla Madonna.
Otto Santi
Il gruppo scultoreo degli Otto Santi, che sfila per le strade il Giovedì Santo, risale al 1920 e venne realizzato, in cartapesta, dall'artista salentino Raffaele Carretta, ispirandosi al dipinto con il Trasporto di Gesù Cristo al sepolcro (1883), olio su tela, di Antonio Cisari (1821 - 1891), conservato presso il Santuario della Madonna del Sasso ad Orselina (Svizzera).
Il gruppo scultoreo ha uno sviluppo orizzontale da sinistra a destra e le figure, tutte in movimento, calcano un terreno-basamento che è leggermente in pendenza nella parte posteriore, a simboleggiare la discesa dal Golgota. Il lenzuolo, nel quale è deposto Gesù Cristo morto, è sorretto da Giuseppe di Arimatea e Nicodemo e, sotto le braccia, da san Giovanni apostolo. Sul lato è collocata Maria Vergine con lo sguardo rivolto verso l'alto, mentre con la mano destra appena sollevata indica il corpo del Figlio il cui braccio penzola fuori dal sudario. Seguono e chiudono il corteo funebre Maria di Cleofa, Maria di Salome, che sostiene la Madonna, e Maria Maddalena, con le spalle scoperte e il viso nascosto dalla lunga chioma.
Misteri
I Misteri sono sette statue, che la sera del Venerdì Santo vengono portate in processione e raffigurano i momenti principali della Passione:
- Gesù Cristo prega nell'orto di Gethsemani;
- Gesù Cristo alla colonna;
- Ecce Homo;
- Gesù Cristo portacroce;
- Gesù Cristo crocifisso;
- Gesù Cristo morto;
- Madonna addolorata.
Degli otto simulacri, cinque statue (Gesù Cristo prega nell'orto di Gethsemani, Gesù Cristo alla colonna, Ecce Homo, Gesù Cristo portacroce e Gesù Cristo morto) furono realizzate dallo scultore altamurano Filippo Altieri, allievo dello scultore napoletano Nicola Salzillo (1672 - 1727).
Pietà
Protagonista del Sabato Santo è il gruppo scultoreo della Pietà raffigurante la Madonna, seduta su una roccia, vestita di nero, che tiene sulle ginocchia il corpo senza vita del Figlio, appena deposto dalla Croce. L'opera, in cartapesta, venne realizzata nel 1901 dal leccese Giuseppe Manzo.
Gesù Cristo risorto
La statua di Gesù Cristo risorto è stata realizzata, in cartapesta, nel 1952 dall'artista barese Salvatore Bruno, in sostituzione di un'altra simile, in legno dipinto, di pregevole fattura.
Riconoscimenti
L'Istituto Centrale per la DemoEtnoAntropologia (IDEA) ha riconosciuto l'evento, quale Patrimonio immateriale d'Italia
Patrimonio immateriale d'Italia
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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