Stephen Langton
Stephen Langton Cardinale | |
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Età alla morte | 78 anni |
Nascita | Langton 1150 |
Morte | Slindon 9 luglio 1228 |
Consacrazione vescovile | 17 giugno 1207 da Innocenzo III |
Creato Cardinale |
1205 da Innocenzo III (vedi) |
Cardinale per | 23 anni, 7 mesi e 9 giorni ca. |
Incarichi ricoperti | |
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Stephen Langton (Langton, 1150; † Slindon, 9 luglio 1228) è stato un cardinale e arcivescovo inglese.
Cenni biografici
Nato a Langton, vicino a Spilsby, Lincolnshire, Inghilterra.Era uno dei tre figli di Henry de Langton.
Studiò a Canterbury e all'Università di Parigi ove ottenne il dottorato in teologia, divenendo successivamente professore alla medesima università. A Parigi rimase per venticinque anni e fu stimato come teologo e grande predicatore. Papa Innocenzo III lo nominò cardinale nel concistoro del 1205 assegnandogli il titolo di Cardinale presbitero di San Crisogono.
Alla morte dell'arcivescovo di Canterbury Hubert Walter(ch) ci fu uno scontro fra Innocenzo III, che annullò l'elezione di John de Gray of Norwich, favorito da Giovanni d'Inghilterra, e al suo posto il papa nominò Stephen Langton, non gradito al monarca. Il 17 giugno del 1207 Innocenzo consacrò Langton a Viterbo. Langton non poté prendere possesso dell'arcidiocesi per l'opposizione di Giovanni d'Inghilterra.
Durante la prima guerra baronale, dove i baroni ribelli tentarono di rovesciare re Giovanni, avvenne l'esilio (nonché sospensione) di Langton, privando la chiesa inglese di una guida. Egli si rifugiò in Francia, nell'abbazia cistercense di Pontigny dal 1207 circa fino al 1212, quando andò a Roma. Il papa scomunicò re Giovanni, ponendo l'Inghilterra sotto interdetto. Re Giovanni, vista la sua posizione indebolitasi e temendo una invasione francese dell'Inghilterra, si sottomise al volere pontifico e l'arcivescovo Stephen Langton fece il suo ingresso trionfale in Inghilterra nell'estate del 1213, con re Giovanni che gli andò incontro a Dover, prostrandosi ai suoi piedi in segno di sottomissione alla Chiesa di Roma. La sottomissione del re permise al pontefice di revocare la scomunica ed interdetto.
Nel 1214 il primate tenne un sinodo locale a Dunstable (Concilium Dunstaplense). Nel concilio i vescovi accusarono il legato papale Nicola di Tuscolo di aver insediato in sedi vacanti dei presbiteri privi di qualità. Sembra, così, che lo stesso Innocenzo III, dopo averne inizialmente appoggiato l'operato, a un certo punto non gradì più l'atteggiamento marcatamente filoregio di Nicola e lo richiamò in Curia alla fine di quell'anno[1].
Negli anni seguenti l'arcivescovo venne coinvolto nella lotta tra i baroni e il re e fu uno dei corresponsabili della promulgazione della Magna Carta (Magna Charta Libertatum).
Infatti l'accettazione della Magna Carta derivò complessivamente da tre fattori che indebolirono il ruolo del re: le sconfitte sul continente da parte francese con la conseguente perdita della Normandia (1199-1206); la lotta di lui con Innocenzo III per la nomina ad arcivescovo di Canterbury di Stefano Langton (1206-2013) che si chiuse con l'umiliazione del re, costretto a riconoscere il regno d'Inghilterra come feudo della Chiesa; la lotta con i baroni inglesi che lo costrinsero a ritirarsi a Londra, e aveva notevolmente indebolito la posizione del sovrano che, per tentare di salvare la corona, accettò d'intavolare trattative con i baroni. La proposta fu accolta dai baroni e le trattative si tennero a partire dal 15 giugno 1215 nella località di Runnymedes, tra Staines e Windsor.
La discussione, prolungatasi per nove giorni, si chiuse con l'accoglimento per parte del sovrano delle richieste scritte dei baroni, cioè degli Articoli già da essi presentati il 27 aprile precedente. Questi servirono poi a compilare, il giorno 19, il testo definitivo della Magna Carta che porta la data del 15 e trasforma, anche per opera del Langton, il manifesto dei baroni in qualcosa che si avvicina di più a una dichiarazione dei diritti per tutto il popolo.
Ancora in quell'anno (1215) il primate ripartì per Roma, per partecipare al Concilio Lateranense IV. Sulla strada per Roma fu sospeso da Innocenzo III da arcivescovo per non aver scomunicato i baroni. La sospensione fu confermata nel novembre 1215, ma Langton fu assolto nella primavera del 1216 con l'imposizione di rimanere a Roma fino a quando l'Inghilterra fosse completamente ritornata in pace. Langton rimase quindi a Roma per tre anni durante i quali sia il papa che il re morirono.
Langton partecipò alla Elezione papale del 1216, in cui fu eletto papa Onorio III. Fece ritorno a Canterbury nel 1218. Il 12 maggio 1220 presiedette alla seconda incoronazione di re Enrico III nell'abbazia di Westminster. In tale evento il primate pubblicò la bolla papale di canonizzazione di sant'Ugo di Lincoln.
Presidette il provinciale Concilio di Dunstable (1214) e il Concilio di Oxford (1222). Prese parte all'elezione papale del 1227, in cui fu eletto papa Gregorio IX. Nel 1228 papa Gregorio IX chiese al cardinale di scomunicare l'imperatore, ma era già affetto da una malattia mortale.
Langton ricostruì gran parte del palazzo arcivescovile di Canterbury. Introdusse i frati domenicani e francescani nella sua arcidiocesi. Facilitò la consultazione delle Sacre Scritture dividendo il testo greco in capitoli, metodo poi adottato in tutta la Chiesa e agli ebrei.
A lui viene attribuita la paternità del famoso canto Veni Sancte Spiritus, anche se tale attribuzione è controversa, essendovi un altro presunto autore, l'abate Notker I di San Gallo, vissuto tre secoli prima.
Morì il 9 luglio 1228 a Slindon nel Sussex e fu sepolto nella cappella di San Michele della cattedrale metropolitana di Canterbury. In seguito i suoi resti sono stati traslati sotto l'altare.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Crisogono | Successore: | |
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Frédéric de Lorraine, O.S.B. | 1205 - 1228 | Raymond Le Roux |
Predecessore: | Arcivescovo di Canterbury | Successore: | |
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Hubert Walter 1193 – 1205 |
1207 – 1228 | Richard le Grand 1229 – 1231 |
Note | |
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Bibliografia | |
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