Rito Ambrosiano
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Il Rito ambrosiano è un rito liturgico di tipo latino, usato sostanzialmente nell'Arcidiocesi di Milano. Quantunque essenzialmente romano, dal quale si distingue in molte particolarità, fra le quali, le più importanti sono la divisione dell'anno liturgico, il Messale e il Lezionario, ha però delle caratteristiche particolari, che sono costituite soprattutto da elementi derivati dai riti orientali. Non è facile dire come questi elementi orientali siano penetrati nel Rito ambrosiano, ma i rapporti diretti o indiretti di Milano con l'Oriente furono numerosi. Si ricorda la nazionalità greca di parecchi arcivescovi, il governo dell'arcivescovo ariano Aussenzio, la cultura greca di sant'Ambrogio, la residenza in Milano della corte imperiale[3], che già in parte aveva accettato le usanza orientali, i lunghi soggiorni di arcivescovi milanesi in Oriente, in esilio o per Concili, la dominazione di barbari già evangelizzati dagli orientali. Le aggiunte orientali, tuttavia, non riuscirono mai a nascondere il profilo genuinamente latino del Rito ambrosiano.
L'Arcivescovo di Milano gode (unico forse in Occidente, a eccezione del pontefice) della qualifica di Capo-Rito: del Rito Ambrosiano è cioè custode, tutore e promotore, ma soprattutto ne è il liturgo per eccellenza.
Indice |
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Origine
Il Rito Ambrosiano, nonostante il nome, non è un rito escogitato da Sant'Ambrogio (sebbene molte particolarità risalgono proprio a lui) ma una liturgia di tipo latino (quindi analoga alla romana) formatasi intorno ai secoli V-VIII[4]. Esso nacque non d'un tratto , ma per una lenta e progressiva differenziazione dal Rito comune del mondo latino.
La differenza del Rito ambrosiano da quello di Roma si fece più palese dopo le riforme introdotte da San Gregorio Magno; ed è da quel tempo (VII secolo) che si incomincia a parlare di uno speciale rito "ambrosiano". Milano infatti non accettò sempre le riforme che si venivano introducendo nel Rito di Roma; e quando le accettò, le inserì nel proprio rito con una certa libertà.
Il messale di Biasca, borgo svizzero in passato appartenente alla diocesi di Milano, un manoscritto del IX secolo oggi conservato alla Biblioteca Ambrosiana di Milano[5], è un segno del fatto che la disciplina liturgica era in quel tempo uguale fin agli estremi confini della diocesi.
Il Rito Ambrosiano resistette a un tentativo, operato da Carlo Magno, di conglobamento in quello di Roma. Storici milanesi del basso Medioevo raccontano che, volendosi abolire il rito ambrosiano, a Roma un fantomatico Vescovo Eugenio perorò la causa ambrosiana. Si convenne di affidarsi a un giudizio di Dio: si deposero in una cappella il messale ambrosiano e il romano, chiusi, stabilendo che sarebbe stato da ritenersi legittimo quello che il mattino dopo si sarebbe trovato aperto. Ma si trovarono aperti entrambi i messali e il rito milanese fu salvo.
Dopo nuovi tentativi contro il Rito milanese nell'XI secolo durante i pontificati di Niccolò II e di San Gregorio VII, perché la Santa Sede trovò ostacolo anche nelle autonomie liturgiche alla sua opera necessaria di riforma, i Romani Pontefici non ebbero difficoltà a riconoscere e ad approvare il Rito ambrosiano, come fecero Eugenio III nel 1145 ed Anastasio IV nel 1153. Finalmente San Pio V nel XVI secolo prescrisse che sopravvivessero quei riti che potevano dimostrare un'esistenza ininterrotta di almeno due secoli, e sulla legittimità del Rito ambrosiano non si fece più questione.
Il Rito Ambrosiano corse un pericolo ben più grave al tempo di San Carlo Borromeo. Il Concilio di Trento aveva stabilito che nella chiesa latina si dovessero abolire tutti i riti che non contavano almeno due secoli di vita. Il rito ambrosiano, che ne contava molti di più, non correva pericoli da questo punto di vista. Ma il Borromeo ebbe il torto di voler inquietare i monzesi, che seguivano il rito patriarchico, obbligandoli nel 1578 a introdurre il Rito Ambrosiano; fu in quell'occasione che un canonico di Monza, recatosi a Roma, tanto disse e tanto fece presso la Curia Romana che San Carlo sentì il bisogno di difendere la liturgia ambrosiana.
Diffusione
In Origine aveva diffusione molto vasta: su tutto il nord d'Italia, fino a sud di Bologna, sul Norico (Austria) sull'Elvezia (Svizzera) e sulla Pannonia (Ungheria) e sulla Vindelicia. Nel corso della storia molte comunità anticamente di rito ambrosiano sono passate al rito romano. Il rito ambrosiano è attualmente seguito prevalentemente nella maggior parte della diocesi di Milano con l'eccezione dei decanati di Monza, Treviglio e Trezzo sull'Adda, delle parrocchie di Civate e Varenna e delle chiese non parrocchiali dei religiosi e dell'Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano. Si celebra in ambrosiano anche in alcune parrocchie della diocesi di Bergamo, in particolare in Valle San Martino, in Valtorta e Val Averara.
Fuori dalla Lombardia è seguito solo nelle parrocchie di Cannobio e di Cannero Riviera (nel vicariato del Verbano in diocesi di Novara) e nel Canton Ticino. In quest'ultima regione interessa le parrocchie della Valle Capriasca, di Brissago e Ascona e delle tre valli superiori del Cantone: Blenio, Riviera e Leventina, dette appunto le Tre valli ambrosiane. Nella diocesi di Lodi è in uso solo nelle parrocchie di Colturano, Balbiano e Riozzo.
La liturgia
La caratteristica della liturgia ambrosiana è un forte Cristocentrismo, derivante dalla lotta contro l'eresia ariana al tempo di Ambrogio e una vicinanza con le liturgie orientali, prese da Ambrogio stesso come modello per la Chiesa milanese, seppur facendo sempre riferimento agli usi della Chiesa di Roma come fonte normativa.
La Messa
Per approfondire, vedi la voce Celebrazione eucaristica nel Rito Ambrosiano |
La celebrazione della Messa presenta gli stessi elementi del rito romano, ma alcuni di essi sono disposti diversamente, mancanti o in più. Nella Liturgia della Parola il lettore, prima di annunziare il titolo della lettura, che sta per proclamare, inchinato verso il sacerdote, chiede la benedizione, dicendo a chiara voce: "Benedicimi, padre."
Il sacerdote benedice con una delle formule seguenti:
- se la lettura è tratta dall'Antico Testamento: "La lettura profetica ci illumini e ci giovi a salvezza"
- se la lettura e tratta dal Nuovo Testamento: "La lettura apostolica ci illumini e ci giovi a salvezza"
- se la lettura e tratta dalla passione o dalla biografia del santo patrono o del titolare della chiesa: "La parola della Chiesa ci illumini e ci giovi a salvezza"
- se il medesimo lettore proclama le due letture che precedono la proclamazione del Vangelo: "La parola di Dio ci illumini e ci giovi a salvezza"
- oppure in tutti i casi: "Leggi nel nome del Signore."
Il Lezionario Ambrosiano riformato a norma dei decreti del Concilio Vaticano II, prevede una particolare formula introduttiva della lettura del Vangelo con l'espressione "In quel tempo." (notare il punto), che designa lo specifico momento della storia in cui, per l'intervento divino, l'economia salvifica è venuta manifestandosi, un momento preciso, collocato entro concrete coordinate spazio-temporali. Non vuole essere un complemento di tempo chiuso in sé stesso, costruito assolutamente, senza alcun legame con il resto del periodo, bensì una solenne proclamazione della Parola di Dio, l'espressione con il punto presuppone una pausa contemplativa. L'introduzione di questa particolarità risale alla tradizione ambrosiana, presente nel rito ambrosiano antico e interrotta nel periodo 1976-2008 quando le comunità di Rito ambrosiano hanno celebrato l'Eucaristia lungo l'anno (festiva e feriale) con un Messale Ambrosiano rinnovato a norma dei decreti del Concilio Vaticano II completo e autonomo, a eccezione del Lezionario, ancora incompleto e supplementare rispetto al Lezionario Romano.
Nelle Messe del giorno delle più grandi Solennità di Natale, Epifania e Pasqua[6] si recita l'Antifona prima del Vangelo subito dopo il Canto al Vangelo.
Dopo la lettura del Vangelo l'assemblea recita l'Antifona dopo il Vangelo, durante la quale si prepara la mensa stendendovi il corporale e deponendovi sopra il calice.
Alla presentazione dei Doni il sacerdote benedice i singoli fedeli che li presentano, dicendo: "ti benedica il Signore con questo tuo dono." Il sacerdote solleva il pane e dice: "O Padre clementissimo, accogli questo pane perché diventi il corpo di Cristo, tuo Figlio."
Se non c'è canto, l'assemblea risponde: "amen."
Il diacono, o il sacerdote, versando il vino con un po' di acqua nel calice, dice: "dal fianco aperto di Cristo uscì sangue e acqua."
Il sacerdote solleva il calice e dice: "o Padre clementissimo, accogli questo vino perché diventi il sangue di Cristo, tuo Figlio."
Se non c'è canto, l'assemblea risponde: "amen."
Lo scambio della pace non è immediatamente prima della Comunione, ma viene anticipato al termine della Liturgia della Parola, prima della preparazione dei doni. Ciò rispecchia l'antica tradizione (che si è conservata anche nelle liturgie orientali) secondo cui si obbedisce al precetto evangelico (Mt 5,23-24 ) che impone la riconciliazione fraterna prima di compiere l'offerta rituale sull'altare.
Altre minori differenze sono:
- la mancanza dell'Agnus Dei e la triplice invocazione Kyrie eleison (Signore pietà) senza il Christe eleison (Cristo pietà) presente nel rito romano.
- La Colletta del Rito Romano, cioè l'orazione collocata dopo la Dossologia maggiore, nel Rito Ambrosiano è denominata Inizio dell'assemblea liturgica, ed ha le stesse connotazioni temporali e liturgiche.
- Il Credo è proclamato dopo l'offertorio.
- Alla Benedizione precedono, dopo il "Signore sia con voi", i tre kyrie eleison.
- Dopo la benedizione non si dice "la messa è finita", ma "andiamo in pace" e si risponde "nel nome di Cristo".
- Il giorno di sabato, inoltre, in continuità con la tradizione ebraica, non è considerato feriale. Alla messa vespertina del sabato, all'inizio delle celebrazione liturgica si proclama il Vangelo della Risurrezione, o, come in Quaresima e in altre circostanze la Lettura Vigiliare (vedere sezione dedicata).
La messa vigiliare
La Liturgia Vigiliare Vespertina di Rito Ambrosiano, nota impropriamente come "Messa Pre-Festiva" è, a tutti gli effetti, una celebrazione festiva, solenne apertura del Giorno del Signore con il suo inizio dal tramonto del sole del giorno precedente. È la Pasqua ebdomadaria di Risurrezione osservata fin dall'origine da tutte le generazioni cristiane.
La tradizione ambrosiana è sempre stata molto rigorosa nel computare il giorno liturgico a partire dal vespero; sulla scia della tradizione ebraica e del dettato evangelico:
« | Era il giorno della parasceve e già splendevano le luci del sabato » | |
Da tempo immemorabile le maggiori festività ambrosiane prevedono l'apertura vespertina con la "grande vigilia", che in modo analogo a quanto accade in ambito bizantino, inserisce la celebrazione eucaristica vigiliare nel canto dei vesperi, arricchito per l'occasione da una specifica lettura vigiliare.
In un tale contesto la celebrazione "quando ormai splendono le luci del primo giorno della settimana", non può concepirsi come una semplice anticipazione dell'adempimento del precetto festivo, ma rappresenta il solenne ingresso nel giorno del Signore, ossia nella Pasqua settimanale.
Per esprimere pienamente questa sua caratteristica originaria e quindi assumere la peculiarità di prima messa della Domenica, il celebrante, durante tutti i sabati dell'anno liturgico, non deve mai omettere l'annuncio della Risurrezione di Gesù (Vangelo della Risurrezione), eccetto che in Quaresima, alle messe vespertine della Domenica in Albis Depositis, della I Domenica di Pasqua e dell'Ascensione, dove vengono letti brani evangelici come la Trasfigurazione (Lettura vigiliare).
In tutte le grandi solennità si celebra l'Eucaristia in forma solenne e per tutte le liturgie vigiliari vespertine, si può celebrare in forma solenne o in forma semplice. Nella sua forma più solenne è preceduta dai Vespri ed è così composta:
- dal Rito della Luce (vedi sezione);
- dall'Inno;
- dal Responsorio;
- dalla lettura del Vangelo della Risurrezione[7] (in Quaresima prende il nome di Lettura vigiliare[8]);
- dalla recita del Salmello[9] e dell'Orazione.
La celebrazione introduttiva della messa vespertina è molto suggestiva. Si notano forti contrasti nell'uso dei simboli: il sole che tramonta (vespero) e la lucerna che risplende è un evidente rimando all'evento drammatico della croce dove il tramonto è paragonato alla morte, viene integrato nel rimando liturgico alla piena e definitiva vittoria di Cristo dove la luce della fiamma è vita e salvezza. Il sacrificio, che ha redento il mondo, introduce l'umanità nel giorno senza tramonto e la luce di Cristo, che vince nell'uomo le tenebre del peccato, è accesa per sempre.
La tabella sottostante riporta tutti i brani del Vangelo della Risurrezione e delle letture vigiliari utilizzati nelle varie Domeniche e nelle celebrazioni che lo prevedono.
Vangelo della Risurrezione e Lettura Vigiliare | ||
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N. | Tempo, Festa o Solennità | Brano evangelico |
1 | I Domenica di Avvento | Lc 24,1-8 |
2 | II Domenica di Avvento | Gv 20,1-8 |
3 | III Domenica di Avvento | Mt 28,8-10 |
4 | IV Domenica di Avvento | Gv 21,1-14 |
5 | V Domenica di Avvento | Gv 20,11-18 |
6 | VI Domenica di Avvento | Lc 24,13a.36-48 |
7 | Domenica nell'Ottava di Natale | Gv 20,19-23 |
8 | Circoncisione del Signore Ottava di Natale | Gv 20,19-23 |
9 | I Domenica del Tempo di Natale | Mc 24,3-35 |
10 | II Domenica del Tempo di Natale | Mc 16,9-16 |
11 | I Domenica dopo l'Epifania Battesimo del Signore | Mc 16, 9-16 |
12 | II Domenica dopo l'Epifania | Lc 24,1-8 |
13 | III Domenica dopo l'Epifania | Mc 16,1-8a |
14 | IV Domenica dopo l'Epifania | Lc 24,9-12 |
15 | Presentazione del Signore | Gv 20,19-23 |
16 | Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe | Gv 20,11-18 |
17 | V Domenica dopo l'Epifania | Gv 20,1-8 |
18 | VI Domenica dopo l'Epifania | Mt 28,8-10 |
19 | VII Domenica dopo l'Epifania | Gv 20,11-18 |
20 | VIII Domenica dopo l'Epifania - Penultima Domenica dopo l'Epifania | Lc 24,13-35 |
21 | IX Domenica dopo l'Epifania - Ultima Domenica dopo l'Epifania | Lc 24,13a.36-48 |
22 | Domenica prima della I di Quaresima | Mc 16,9-16 |
23 | I Domenica di Quaresima o Domenica della Samaritana (Lettura Vigiliare) | Mc 9,2b-10 |
24 | II Domenica di Quaresima o Domenica di Abramo (Lettura Vigiliare) | Lc 9,28b-36 |
25 | III Domenica di Quaresima o Domenica del Cieco (Lettura Vigiliare) | Mt 17,1b-9 |
26 | IV Domenica di Quaresima o Domenica di Lazzaro (Lettura Vigiliare) | Mt 12,38-40 |
27 | V Domenica di Quaresima o in traditione Symboli (Lettura Vigiliare) | Gv 2,13-22 |
28 | Domenica in Albis Depositis (Lettura Vigiliare) | Gv 7,37-39a |
29 | I Domenica di Pasqua (Lettura Vigiliare) | Gv 7,37-39a |
30 | II Domenica di Pasqua | Mc 16,1-8a |
31 | III Domenica di Pasqua | Lc 24,9-12 |
32 | IV Domenica di Pasqua | Mt 28,8-10 |
33 | V Domenica di Pasqua | Gv 21,1-14 |
34 | VI Domenica di Pasqua | Gv 20,1-8 |
35 | Ascensione del Signore vigilia (Lettura Vigiliare) | At 1,1-11 |
36 | I Domenica dopo Pentecoste Solennità della Santissima Trinità | Mc 16,9-16 |
37 | II Domenica dopo Pentecoste | Lc 24,1-8 |
38 | III Domenica dopo Pentecoste | Mc 16,1-8a |
39 | IV Domenica dopo Pentecoste | Lc 24,9-12 |
40 | V Domenica dopo Pentecoste | Gv 20,1-8 |
41 | VI Domenica dopo Pentecoste | Mt 28,8-10 |
42 | VII Domenica dopo Pentecoste | Gv 20,11-18 |
43 | VIII Domenica dopo Pentecoste | Lc 24,13-35 |
44 | IX Domenica dopo Pentecoste | Lc 24,13b.36-48 |
45 | X Domenica dopo Pentecoste | Gv 20,19-23 |
46 | XI Domenica dopo Pentecoste | Gv 20,24-29 |
47 | XII Domenica dopo Pentecoste | Gv 21,1-14 |
48 | XIII Domenica dopo Pentecoste | Mc 16,9-16 |
49 | XIV Domenica dopo Pentecoste | Mc 16,1-8a |
50 | Domenica che precede il Martirio di San Giovanni il Precursore | Lc 24,9-12 |
51 | I Domenica dopo il Martirio di San Giovanni il Precursore | Gv 20,1-8 |
52 | II Domenica dopo il Martirio di San Giovanni il Precursore | Mt 28,8-10 |
53 | III Domenica dopo il Martirio di San Giovanni il Precursore | Gv 20,11-18 |
54 | IV Domenica dopo il Martirio di San Giovanni il Precursore | Lc 24,13-35 |
55 | V Domenica dopo il Martirio di San Giovanni il Precursore | Lc 24,13b.36-48 |
56 | VI Domenica dopo il Martirio di San Giovanni il Precursore | Gv 20,19-23 |
57 | VI Domenica dopo il Martirio di San Giovanni il Precursore | Gv 20,24-29 |
58 | Vigilia Esaltazione della Santa Croce | Lc 24,1-8 |
59 | I Domenica Dopo la Dedicazione - Domenica del mandato missionario | Gv 21, 1-14 |
60 | II Domenica Dopo la Dedicazione - La partecipazione delle genti alla salvezza | Mc 16, 9-16 |
61 | Ultima domenica dell'anno liturgico Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo | Lc 24,1-8 |
All'inizio della messa vigiliare della solennità di Sant'Ambrogio, Patrono della Santa Chiesa Ambrosiana, è proclamata una Lettura Vigiliare sulla vita del santo.
La messa vespertina all'inizio della domenica | ||||||||||||||||||||||||
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Qualora non risulti possibile aprire la Domenica con la Liturgia vigiliare vespertina, la santa Messa vespertina del sabato, che dà inizio al Giorno del Signore, è ordinata come segue:
Si ordina la processione di ingresso, nella quale il sacerdote (o il diacono, se presente, o un lettore) preceduto dagli altri ministri, porta all'altare l'Evangeliario (o il libro delle Vigilie o il Lezionario) e lo depone sulla mensa. Il sacerdote bacia l'altare e, secondo l'opportunità, lo incensa; quindi si reca alla sede. Nel frattempo, il coro e l'assemblea eseguono il Canto di Ingresso previsto dal formulario del giorno che, secondo l'opportunità, può essere sostituito da un altro canto adatto, di carattere lucernario, nel quale si esalta la vittoria della luce di Cristo sulle tenebre del mondo.
Il sacerdote, alla sede, introduce la celebrazione con il Segno di Croce. Per tutte le Domeniche dell'anno (tranne quelle di Quaresima, dalla II alla VI e la II Domenica di Pasqua)
Per la V Domenica di Quaresima
Per la Domenica delle Palme
Per la II Domenica di Pasqua
Il sacerdote apre l'Evangeliario (o il Libro delle Vigilie o il Lezionario) e, dopo il saluto, proclama solennemente il Vangelo della Risurrezione.
Celebrante: « Il Signore sia con voi.» Assemblea: « E con il tuo spirito.» Celebrante: « Annuncio della Risurrezione del Signore Nostro Gesù Cristo secondo... (qui si aggiunge il nome dell'evangelista).» Nelle Domeniche di Quaresima, dalla II alla VI e nella II Domenica di Pasqua si usa la Lettura vigiliare con quest'altra formula: Celebrante: « Lettura del Vangelo secondo... (qui si aggiunge il nome dell'evangelista).» Al termine della lettura il sacerdote bacia l'Evangeliario (o il Libro delle Vigilie o il Lezionario), lo richiude e lo innalza, facendo risuonare il saluto pasquale ambrosiano, possibilmente in canto:
L'assemblea risponde a una voce:
E l'assemblea esprime la sua adesione, dicendo: Amen. Là dove è possibile, la proclamazione del Vangelo della Risurrezione deve essere seguita dal suono festoso delle campane. In Quaresima però, a cominciare dalla Domenica della Samaritana, i Vangeli preannunciano in figura il mistero della Risurrezione, proiettando l'attesa della Chiesa verso la celebrazione della notte di Pasqua. Di conseguenza, in tali Domeniche, il suono delle campane annunciante la Risurrezione viene sospeso, per riprendere al termine dell'itinerario quaresimale, nel cuore della Veglia pasquale, quando «il sacerdote con apostolica voce Cristo risorto a tutti proclama».
Il sacerdote torna alla sede e, se prescritto, intona il Gloria.
La celebrazione prosegue come al solito, fino al congedo dei fedeli. |
La liturgia vigiliare vespertina | ||||||||||||||||||
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Il sacerdote celebrante si reca in processione all'altare, preceduto dai ministri, che portano il turibolo non fumigante e la navicella e una lampada accesa tra due candelieri spenti. Alla processione partecipano alti eventuali ministri e, se presenti, il diacono e i sacerdoti concelebranti. L'Evangeliario (o il Libro delle Vigilie o il Lezionario) si trova già sulla mensa dell'altare. Il sacerdote, giunto davanti all'altare, introduce i Vespri con il saluto. Tutta l'assemblea è in piedi.
Celebrante: « Il Signore sia con voi.» Assemblea: « E con il tuo spirito.» Prendono avvio i riti lucernari.
Mentre si canta il lucernario, i ministri presentano i due candelieri spenti al sacerdote celebrante. Questi, tracciato un Segno di croce sulla lampada accesa, attinge alla fiamma e accende i candelieri. Alcuni ministri dispongono i candelieri vicino o sopra l'altare. Intanto, si accendono gli altri ceri e le lampade della chiesa. Per indicare in modo più solenne che la celebrazione vespertina del sabato, «quando splendono le prime luci del Giorno del Signore», è l'inizio della Pasqua settimanale, solo per questa celebrazione vigiliare si può prevedere - con l'eccezione delle domeniche di Quaresima - l'accensione del Cero pasquale, collocato nel luogo consueto. Dopo l'accensione dei candelieri, il sacerdote celebrante, secondo l'opportunità, infonde l'incenso, sale all'altare e insieme agli eventuali concelebranti lo bacia. Ricevuto il turibolo, incensa l'altare. Al termine dell'incensazione raggiunge la sede.
Si canta o si recita l'Inno. Esso è intonato dal sacerdote che presiede, da un cantore o dall'intera assemblea.
L'assemblea (o il coro) canta o recita il Responsorio. Al termine del Responsorio il sacerdote si reca al centro dell'altare e, aperto l'Evangeliario (o il Libro delle Vigilie o il Lezionario), proclama solennemente o canta il Vangelo della Risurrezione (o la Lettura vigiliare).
Celebrante: « Il Signore sia con voi.» Assemblea: « E con il tuo spirito.» Celebrante: « Annuncio della Risurrezione del Signore Nostro Gesù Cristo secondo... (qui si aggiunge il nome dell'evangelista)» Nelle Domeniche di Quaresima, dalla II alla VI e nella II Domenica di Pasqua si usa quest'altra formula.
Al termine della lettura il sacerdote bacia l'Evangeliario (o il Libro delle Vigilie o il Lezionario), lo richiude e lo innalza, facendo risuonare il saluto pasquale ambrosiano, possibilmente in canto:
L'assemblea risponde a una voce:
Nelle Domeniche di Quaresima, dalla II alla VI e nella II Domenica di Pasqua, il sacerdote conclude con l'acclamazione:
E l'assemblea esprime la sua adesione, dicendo: « Amen.» Là dove è possibile, la proclamazione del Vangelo della Risurrezione è seguita dal suono festoso delle campane. In Quaresima però, a cominciare dalla Domenica della Samaritana, i Vangeli preannunciano in figura il mistero della Risurrezione, proiettando l'attesa della Chiesa verso la celebrazione della notte di Pasqua. Di conseguenza, in tali Domeniche, il suono delle campane annunciante la Risurrezione viene sospeso, per riprendere al termine dell'itinerario quaresimale, nel cuore della Veglia pasquale, quando «il sacerdote con apostolica voce Cristo risorto a tutti proclama».
Normalmente l'esecuzione del Salmello comporta l'intervento del solista (o del coro), che propone la prima parte, cui segue la risposta dell'assemblea nella seconda parte. Durante il Salmello il sacerdote celebrante rimane all'altare e, terminato il Salmello, canta o recita l'Orazione che chiude la prima parte dei Vespri.
Inizia la Messa vigiliare. Durante il Canto all'ingresso, il sacerdote celebrante bacia l'altare e poi ritorna alla sede. Al termine del Canto, il sacerdote formula l'Orazione all'inizio dell'assemblea liturgica. Tutti i fedeli si siedono. Un lettore si porta all'ambone per proclamare l'unica lettura che precede il Vangelo: la Lettura dell'Antico Testamento in Avvento e Quaresima e nelle settimane dopo Pentecoste, l'epistola, negli altri tempi dell'anno liturgico. Alla Lettura o all'Epistola segue il Canto al Vangelo e la proclamazione del Vangelo. Dalla proclamazione del Vangelo in poi la celebrazione si svolge come al solito fino alla Comunione dei fedeli. Terminata la distribuzione dell'Eucaristia, omessi i Salmi con la loro Antifona e l'Orazione, si canta o si recita il Magnificat con la sua Antifona.
Cantico della Beata Vergine
Antifona
Dopo il tre Kyirie, omessa la Commemorazione del Battesimo, il sacerdote celebrante formula l'Orazione dopo la Comunione, cui seguono i Riti di Conclusione. |
Le grandi liturgie vigiliari | ||||||
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Il sacerdote celebrante si reca in processione all'altare, preceduto dai ministri, che portano il turibolo non fumigante e la navicella e una lampada accesa tra due candelieri spenti. Alla processione partecipano alti eventuali ministri e, se presenti, il diacono e i sacerdoti concelebranti. Il sacerdote, giunto davanti all'altare, introduce i Vespri con il saluto. Tutta l'assemblea è in piedi.
Celebrante: « Il Signore sia con voi.» Assemblea: « E con il tuo spirito.» Prendono avvio i riti lucernari.
Mentre si canta il lucernario, i ministri presentano i due candelieri spenti al sacerdote celebrante. Questi, tracciato un Segno di croce sulla lampada accesa, attinge alla fiamma e accende i candelieri. Alcuni ministri dispongono i candelieri vicino o sopra l'altare. Intanto, si accendono gli altri ceri e le lampade della chiesa. Dopo l'accensione dei candelieri, il sacerdote celebrante, secondo l'opportunità, infonde l'incenso, sale all'altare e insieme agli eventuali concelebranti lo bacia. Ricevuto il turibolo, incensa l'altare. Al termine dell'incensazione raggiunge la sede.
Si canta o si recita l'Inno. Esso è intonato dal sacerdote che presiede, da un cantore o dall'intera assemblea.
L'assemblea (o il coro) canta o recita il Responsorio. Al termine del Responsorio si proclamano le quattro letture previste, con i rispettivi Salmelli e le Orazioni.
Ognuno dei lettori si avvicina all'ambone e prima di proclamare la lettura, chiede e riceve dal sacerdote la benedizione. Tutti i fedeli ascoltano le letture ed eseguono i rispettivi Salmelli stando seduti.
Normalmente l'esecuzione dei Salmelli comporta l'intervento del solista (o del coro), che propone la prima parte, cui segue la risposta dell'assemblea nella seconda parte. Al termine di ogni Salmello[9], tutti si alzano in piedi e il sacerdote canta o recita l'Orazione. Dopo l'ultima Orazione, che chiude la prima parte dei Vespri, ha inizio la Messa vigiliare.
Tutti siedono. Un lettore si porta all'ambone per proclamare l'Epistola. A essa segue immediatamente il Canto al Vangelo e il Vangelo. Dalla proclamazione del Vangelo in poi la celebrazione si svolge come al solito fino alla Comunione dei fedeli. Terminata la distribuzione dell'Eucaristia, omessi i Salmi con la loro Antifona e l'Orazione, si canta o si recita il Magnificat con la sua Antifona.
Cantico della Beata Vergine
Antifona
Dopo il tre Kyirie, omessa la Commemorazione del Battesimo, il sacerdote celebrante formula l'Orazione dopo la Comunione, cui seguono i Riti di Conclusione. |
L'Anno Liturgico
Rito ambrosiano antico | Dal 1976 al 2008 | Dopo il 2008 |
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Tempo di Avvento Tempus Adventus |
Tempo di Avvento | Tempo di Avvento |
Ottava di Natale | Tempo di Natale (Con Ottava di Natale) |
Tempo di Natale (Con Ottava di Natale) |
Ottava di Epifania | ||
Tempo Dopo Epifania Tempus Post Epiphaniam |
Tempo Per annum | Tempo dopo l'Epifania |
Tempo di Settuagesima Tempus Septuagesimæ
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Tempo di Quaresima Tempus Quadragesimæ[10] |
Tempo di Quaresima | Tempo di Quaresima |
Settimana Autentica Tempus Authenticæ Hebdomatis |
Settimana Autentica | Settimana Autentica |
Triduo Pasquale | ||
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Ottava di Pasqua | ||
Tempo di Pasqua Tempus Paschæ |
Tempo di Pasqua | Tempo di Pasqua |
Tempo Dopo la Pentecoste Tempus Post Pentecostem |
Tempo Per annum | Tempo dopo la Pentecoste |
Tempo dopo la Decollazione Tempus Post Decollationem |
Tempo Dopo il Martirio di San Giovanni Battista | |
Tempo di Ottobre | ||
Tempo dopo la Dedicazione Tempus Post Dedicationem |
Tempo Dopo Dedicazione |
L'Avvento
Per approfondire, vedi la voce L'Avvento nel Rito Ambrosiano |
Il tempo d'Avvento comincia dai primi vespri della domenica che segue immediatamente l'11 novembre, festa di San Martino, ragione per la quale nella tradizione ambrosiana prende anche il nome di Quaresima di San Martino con riferimento, appunto, al momento di avvio e alla durata. Analogamente accade anche in ambito bizantino dove, nel corrente lessico ecclesiale, il periodo di preparazione al Natale è detto Quaresima di san Filippo.
Non è formato, quindi, da quattro settimane come nel Rito Romano, ma da sei settimane. Termina con le feriae de Exceptato ("ferie dell'Accolto") che costituiscono in sostanza la novena di Natale.
I nomi delle domeniche sono:
- Domenica della venuta del Signore
- Domenica dei figli del regno
- Domenica delle profezie adempiute
- Domenica dell'ingresso del Messia
- Domenica del precursore
- Domenica dell'Incarnazione
La domenica precedente il Natale, cioè la Domenica dell'Incarnazione, il sacerdote veste paramenti bianchi anziché morelli.
Durante l'Avvento si effettua la benedizione delle case, che nel Rito Romano si effettua nel Tempo di Pasqua.
Il Natale
Un uso praticato in molte chiese milanesi nel Tempo di Natale è quello di far pendere dall'arco trionfale una stella cometa illuminata.
La Messa della vigilia di Natale[11] è racchiusa all'interno dei Vespri: al canto del Lucernaio, l'inno, seguono alcune letture bibliche, poi continua la Messa; al termine si riprendono i Salmi dei Vespri.
Da sempre, il computo delle sei settimane, ha comportato che la Vigilia di Natale, qualora cadesse di Domenica, perdesse il proprio carattere vigiliare e venisse celebrata in forma di Domenica. Il Lezionario riformato, per cui, continua, secondo la tradizione, a celebrare con rito domenicale la liturgia del 24, qualora il 24 cada di Domenica. Per la denominazione di tale Vigilia in Dominicam incidens, onde evitare fraintendimenti di lessico liturgico, il Lezionario ha ritenuto opportuno non ricorrere al termine "Vigilia" ed ha designato a questa particolare Domenica la denominazione di Domenica prenatalizia, come in effetti è e come suggerisce il suo collocarsi alla fine delle Feria prenatalizie, cioè quelle che intercorrono dalla Domenica della Divina Maternità della Beata Vergine Maria (VI di avvento) al giorno di Natale.
Nel pomeriggio del giorno di Natale si cantano due Vespri:
- il primo, in paramenti bianchi, è del Natale;
- l'altro, in paramenti rossi, apre la solennità di Santo Stefano.
La Messa del 1º gennaio non presenta riti speciali, ma ha un testo la cui presenza è legata agli usi pagani superstiziosi di inizio d'anno; il testo consiste in orazioni intese a mantenere i fedeli sulla retta via della fede cristiana.
Anche l'Epifania, come il Natale, ha una vigilia in cui la Messa è collocata nel mezzo dei Vespri. Durante i Vespri dell'Epifania, poi, un'antifona è ripetuta ben cinque volte, mentre l'arcivescovo distribuisce i doni al canonico maggiore, ai canonici minori, ai chierici.
La festa della Presentazione di Gesù al Tempio, il 2 febbraio, ricorda insieme anche la purificazione di Maria, prescritta dalla Legge di Mosè. Come nel rito romano, nella liturgia di questo giorno si benedicono le candele e si fa una processione. A Milano, fino al 1589, la processione andava dalla chiesa di Santa Maria Beltrade[12] al Duomo; ora si svolge all'interno del Duomo. In questa processione viene portata una tavola di legno, con l'immagine dipinta della Madonna; la tavola è chiamata Idea, nome che deriva dal greco e che significa "immagine".
Struttura del Tempo di Natale di Rito Ambrosiano | ||||||||||||||||||||||||||||
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Avvento | Tempo di Natale | Tempo Dopo l'Epifania | ||||||||||||||||||||||||||
Dicembre | Gennaio | |||||||||||||||||||||||||||
Ultima settimana (Ferie prenatalizie) | Ottava del Natale | Prima settimana | ||||||||||||||||||||||||||
17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 | 25 | 26 | 27 | 28 | 29 | 30 | 31 | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 |
Do | Lu | Ma | Me | Gi | Ve | Sa | Do | Lu | Ma | Me | Gi | Ve | Sa | Do | Lu | Ma | Me | Gi | Ve | Sa | Do | Lu | Ma | Me | Gi | Ve | Sa | Do |
Sa | Do | Lu | Ma | Me | Gi | Ve | Sa | Do | Lu | Ma | Me | Gi | Ve | Sa | Do | Lu | Ma | Me | Gi | Ve | Sa | Do | Lu | Ma | Me | Gi | Ve | Sa |
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Ma | Me | Gi | Ve | Sa | Do | Lu | Ma | Me | Gi | Ve | Sa | Do | Lu | Ma | Me | Gi | Ve | Sa | Do | Lu | Ma | Me | Gi | Ve | Sa | Do | Lu | Ma |
Lu | Ma | Me | Gi | Ve | Sa | Do | Lu | Ma | Me | Gi | Ve | Sa | Do | Lu | Ma | Me | Gi | Ve | Sa | Do | Lu | Ma | Me | Gi | Ve | Sa | Do | Lu |
Legenda colori dei giorni: Ferie prenatalizie · Do Domenica prenatalizia · Do Domenica dell'Incarnazione · Do Domenica nell'Ottava di Natale del Signore · Do Battesimo del Signore · Nel Tempo di Natale in grassetto le solennità di Natale, della Circoncisione del Signore e dell'Epifania. · il 26, 27 e 28 dicembre sono sempre festività di Santo Stefano, San Giovanni evangelista e Santi Innocenti Martiri, hanno la precedenza sulla Domenica nell'Ottava di Natale e sono denominati II, III e IV giorno dell'Ottava del Natale · Nell'Ottava del Natale i giorni in verde 29, 30 e 31, se sono feriali, sono denominati V, VI e VII giorno dell'Ottava del Natale. |
Tempo Dopo l'Epifania
Per approfondire, vedi la voce Tempo Dopo l'Epifania |
È quel periodo dell'anno liturgico che inizia il lunedì che segue la Domenica dopo il 6 gennaio, cioè la I Domenica dopo l'Epifania, detta del Battesimo del Signore e si protrae fino all'ora nona compresa del sabato che precede la Domenica all'inizio della Quaresima.
In ragione della mobilità della Pasqua e del giorno della settimana in cui cade la festa del Battesimo di Gesù, questo tempo ha una durata flessibile, da un minimo di quattro settimane (tre Domeniche) a un massimo di nove settimane (otto Domeniche). La prima Domenica dopo la solennità dell'Epifania (il Battesimo del Signore) fa ancora parte del Tempo di Natale. Le domeniche successive alla Festa del Battesimo del Signore, cioè quelle facenti parte del Tempo dopo l'Epifania, prendono la numerazione partendo dalla festa, per cui la prima domenica del Tempo dopo l'Epifania assume il numero due, la seconda il numero tre ecc... Fino a raggiungere la penultima e l'ultima Domenica Dopo l'Epifania che mantengono sempre questa denominazione indipendentemente dal numero delle settimane. I giorni della settimana dopo la solennità dell'Epifania, pur facendo parte del Tempo di Natale, assumono il nome di ferie dopo l'Epifania.
Le ultime due settimane e le due ultime due domeniche dopo l'Epifania denominate Domenica della divina clemenza e Domenica del perdono, che precedono immediatamente il Tempo quaresimale, devono essere sempre celebrate, salvo il caso in cui la penultima venga a coincidere con l'ultima domenica di gennaio, festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe. In queste domeniche le letture sono un ponte ideale tra il libro del mistero dell'incarnazione (I Libro) e quello del mistero della pasqua (II Libro), preparando le comunità a entrare nel tempo quaresimale.
Il colore liturgico adottato è il verde
La Quaresima
Per approfondire, vedi la voce La Quaresima nel Rito Ambrosiano |
Le origini della Quaresima ambrosiana risalgono al IV secolo, quando la società era in via di progressiva cristianizzazione e molti pagani, convertitisi al cristianesimo, chiedevano il Battesimo diventando catecumeni.
In tale contesto nacque, non tanto come tempo di penitenza e generica preparazione alla Pasqua, bensì come tempo in cui i catecumeni si preparavano a ricevere il Battesimo nella veglia pasquale: ciò comportò che essa assumesse un forte carattere battesimale, ed è questa la caratteristica che la liturgia ambrosiana ha sempre conservato fino ai nostri giorni.
La Quaresima non inizia con il Mercoledì delle Ceneri, come nel Rito Romano, ma con i primi vespri della Domenica all'inizio di Quaresima (capite quadragesimae), o sesta Domenica prima di Pasqua[13]: i fedeli ricevono le Ceneri al termine di questa Messa o preferibilmente il lunedì successivo, che resta il giorno proprio delle ceneri.
Culmina alla messa inter vesperas in Cena Domini esclusa, con la quale inizia il sacro Triduo Pasquale.
Nei Vespri della prima domenica di Quaresima si canta ancora l'Alleluia; ciò perché fino al tempo di San Carlo Borromeo la liturgia di quella domenica si svolgeva in paramenti bianchi, quasi a chiusura del tempo di Natale. Fu il santo arcivescovo che, vedendo i suoi milanesi approfittare di questa liturgia in cui ancora risuonava l'Alleluia per continuare il carnevale, ridusse tale domenica all'austerità della Quaresima.
In Duomo, nel pomeriggio della prima domenica di Quaresima, l'arcivescovo scende a cantare i Vespri indossando non il piviale ma la pianeta[14], che toglie solo a un certo momento dei Vespri.
In Quaresima la Messa è sempre celebrata con colore nero, in segno di stretta penitenza, nei venerdì di Quaresima, detti venerdì aliturgici, non si celebra la liturgia Eucaristia (feria aneucaristica) e non si distribuisce la Comunione ai fedeli: ciò come preparazione a un'accoglienza più piena.
Durante la Quaresima il Rito Ambrosiano non fa memoria dei Santi, eccezion fatta per San Giuseppe (19 marzo) e l'Annunciazione (25 marzo).
Nelle domeniche di Quaresima è sottolineato il percorso battesimale: sulla falsariga del cammino che porta i catecumeni a ricevere il Battesimo nel giorno di Pasqua, i fedeli battezzati riscoprono il significato del Sacramento che hanno ricevuto.
La Settimana Santa
Per approfondire, vedi la voce La Settimana Autentica |
La Settimana Santa è chiamata Hebdomada Authentica ("Settimana Autentica"); si usano i paramenti di colore rosso.
Il Giovedì Santo si celebra in Duomo la Messa Crismale (in bianco), con la benedizione degli oli; al termine ha luogo la lavanda dei piedi, fatta a dodici poveri in memoria del gesto di Cristo (Gv 13,4-5 ).
La seconda Messa del Giovedì Santo viene celebrata alla sera, in paramenti rossi, ed è la Messa in Coena Domini, nella quale si fa memoria dell'Ultima Cena. Questa Messa è collocata in mezzo ai Vespri:
- Si legge la lettura del racconto della condanna a morte di Giona mediante annegamento in mare e del fatto che lo salva un misterioso cetaceo.
- Segue poi la Messa, nella quale si legge parte del racconto della passione di Cristo secondo Matteo (26,17-75); il racconto si ferma al pianto dell'apostolo Pietro, che, pentito del suo rinnegamento, esce dalla casa di Caifa[15].
- Dopo il Vangelo segue un'antifona presa dalla liturgia bizantina di San Giovanni Crisostomo.
- La preghiera eucaristica offre in questa Messa molte formule proprie.
- Terminata la Messa, il Santissimo Sacramento viene portato processionalmente a un altare debitamente preparato, detto Scurolo e qui viene lasciato fino alla notte del Sabato Santo.
- Tornato poi il clero con i ministri al presbiterio, si riprendono i Salmi e si concludono i Vespri.
Il Venerdì Santo non si distribuisce la Comunione. In Duomo, la mattina, si canta il Mattutino, con la lettura della passione del Signore secondo Giovanni. Nella celebrazione del pomeriggio:
- Due lettori in dalmatica rossa leggono i brani di Isaia 49,21-50 e 53,1-12[16].
- Segue quindi, da parte di un diacono, il canto della Passione, riprendendo la lettura di Matteo dove era stata lasciata il giorno precedente (27,1-56). Annunciata la morte di Cristo, si suonano le campane[17] e si spengono le luci.
- Segue poi il rito dell'Adorazione della Croce, ma senza il canto dei cosiddetti "Improperi" presenti nel Rito Romano.
- Vengono quindi fatte due letture bibliche:
- La condanna alla fornace ardente dei tre giovani ebrei profeta per non aver adorato la statua di Nabucodònosor (Daniele 3,1-24 ), cui segue il canto dei tre fanciulli nella fornace ardente (Dn 3, 51-52.54.57.59.58.61.84-88 ), eseguito da un maestro di coro con un gruppo di fanciulli cantori, mentre dall'altra parte del coro un maestro con due chierici risponde "Amen" a ogni versetto.
- La professione di fede di Nabucodonosor di fronte al prodigio dei tre giovani illesi nella fornace (Dn 3,91-100 ).
- Quindi un diacono legge la richiesta fatta a Pilato da Giuseppe d'Arimatea di avere il corpo di Cristo e di seppellirlo (Mt 27,57-61 ).
- Vengono poi cantati i Vespri, che terminano con la recita delle orazioni solenni per tutta la gerarchia ecclesiastica, per le varie categorie di fedeli, per i catecumeni, gli eretici, i pagani. Queste orazioni sono cantate da diversi sacerdoti.
La mattina del Sabato Santo viene letto il racconto del Diluvio Universale; quindi un diacono in dalmatica rossa legge ancora quella parte della passione di Gesù con la richiesta fatta dal Sinedrio a Pilato di avere guardie per custodire il sepolcro di Gesù, onde impedire il trafugamento del suo cadavere da parte dei suoi discepoli (Mt 27,62-66 ).
La Settimana Santa e il Tempo di Pasqua | |||||||||||||||||||||||||
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Rito Romano[18] | |||||||||||||||||||||||||
Triduo Pasquale | Tempo di Pasqua | ||||||||||||||||||||||||
Ottava di Pasqua | Tempo Ordinario (II) | ||||||||||||||||||||||||
M
e r c o l e d ì S a n t o |
I | Ferie | II | Ferie | III | Ferie | IV | Ferie | V | Ferie | VI | Ferie | VII | Ferie | VIII | ||||||||||
Solennità di Pasqua | della I settimana di Pasqua | Domenica in Albis detta della Divina Misericordia |
della II settimana di Pasqua | domenica di Pasqua | della III settimana di Pasqua | domenica di Pasqua | della IV settimana di Pasqua | domenica di Pasqua | della V settimana di Pasqua | domenica di Pasqua | della VI settimana di Pasqua | Ascensione del Signore | della VII settimana di Pasqua | Domenica di Pentecoste | |||||||||||
Rito Ambrosiano[18] | |||||||||||||||||||||||||
Triduo Pasquale | Tempo di Pasqua | ||||||||||||||||||||||||
Ottava di Pasqua | Tempo Dopo Pentecoste | ||||||||||||||||||||||||
M
e r c o l e d ì S a n t o |
I | Ferie | II | Ferie | III | Ferie | IV | Ferie | V | Ferie | VI | Ferie | VII | Ferie | VIII | ||||||||||
Solennità di Pasqua | in Albis[19] | Domenica in Albis depositis o della Divina Misericordia |
della II settimana di Pasqua | domenica di Pasqua | della III settimana di Pasqua | domenica di Pasqua | della IV settimana di Pasqua[20] | domenica di Pasqua | della V settimana di Pasqua | domenica di Pasqua | Giovedì: Ascensione del Signore e successive ferie dopo Ascensione | domenica di Pasqua | della VII settimana di Pasqua | Domenica di Pentecoste |
Tempo di Pasqua
Vedi la voce Tempo di Pasqua |
Tempo Dopo Pentecoste
Per approfondire, vedi la voce Tempo Dopo Pentecoste |
Il Tempo Dopo Pentecoste, proprio del Rito Ambrosiano, si articola in tre tempi distinti:
- Tempo Dopo Pentecoste.
- Settimane dopo il Martirio di san Giovanni il Precursore
- Settimane dopo la Dedicazione del Duomo di Milano.
Inizia il lunedì che segue la solennità di Pentecoste e termina all'ora nona del sabato antecedente la I Domenica di Avvento. Può essere paragonato alla seconda parte del Tempo Ordinario del Rito Romano.
In questo periodo dell'anno liturgico si celebra la presenza dello Spirito Santo che rende operante nella storia la salvezza realizzatasi nella persona di Cristo e la ripresenta nella Chiesa attraverso i divini misteri.
Dal Lezionario ambrosiano:
« | L'irradiazione dello Spirito nella storia della salvezza: in Israele e, dopo la pienezza dei tempi, nella Chiesa, chiamata a una missione universale e protesa verso un destino escatologico » |
In riferimento alle tradizioni storiche ambrosiane, questo tempo si articola in tre sezioni:
- le settimane dopo Pentecoste, dal lunedì che segue la solennità di Pentecoste all'ora nona del sabato che precede la I domenica dopo la festa del Martirio di San Giovanni il Precursore (29 agosto). Qualora il 29 agosto cada di domenica, la festa del Martirio di San Giovanni il Precursore è posticipata al 1º settembre.
- le settimane dopo il Martirio di san Giovanni il Precursore, dai primi vespri della I domenica dopo la festa del Martirio, all'ora nona del sabato che precede la terza domenica di ottobre, solennità della Dedicazione del Duomo di Milano, chiesa madre di tutti i fedeli ambrosiani.
- le settimane dopo la Dedicazione, dai primi vespri della domenica della Dedicazione, all'ora nona del sabato che precede la I domenica di Avvento.
Il Lezionario Ambrosiano
Per approfondire, vedi la voce Nuovo Lezionario Ambrosiano |
Nel 2008 è stato introdotto in tutte le parrocchie di rito ambrosiano il Lezionario Ambrosiano riformato a norma dei decreti del Concilio Vaticano II che segna una diversificazione, fondata su un'antica e consolidata tradizione, del Rito della Chiesa Ambrosiana rispetto al resto della tradizione Latina.
Dalla promulgazione del Messale Ambrosiano[21] riformato nel 1976, la Chiesa Ambrosiana disponeva unicamente di un parziale Lezionario "ad experimentum", riguardante Quaresima, Triduo Pasquale e Settimana in Albis, con alcune altre celebrazioni maggiori del ciclo "de Tempore" e del Santorale. Per il complesso dell'anno liturgico e per le celebrazioni dei santi si doveva far ricorso al Lezionario Romano (significativamente le prime due settimane ambrosiane d'Avvento erano in realtà le ultime due settimane dell'anno secondo il Rito Romano, con diversa denominazione). Dal 20 marzo 2008 la Chiesa Ambrosiana ha avuto finalmente il proprio Lezionario riformato.
Tra le novità di maggiore interesse, oltre al succitato Lezionario, l'attuale Messa festiva del Sabato sera, nota impropriamente come "Messa Pre-Festiva", subisce un cambiamento nelle modalità di celebrazione. È previsto, infatti, che diventi la prima messa della domenica: essa è perciò preceduta dal Rito della Luce e dalla lettura di un brano di Vangelo che parla della Risurrezione di Gesù, (detto appunto Vangelo della Risurrezione) tranne che in Quaresima dove vengono letti brani evangelici come la Trasfigurazione (Lettura vigiliare). Inoltre, è stato rivisto anche il Calendario Liturgico Ambrosiano, differente da quello Romano per diversi aspetti.
Il lezionario è organizzato in 3 libri:
- Libro I - Mistero dell'Incarnazione del Signore; è usato dalla 1ª domenica di Avvento fino al sabato che precede la 1ª domenica di Quaresima, riporta le letture delle festività natalizie e del tempo dopo l'Epifania.
- Libro II - Mistero della Pasqua del Signore; è usato dalla 1ª domenica di Quaresima fino alla solennità di Pentecoste, tratta le letture della Quaresima, della Settimana Santa e del tempo pasquale
- Libro III - Mistero della Pentecoste; è usato dal lunedì dopo la Pentecoste fino al sabato precedente alla 1ª domenica di Avvento, è diviso a sua volta in 3 sezioni:
- da dopo Pentecoste al martirio di San Giovanni il Precursore (29 agosto);
- da dopo il Martirio fino alla solennità della Dedicazione del Duomo di Milano (III domenica di ottobre);
- da dopo la Dedicazione fino alla 1ª domenica di Avvento
Da questo schema si coglie subito la differenza tra l'articolazione dell'anno liturgico secondo il Rito Romano, il quale prevede infatti l'accostamento di due linee tra di loro del tutto indipendenti:
- linea dei cosiddetti Tempi forti (Avvento, Tempo di Natale, Quaresima e Tempo di Pasqua);
- linea del tempo ordinario o Per annum.
Nel Rito Ambrosiano non esistono tempi forti, il Lezionario Ambrosiano ha recuperato pienamente e in maniera consequenziale la struttura propria dell'anno liturgico secondo la tradizione propria della Chiesa ambrosiana, così come ci è documentata dalle fonti più antiche e in qualche caso fin dall'epoca del patrono sant'Ambrogio.
I segmenti dell'anno sono tra di loro collegati senza soluzione di continuità, esiste un'unica linea organica che procede in maniera logica: secondo la logica della storia della salvezza che trova in Cristo il suo vertice e il suo centro. Così il Tempo Ordinario romano, nel Rito Ambrosiano è strutturato nella prima parte con il Tempo Dopo l'Epifania, mentre nella seconda parte con il Tempo Dopo Pentecoste, con il quale termina l'anno liturgico.
Dal 14 novembre 2010 (I domenica di Avvento) è entrato in vigore anche il volume per le celebrazioni dei Santi. Inoltre, a partire da tale data, hanno adottato il Nuovo Lezionario Ambrosiano anche le parrocchie di rito ambrosiano appartenenti alla diocesi di Bergamo che precedentemente, nel 2008, avevano optato per il vecchio lezionario.
I colori liturgici
Il Rito Ambrosiano presenta alcune particolarità riguardo ai colori liturgici:
- il colore per le celebrazioni del Santissimo Sacramento è il rosso, a differenza del Rito romano dove il colore liturgico previsto è il bianco;
- al posto del viola si utilizza in Avvento il morello;
- nelle ferie quaresimali, a eccezione del sabato (non considerato feria), si può usare il nero;
- nelle ferie, nei sabati e nelle domeniche del Tempo Dopo Pentecoste (parte iniziale del Tempo Dopo Pentecoste) si usa il colore rosso;
- nelle ferie, nei sabati e nelle domeniche delle settimane Dopo Martirio si usa il rosso;
- nelle ferie, nei sabati e nelle domeniche del Tempo Dopo l'Epifania si usa il verde, a eccezione dell'ultima domenica di gennaio, festa della Santa Famiglia, in cui si usa il colore bianco e delle settimane dopo la Dedicazione del Duomo, a eccezione dell'ultima domenica dopo la Dedicazione, solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo, in cui si usa il colore bianco;
- non si usa il colore rosaceo.
Colori liturgici per il Rito ambrosiano | |
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BIANCO È il colore della gioia pasquale, della luce, della vita. |
Si usa nel tempo pasquale e nel tempo natalizio; nelle solennità, nelle feste e nelle memorie del Signore (escluse quelle della Passione, dell'Eucaristia e del S. Cuore); |
ROSSO L'uso dello stesso colore per le celebrazioni della Settimana santa, del mistero della Croce, del S. Cuore, dello Spirito santo, dell'Eucaristia e dei Martiri, vuole indicare la profonda unità che c'è fra la Passione, l'Eucaristia e il dono dello Spirito; queste ultime due realtà sono la "prova" più eloquente dell'amore che Cristo ha per la sua Chiesa e sono la fonte di quello stesso amore che ha spinto i Martiri alla testimonianza del sangue (rosso infatti è il colore del sangue). Rossi sono quindi il conopeo della pisside e dell'ostensorio, l'ombrello per il viatico e il baldacchino. |
Si usa dal sabato in tradizione Symboli (cioè quello che precede la Domenica delle Palme) fino alla Veglia di Pasqua esclusa; a Pentecoste e nel tempo dopo Pentecoste e dopo il Martirio di S. Giovanni, fino alla Domenica della Dedicazione della Cattedrale (3ª Domenica di ottobre) esclusa; |
VERDE Indica la speranza della vita eterna di chi è in cammino nel tempo. |
si usa nel tempo ordinario fra la Festa del Battesimo del Signore (la prima Domenica dopo l'Epifania) e la Quaresima e fra la Domenica della Dedicazione della Cattedrale e l'Avvento. |
ORO |
si può usare in sostituzione dei suddetti colori (ma non del morello e del nero), particolarmente nelle celebrazioni più solenni. |
MORELLO (spesso è semplicemente un viola scuro con riflessi rossastri) |
si usa nel tempo di Avvento, esclusa la solennità della Divina maternità di Maria e in Quaresima fino al sabato in traditione Symboli escluso. Si usa nelle Messe votive per il perdono dei peccati e nelle liturgie e Messe dei defunti. |
NERO | Può essere utilizzato per le celebrazioni dei defunti e nelle ferie della quaresima. |
ROSA | Non è usato. |
Le vesti liturgiche
I diaconi indossano la stola sopra la dalmatica invece che sotto.
L'amitto è indossato sopra il camice, che alle maniche e nell'orlo inferiore (sia anteriore che posteriore) può presentare applicazioni di tessuto, dello stesso colore dei paramenti, decorate con i c.d. "aurifregi".
È possibile che ci sia il Cappino, striscia di tessuto nei vari colori liturgici, applicata intorno al collo della dalmatica (il paramento liturgico dei diaconi) e della pianeta o casula (il paramento liturgico dei sacerdoti). Anticamente il Cappino era unito all'amitto, secondo l'uso tuttora vigente in alcune chiese orientali.
La croce astile nel rito romano viene portata con il crocifisso volto in avanti, nel rito ambrosiano volto indietro (verso il celebrante).
Vi è una differenza anche nella veste talare dei sacerdoti, abbottonata fino in fondo nel caso del rito romano, con soli 5 bottoni nella parte superiore e poi lasciata libera e fermata sempre da una fascia nera nel caso dei sacerdoti di rito ambrosiano.
Il canto ambrosiano
Un elemento fondamentale del rito e della liturgia ambrosiana è costituito dal canto "ambrosiano".
Fu Sant'Ambrogio stesso che, per la prima volta in assoluto nella liturgia della Chiesa, introdusse nel 386 d.C. l'uso di canti non derivanti dai salmi (gli unici fino ad allora cantati durante le messe). Questa sua innovazione si diffuse presto anche nelle Chiese di altro rito.
Sant'Ambrogio è stato definito il più musicale dei Padri, in quanto ha personalmente composto testi e musiche dei suoi inni, innovando anche lo stile, grazie all'introduzione della metrica classica al posto di quella libera che era simile alla salmodia ebraica. Scelse per i suoi inni il dimetro giambico e introdusse la antifonia, elemento fondamentale per consentire a tutta la massa di fedeli una maggiore partecipazione al rito, grazie a un canto collettivo eseguito da un'ala maschile e da un'altra ala composta da donne e bambini. Per agevolare il popolo alla declamazione, Sant'Ambrogio, realizzò versetti facili da recitare e eliminò sia il ruolo del solista sia la presenza dei vocalizzi, rendendo tutto l'insieme più armonico[22].
Come il gregoriano, anche l'ambrosiano fu naturalmente modificato nel corso dei secoli dalla sua "invenzione" da parte di Sant'Ambrogio, ma non di meno oggi lo si definisce il più antico corpo musicale occidentale. Per preservare questo patrimonio insostituibile è stato istituito il PIAMS (Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica Sacra) consociato con il Pontificio istituto di musica sacra di Roma.
I testi liturgici musicali e canori ambrosiani sono contenuti nel libro ufficiale della diocesi di Milano "Cantemus Domino".
Riti specifici
Vi sono alcuni riti specifici che sono stati aboliti, ma di cui si può trovare traccia nelle descrizioni storiche. Ad esempio, era usanza che durante certe Messe solenni (e precisamente all'Offertorio) vi fosse una corsa che partiva dai quartieri fin dentro il Duomo, con un enorme cavallo di legno ornato di salsicce e doni vari. Questa usanza venne abolita da San Carlo Borromeo.
Il Rito dei dodici Kyrie eleison
Per approfondire, vedi la voce Rito dei dodici Kyrie eleison |
Il Rito dei dodici Kyrie eleison, tipicamente ambrosiano, è espressamente previsto in alcune celebrazioni dell'anno liturgico. All'inizio della Celebrazione eucaristica il sacerdote invita all'Atto penitenziale, che viene compiuto da tutta la comunità mediante la confessione generale e si conclude con l'assoluzione del sacerdote.
Il rito del faro
Tutt'ora in uso, anche se raro, è il rito del "faro". La sua origine è antichissima, se ne trova traccia nel VII secolo. Si celebra ora in occasione delle feste patronali, ma solo se si tratta di un santo martire. La sua origine e significato sono incerti, un significato puramente allegorico sarebbe l'allusione al sacrificio della vita da parte del martire.
Il rito si svolge all'inizio della Santa Messa solenne con una processione che si ferma al limite del presbiterio dove è sospeso in alto un pallone, di stoppa o bambagia o di altro materiale combustibile, solitamente ornato con una croce, una corona e delle palme (simboli dei martiri). Dopo il canto dei dodici kyrie eleison e della sallenda propria con il gloria, mentre si ripete la sallenda, il celebrante, senza nulla dire, con un'apposita verga sormontata, solitamente, da tre candelette, incendia il pallone e sale in presbiterio. Un tempo probabilmente veniva incendiato dalla candela che era posta sulla croce astile dallo stesso ostiario che portava la croce.
Il rito ambrosiano del faro è celebrato nel Duomo di Milano in occasione di Santa Tecla, Patrona della parrocchia del Duomo.
La processione dell'Idea
Un altro rito esclusivo del Rito ambrosiano, di origine antichissima quanto incerta, è la processione dell'Idea. Non si sa da che cosa derivi questa denominazione, secondo alcuni da una celebrazione della dea pagana Cibele (il cui attributo era Magna Mater Idea), secondo altri dal nome generico di "immagine". L'immagine in questione è quella di una Madonna con bambino, una volta trasportata da due presbiteri su una lettiga con manici in forma di scala, portandola con stanghe e stando uno davanti e l'altro dietro, come si vede da un bassorilievo medioevale conservato al Museo del Castello. Interessava più chiese (Santa Maria Beltrade, Santa Maria Maggiore). Oggi si svolge solo nel Duomo di Milano, la lettiga non viene più portata da presbiteri, ma da diaconi e come fin dall'inizio si celebra sempre il 2 febbraio.
Le celebrazioni del Santo Chiodo
Nel catino absidale del duomo di Milano è conservato un morso di cavallo che la tradizione dice essere uno dei chiodi della Passione. In occasione della celebrazione dell'Esaltazione della Santa Croce, l'arcivescovo sale su un carro seicentesco che viene issato fino al reliquiario (ad oltre quaranta metri di altezza rispetto al pavimento), lo porta a terra e lo espone alla venerazione dei fedeli. Alla fine, con lo stesso carro lo riporta al suo posto. Il carro è ornato con angeli e nuvole dipinte e da qui viene chiamato nivola[23]. La cerimonia relativa prende il nome da questo carro, che per secoli è stato issato da ventiquattro uomini (dodici a destra e altrettanti a sinistra) e solo negli ultimi anni è stato motorizzato. La nivola fa parte delle "macchine", o apparati presenti in modo più o meno residuale in celebrazioni in vari riti (es.: le macchine processionali per le statue di santi o il grande turibolo di Santiago de Compostela.
Il lucernario
Lucernarium Lucernario | ||||
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Caratteristica di certe celebrazioni, come le grandi liturgie vespertine e le messe vespertine del sabato, è la liturgia del Lucernario o Rito della luce. Il corteo con il celebrante entra in chiesa al buio e con le candele spente poste ai lati della croce astile. Giunti ai piedi del presbiterio il celebrante, tracciato un segno di croce sulla lampada, attinge alla sua fiammella, accende i candelieri che i ministri gli presentano, mentre si canta il lucernario; poi i ministri dispongono i candelieri davanti all'altare e si accendono gli altri ceri sempre attingendo dalla prima fiamma e le lampade della chiesa. Il celebrante, inchinatosi all'altare con i chierici, raggiunge il suo posto.
Nella celebrazione vigiliare della Domenica si accende anche il cero pasquale presso l'ambone (tale elemento rituale è omesso nel tempo quaresimale, a cominciare dalla Domenica della Samaritana cioè la II domenica di Quaresima).
Una volta la liturgia durava a lungo, perché occorreva accendere tutte le candele che illuminavano la chiesa. Oggi si accendono le luci con gli appositi interruttori per la corrente elettrica. Il cardinal Schuster ha limitato questa liturgia alle solenni celebrazioni della vigilia[24]. Vi è un apposito canto per questa liturgia. Nel Rito Romano una variante di questa liturgia si svolge solo una volta all'anno, in occasione della benedizione del cero pasquale.
Il suono delle campane
Nel rito ambrosiano per eseguire il concerto solenne occorre portare le campane in posizione ribaltata di 180º rispetto alla posizione di fermo. Una volta raggiunta tale posizione di stallo, detta "a bicchiere" o "in piedi" (bocca in alto e contrappeso in basso) le campane, sganciate una alla volta o a coppie (eseguendo -in questo secondo caso- un accordo) si ribaltano (a questo punto di circa 360º), emettendo un rintocco ogni volta in cui il battacchio cade su uno dei due bordi della campana, mentre la campana gira[25]: a ogni giro vi sono quindi due rintocchi, uno allo sgancio e uno al ritorno verso la posizione di stallo.
Calcolando il tempo che ogni campana impiega per compiere detta rotazione, è possibile comporre determinate successioni di suoni, con la possibilità di ottenere particolari concerti.
Questo modo di suonare è tipico della Lombardia e, in particolare, della diocesi di Milano.
Differenze non esclusive
- Una differenza strutturale molto tipica (anche se non del tutto esclusiva del rito ambrosiano) è data dall'uso dell'ostensorio che è a forma di teca (ovviamente trasparente) tubolare o di tempietto con vetri sui quattro lati (ostensorio architettonico), restando così vicino alle usanze più antiche, mentre dal medioevo la tradizione del Rito romano propende per un contenitore dotato di piedistallo e raggiera attorno all'ostia, quindi a due lati (frontale e posteriore), rendendo l'ostensorio "raggiato", ossia a forma di sole coi raggi. Di norma quindi l'ostensorio ambrosiano è di tipo architettonico e quello romano raggiato.
- Nel rito ambrosiano, inoltre, vi è un regime particolare di esposizione delle reliquie: esse infatti vengono poste in reliquiari, spesso a forma di busto o di teca d'argento, per ornare gli altari, sia quello maggiore, sia quelli laterali, eccetto i periodi di penitenza in cui è prescritto lo spogliamento degli altari. In particolare, sugli altari maggiori di Rito ambrosiano, devono essere sempre posti busti di santi vescovi, tra cui i patroni Ambrogio e Carlo. Dal tempo di Sant'Ambrogio, nella diocesi è molto diffuso il culto dei martiri più antichi, per cui essi sono spesso presenti tra le reliquie o titolari di parrocchie.
- Una caratteristica che non è esclusiva del Rito ambrosiano e che è diffusa in molte parti del Nord Italia in quanto un tempo facenti parte della diocesi di Milano, riguarda il tipo di struttura su cui sono montate le campane, la cosiddetta "inceppatura" e di conseguenza il tipo di suono che ne deriva. Questo tipo di inceppatura è tipico della Lombardia e, in particolare della diocesi di Milano e di quasi tutto il Nord Ovest, della Liguria, della maggior parte del Piemonte, di parte del Veneto e di parte dell'Emilia-Romagna.
Le campane sono a battaglio cadente (per forza di gravità il battaglio non colpisce il bronzo nel senso di rotazione della campana, ma cade sul bordo interno opposto rispetto alla direzione in cui ruota la campana, mentre essa si muove) e presentano un contrappeso (ceppo in ghisa, oppure in legno con contrappesi in pietra) di peso notevole, pari a meta o più del peso del solo bronzo: il contrappeso permette la rotazione della campana senza grandi sforzi fisici, ma questa ha una rotazione lenta; il suono si ottiene per percussione del battaglio contro l'orlo interno del bronzo, tirando la corda che scorre nella scanalatura di una apposita ruota metallica fissata a lato del ceppo su cui è fissata ogni campana. Una volta messe in movimento, le campane possono suonare "a distesa" (senza sequenza) per semplice oscillazione di pochi gradi rispetto al loro asse, o "a concerto" (seguendo una serie precisa di "sganci").
- L'uso del turibolo è particolare; esso è scoperto e viene usato facendolo girare per aria. Il modo di incensare ambrosiano è per ductum et tractum, cioè facendo prima roteare in senso orario il turibolo (ductus) e poi spingendolo in avanti (tractus) verso la persona o la realtà sacra da incensare, in modo tale che chi incensa "disegni" la forma di una croce.
- Durante le messe festive, vespertine e infrasettimanali programmate dalle parrocchie, un sacerdote di Rito ambrosiano, trovandosi in una chiesa non ambrosiana, può celebrare la messa in Rito romano, ma non può celebrarla in Rito ambrosiano. Ugualmente, un sacerdote di Rito romano, trovandosi in una parrocchia di Rito ambrosiano, può celebrare in quel rito, ma non può celebrare in Rito romano. Fanno eccezione le uniche celebrazioni in forma privata.
Anno liturgico Ambrosiano
Per approfondire, vedi la voce Anno liturgico Romano |
Anno liturgico Ambrosiano secondo la data di Pasqua
Per approfondire, vedi la voce Anno liturgico secondo il Rito Romano |
Letture
Calendario Ambrosiano Comune
Le tabelle sottostanti propongono, mensilmente, il confronto fra il Calendario Generale Romano utilizzato dalla Chiesa latina della Chiesa cattolica e il Calendario Ambrosiano Comune utilizzato da tutte le diocesi che aderiscono al Rito Ambrosiano della stessa Chiesa, per disciplinare le ricorrenze e le celebrazioni dell'anno liturgico in base ai due riti, ovunque essi siano diffusi. Entrambi i calendari, a seconda delle devozioni locali, sono adattati in modo particolare in ogni diocesi, parrocchia, chiesa e famiglia religiosa. |
- Gennaio
Calendario Romano Generale | Calendario Ambrosiano Comune | ||||
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Giorno | Ricorrenza | Grado | Giorno | Ricorrenza | Grado |
1 | Maria Santissima Madre di Dio[46] | s. | 1 | Ottava del Natale nella Circoncisione del Signore | s. |
2 | Santi Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno, vescovi e dottori della Chiesa | m. | 2 | Santi Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno, vescovi e dottori della Chiesa | m. |
3 | Santissimo Nome di Gesù | m.f. | 3 | ||
4 | 4 | ||||
5 | 5 | ||||
6 | Epifania del Signore | s. | 6 | Epifania del Signore | s. |
7 | San Raimondo di Peñafort, presbitero | m.f. | 7 | San Raimondo di Peñafort, presbitero | m.f. |
8 | 8 | ||||
9 | 9 | ||||
10 | 10 | ||||
11 | 11 | ||||
12 | 12 | ||||
13 | Sant'Ilario di Poitiers, vescovo e dottore della Chiesa | m.f. | 13 | Sant'Ilario di Poitiers, vescovo e Dottore della Chiesa | m.f. |
14 | 14 | ||||
15 | 15 | ||||
16 | 16 | ||||
17 | Sant'Antonio, abate | m. | 17 | Sant'Antonio, abate | m. |
18 | 18 | Cattedra di San Pietro Apostolo | f. | ||
19 | 19 | San Bassiano vescovo San Fabiano, papa e martire |
m.f. m.f. | ||
20 | San Fabiano, papa e martire San Sebastiano, martire |
m.f. | 20 | San Sebastiano, martire | m. |
21 | Sant'Agnese, vergine e martire | m. | 21 | Sant'Agnese, vergine e martire | m. |
22 | San Vincenzo, diacono e martire | m.f. | 22 | San Vincenzo, diacono e martire | m.f. |
23 | 23 | Santi Babila, vescovo e i Tre Fanciulli martiri | m.f. | ||
24 | San Francesco di Sales, vescovo e dottore della Chiesa | m. | 24 | San Francesco di Sales, vescovo e dottore della Chiesa | m. |
25 | Conversione di San Paolo, apostolo | f. | 25 | Conversione di San Paolo, apostolo | f. |
26 | Santi Timoteo e Tito, vescovi | m. | 26 | Santi Timoteo e Tito, vescovi | m. |
27 | Sant'Angela Merici, vergine | m.f. | 27 | Sant'Angela Merici, vergine Beato Manfredo Settala, sacerdote[47] |
m.f. m.f. |
28 | San Tommaso d'Aquino, presbitero e dottore della Chiesa | m. | 28 | San Tommaso d'Aquino, presbitero e dottore della Chiesa | m. |
29 | 29 | ||||
30 | 30 | ||||
31 | San Giovanni Bosco, presbitero | m. | 31 | San Giovanni Bosco, presbitero | m. |
|
f.d.s. |
|
f.d.s. f.d.s. | ||
Legenda | |||||
s.d.S.: Solennità del Signore - s.: Solennità - f.d.S.: Festa del Signore - f.: Festa - m.: Memoria - m.f.: memoria facoltativa |
- Febbraio
Calendario Romano Generale | Calendario Ambrosiano Comune | ||||
---|---|---|---|---|---|
Giorno | Ricorrenza | Grado | Giorno | ricorrenza | Grado |
1 | 1 | Beato Andrea Carlo Ferrari, vescovo | m. | ||
2 | Presentazione del Signore | f. | 2 | Presentazione del Signore | f.d.s. |
3 | San Biagio vescovo e martire Sant'Oscar o Ansgario, vescovo |
m.f. | 3 | San Biagio vescovo e martire Sant'Oscar vescovo |
m.f. |
4 | 4 | ||||
5 | Sant'Agata, vergine e martire | m. | 5 | Sant'Agata, vergine e martire | m. |
6 | San Paolo Miki e compagni martiri | m. | 6 | Santi Paolo Miki e compagni, martiri | m. |
7 | 7 | Sante Perpetua e Felicita, martiri | m. | ||
8 | San Girolamo Emiliani, religioso fondatore Santa Giuseppina Bakhita, vergine |
m.f. | 8 | San Girolamo Emiliani, religioso fondatore | m. |
9 | 9 | Santa Giuseppina Bakhita vergine | m.f. | ||
10 | Santa Scolastica, vergine | m. | 10 | Santa Scolastica, vergine | m. |
11 | Nostra Signora di Lourdes | m.f. | 11 | Beata Maria Vergine di Lourdes | m.f. |
12 | 12 | ||||
13 | 13 | ||||
14 | Santi Cirillo e Metodio, monaco e vescovo, patroni d'Europa | m.[48] | 14 | Santi Cirillo e Metodio, monaco e vescovo, patroni d'Europa | f. |
15 | 15 | ||||
16 | 16 | ||||
17 | Santi sette fondatori dell'Ordine dei Servi di Maria | m.f. | 17 | Santi Sette Fondatori dell'Ordine dei Servi di Maria | m.f. |
18 | 18 | San Patrizio vescovo | m.f. | ||
19 | 19 | San Turibio de Mogrovejo, vescovo | m.f. | ||
20 | 20 | ||||
21 | San Pier Damiani, vescovo e dottore della Chiesa | m.f. | 21 | San Pier Damiani, vescovo e Dottore della Chiesa | m.f. |
22 | Cattedra di San Pietro Apostolo | f. | |||
23 | San Policarpo, vescovo e martire | m. | 23 | San Policarpo vescovo e martire | m. |
24 | 24 | ||||
25 | 25 | ||||
26 | 26 | ||||
27 | 27 | ||||
28 | 28 | ||||
29 | 29 | ||||
Legenda | |||||
s.d.S.: Solennità del Signore - s.: Solennità - f.d.S.: Festa del Signore - f.: Festa - m.: Memoria - m.f.: memoria facoltativa |
- Marzo
Calendario Romano Generale | Calendario Ambrosiano Comune[49] | ||||
---|---|---|---|---|---|
Giorno | Ricorrenza | Grado | Giorno | ricorrenza | Grado |
1 | 1 | ||||
2 | 2 | ||||
3 | 3 | ||||
4 | San Casimiro, patrono della Lituania | m.f. | 4 | ||
5 | 5 | ||||
6 | 6 | ||||
7 | Sante Perpetua e Felicita, martiri | m. | 7 | Sante Perpetua e Felicita, martiri[50] | m. |
8 | San Giovanni di Dio, religioso | m.f. | 8 | ||
9 | Santa Francesca Romana, religiosa | m.f. | 9 | ||
10 | 10 | ||||
11 | 11 | ||||
12 | 12 | ||||
13 | 13 | ||||
14 | 14 | ||||
15 | 15 | ||||
16 | 16 | ||||
17 | San Patrizio, vescovo | m.f. | 17 | ||
18 | San Cirillo di Gerusalemme, vescovo e dottore della Chiesa | m.f. | 18 | ||
19 | San Giuseppe, sposo della Beata Vergine Maria | s. | 19 | San Giuseppe sposo della Beata Vergine Maria[51] | s. |
20 | 20 | ||||
21 | 21 | ||||
22 | 22 | ||||
23 | San Turibio de Mogrovejo, vescovo | m.f. | 23 | ||
24 | 24 | ||||
25 | Annunciazione del Signore | s. | 25 | Annunciazione del Signore[52]. | s. |
26 | 26 | ||||
27 | 27 | ||||
28 | 28 | ||||
29 | 29 | ||||
30 | 30 | ||||
31 | 31 | ||||
Legenda | |||||
s.d.S.: Solennità del Signore - s.: Solennità - f.d.S.: Festa del Signore - f.: Festa - m.: Memoria - m.f.: memoria facoltativa |
- Aprile
Calendario Romano Generale | Calendario Ambrosiano Comune | ||||
---|---|---|---|---|---|
Giorno | Ricorrenza | Grado | Giorno | ricorrenza | Grado |
1 | 1 | ||||
2 | San Francesco di Paola, eremita | m.f. | 2 | San Francesco di Paola, eremita | m.f. |
3 | 3 | ||||
4 | Sant'Isidoro, vescovo e Dottore della Chiesa | m.f. | 4 | Sant'Isidoro, vescovo e Dottore della Chiesa | m.f. |
5 | San Vincenzo Ferrer, presbitero | m.f. | 5 | San Vincenzo Ferrer, presbitero | m.f. |
6 | 6 | San Pietro da Verona, sacerdote e martire[47] | m. | ||
7 | San Giovanni Battista de La Salle, presbitero | m. | 7 | San Giovanni Battista della Salle, presbitero | m. |
8 | 8 | Santa Francesca Romana, religiosa | m.f. | ||
9 | 9 | San Cirillo di Gerusalemme, vescovo e Dottore della Chiesa | m.f. | ||
10 | 10 | ||||
11 | San Stanislao, vescovo e martire | m. | 11 | San Stanislao, vescovo e martire | m. |
12 | 12 | San Zeno di Verona vescovo | m.f. | ||
13 | San Martino I, papa e martire | m.f. | 13 | San Martino I, papa e martire | m.f. |
14 | 14 | ||||
15 | 15 | ||||
16 | 16 | ||||
17 | 17 | ||||
18 | 18 | San Galdino vescovo | m. | ||
19 | 19 | ||||
20 | 20 | ||||
21 | Sant'Anselmo di Canterbury, vescovo e Dottore della Chiesa | m.f. | 21 | San Anselmo d'Aosta, vescovo e Dottore della Chiesa | m.f. |
22 | 22 | ||||
23 | San Giorgio, martire | m.f. | 23 | San Giorgio, martire Sant'Adalberto vescovo e martire |
m.f. m.f. |
24 | San Fedele di Sigmaringa, presbitero e martire | m.f. | 24 | San Fedele da Sigmaringen, presbitero e martire San Benedetto Menni, sacerdote[47] |
m.f. m,f. |
25 | San Marco Evangelista | f. | 25 | San Marco, evangelista | f. |
26 | 26 | San Luigi Maria Grignon de Monfort, presbitero San Pietro Chanel, presbitero e martire |
m.f. m.f. | ||
27 | 27 | Beate Caterina e Giuliana del Sacro Monte di Varese, vergini | m. | ||
28 | San Pietro Chanel, presbitero e martire | m.f. | 28 | Santa Gianna Beretta Molla, madre di famiglia | m. |
29 | Santa Caterina da Siena, vergine e Dottore della Chiesa, patrona d'Italia | f. | 29 | Santa Caterina da Siena, vergine e dottore della Chiesa, patrona d'Italia | f. |
30 | San Pio V, papa | m.f. | 30 | San Pio V papa San Giuseppe Benedetto Cottolengo, presbitero |
m.f. m.f. |
Legenda | |||||
s.d.S.: Solennità del Signore - s.: Solennità - f.d.S.: Festa del Signore - f.: Festa - m.: Memoria - m.f.: memoria facoltativa |
- Maggio
Calendario Romano Generale | Calendario Ambrosiano Comune | ||||
---|---|---|---|---|---|
Giorno | Ricorrenza | Grado | Giorno | ricorrenza | Grado |
1 | San Giuseppe lavoratore | m.f. | 1 | San Giuseppe lavoratore San Riccardo Pampuri religioso |
m.f. m.f. |
2 | Sant'Atanasio, vescovo e Dottore della Chiesa | m. | 2 | Sant'Atanasio, vescovo e Dottore della Chiesa | m. |
3 | Santi Filippo e Giacomo, apostoli | f. | 3 | Santi Filippo e Giacomo, apostoli | f. |
4 | 4 | ||||
5 | 5 | ||||
6 | 6 | ||||
7 | 7 | ||||
8 | 8 | San Vittore, martire | m. | ||
9 | 9 | Santa Maddalena di Canossa vergine | m.f. | ||
10 | 10 | ||||
11 | 11 | ||||
12 | Santi Nereo e Achilleo, martiri San Pancrazio martire |
m.f. m.f. |
12 | Santi Nereo e Achìlleo martiri San Pancrazio martire |
m.f. m.f. |
13 | Nostra Signora di Fatima | m.f. | 13 | Beata Vergine Maria di Fatima | m.f. |
14 | San Mattia apostolo | f. | 14 | San Mattia, apostolo | f. |
15 | 15 | ||||
16 | 16 | San Luigi Orione presbitero | m.f. | ||
17 | 17 | ||||
18 | San Giovanni I, papa e martire | m.f. | 18 | San Giovanni I papa e martire Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa vergini |
m.f. m.f. |
19 | 19 | ||||
20 | San Bernardino da Siena, presbitero | m.f. | 20 | San Bernardino da Siena presbitero | m.f. |
21 | San Cristoforo Magallanes e compagni, presbitero e martiri | m.f. | 21 | San Cristoforo Magallanes e compagni presbitero e martiri | m.f. |
22 | Santa Rita da Cascia, religiosa | m.f. | 22 | Santa Rita da Cascia, religiosa | m.f. |
23 | 23 | San Beda il Venerabile, presbitero e Dottore della Chiesa Santa Maria Maddalena de' Pazzi, vergine |
m.f. m.f. | ||
24 | 24 | San Gregorio VII, papa | m.f. | ||
25 | San Beda il Venerabile, presbitero e Dottore della Chiesa San Gregorio VII, papa Santa Maria Maddalena de' Pazzi, vergine |
m.f. | 25 | San Dionigi, vescovo | m. |
26 | San Filippo Neri, presbitero | m. | 26 | San Filippo Neri, presbitero | m. |
27 | Sant'Agostino di Canterbury, vescovo | m.f. | 27 | Sant'Agostino di Canterbury, vescovo San Lodovico Pavoni, sacerdote[47] |
m.f. m.f. |
28 | 28 | Beato Luigi Biraghi, sacerdote[47] | m.f. | ||
29 | 29 | Santi Sisinio, Martirio e Alessandro martiri e San Vigilio di Trento, vescovo | m. | ||
30 | 30 | ||||
31 | Visitazione della Beata Vergine Maria | f. | 31 | Visitazione della Beata vergine Maria | f. |
|
s.d.S. s.d.S. |
|
s.d.S. s.d.S. | ||
Legenda | |||||
s.d.S.: Solennità del Signore - s.: Solennità - f.d.S.: Festa del Signore - f.: Festa - m.: Memoria - m.f.: memoria facoltativa |
- Giugno
Calendario Romano Generale | Calendario Ambrosiano Comune | ||||
---|---|---|---|---|---|
Giorno | Ricorrenza | Grado | Giorno | ricorrenza | Grado |
1 | San Giustino, martire | m. | 1 | San Giustino, martire | m. |
2 | Santi Marcellino e Pietro, martiri | m.f. | 2 | Santi Marcellino e Pietro martiri | m.f. |
3 | San Carlo Lwanga e compagni, martiri | m. | 3 | San Carlo Lwanga e compagni, martiri | m. |
4 | 4 | ||||
5 | San Bonifacio, vescovo e martire | m. | 5 | San Bonifacio, vescovo e martire | m. |
6 | San Norberto, vescovo | m.f. | 6 | San Norberto vescovo San Gerardo da Monza[47] |
m. m.f. m.f. |
7 | 7 | ||||
8 | 8 | ||||
9 | Sant'Efrem il Siro, diacono e Dottore della Chiesa | m.f. | 9 | Sant'Efrem diacono e Dottore della Chiesa | m.f. |
10 | 10 | ||||
11 | San Barnaba apostolo | m. | 11 | San Barnaba, apostolo | f. |
12 | 12 | ||||
13 | Sant'Antonio da Padova, presbitero e Dottore della Chiesa | m. | 13 | Sant'Antonio da Padova, presbitero e dottore della Chiesa | m. |
14 | 14 | ||||
15 | 15 | ||||
16 | 16 | ||||
17 | 17 | ||||
18 | 18 | San Romualdo, abate | m.f. | ||
19 | San Romualdo, abate | m.f. | 19 | San Protaso e San Gervaso, martiri | f. |
20 | 20 | ||||
21 | San Luigi Gonzaga, religioso | m. | 21 | San Luigi Gonzaga, religioso | m. |
22 | San Paolino di Nola, vescovo Santi Giovanni Fisher, vescovo, e Tommaso Moro, martiri |
m.f. m.f. |
22 | San Paolino di Nola vescovo Santi Giovanni Fisher vescovo e Tommaso More martiri |
m.f. m.f. |
23 | 23 | ||||
24 | Natività di San Giovanni Battista | s. | 24 | Natività di San Giovanni Battista[55]. | s. |
25 | 25 | ||||
26 | 26 | San Cirillo d'Alessandria, vescovo e Dottore della Chiesa San Josemaría Escrivá de Balaguer, sacerdote[47] |
m.f. m.f. | ||
27 | San Cirillo di Alessandria, vescovo e dottore della Chiesa | m.f. | 27 | Sant'Arialdo, diacono e martire[47] | m. |
28 | Sant'Ireneo di Lione, vescovo e martire | m. | 28 | Sant'Ireneo, vescovo e martire | m. |
29 | Santi Pietro, Paolo, apostoli | s. | 29 | Santi Pietro e Paolo, apostoli[56]. | s. |
30 | Santi Primi martiri della santa Chiesa di Roma | m.f. | 30 | Santi Primi martiri della santa Chiesa di Roma | m.f. |
|
s. m. |
|
s.d.S. m. | ||
Legenda | |||||
s.d.S.: Solennità del Signore - s.: Solennità - f.d.S.: Festa del Signore - f.: Festa - m.: Memoria - m.f.: memoria facoltativa |
- Luglio
Calendario Romano Generale | Calendario Ambrosiano Comune | ||||
---|---|---|---|---|---|
Giorno | Ricorrenza | Grado | Giorno | ricorrenza | Grado |
1 | 1 | ||||
2 | 2 | ||||
3 | San Tommaso apostolo | f. | 3 | San Tommaso, apostolo | f. |
4 | Sant'Elisabetta del Portogallo, regina francescana | m.f. | 4 | Sant'Elisabetta del Portogallo, regina francescana | m.f. |
5 | Sant'Antonio Maria Zaccaria, presbitero | m.f. | 5 | Sant'Antonio Maria Zaccaria, presbitero | m.f. |
6 | Santa Maria Goretti, vergine e martire | m.f. | 6 | Santa Maria Goretti vergine e martire | m.f. |
7 | 7 | ||||
8 | 8 | ||||
9 | Sant'Agostino Zhao Rong e compagni, martiri | m.f. | 9 | Sant'Agostino Zhao Rong e compagni, presbitero, e compagni, martiri | m.f. |
10 | 10 | ||||
11 | San Benedetto da Norcia, abate, patrono d'Europa | m. | 11 | San Benedetto, abate, patrono d'Europa | f. |
12 | 12 | San Nabore e San Felice, martiri | m. | ||
13 | Sant'Enrico II, imperatore romano | m.f. | 13 | Sant'Enrico II, imperatore romano | m.f. |
14 | San Camillo de Lellis, presbitero | m.f. | 14 | San Camillo de Lellis presbitero | m.f. |
15 | San Bonaventura, vescovo e Dottore della Chiesa | m. | 15 | San Bonaventura vescovo e Dottore della Chiesa | m. |
16 | Beata Vergine Maria del Monte Carmelo | m.f. | 16 | Beata Vergine Maria del Monte Carmelo | m.f. |
17 | 17 | Santa Marcellina, vergine | m. | ||
18 | 18 | ||||
19 | 19 | ||||
20 | 20 | Sant'Apollinare di Ravenna, vescovo e martire | m.f. | ||
21 | San Lorenzo da Brindisi, presbitero e Dottore della Chiesa | m.f. | 21 | San Lorenzo da Brindisi presbitero e Dottore della Chiesa | m.f. |
22 | Santa Maria Maddalena, discepola di Gesù | f. | 22 | Santa Maria Maddalena, discepola di Gesù | f. |
23 | Santa Brigida di Svezia, religiosa, patrona d'Europa | f. | 23 | Santa Brigida, religiosa, patrona d'Europa | f. |
24 | San Charbel Makhlouf, presbitero eremita | m.f. | 24 | San Charbel Makhlouf, presbitero eremita | m.f. |
25 | San Giacomo, apostolo | f. | 25 | San Giacomo, apostolo | f. |
26 | Santi Gioacchino ed Anna, genitori della Beata Vergine Maria) | m. | 26 | Santi Gioacchino e Anna, genitori della Beata Vergine Maria | m. |
27 | 27 | San Pantaleone, martire[47] | m.f. | ||
28 | 28 | San Nazaro e San Celso, martiri | m. | ||
29 | Santa Marta di Betania | m. | 29 | Santa Marta di Betania | m. |
30 | San Pietro Crisologo, vescovo e Dottore della Chiesa | m.f. | 30 | San Pietro Crisologo vescovo e Dottore della Chiesa | m.f. |
31 | Sant'Ignazio di Loyola, presbitero | m. | 31 | Sant'Ignazio di Loyola, presbitero | m. |
Legenda | |||||
s.d.S.: Solennità del Signore - s.: Solennità - f.d.S.: Festa del Signore - f.: Festa - m.: Memoria - m.f.: memoria facoltativa |
- Agosto
Calendario Romano Generale | Calendario Ambrosiano Comune | |||||
---|---|---|---|---|---|---|
Giorno | Ricorrenza | Grado | Giorno | ricorrenza | Grado | |
1 | Sant'Alfonso Maria de' Liguori, vescovo e Dottore della Chiesa | m. | 1 | Sant'Alfonso Maria de' Liguori, vescovo e Dottore della Chiesa | m. | |
2 | Sant'Eusebio di Vercelli, vescovo | m.f. | 2 | Sant'Eusebio di Vercelli, vescovo | m. | |
3 | 3 | San Pietro Giuliano Eymard, presbitero | m.f. | |||
4 | San Giovanni Maria Vianney, presbitero | m. | 4 | San Giovanni Maria Vianney, presbitero | m. | |
5 | Dedicazione della basilica di Santa Maria Maggiore | m.f. | 5 | Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore | m.f. | |
6 | Trasfigurazione del Signore | f. | 6 | Trasfigurazione del Signore | f.d.s. | |
7 | San Sisto II e compagni, martiri | m.f. | 7 | San Sisto II papa e compagni martiri San Gaetano presbitero |
m.f. m.f. | |
8 | San Domenico di Guzmán, presbitero | m. | 8 | San Domenico di Guzmán, presbitero | m. | |
9 | Santa Teresa Benedetta della Croce, vergine e martire, Patrona d'Europa | f. | 9 | Santa Teresa Benedetta della Croce, vergine e martire, Patrona d'Europa | f. | |
10 | San Lorenzo, diacono e martire | f. | 10 | San Lorenzo, diacono e martire | f. | |
11 | Santa Chiara, vergine | m. | 11 | Santa Chiara, vergine | m. | |
12 | 12 | Santa Giovanna Francesca Frémiot de Chantal religiosa | m.f. | |||
13 | San Ponziano papa e Sant'Ippolito presbitero, martiri | m.f. | 13 | San Ponziano papa e Sant'Ippolito presbitero, martiri | m.f. | |
14 | San Massimiliano Maria Kolbe, presbitero e martire | m. | 14 | San Simpliciano vescovo | m. | |
15 | Assunzione della Beata Vergine Maria | s. | 15 | Assunzione della Beata Vergine Maria[59]. | s. | |
16 | Santo Stefano d'Ungheria, re e fondatore | m.f. | 16 | Santo Stefano di Ungheria re e fondatore San Rocco, laico |
m.f. m.f. | |
17 | 17 | San Massimiliano Maria Kolbe, presbitero e martire | m. | |||
18 | 18 | |||||
19 | San Giovanni Eudes, presbitero | m.f. | 19 | San Giovanni Eudes, presbitero | m.f. | |
20 | San Bernardo di Chiaravalle, abate e Dottore della Chiesa | m. | 20 | San Bernardo, abate e Dottore della Chiesa | m. | |
21 | San Pio X, papa | m. | 21 | San Pio X, papa | m. | |
22 | Beata Vergine Maria Regina | m. | 22 | Beata Vergine Maria Regina | m. | |
23 | Santa Rosa da Lima, vergine | m.f. | 23 | Santa Rosa da Lima, vergine | m.f. | |
24 | San Bartolomeo, apostolo | f. | 24 | San Bartolomeo, apostolo | f. | |
25 | San Ludovico (san Luigi dei Francesi), laico San Giuseppe Calasanzio, presbitero |
m.f. m.f. |
25 | San Ludovico (san Luigi dei Francesi), laico San Giuseppe Calasanzio, presbitero |
m.f. m.f. | |
26 | 26 | Sant'Alessandro di Bergamo, martire | m.f. | |||
27 | Santa Monica, madre di Sant'Agostino d'Ippona | m. | 27 | Santa Monica, madre di Sant'Agostino d'Ippona | m. | |
28 | Sant'Agostino d'Ippona, vescovo e Dottore della Chiesa | m. | 28 | Sant'Agostino, vescovo e Dottore della Chiesa | m. | |
29 | Martirio di San Giovanni Battista | m. | 29 | Martirio di San Giovanni il Precursore[60] | f. | |
30 | 30 | Beato Alfredo Ildefonso Schuster, vescovo e cardinale | m. | |||
31 | 31 | San Felice e Sant'Abbondio vescovi | m.f. | |||
Legenda | ||||||
s.d.S.: Solennità del Signore - s.: Solennità - f.d.S.: Festa del Signore - f.: Festa - m.: Memoria - m.f.: memoria facoltativa |
- Settembre
Calendario Romano Generale | Calendario Ambrosiano Comune | ||||
---|---|---|---|---|---|
Giorno | Ricorrenza | Grado | Giorno | ricorrenza | Grado |
1 | 1 | ||||
2 | 2 | ||||
3 | San Gregorio Magno, papa e Dottore della Chiesa | m. | 3 | San Gregorio Magno, papa e Dottore della Chiesa | m. |
4 | 4 | ||||
5 | 5 | Santa Teresa di Calcutta, vergine | m.f. | ||
6 | 6 | ||||
7 | 7 | Beata Anna Eugenia Picco, vergine[47] | m.f. | ||
8 | Natività della Beata Vergine Maria | f. | 8 | Natività della Beata Vergine Maria[61] | f. |
9 | San Pietro Claver, presbitero | m.f. | 9 | San Pietro Claver, presbitero | m.f. |
10 | 10 | Beato Giovanni Mazzucconi, sacerdote e martire[47] | m.f. | ||
11 | 11 | ||||
12 | Santissimo Nome di Maria | m.f. | 12 | Santo Nome della Beata Verginre Maria | m. |
13 | San Giovanni Crisostomo, vescovo e Dottore della Chiesa | m. | 13 | San Giovanni Crisostomo, vescovo e Dottore della Chiesa | m. |
14 | Esaltazione della Santa Croce | f. | 14 | Esaltazione della Santa Croce | f.d.s. |
15 | Beata Vergine Maria Addolorata | m. | 15 | Beata Vergine Maria Addolorata | m. |
16 | Santi Cornelio, papa, e Cipriano vescovo, martiri | m. | 16 | Santi Cornelio, papa e Cipriano, vescovo, martiri | m. |
17 | San Roberto Bellarmino, vescovo e Dottore della Chiesa | m.f. | 17 | San Satiro, fratello di Sant'Ambrogio e Santa Marcellina | m. |
18 | 18 | Sant'Eustorgio I, vescovo | m. | ||
19 | San Gennaro, vescovo e martire | m.f. | 19 | San Gennaro, vescovo e martire San Roberto Bellarmino, vescovo e Dottore della Chiesa |
m.f. m.f. |
20 | Sant'Andrea Kim Tae-gon, San Paolo Chŏng Ha-sang e compagni, martiri | m. | 20 | Sant'Andrea Kim Tae-gon, presbitero, San Paolo Chong Ha-sang e compagni martiri | m. |
21 | San Matteo, apostolo ed evangelista | f. | 21 | San Matteo, apostolo ed evangelista | f. |
22 | 22 | San Maurizio e compagni martiri. Beato Luigi Maria Monti, religioso[47] |
m.f. m.f. | ||
23 | San Pio da Pietrelcina, presbitero | m. | 23 | San Pio da Pietrelcina, presbitero | m. |
24 | 24 | Santa Tecla, vergine e martire[47] | |||
25 | 25 | Sant'Anatalo e tutti i santi vescovi milanesi | f. | ||
26 | Santi Cosma e Damiano, martiri | m.f. | 26 | Santi Cosma e Damiano martiri | m.f. |
27 | San Vincenzo de' Paoli, presbitero | m. | 27 | San Vincenzo de' Paoli, presbitero | m. |
28 | San Venceslao, martire San Lorenzo Ruiz e compagni, martiri |
m.f. m.f. |
28 | San Venceslao martire San Lorenzo Ruiz e compagni, martiri Beato Luigi Monza, sacerdote[47] |
m.f. m.f. m.f. |
29 | Santi Michele, Gabriele e Raffaele, Arcangeli | f. | 29 | Santi Michele, Gabriele e Raffaele, arcangeli | f. |
30 | San Girolamo, presbitero e Ddottore della Chiesa | m. | 30 | San Girolamo presbitero e Dottore della Chiesa | m. |
Legenda | |||||
s.d.S.: Solennità del Signore - s.: Solennità - f.d.S.: Festa del Signore - f.: Festa - m.: Memoria - m.f.: memoria facoltativa |
- Ottobre
Calendario Romano Generale | Calendario Ambrosiano Comune | ||||
---|---|---|---|---|---|
Giorno | Ricorrenza | Grado | Giorno | ricorrenza | Grado |
1 | Santa Teresa del Bambino Gesù, vergine e Dottore della Chiesa | m. | 1 | Santa Teresa di Gesù Bambino, vergine | m. |
2 | Santi Angeli custodi | m. | 2 | Santi Angeli Custodi | m. |
3 | 3 | Beato Luigi Talamoni, sacerdote[47] | m.f. | ||
4 | San Francesco d'Assisi, patrono d'Italia | m. | 4 | San Francesco d'Assisi, patrono d'Italia[62] | f. |
5 | 5 | ||||
6 | San Bruno, presbitero | m.f | 6 | San Bruno, presbitero | m.f. |
7 | Beata Vergine Maria del Rosario | m. | 7 | Beata vergine Maria del Rosario | m. |
8 | 8 | Sant'Anselmo da Baggio, vescovo San Giovanni Calabria presbitero |
m.f. m.f. | ||
9 | San Dionigi vescovo e compagni, martiri San Giovanni Leonardi, presbitero |
m.f. m.f. |
9 | San Dionigi vescovo e compagni, martiri San Giovanni Leonardi presbitero |
m.f. m.f. |
10 | 10 | San Casimiro, laico | m.f. | ||
11 | San Giovanni XXIII, papa | m.f. | 11 | Sant'Alessandro Sauli, vescovo San Giovanni XXIII, papa[47] |
m.f. m.f. |
12 | 12 | Sant'Edvige, religiosa | m.f. | ||
13 | 13 | Santa Margherita Maria Alacoque, vergine | m.f. | ||
14 | San Callisto I, papa e martire | m.f. | 14 | San Callisto I, papa e martire | m.f. |
15 | Santa Teresa d'Avila, vergine e Dottore della Chiesa | m. | 15 | Santa Teresa d'Avila, vergine e Dottore della Chiesa | m. |
16 | Sant'Edvige, religiosa Santa Margherita Maria Alacoque, religiosa |
m.f. | 16 | Beato Contardo Ferrini, laico | m. |
17 | Sant'Ignazio di Antiochia, vescovo e martire | m. | 17 | Sant'Ignazio d'Antiochia, vescovo e martire | m. |
18 | San Luca, Evangelista | f. | 18 | San Luca, evangelista | f. |
19 | San Giovanni de Brébeuf, Sant'Isaac Jogues e compagni, martiri San Paolo della Croce, presbitero |
m.f. m.f. |
19 | San Giovanni de Brébeuf e Sant'Isacco Jogues sacerdoti, e compagni, martiri San Paolo della Croce presbitero |
m.f. m.f. |
20 | 20 | ||||
21 | 21 | ||||
22 | San Giovanni Paolo II, papa | m.f. | 22 | San Giovanni Paolo II, papa | m. |
23 | San Giovanni da Capestrano, presbitero | m.f. | 23 | San Giovanni da Capestrano, presbitero | m.f. |
24 | Sant'Antonio Maria Claret, vescovo | m.f. | 24 | Sant'Antonio Maria Claret, vescovo San Luigi Guanella, sacerdote[47] |
m.f. m.f. |
25 | 25 | Beato Carlo Gnocchi, sacerdote[47] San Gaudenzio di Brescia, vescovo[47] |
m.f. m.f. | ||
26 | 26 | ||||
27 | 27 | ||||
28 | Santi Simone e Giuda, apostoli | f. | 28 | Santi Simone e Giuda, apostoli | f. |
29 | 29 | Sant'Onorato di Vercelli, vescovo | m.f. | ||
30 | 30 | ||||
31 | 31 | ||||
s.d.S. | |||||
Legenda | |||||
s.d.S.: Solennità del Signore - s.: Solennità - f.d.S.: Festa del Signore - f.: Festa - m.: Memoria - m.f.: memoria facoltativa |
- Novembre
Calendario Romano Generale | Calendario Ambrosiano Comune | ||||
---|---|---|---|---|---|
Giorno | Ricorrenza | Grado | Giorno | ricorrenza | Grado |
1 | Tutti i Santi | s. | 1 | Tutti i Santi[63] | s. |
2 | Commemorazione di tutti i fedeli defunti | s. | 2 | Commemorazione di tutti i fedeli defunti[64] | s. |
3 | San Martino de Porres, religioso | m.f. | 3 | San Martino de Porres, religioso | m.f. |
4 | San Carlo Borromeo, vescovo | m. | 4 | San Carlo Borromeo, vescovo[65] | s. |
5 | 5 | ||||
6 | 6 | ||||
7 | 7 | ||||
8 | 8 | ||||
9 | Dedicazione della Basilica Lateranense | f. | 9 | Dedicazione della Basilica Lateranense | f. |
10 | San Leone Magno, papa e Dottore della Chiesa | m. | 10 | San Leone Magno, papa e Dottore della Chiesa | m. |
11 | San Martino di Tours, vescovo | m. | 11 | San Martino di Tours, vescovo | f. |
12 | San Giosafat Kuncewycz, vescovo e martire | m. | 12 | San Giosafat, vescovo e martire | m. |
13 | 13 | Sant'Omobono, laico patrono di Cremona Santa Francesca Saverio Cabrini, vergine |
m.f. m.f. | ||
14 | 14 | ||||
15 | Sant'Alberto Magno, vescovo e Dottore della Chiesa | m.f. | 15 | Sant'Alberto Magno, vescovo e Dottore della Chiesa | m.f. |
16 | Santa Gertrude, vergine Santa Margherita di Scozia, regina, laica |
m.f. m.f. |
16 | Santa Geltrude, vergine Santa Margherita di Scozia, regina, laica |
m.f. m.f. |
17 | Santa Elisabetta d'Ungheria, religiosa | m. | 17 | Sant'Elisabetta d'Ungheria, religiosa | m. |
18 | Dedicazione delle basiliche dei Santi Pietro e Paolo Apostoli | m.f. | 18 | Dedicazione delle Basiliche romane dei Santi Pietro e Paolo apostoli | m.f. |
19 | 19 | ||||
20 | 20 | Beato Samuele Marzorati, sacerdote e martire[47] | m.f. | ||
21 | Presentazione della Beata Vergine Maria | m. | 21 | Presentazione della Beata Vergine Maria | m. |
22 | Santa Cecilia, vergine e martire | m. | 22 | Santa Cecilia, vergine e martire | m. |
23 | San Clemente I, papa e martire San Colombano abate |
m.f. m.f. |
23 | San Clemente I, papa e martire San Colombano abate |
m.f. m.f. |
24 | Sant'Andrea Dung-Lac, presbitero e compagni, martiri | m. | 24 | Sant'Andrea Dung-Lac, presbitero e compagni, martiri Beata Maria Anna Sala, vergine[47] |
m. m.f. |
25 | Santa Caterina d'Alessandria, vergine e martire | m.f. | 25 | Santa Caterina d'Alessandria, vergine e martire | m.f. |
26 | 26 | Beata Enrichetta Alfieri[47] | m.f. | ||
27 | 27 | ||||
28 | 28 | San Giovanni di Dio, religioso | m. | ||
29 | 29 | ||||
30 | Sant'Andrea, apostolo | f. | 30 | Sant'Andrea, apostolo | f. |
|
s. |
|
s.d.S. | ||
Legenda | |||||
s.d.S.: Solennità del Signore - s.: Solennità - f.d.S.: Festa del Signore - f.: Festa - m.: Memoria - m.f.: memoria facoltativa |
- Dicembre
Calendario Romano Generale | Calendario Ambrosiano Comune | ||||
---|---|---|---|---|---|
Giorno | Ricorrenza | Grado | Giorno | ricorrenza | Grado |
1 | 1 | ||||
2 | 2 | ||||
3 | San Francesco Saverio, presbitero | m. | 3 | San Francesco Saverio, presbitero | m. |
4 | San Giovanni Damasceno, presbitero e Dottore della Chiesa | m.f. | 4 | San Giovanni Damasceno presbitero e Dottore della Chiesa | m.f. |
5 | 5 | ||||
6 | San Nicola, vescovo | m.f. | 6 | San Nicola, vescovo | m.f. |
7 | Sant'Ambrogio, vescovo e Dottore della Chiesa | m. | 7 | Ordinazione di Sant'Ambrogio vescovo e Dottore della Chiesa, Patrono della Santa Chiesa Ambrosiana e della città di Milano[66] | s. |
8 | Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria | s. | 8 | Immacolata Concezione della Beata vergine Maria[67] | s. |
9 | San Juan Diego Cuauhtlatoatzin, veggente laico | m.f. | 9 | San Juan Diego Cuauhtlatoatzin, veggente laico San Siro di Pavia, vescovo[47] |
m.f. m.f. |
10 | 10 | ||||
11 | San Damaso I, papa | m.f. | 11 | San Damaso I, papa | m.f. |
12 | 12 | Beata Vergine Maria di Guadalupe | m.f. | ||
13 | Santa Lucia da Siracusa, vergine e martire | m. | 13 | Santa Lucia, vergine e martire | m. |
14 | San Giovanni della Croce, presbitero e Dottore della Chiesa | m. | 14 | San Giovanni della Croce, presbitero e dottore della Chiesa | m. |
15 | 15 | San Giovanni da Kety, presbitero San Pietro Canisio, presbitero e Dottore della Chiesa |
m.f. m.f. | ||
16 | 16 | Commemorazione dell'annuncio a San Giuseppe, letture proprie[68] | m.f. | ||
17 | 17 | ||||
18 | 18 | ||||
19 | 19 | ||||
20 | 20 | ||||
21 | San Pietro Canisio, presbitero e Dottore della Chiesa | 21 | |||
22 | 22 | ||||
23 | San Giovanni da Kety, presbitero | 23 | |||
24 | 24 | Vigilia del Natale del Signore | |||
25 | Natale del Signore | s. | 25 | Natale del Signore | s. |
26 | Santo Stefano, diacono, protomartire | f. | 26 | Santo Stefano, diacono e protomartire[69]. | f. |
27 | San Giovanni, apostolo ed evangelista | f. | 27 | San Giovanni, apostolo ed evangelista[69]. | f. |
28 | Santi Innocenti, martiri | f. | 28 | Santi Innocenti, martiri[69]. | f. |
29 | San Tommaso Becket, vescovo e martire | m.f. | 29 | San Tommaso Becket, vescovo e martire | m.f. |
30 | 30 | ||||
31 | San Silvestro I, papa | m.f. | 31 | San Silvestro I, papa | m.f. |
|
s.d.S. | ||||
Legenda | |||||
s.d.S.: Solennità del Signore - s.: Solennità - f.d.S.: Festa del Signore - f.: Festa - m.: Memoria - m.f.: memoria facoltativa |
Calendario liturgico ambrosiano
Vedi anche la voce Calendario romano |
Il Tempo liturgico che stiamo vivendo: Avvento
Tabella delle norme di precedenza liturgica
Tabella delle norme di precedenza | |
---|---|
I SOLENNITA' | |
1
| |
2
| |
3
| |
4
| |
5
| |
6
Solennità proprie, cioè: | |
II FESTE | |
7
| |
8
Feste della beata Vergine Maria e dei Santi del Calendario comune. | |
9
Feste proprie, cioè: | |
10
| |
III MEMORIE OBBLIGATORIE E FACOLTATIVE | |
11
| |
12
Memorie obbligatorie proprie, cioè: | |
13
| |
14
Se nello stesso giorno venissero a coincidere i vespri
a) Il 26 dicembre, II dell’Ottava, è la festa di santo Stefano protomartire; |
Tabella di confronto delle precedenze liturgiche di Rito ambrosiano e Rito romano
Confronto delle tabelle delle precedenze liturgiche fra il Rito romano e il Rito ambrosiano | |
---|---|
Rito romano | Rito ambrosiano |
I Solennità | I Solennità' |
1. Il Triduo Pasquale della Passione e Risurrezione del Signore. | 1. Triduo Pasquale della Passione e Risurrezione del Signore. |
2. Il Natale del Signore, l'Epifania, l'Ascensione e la Pentecoste. | 2. Natale del Signore, Epifania, Ascensione, Pentecoste. |
Le domeniche di Avvento, di Quaresima e di Pasqua. | Domeniche di Avvento, Quaresima e Pasqua. |
Il Mercoledì delle Ceneri. | |
Sabato in traditione Simboli. | |
Le ferie della Settimana santa, dal lunedì al giovedì incluso. | Ferie della Settimana Autentica (Santa), dal lunedì al giovedì compresi. |
I giorni fra l'ottava di Pasqua. | Giorni dell'ottava di Pasqua. |
3. | 3. Solennità della Dedicazione della Chiesa Cattedrale di Milano, Chiesa madre di tutti i fedeli di Rito Ambrosiano. |
Le solennità del Signore, della beata Vergine Maria, dei santi, iscritte nel calendario generale. | Solennità e Feste del Signore elencate nel Calendario comune. |
La Commemorazione di tutti i fedeli defunti. | Commemorazione di tutti i fedeli defunti. |
Solennità della Dedicazione e dell'anniversario della Dedicazione della propria chiesa, che è considerata solennità del Signore. | |
Festa dell'anniversario della Dedicazione della propria Chiesa Cattedrale (fuori della diocesi di Milano), che è considerata festa del Signore. | |
4. Domeniche del tempo di Natale e dei tempi dopo l'Epifania e dopo Pentecoste. Per i giorni dal 26 al 28 dicembre si veda quanto elencato in fondo alla tabella. | |
5. Solennità della beata Maria Vergine e dei Santi elencate nel Calendario comune. | |
4. Le solennità proprie, e cioè: | 6. Solennità proprie, cioè: |
a) Solennità del Patrono principale del Rito, cioè di sant'Ambrogio; | |
b) Solennità del Compatrono della diocesi di Milano, cioè di san Carlo; | |
a) la solennità del Patrono principale del luogo o del paese o della città; | c) Solennità del Patrono principale del luogo o della città; |
b) la solennità della Dedicazione e dell'anniversario della Dedicazione della propria chiesa; | |
c) la solennità del Titolare della propria chiesa; | d) Solennità del Titolo della propria chiesa; |
d) la solennità del Titolare o del Fondatore o del Patrono principale dell'Ordine o della Congregazione. | e) Solennità del Titolo o del Fondatore o del Patrono principale dell'Ordine o della Congregazione. |
II Feste | II Feste |
5. Le feste del Signore iscritte nel calendario generale. | |
6. Le domeniche del tempo di Natale e le domeniche del Tempo ordinario. | |
7. Ferie di Quaresima (su di esse precedono solo le solennità dell'Annunciazione e di san Giuseppe). | |
7. Le feste della beata Vergine Maria e dei Santi, iscritte nel calendario generale. | 8. Feste della beata Vergine Maria e dei Santi del Calendario comune. |
8. Le feste proprie e cioè : | 9. Feste proprie, cioè: |
a) Festa dei Patroni secondari della diocesi di Milano; | |
a) la festa del Patrono principale della diocesi; | b) Festa del Patrono principale della diocesi (fuori della diocesi di Milano); |
b) la festa dell'anniversario della Dedicazione della chiesa cattedrale; | |
c) la festa del Patrono principale della regione o della provincia, della nazione, di un territorio più ampio; | c) Festa del Patrono principale della regione o della provincia, della nazione, di un territorio più ampio; |
d) la festa del Titolare, del Fondatore, del Patrono principale dell'Ordine o della Congregazione e della provincia religiosa, salvo quanto è disposto al n. 4 d; | d) Festa del Titolo, del Fondatore, del Patrono principale di un Ordine o di una Congregazione e della provincia religiosa; |
e) le altre feste proprie di qualche chiesa; | e) Altre feste proprie di qualche chiesa; |
f) le altre festa iscritte nel calendario di ciascuna diocesi o dell'Ordine o della Congregazione. | f) Altre feste elencate nel Calendario di ogni Diocesi, Ordine o Congregazione. |
9. Le ferie di Avvento dal 17 al 24 dicembre compreso. | 10. Ferie «pre-natalizie» dell'Accolto (de Exceptato) dal 17 al 24 dicembre o il 23 se il 24 è Domenica. |
I giorni fra l'Ottava di Natale. | Giorni dell'Ottava di Natale. Per i giorni dal 26 al 28 dicembre cfr. quanto elencato in fondo alla tabella. |
Le ferie di Quaresima. | |
III Memorie obbligatorie e facoltative | III Memorie obbligatorie e facoltative |
10. Le memorie obbligatorie iscritte nel calendario generale. | 11. Memorie obbligatorie del Calendario comune. |
11. Le memorie obbligatorie proprie e cioè : | 12. Memorie obbligatorie proprie, cioè: |
a) le memorie del Patrono secondario del luogo, della diocesi, della regione o della provincia, della nazione, di un territorio più ampio, dell'Ordine o della Congregazione e della provincia religiosa; | a) Memorie del Patrono secondario del luogo, della diocesi
(fuori della diocesi di Milano), della regione, o della provincia, della nazione, di un territorio più ampio; dell'Ordine, della Congregazione o provincia religiosa. |
b) le altre memorie obbligatorie proprie di qualche chiesa; | b) Altre memorie obbligatorie, proprie delle singole chiese. |
c) le altre memorie obbligatorie iscritte nel calendario di ciascuna diocesi o dell'Ordine o della Congregazione. | c) Altre memorie obbligatorie elencate nel Calendario di ogni diocesi, Ordine o Congregazione. |
12. Le memorie facoltative, le quali tuttavia si possono celebrare anche nei giorni elencati nel n. 9, però nel modo particolare descritto in "Principi e Norme" per la Messa e per l'Ufficio. | 13. Memorie ad libitum, che sono escluse nei giorni elencati al n. 10. |
In questo stesso modo, come memorie facoltative, si possono celebrare le memorie obbligatorie che eventualmente ricorrono nelle ferie di Quaresima. | |
13. Le ferie di Avvento, fino al 16 dicembre incluso. | 14. Ferie e sabati d'Avvento, fino al 16 dicembre compreso. |
Le ferie del Tempo di Natale, dal 2 gennaio al sabato dopo l'Epifania. | Ferie del tempo di Natale, dal 2 gennaio al sabato dopo l'Epifania. |
Le ferie del Tempo pasquale, dal lunedì dopo l'ottava di Pasqua al sabato prima della Pentecoste incluso. | Ferie del Tempo pasquale, dal lunedì dopo l'ottava di Pasqua al sabato prima della domenica di Pentecoste compreso. |
Le ferie del Tempo ordinario. | Ferie e sabati dei tempi dopo l'Epifania e dopo la Pentecoste. |
Se nello stesso giorno si devono celebrare i Vespri dell'Ufficio corrente e i primi Vespri del giorno seguente, prevalgono i Vespri della celebrazione che nella tabella dei giorni liturgici ha un posto superiore; in caso di parità, si celebrano i Vespri del giorno corrente. | Se nello stesso giorno venissero a coincidere i vespri dell'ufficio corrente e i primi vespri del giorno seguente, prevalgono i vespri della celebrazione che nella tabella delle precedenze è posta per prima; in caso di parità, prevalgono i vespri del giorno seguente. I secondi vespri tuttavia prevalgono sempre sui vespri della beata Vergine Maria e dei santi. |
L'ottava del Natale è così ordinata: | |
a) Il 26 dicembre, II dell'Ottava, è la festa di santo Stefano protomartire; | |
b) Il 27 dicembre, III dell'Ottava, si celebra la festa di san Giovanni apostolo ed evangelista; | |
c) Il 28 dicembre, IV dell'Ottava, si celebra la festa dei santi Innocenti. | |
Queste feste di cui alle lettere a), b), c), avendo un'officiatura mista, con testi anche inerenti al mistero della Natività, prevalgono sulla stessa domenica; | |
d) I giorni 29, 30, 31 sono il V, VI, VII giorno dell'ottava di Natale; essi cedono alla domenica fra l'ottava di Natale; | |
e) Il giorno 1 gennaio si celebra l'Ottava del Natale nella Circoncisione del Signore. |
Note | ||||
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Bibliografia | ||||
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Voci correlate | ||||
Collegamenti esterni | ||||
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