Calendario Liturgico

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Diagramma dell'anno liturgico di Rito Romano
Diagramma dell'anno liturgico di Rito Ambrosiano

Il Calendario Liturgico è uno strumento liturgico-temporale usato nella liturgia della chiesa cattolica, delle chiese orientali, e di altre comunità cristiane.

Dato che il calendario liturgico è legato all'anno liturgico e quest'ultimo è legato al rito liturgico, e considerato che esistono diversi riti liturgici, ne consegue che per ogni rito liturgico vi è un calendario liturgico.

Scopo del Calendario Liturgico

Scopo del calendario liturgico è quello di contenere le norme liturgiche che disciplinano praticamente le ricorrenze e le celebrazioni liturgiche di tutti i giorni dell'anno liturgico di ogni singolo rito liturgico all'interno di ogni confessione cristiana.

Il Calendario liturgico, essendo legato all'Anno Liturgico come sopra scritto, nel perseguire il proprio scopo non contrasta la struttura e le norme dell'Anno Liturgico, anzi ne attua praticamente le disposizioni.

Rapporto tra l'Anno ed il Calendario Liturgici

In tutti i riti cristiani la nozione di Anno Liturgico è distinta anche se non separata da quella di Calendario Liturgico: non va però nascosta la mancata percezione di tale distinzione nell'opinione comune, cosa comunque comprensibile considerata la sottigliezza dottrinale.

L'errore più diffuso si verifica quando si considerano i periodi liturgici utili per le celebrazioni e le ricorrenze, quali ad es. i tempi liturgici nel rito romano, come componenti il Calendario Liturgico.

È l'Anno Liturgico che si suddivide o, secondo il punto di vista, è composto dai periodi liturgici utili per le celebrazioni e le ricorrenze.

Valenza dell'espressione "Calendario Liturgico"

Bisogna precisare, però, che con l'espressione Calendario liturgico si indicano, in realtà ed al massimo, tre calendarizzazioni ufficiali distinte, comunque connesse e di seguito indicate:

  1. un calendario universale che contiene le norme liturgiche discplinanti l'intero anno liturgico e valide per tutto il rito liturgico;
  2. un calendario particolare che contiene le norme liturgiche disciplinanti l'intero anno liturgico e valide relativamente ad una determinata giurisdizione ecclesiastica, più o meno geografica, nell'ambito del calendario universale;
  3. un calendario esecutivo che contiene le norme liturgiche disciplinanti un determinato anno liturgico, nell'ambito del calendario particolare.

Non in tutti i singoli riti liturgici si possiede la suddetta triplice calendarizzazione: essa dipende certamente da principi di teologia liturgica, ma anche dalla diffusione effettiva del rito liturgico.

Situazione nel Rito Romano della Chiesa cattolica

Nell'ambito della Chiesa cattolica, e specificatamente della Chiesa latina, il Rito romano, considerata la sua diffusione planetaria, possiede la triplice calendarizzazione.
Infatti:

  • il calendario universale è unico ed è denominato Calendario romano generale;
  • il calendario particolare non è unico, ma vi sono più calendari particolari, variamente denominati, che riguardano l'insieme o le singole chiese locali o famiglie religiose, ad es. le chiese locali di una nazione, di una regione o di una provincia ecclesiastica o la singola chiesa locale;
  • il calendario esecutivo non è unico, ma vi sono più calendari esecutivi, spesso singolarmente denominati "Calendario Liturgico", ad es. il Calendario Liturgico di una chiesa locale o di una conferenza episcopale regionale valido per un determinato anno liturgico.

Il Calendario romano generale ed i calendari particolari sono stesi come documenti ufficiali, tipograficamente redatti in specifiche pubblicazioni o redatti come inserti di altri libri, ad es. il Messale.

I calendari esecutivi sono stesi come una sorta di prontuario, tipograficamente redatti in specifiche pubblicazioni.

Le disposizioni dei vari Calendari, qualunque sia la redazione tipografica degli stessi, sono cogenti sotto il profilo del diritto liturgico.

A motivo della stesura e della redazione delle tre tipologie di calendari, normalmente il calendario romano generale ed i calendari particolari al proprio interno distinguono graficamente, fatte salve diverse eccezioni, fra Temporale e Santorale, mentre tale distinzione grafica, normalmente, è inesistente nei calendari esecutivi: in ogni caso tutte e tre le tipologie di calendari disciplinano sia il Temporale che il Santorale.

Il Calendario particolare normalmente contiene ricorrenze o celebrazioni proprie di quella determinata chiesa locale o insieme di chiese che fanno uso del detto calendario particolare. Tali ricorrenze o celebrazioni riguardano per lo più i santi patroni o comunque venerati da quella chiesa locale o insieme di chiese, nonché l'anniversario della dedicazione delle singole chiese, intese in questo caso nel senso materiale. Il calendario particolare contiene pure ricorrenze presenti nel Calendario romano generale e, in tale caso, la differenza tra i due calendari consiste nel diverso grado liturgico con cui quella ricorrenza viene celebrata dal calendario particolare rispetto al calendario romano generale.

Da quando esistono le conferenze episcopali nazionali, per motivi di semplificazione è invalso l'uso, anche se non sempre accettato, di pubblicare il proprio calendario particolare, ossia il calendario avente carattere nazionale, denominandolo come calendario romano generale: anche se sono lapalissiane le ricadute pratiche di tale scelta, non si può negare che, ai fini della conoscenza della scienza liturgica, ciò costituisca un falso. Basterebbe che alcune conferenze episcopali si limitassero a mutuare l'uso di molte famiglie religiose le quali nel pubblicare il proprio calendario particolare, ossia il calendario che vale per tutta la famiglia religiosa presente in una nazione, lo denominano "calendario romano", ma sostituendo l'aggettivo "generale" con l'aggettivo proprio della famiglia religiosa.

Si chiarisce che quanto steso in ordine al calendario liturgico nel rito romano concerne sia la forma ordinaria sia, limitatamente al calendario romano generale, la forma extra-ordinaria di tale rito: allo stato, infatti, non si può ancora parlare di esistenza stabile di calendari particolari, né tantomeno di calendari esecutivi, nell'ambito della forma extra-ordinaria del rito romano.


Note
  1. Nel Rito Ambrosiano questa solennità è celebrata la VI Domenica di Avvento.
  2. 2,00 2,01 2,02 2,03 2,04 2,05 2,06 2,07 2,08 2,09 2,10 2,11 2,12 2,13 2,14 2,15 2,16 2,17 2,18 2,19 2,20 2,21 2,22 Proprio dell'Arcidiocesi di Milano.
  3. Festa in Europa.
  4. Nel Rito Ambrosiano, in Quaresima, è vietata la celebrazione di qualsiasi memoria festa e solennità, ad eccezione di San Giuseppe e dell'Annunciazione, che sono celebrate anche se cadono di venerdì.
  5. Se cade in Quaresima non si clebra la memoria.
  6. Se cade di Domenica è celebrata il 20 marzo.
  7. Se il 25 marzo è Domenica, è celebrata il 26. Negli anni poi in cui tale data cade in Settimana Autentica o nell'Ottava di Pasqua, la solennità è spostata in avanti al lunedì della II settimana di Pasqua.
  8. Comprendendo nel calcolo anche la stessa domenica di Pasqua. Cade a maggio quando la domenica di Pasqua oscilla tra il 22 marzo e il 19 aprile.
  9. Cade a maggio quando la domenica di Pasqua oscilla tra il 22 marzo e il 22 aprile.
  10. Se cade di Domenica è celebratail 25 giugno.
  11. Se cade di Domenica è celebrata il 30 giugno.
  12. Comprendendo nel calcolo anche la stessa domenica di Pasqua. Cade a giugno quando la domenica di Pasqua oscilla tra il 20 aprile e il 25 aprile.
  13. Cade a giugno quando la domenica di Pasqua oscilla tra il 23 aprile e il 25 aprile.
  14. Se cade di Domenica è celebrata il 16 agosto.
  15. Se cade di Domenica, questa festa è celebrata il giorno 1° settembre
  16. Se cade di Domenica è celebrata il 9 settembre.
  17. Anche Considerando l'importanza del santo patrono, la Domenica ha la precedenza su questa festa.
  18. Se cade di Domenica é celebrata il 31 ottobre.
  19. Questa Solennità ha la precedenza sulle Domeniche.
  20. Se cade di Domenica é celebrata il 5 novembre.
  21. Se cade di Domenica è celebrata il sabato 6 dicembre.
  22. Se cade di Domenica è celebrata il 9 dicembre.
  23. San Carlo, nell’ambito della riforma del Rito Ambrosiano da lui promossa, collocò la festa di San Giuseppe a metà dicembre, come preludio alle feste natalizie. Quando il Calendario ambrosiano si adeguò a quello romano, si spostò tale festa al 19 marzo. Il Calendario ambrosiano promulgato il 1° aprile 2010, riagganciandosi alla decisione di san Carlo, istituì, per il 16 dicembre, la Commemorazione dell'annuncio a san Giuseppe con sue proprie letture bibliche: in questo modo la figura dell’«uomo giusto», chiamato da Dio ad essere custode del Messia e della Vergine Madre si collega direttamente al mistero natalizio e inaugura i giorni dell’Accolto (che iniziano con il 17 dicembre). - messa feria del giorno.
  24. 24,0 24,1 24,2 Nel Rito Ambrosiano queste feste hanno la precedenza sulla Domenica.
  25. Nel Rito Romano questa solennità è celebrata il 1° gennaio.
Voci correlate
Collegamenti esterni