Utente:Don Paolo Benvenuto/Chiesa cattolica in Benin

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La Chiesa Cattolica in Benin[1]. è parte della Chiesa Cattolica universale in comunione con il Vescovo di Roma, il Papa.

Gli inizi dell'evangelizzazione

L'inizio dell'evangelizzazione del Paese fu opera della Società delle Missioni Africane.

La Santa Sede eresse il Vicariato Apostolico del Dahomey il 28 agosto 1860. Territorialmente era molto più vasto dell'attuale Bénin: si estendeva dal fiume Volta, nell'attuale Ghana, al fiume Niger, nell'attuale Nigeria. A capo di tale missione la Santa Sede nominò padre Francesco Borghero S.M.A., il quale raggiunse il Dahomey il 18 aprile 1861 in compagnia del confratello spagnolo Francisco Fernández.

Al loro arrivo i due missionari trovarono, soprattutto lungo la costa, popolazioni di diversa provenienza. Vi erano commercianti europei, ex-schiavi e i loro discendenti di ritorno dalle Americhe, e gente del posto, soggetta in tutto e per tutto al potente Re di Abomey, costantemente in guerra con i regni vicini. Le guerre gli fornivano, infatti, schiavi da sacrificare alle varie divinità, certo com'era che il sangue versato avrebbe assicurato la sopravvivenza del suo regno.

Padre Borghero chiede un incontro con il Re, allo scopo di ottenere il diritto di cittadinanza per la missione cattolica e la possibilità di annunciare il Vangelo. La risposta non è quella che si aspetta: i padri sono amici del re, il Vangelo potrà essere annunciato a tutti (europei, discendenti di schiavi, ex-schiavi, etc.) tranne che ai locali. Tale limitazione del ministero dei missionari fece sì che il Vangelo fosse annunciato anche in tutto il resto del Vicariato. Dal Dahomey il Vangelo raggiunse così la Nigeria, il Togo, il Ghana, la Costa d'Avorio, la Liberia, il Niger.

Gli ambiti dell'impegno dei missionari sono diversi e variegati. Al fondatore della SMA stava a cuore la nascita di un clero locale con i propri Vescovi.

I missionari si impegnarono per l'istruzione scolastica, per gli ammalati, per i lebbrosi, per gli orfani. Ebbero attenzione alla cultura locale: lavorarono per conoscere e preservare le lingue locali, compilarono dizionari e grammatiche, e raccolsero tradizioni orali come canti, proverbi, racconti. Tutto ciò permise il nascere di una liturgia locale, capace di valorizzare gesti e simboli del popolo.

In questa linea di attenzione alla cultura locale, P. Francis Aupiais fu il propagandista dell'Africa in Europa, organizzando una mostra d'arte africana itinerante - statuette, maschere, tessuti e altri oggetti - che permise all'Occidente di scoprire e apprezzare le bellezze dell'arte e della cultura africana. Il suo fiore all'occhiello è la realizzazione, tra il dicembre 1929 e giugno 1930, di due documentari: Le Dahomey chrétien e Le Dahomey religieux.

L'annuncio del Vangelo lungo le coste dell'Africa occidentale comportò un'enorme perdita di vite umane. Quando padre Borghero partì alla volta del Dahomey era accompagnato da due confratelli, padre Fernández, spagnolo, e padre Edde, francese. Quest'ultimo non raggiunse mai il Dahomey. Morì a Freetown e fu sepolto accanto ai cinque confratelli delle prime due spedizioni, tra cui il fondatore della SMA, morto a 42 anni, dopo soli quaranta giorni d'Africa. Padre Fernández morì di lì a poco, nel 1863. Anche il robustissimo Borghero fu soggetto a frequenti febbri che lo portarono in punto di morte diverse volte. A due riprese da Lione gli mandarono dei sostituti, ma morirono prima che lui potesse ripartire per l'Europa: padre Noché, arrivato a gennaio 1864, morì nel luglio seguente. Padre Bébin, arrivato a settembre dello stesso anno, morì a dicembre. A causa delle malattie tropicali, sono pochissimi i missionari che sopravvivono più di tre anni[2].

Padre Cordioux prende la successione dell'instancabile padre Borghero come superiore della missione del Dahomey. A metà 1864 si aprì la missione Porto Novo, nonostante le difficoltà frapposte dall'autorità francese, e le gravi perdite di personale.

La visita del Papa

Papa Benedetto XVI visiterà il Bénin dal 18 al 20 novembre 2011, per firmarvi e consegnare ai rappresentanti dei Vescovi del continente africano l'Esortazione Apostolica frutto della seconda Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi. La scelta del Bénin è dovuta alla ricorrenza del 150° anniversario dell'evangelizzazione del Paese.

Note

  1. Fino al 1975 il Benin era denominato Dahomey.
  2. Si calcola che nei primi cinquant'anni la SMA ed il suo ramo femminile, le Suore di Nostra Signora degli Apostoli, persero in questi territori circa 400 membri, falcidiati dalla malaria e dalla febbre gialla.

Bibliografia

Voci correlate