Utente:Quarantena/San Daniele lo Stilita
San Daniele lo Stilita Presbitero | |
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Santo | |
Miniatura dal Menologio di Basilio II | |
Età alla morte | circa 81 anni |
Nascita | Maratha 409 |
Morte | Costantinopoli 490 ca. |
Professione religiosa | 420 |
Ordinazione presbiterale | V secolo |
Venerato da | Chiesa cattolica, Chiesa ortodossa |
Ricorrenza | 11 dicembre |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 11 dicembre, n. 4:
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San Daniele lo Stilita (Maratha, 409; † Costantinopoli, 490 ca.) è stato un monaco bizantino.
Biografia
Nacque a Maratha, vicino a Samosata, nel 409 da genitori molto credenti che lo consacrarono subito al Signore. A soli dodici anni chiese di essere accolto in un vicino monastero. Alle resistenze dell'abate rispose che era sì giovane ma, con la sua grande fede, avrebbe sopportato la dura vita del cenobio.
Riusì presto a godere della sua fiducia, tanto da accompagnarlo in un viaggio ad Antiochia. Ospiti del monastero di Telanissos Dair Sem’an, conobbero san Simeone che aveva da poco iniziato a vivere da asceta in cima ad una colonna, incompreso dai compagni e accusato di vanagloria. Nonostante la grande calura, il santo li accolse e li benedisse facendo breccia nel cuore del giovane, cui però predisse molte sofferenze.
Alla morte dell'abate Daniele venne scelto come suo successore, ma Daniele rifiutò l'incarico e tornò a far visita a Simeone con l'intento di raggiungere successivamente la Terra Santa, ma dovette ripiegare su Costantinopoli a causa delle guerre, per poi ritirarsi a Filempora, in un tempio abbandonato, sotto la protezione del patriarca sant'Anatolio.
Nel 459 Simeone morì e il suo mantello, destinato inizialmente all'imperatore Sergio I, venne dato a Daniele che, ormai cinquantenne, decise di seguire l'esempio del maestro. Alcuni compagni lo aiutarono a stabilirsi su una colonna dove iniziò la sua vita di meditazione e preghiera. L'imperatore Leone ordinò che di lasciare la scena pubblica ma la guarigione di un ragazzo posseduto dal demonio convinse il messo imperiale a tornare dall'imperatore per raccontare l'accaduto.
Questi chiese a Daniele di pregare affinché sua moglie Verena concepisse un figlio. A grazia ottenuta Leone andò di persona a ringraziarlo, salendo sulla colonna e toccandogli i piedi. Fece poi costruire un'altra colonna collegata con un ponte alla precedente, mentre il luogo era ormai meta di pellegrinaggi. Durante una tempesta la struttura corse il pericolo di crollare, ma Daniele non l'abbandonò e, a pericolo scampato, fece graziare il costruttore condannato dall'imperatore per la sua imperizia.
Il santo stilita era continuamente esposto alle intemperie e durante un inverno particolarmente rigido fu salvato in extremis dall'assideramento. L'imperatore fece allora costruire una stanza in cui fosse maggiormente riparato. Purtroppo a Daniele non mancarono gli attriti col patriarca di Costantinopoli Gennadio I e solo dietro ordine imperiale questi andò a trovarlo. All'incontro, nonostante la giornata caldissima, assistette una grande folla e il presule, dopo aver celebrato le preghiere d'ordinazione, salì sulla colonna dove si diedero vicendevolmente la comunione.
Daniele era ormai famoso in tutto l'impero. Si narra che predisse un incendio nella capitale nel 465 e che davanti alla sua colonna furono siglati patti di alleanza tra principi. Le visite più gradite erano però quelle dei malati che, dopo aver ascoltato la sua sapiente parola, ricevevano i sacramenti.
Scese dalla colonna solo quando, morto l'imperatore gli successe Basiglio di idee monofisite. Portato a spalle dalla folla ottenne il riconoscimento del nuovo imperatore Zenone che sconfisse l'usurpatore. Lo stesso successivamente fece promulgare dal patriarca Acacio l'Henoticon, diretto a vescovi, chierici e monaci della chiesa orientale, relativo all'approvazione del Simbolo niceno-costantinopolitano.
Daniele morì ultraottantenne nel 490 (o 493) dopo aver incontrato il Patriarca Eufemio e aver celebrato la Messa. Fu sepolto in un oratorio ai piedi di quella colonna su cui era vissuto trentatré anni e tre mesi.
Bibliografia | |
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