Volto Santo di Sansepolcro
Ambito carolingio, Volto Santo (X - XI secolo), legno intagliato policromo e dorato | |
Volto Santo di Sansepolcro | |
Opera d'arte | |
Stato | |
Regione | Toscana |
Regione ecclesiastica | Toscana |
Provincia | Arezzo |
Comune | |
Diocesi | Arezzo-Cortona-Sansepolcro |
Ubicazione specifica | Concattedrale di San Giovanni Evangelista, Cappella del Volto Santo |
Uso liturgico | quotidiano |
Comune di provenienza | Sansepolcro |
Luogo di provenienza | Chiesa di Santa Maria Assunta |
Oggetto | statua |
Soggetto | Gesù Cristo crocifisso |
Datazione | Tra il X e l'XI secolo |
Ambito culturale | ambito carolingio |
Autore |
anonimo |
Materia e tecnica | legno intagliato policromo e dorato |
Misure | h. 271 cm; l. 290 cm |
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Volto Santo è una statua, eseguita tra il X ed XI secolo, in legno intagliato policromo e dorato, da un anonimo scultore carolingio, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria Assunta[1] di Sansepolcro (Arezzo) ed attualmente collocato nella Cappella omonima nella Concattedrale di San Giovanni Evangelista nella medesima città.
Descrizione
La statua raffigura:
- Gesù Cristo crocifisso si presenta con gli occhi aperti, un incarnato scuro, il volto sereno delicatamente piegato a destra, il corpo senza spasimi con indosso una tunica scollata a "v" cinta da una fascia dorata e i piedi inchiodati separatamente alla croce. Gli studiosi identificano questa immagine con quella, indicata nell'Apocalisse, del Christus triumphans sulla croce, sacerdos et rex: la veste sarebbe, infatti, una tunica sacerdotale e regale allo stesso tempo, simile alla veste indossata dai sovrani carolingi, particolare che confermerebbe la datazione al X secolo. L'elemento, che rende straordinario questo Crocifisso, è senza dubbio il suo volto. Grande e fuori proporzione, a dimostrazione del fatto che veniva venerato dal basso; sporgente in avanti come se volesse mostrarsi a tutti; con un profilo da mediorientale dall'ovale allungato. Gli occhi sono grandi, sgranati ed aperti ad accogliere tutto il reale. È stato giustamente notato come l'artista abbia rimarcato l'importanza dello sguardo, contornando gli occhi con una pesante ombreggiatura scura, ottenuta con pennellate fluide. Il suo sguardo, pieno di tristezza e tenerezza, è rivolto verso il basso, verso gli uomini che, alzando i loro occhi, rivolgevano a lui una preghiera, e sorprendendosi di essere "guardati", ancor prima di averlo invocato. Si deve, infatti, a tale proposito ricordare che nei più antichi Padri della Chiesa (San Clemente d'Alessandria, Eusebio di Cesarea e san Giovanni Crisostomo) la ricerca del Volto di Gesù era una tensione costante e tutti insistono sul suo valore misericordioso, ma fu soprattutto sant'Ambrogio ad elaborare una dottrina essenziale su questo, affermando nei suoi scritti:
« | Non v'è dubbio che Pietro riebbe la grazia della conversione per mezzo del Sacro Volto, perché coloro che Gesù riguarda sono sempre salvati. » |
Notizie storico-critiche
L'opera era collocata nella Chiesa di Santa Maria, poi intitolata a Sant'Agostino, dove è documentata dal 1336 e nella quale già nel 1343 esisteva una confraternita detta delle Laudi del Volto Santo. Nel XVI secolo si formò una nuova congregazione con lo scopo di promuovere la devozione all'antico crocifisso.
Nel 1771, in seguito a lavori di ristrutturazione e di rifacimento dell'antica pieve, il Volto Santo venne trasportato nella Concattedrale e collocato sull'altare maggiore.
Nel 1942, nel corso dei lavori di restauro del Duomo - condotti tra il 1936 ed il 1945 - il Crocifisso venne trasferito sull'altare della cappella, a sinistra del presbiterio, appositamente ristrutturata per ospitarlo su iniziativa del vescovo Pompeo Ghezzi (1911 - 1953): questa un tempo era detta Cappella del Santissimo Sacramento, mentre oggi è denominata Cappella del Volto Santo.
Tra il 1984 ed il 1989, il Crocifisso è stato oggetto di un accurato e paziente restauro, che lo ha attribuito ad un ambito carolingio con una oscillazione cronologica tra la il X ed XI secolo. Anche l'analisi dei campioni di legno al radiocarbonio ha fornito una datazione che colloca l'opera tra il 904 e il 1018, facendone così l'unico esempio in Europa di scultura monumentale del periodo.
Disputa sull'opera
Il Volto Santo di Sansepolcro è al centro, da alcuni anni, di una disputa che lo oppone ad una simile scultura, datata all'XI secolo e custodita nella Cattedrale di San Martino a Lucca. Il vivo dibattito fra studiosi mira ad individuare quale delle due opere sia la più antica e, quindi, l'originale.
Secondo la tradizione il Volto Santo sarebbe giunto a Lucca nel 782. E fin qui nessun problema. Nel 2002, in occasione della mostra ad Arezzo, dedicata alla "Bellezza del Sacro", la storica dell'arte e soprintendente dell'epoca, Anna Maria Maetzke, ha messo in dubbio che l'originale del Volto Santo non sarebbe il Crocifisso, conservato a Lucca, bensì quello di Sansepolcro. Infatti, già in passato alcuni studiosi, come Francovich e Belli Barsali, sostenevano che quello di Lucca poteva essere una copia di un prototipo più antico. La studiosa ha presentato, a conferma della teoria, l'eccezionale ritrovamento di un documento, datato 29 maggio 1179, in cui si attesta la cessione per 70 denari d'argento del Crocifisso ai monaci camaldolesi del Borgo (originaria denominazione di Sansepolcro) e i risultati delle ricerche scientifiche condotte in occasione del restauro della scultura biturgense. La cessione fu probabilmente causata, secondo la studiosa, dalle cattive condizioni in cui versava l'opera: elemento avvalorato dalla ridipintura del XII secolo individuata con i restauri degli anni Ottanta.
La scoperta della Maetzke ha scatenato un vero e proprio vespaio di polemiche e contestazioni. Il partito difensore della "primarietà lucchese" richiese alla storica dell'arte di fornire l'esatta collocazione archivistica del documento, solo citato dalla stessa negli atti del convegno, suscitando così un notevole disappunto nel mondo accademico, in particolare fra coloro che avrebbero voluto un confronto all'interno del mondo scientifico che consentisse eventualmente ad altri studiosi di poter appurare la fondatezza della tesi della Maetzke. I "lucchesi" affermano che il Crocifisso di Sansepolcro è una delle tante copie del Volto Santo che sono state fatte in Europa, prima e dopo il Mille, sostenendo che era impensabile che i lucchesi dessero via la reliquia originale, fra l'altro per una somma modesta, e che la venerazione sia passata alla copia. Inoltre, gli stessi studiosi ritengono incomprensibile la cessione di un'immagine così celebre da calamitare molti pellegrini in città, anche se non sarebbe il primo caso di un'icona che viene trasferita altrove.
Curiosità
- Nella solennità di Cristo Re, che coincide con l'ultima domenica dell'anno liturgico, l'antico simulacro viene incoronato e rivestito di una veste regale a foggia di tunica cinta da una fascia.
- Il Volto Santo di Sansepolcro è stato riprodotto nelle croci pettorali dei seguenti vescovi:
- Giacomo Babini nel 1987;
- Gualtiero Bassetti nel 1998;
- Riccardo Fontana nel 2009.
Il Volto Santo e papa Benedetto XVI
Domenica 13 maggio 2012, in occasione della visita pastorale a Sansepolcro, papa Benedetto XVI nella Concattedrale si è fermato di fronte al Volto Santo rivolgendogli questa preghiera:[2]
« | Rapiti dalla dolce forza del tuo amore, con fede e speranza ci prostriamo davanti a Te, Re sospeso in croce. Con letizia e giubilo ti ringraziamo: l'Adamo che vive in noi è stato riscattato dal tuo sangue sparso per le moltitudini. Incrociando lo sguardo con il tuo Volto, forte e possente Signore vittorioso, prendiamo coraggio per le fatiche che ci attendono, le rinunzie e le prove della vita. Ti adoriamo, Gesù Crocifisso, che hai trasformato il supplizio degli innocenti in albero vivo, capace di innumerevoli, dolcissimi frutti. Fai diventare Pasqua il duello tra morte e vita: il legno della tua croce riesce a dividere il Mar Rosso dei nostri naufragi; a farci uscire dalla tristezza del peccato, in cerca del deserto, dove di manna nascosta ci nutri, facendoci assaporare, in vita, la promessa fatta al buon ladrone di entrare con Te in paradiso. Donaci un cuore nuovo, che sappia perdonare sempre, vincere ogni egoismo, aiutare i fratelli con vero amore. O Gesù Crocifisso, che hai sperimentato il dolore compiendo la volontà del Padre, hai ricreato in noi una nuova umanità sostenuta dal Tuo Spirito: fa che possiamo affrontare, con la tua grazia, le difficoltà del cammino verso la Gerusalemme del Cielo, unire la nostra sofferenza al tuo Sacrificio redentore. Sostieni la nostra fede, alimenta la pace del cuore: la tua Croce, o nostro Salvatore, ci illumini e ci dia forza, ci allontani dal male e accresca la comunione con te, che dalla cattedra della croce seguiti a dirci parole di pace, di perdono e di amore. Così sia » |
Note | |
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Bibliografia | |
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