Diocesi di Almería

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Diocesi di Almería
Dioecesis Almeriensis
Chiesa latina

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vescovo Antonio Gómez Cantero
Sede Almería

sede vacante
Almería

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Suffraganea dell'arcidiocesi di Granada
Regione ecclesiastica {{{regione}}}
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Stemma
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Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Nazione bandiera Spagna
diocesi suffraganee
Coadiutore
Vicario
Provicario
generale
Ausiliari

Vescovi emeriti:

Adolfo González Montes
Parrocchie 215
Sacerdoti

141 di cui 124 secolari e 17 regolari
4.310 battezzati per sacerdote

29 religiosi 262 religiose 4 diaconi
706.672 abitanti in 8.774 km²
607.800 battezzati (86,0% del totale)
Eretta restaurata nel 1492
Rito romano
Cattedrale dell'Incarnazione
Concattedrale {{{concattedrale}}}
Santi patroni
Indirizzo
Plaza de la Catedral 1, 04001 Almería, España
Coordinate geografiche
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Collegamenti esterni

Sito ufficiale

Dati online 2019 (gc ch )

Chiesa cattolica in Spagna
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica

La diocesi di Almería (in latino: Dioecesis Almeriensis) è una sede della Chiesa cattolica in Spagna suffraganea dell'arcidiocesi di Granada. Nel 2018 contava 607.800 battezzati su 706.672 abitanti. È retta dal vescovo Antonio Gómez Cantero.

Territorio

La diocesi comprende la provincia di Almería.

Sede vescovile è la città di Almería, dove si trova la cattedrale dell'Incarnazione. A Oria sorge la basilica minore di Nostra Signora della Mercede.

Il territorio si estende su 8.774 km² ed è suddiviso in 215 parrocchie.

Storia

In epoca antica il territorio dell'attuale diocesi di Almería era soggetto alla diocesi di Urci, che fu probabilmente eretta in epoca romana. La tradizione riferisce che evangelizzatore della regione, fondatore della diocesi e primo vescovo sarebbe sant'Indalizio, uno dei sette missionari (viri apostolici) inviati da san Pietro ad annunciare la fede cristiana nella Hispania romana.

Si tramandano i nomi di alcuni vescovi del VI e VII secolo durante l'epoca visigotica. Il primo documentato storicamente è Cantonio, che prese parte al concilio di Elvira tra III e IV secolo; gli altri vescovi di questo periodo presero parte ai concili nazionali visigoti di Toledo. In seguito, dopo la conquista araba della penisola, si conosce il vescovo Genesio (862 e Ya'qub bin Mahran (941).

Urci, che nel frattempo aveva preso il nome di Almería, fu riconquistata provvisoriamente dagli spagnoli nel 1147; la popolazione della città e delle campagne circostanti tuttavia rimase fondamentalmente di religione musulmana; tra questa operò il vescovo missionario Domingo, noto nel 1147 e nel 1157. Forse già dal XIII secolo e per tutto il XV secolo il titolo episcopale di Almería fu concesso ad alcuni vescovi, ma senza riuscire a ristabilire la diocesi.

Solo in seguito alla Reconquista e alla caduta del sultanato di Granada, la diocesi di Almería fu eretta il 21 maggio 1492.

All'inizio del XVI secolo la diocesi era ancora popolata da musulmani, specialmente nelle campagne. Nel 1500, dopo una rivolta, molti preferirono il battesimo all'esilio e divennero cristianos nuevos. Nel 1568 vi fu una nuova rivolta, al termine della quale i cristianos nuevos furono espulsi e i loro beni confiscati. La diocesi fu in seguito ripopolata con cristianos viejos.

Il 16 giugno 1610 fu istituito il seminario diocesano, originariamente dedicato a sant'Indalizio, protovescovo di Urci. Nel 1635 il vescovo Antonio González Acevedo celebrò un sinodo per l'applicazione dei decreti del concilio di Trento; fu l'ultimo sinodo diocesano prima del 1929.

Il XIX secolo fu travagliato dal passaggio storico dalla monarchia assoluta allo stato liberale, che fu fonte di nuove preoccupazioni per i vescovi di Almería. Nella prima metà del secolo vi fu una lunga sede vacante e la diocesi fu colpita dalle politiche di desamortización del ministro Juan Álvarez Mendizábal che consistevano nell'incameramento dei beni degli ordini religiosi. Dopo il concordato del 1851 la diocesi reagì espandendo gli istituti di istruzione, ampliando il seminario, diffondendo la stampa cattolica e propagandando il catechismo. Verso la fine del secolo sorse anche un circolo operaio e un seminario popolare. Memorabile fu la partecipazione di Almería al pellegrinaggio operaio a Roma nel 1894.

Durante la guerra civile spagnola, molti preti, religiosi e laici furono uccisi per mano dei repubblicani, tra cui anche il vescovo Diego Ventaja Milán, beatificato da papa Giovanni Paolo II nel 1993. Per beato José Álvarez-Benavides y de la Torre, decano del capitolo della cattedrale di Almería, e i suoi 114 compagni la beatificazione si tenne ad Aguadulce nel Palazzo delle Esposizioni e dei Congressi il 25 marzo 2017.

Nel 1953 fu inaugurato il nuovo edificio del seminario diocesano.

Il 12 gennaio 1953 la Congregazione Concistoriale decretava l'ampliamento con l'aggiunta di 18 parrocchie scorporate dall'arcidiocesi di Granada.[1]

Nel 1957, facendo seguito al concordato del 1953 che stabiliva di far coincidere i limiti delle diocesi con quelli delle province civili, la diocesi di Almería acquisì un arcipresbiterato dalla diocesi di Cartagena, due dall'arcidiocesi di Granada, e sei parrocchie dalla diocesi di Guadix.[2]

Cronotassi dei vescovi

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi di Urci

  • Sant'Indalizio † (I secolo)
  • Santiago ? †
  • Cantonio † (menzionato nel concilio di Elvira)
  • Pedro de Abdera † (menzionato nel 589)
  • Marcello I † (prima del 633 - dopo il 636)
  • Marcello II (?) † (prima del 653 - dopo il 656)[3]
  • Palmazio † (prima del 675 - dopo il 684)
  • Avito † (prima del 688 - dopo il 693)
  • Genesio † (menzionato nell'862)
  • Ya'qub bin Mahran † (menzionato nel 941)
  • Domingo † (prima del 1147 - dopo il 1157)

Vescovi di Almería

Statistiche

La diocesi nel 2018 su una popolazione di 706.672 persone contava 607.800 battezzati, corrispondenti all'86,0% del totale.

Note
  1. (LA) Decreto Cum territorium, AAS 45 (1953), pp. 303-304.
  2. Decreto Initis inter della Congregazione Concistoriale, AAS 50 (1958), pp. 44-45.
  3. Potrebbe trattarsi del medesimo Marcelo del 633 e del 636; così la pensa Enrique Flórez.
  4. (ES) Biografia di Juan de Ortega.
  5. (ES) Rafael Lazcano, Episcopologio agustiniano, Guadarrama (Madrid), Agustiniana, 2014, vol. I, pp. 448-452
  6. Lazcano, op. cit., vol. I, pp. 453-468
Bibliografia
Voci correlate


Collegamenti esterni