Parrocchia

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Un gruppo di famiglie con il parroco. La parrocchia è famiglia di famiglie
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"La parrocchia è una determinata comunità di fedeli che viene costituita stabilmente nell'ambito di una Chiesa particolare e la cui cura pastorale è affidata, sotto l'autorità del Vescovo diocesano, ad un parroco quale suo proprio pastore".[1] È il luogo in cui tutti i fedeli possono essere convocati per la celebrazione domenicale dell'Eucaristia. La parrocchia inizia il popolo cristiano all'espressione ordinaria della vita liturgica, lo raduna in questa celebrazione; insegna la dottrina salvifica di Cristo; pratica la carità del Signore in opere buone e fraterne.[2]
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La parrocchia è una "cellula" della diocesi, territorialmente circoscritta; il Vescovo vi agisce attraverso un parroco, al quale viene affidata la cura pastorale di quella comunità.

Centro della vita di una parrocchia è la celebrazione dell'Eucaristia domenicale, dove tutta la comunità cristiana di quel territorio è chiamata a partecipare.

In base a diversi fattori, una parrocchia può avere un numero di abitanti che varia da poche centinaia (come i piccoli paesini dell'entroterra), a decine di migliaia (nelle grandi città). In alcune zone, le parrocchie possono raggiungere un'estensione e una densità di abitanti simile ad una città di media grandezza (ad esempio le neonate comunità nate in terra di missione).

Storia

A partire dal Medioevo il concetto di parrocchia fu legato a situazioni politiche, e implicava una ragione di beni e di proprietà: la società era costituita da un ordinamento feudale che rendeva necessario che vi fosse un sacerdote dedito alla cura delle anime nelle comunità di credenti che vivevano lontano dalla cosiddetta "città vescovile", come nel caso delle comunità rurali e più tardi anche delle comunità urbane.

Con il passare del tempo avveniva che a motivo di tale ministero il prete percepisse di diritto delle rendite fisse per il suo sostentamento e per il culto; si vennero così a formare i cosiddetti benefici parrocchiali. In quello stesso periodo (X secolo) andò anche verificandosi la suddivisione delle proprietà parrocchiali ai nobili e ai signori, fino alla divisione in parrocchie dell'intera città.

Con il Concilio di Trento si determinò la stabilità dei parroci nelle rispettive zone parrocchiali, e successivamente la suddivisione delle diocesi in parrocchie.

Nel Codice di Diritto Canonico

Il Codice di diritto canonico la disciplina nei cann. 515-552[3]. In esso stabilisce che "spetta unicamente al Vescovo diocesano erigere, sopprimere o modificare le parrocchie", ma per farlo deve prima sentire il consiglio presbiterale (can. 515 § 2). "La parrocchia eretta legittimamente gode di personalità giuridica per il diritto stesso" (can. 515 § 3).

Alla parrocchia è equiparata la quasi-parrocchia (can. 516 § 1).

Una o più parrocchie possono essere affidate in solido a più sacerdoti, nel qual caso uno di essi ne viene nominato moderatore (can. 517 § 1)[4]. Se invece una parrocchia è affidata a un diacono o a un gruppo di laici, il vescovo deve nominare un sacerdote come parroco-moderatore (can. 517 § 2).

Normalmente le parrocchia hanno una configurazione territoriale, senza escludere che, "dove risulti opportuno", vengano costituite parrocchie personali, sulla base del rito, della lingua, della nazionalità o di altre precise motivazioni (can. 518).

La parrocchia è retta da un parroco, che "è il pastore proprio della parrocchia affidatagli, esercitando la cura pastorale di quella comunità sotto l'autorità del Vescovo diocesano" (can. 519)[5], a cui possono essere affiancati uno o più vicari parrocchiali (cann. 545-552)

Viene prescritto che ogni parrocchia conservi alcuni libri parrocchiali (can. 535).

Il consiglio pastorale parrocchia, che ha solamente voto consultivo, può essere costituito "se risulta opportuno a giudizio del Vescovo diocesano" (can. 536). È invece obbligatorio il Consiglio per gli affari economici (can. 537).

Funzioni e attività

La parrocchia è tipicamente il motore dell'attività pastorale nel suo territorio. Essa è innanzitutto comunità di catechesi, liturgia e carità. In essa condividono con il parroco la responsabilità delle attività gli operatori pastorali: catechisti, educatori, animatori, responsabili dei settori, ecc.; essi possono essere religiosi o laici.

Le principali attività che si portano avanti in una parrocchia sono:

I documenti dell'"anagrafe ecclesiastica" (atti di Battesimo, di Cresima, di Matrimonio, atti di Morte) sono in genere conservati nelle parrocchie; ciò però non avviene in tutte le diocesi: in alcune di esse alcuni di questi documenti sono conservati nella curia vescovile.

Parrocchie affidate ai religiosi

Il Vescovo diocesano può affidare una parrocchia ad un "sacerdote regolare", che lo nominerà su proposta del superiore dell'istituto religioso di appartenenza.

Nelle altre confessioni cristiane

Sono organizzate in parrocchie anche la Comunione Anglicana, la Chiesa Ortodossa Orientale, la Chiesa di Svezia, e alcune altre comunità protestanti.

Note
  1. Codice di Diritto Canonico, can. 515, § 1.
  2. Cfr. Giovanni Paolo II, Esortazione Apostolica Christifideles laici, 26: AAS 81 (1989) 437-440.
  3. http://www.vatican.va/archive/ITA0276/_P1U.HTM
  4. I cann. 542-544 specificano le norme per queste situazioni.
  5. Le norme sui parroci sono contenute nei cann. 519-534.538.
Bibliografia
Voci correlate