Eutiche

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Eutiche
Ereticoeretici
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Nascita Costantinopoli
378
Morte 454
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Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
° vescovo di Roma
Elezione
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Eutiche (Costantinopoli, 378; † 454) archimandrita di un monastero nei dintorni di Costantinopoli, è considerato il padre dell'eresia che porta il suo nome.

Biografia

Divenuto molto presto monaco, fu ordinato sacerdote ed eletto archimandrita di un grande monastero vicino a Costantinopoli. Era amico di San Cirillo di Alessandria e anche del suo successore Dioscoro.

Godeva della stima e della protezione dell'imperatore Teodosio II e dei funzionari della sua corte, in particolare del suo potente ministro Crisafo. Sprovvisto di una solida cultura teologica, finì per cadere nell'errore di considerare in Cristo una sola natura. Sosteneva infatti che in Gesù Cristo l'incarnazione dava luogo alla fusione delle due nature, umana e divina, per cui c'era in Lui una sola natura e anche una sola Persona.

L'8 novembre del 448 in una riunione del Sinodo permanente di Costantinopoli, Eutiche fu denunciato come eretico da Eusebio di Dorileo. La discussione formale cominciò quattro giorni più tardi, ma Eutiche rifiutò di parteciparvi. Quando alla fine il 22 novembre decise di parteciparvi era troppo tardi perché la sua condanna era già stata decisa. Il verdetto dei presenti, tutti sostenitori del "Simbolo di Unione" sottoscritto ad Efeso nel 431, fu che egli era un seguace di Valentino e di Apollinare e fu perciò deposto.

Eutiche scrisse allora a papa Leone I, ad altri vescovi ed ebbe l'appoggio di Crisafio e dell'imperatore. Nell'agosto del 449 fu convocato un concilio ad Efeso, al quale parteciparono tre legati del papa; Eutiche fu immediatamente riabilitato e la sua dottrina riaffermata. Il "Simbolo di unione" fu formalmente abrogato e l'affermazione delle "due nature" dopo l'incarnazione fu anatematizzata, mentre i vescovi che professavano la dottrina delle "due nature" vennero deposti e cacciati dalle loro diocesi.

Il concilio si era svolto in un clima di violenza, tanto da restare noto come il sinodo dei ladroni o "Latrocinio" (latrocinium) di Efeso.

Tuttavia, morto l'imperatore Teodosio nel 450, il partito delle "due nature" trovò validi sostenitori nel nuovo imperatore Marciano e nell'imperatrice Pulcheria, i quali aderirono alle richieste di papa Leone I di convocare un nuovo concilio.

Programmato in origine a Nicea, di fatto si tenne poi a Calcedonia nell'ottobre del 451. Il Concilio ribadì le definizioni di Efeso e condannò le tesi di Eutiche. Vennero dichiarati eretici e furono esiliati sia Dioscoro, che morì nel 454, sia Eutiche che morì qualche anno dopo, verso il 454. Il concilio stabilì che in Cristo esistono due nature (dyo physeis) dopo l'incarnazione e una sola persona (prosopon) e sussistenza (ypostasis).

Dottrina

Della sua produzione letteraria nulla è stato conservato pertanto risalire all'originaria dottrina di Eutiche è un'operazione complessa. Quello che viene definito "monofisismo di Eutiche" è in parte il risultato di elaborazioni successive derivate da alcune sue affermazioni, piuttosto che una sintesi del suo pensiero.

La dottrina di Eutiche si fonda su due tesi fondamentali:

  • dopo l'incarnazione non esistono due nature bensì una sola: quella divina

la sua affermazione recita: "dopo l'unione io confesso una sola natura"

  • la natura umana viene assorbita e trasformata in quella divina

la sua affermazione recita: "la natura divina rimane mentre l'umanità è assorbita"

Da queste tesi risulta che Eutiche non fa assolutamente professione di docetismo : la natura umana non è per lui un'apparenza ed esclude che Cristo possa essere consostanziale a noi, ossia che la sua natura possa essere equiparata alla nostra.

Riconosceva che Cristo era nato dalla Vergine Maria e che era insieme Dio perfetto e Uomo perfetto. Aggiungeva che la sua incarnazione era completa e che Cristo era di due nature, ma lo era soltanto prima dell'unione ipostatica.

Fortuna della sua dottrina

Come scrisse papa Leone I Eutiche era un pensatore confusionario e poco abile[1] che risultò difficile ai suoi contemporanei.

Nelle epoche successive molte sue affermazioni vennero riprese e portate alle estreme conseguenze. Come ha giustamente osservato, nel nostro tempo,John Norman Davidson Kelly, Eutiche[2] "Non era però docetista, né apollinariano: nulla era più esplicito della sua affermazione della realtà e concretezza dell'umanità di Cristo. Le sue esitazioni a proposito del"consostanziale con noi" nascevano dal suo sospetto esagerato di poter essere costretto ad accettare la concezione nestoriana dell'umanità come quella di un uomo singolo assunto dalla Divinità".

Bibliografia
  • John Norman Davidson Kelly, Il pensiero cristiano delle origini, tr. it.Il Mulino, Bologna 1972, pp.403-419
  • Battista Mondin,Dizionario dei teologi, Edizioni studio Domenicano, Bologna 1992
Note
  1. multum imprudens et nimis imperitus
  2. in Il pensiero cristiano delle origini, p. 408
Voci correlate