Polittico di Sant'Antonio di Issenheim (Matthias Grünewald)
Matthias Grünewald, Polittico di Sant'Antonio di Issenheim (part. Crocifissione di Gesù), 1512 - 1516, olio su tavola | |
Polittico o Pala d'altare di Issenheim | |
Opera d'arte | |
Stato | |
Regione | Alsazia |
Dipartimento | Alto Reno |
Comune | |
Ubicazione specifica | Musée d'Unterlinden |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Issenheim |
Luogo di provenienza | Monastero di Sant'Antonio Abate sotto il Monte |
Oggetto | polittico |
Soggetto | Crocifissione di Gesù; Sant'Antonio abate; San Sebastiano; Natività di Gesù; Annunciazione; Resurrezione di Gesù Cristo |
Datazione | 1512 - 1516 |
Autore |
Matthias Grünewald (Mathis Neithardt Gothart) |
Materia e tecnica | olio su tavola |
Misure | h. 269 cm; l. 307 cm |
Il Polittico di Sant'Antonio di Issenheim è un dipinto, eseguito tra il 1512 - 1516, ad olio su tavola, dal pittore tedesco Mathis Neithardt Gothart detto Matthias Grünewald (1480 ca. - 1528), proveniente dal Monastero di Sant'Antonio Abate sotto il Monte di Issenheim e ora conservato nel Musée d'Unterlinden di Colmar (Francia).
Descrizione
Il grandioso polittico costituito d'ante apribili che potevano assumere tre diverse configurazioni all'altare, che misura circa sei metri in larghezza e oltre tre in altezza. È costituito di quattro grandi ante mobili, dipinte su entrambi le facce, di due sportelli fissi e di una predella, dipinti su di un'unica faccia.
Il polittico è articolato su tre facce ed impostato su una predella.
Lato A
Nella prima faccia, formata dal polittico a scomparti chiusi, compaiono:
- al centro: Crocifissione di Gesù,
- a sinistra: Sant'Antonio abate,
- a destra: San Sebastiano.
Scomparto centrale
Nello scomparto centrale è raffigurata la Crocifissione di Gesù, la cui immagine è formata da due pannelli congiunti d'eguali dimensioni, dove compaiono:
- Gesù Cristo, reso verdastro dalla morte, presenta il volto storpiato in un'espressione che vuole suggerire il dolore drammatico della sua esecuzione e mostra sul corpo i segni della bestiale violenza, simboleggiata anche dalla spaventosa corona di spine. La sua figura è più grande degli altri personaggi.
- Santa Maria Maddalena prega disperatamente ai piedi della Croce. Ha accanto a sé un vasetto d'unguenti, il suo tipico attributo iconografico, come riferimento sia alla cena evangelica durante la quale lei ha lavato e profumato i piedi di Gesù, sia alla necessità preparare il corpo di Cristo per la sua sepoltura.
- San Giovanni Battista (personaggio del tutto inaspettato ed anacronistico) indica Gesù Cristo commentandone la morte con la frase contenuta nel Vangelo aperto che tiene in mano (Gv 3,30 ):
« | Egli deve crescere e io, invece, diminuire. » |
- Agnello, principale attributo di san Giovanni Battista, sanguina e il suo sangue si raccoglie nel calice, alludendo al sacrifico del Redentore ed alla celebrazione della Messa.
- Madonna indossa un'inconsueta veste bianca e presenta un volto pallido, ad evidenziare il suo strazio.
- San Giovanni evangelista, sorregge la Madonna addolorata che sta per svenire; nel quale si è voluto vedere un autoritratto del pittore.
Da notare:
- Lo scomparto con la Crocifissione da alcuni studiosi è stato interpretato nel seguente modo: il solstizio d'estate corrisponde il giorno della natività di San Giovanni Battista, quando il sole comincia a declinare fino il giorno di Natale (natività di Gesù), solstizio d'inverno e inizio della nuova crescita del sole, ma il Battista è anche la stella del mattino che annunzia il sole/Cristo che, morendo, si eclissa in un alone rosso (san Giovanni evangelista vestito di rosso) facendo sparire la luna (la bianca Madonna che sviene, mentre a terra (santa Maria Maddalena) assiste impotente e angosciata.
- Le Rivelazioni di santa Brigida, un testo mistico, che fu tradotto in tedesco dal latino nel 1502, sembra aver fatto da riferimento ad alcuni particolari della concezione pittorica della Crocifissione:
« | Tu sei l'agnello che Giovanni ha mostrato col dito. [...] I suoi piedi si erano girati intorno ai chiodi come sui cardini di una porta, voltandosi dall'altra parte. » |
Scomparti laterali
Nei due scomparti laterali sono rappresentati:
- a sinistra: San Sebastiano, invocato contro la peste, è raffigurato secondo modelli dell'arte rinascimentale italiana, in particolare Mantegna e Raffaello.
- a destra: Sant'Antonio abate, invocato contro l'herpes zoster, detto popolarmente "fuoco di sant'Antonio".
Lo scomparto con San Sebastiano fu scambiato negli anni Sessanta del XVI secolo con quello del Sant'Antonio, in modo da figurare a sinistra rispetto all'osservatore (e dunque a destra rispetto alla Crocifissione), non tanto per ragioni di stile compositivo, quanto per riferimenti biblici (1Re 7,21 ):
« | Eresse le colonne nel vestibolo del tempio. Eresse la colonna di destra, che chiamò Iachin ed eresse la colonna di sinistra, che chiamò Boaz. » |
Infatti, per ragioni simboliche, la colonna di Iachin, la «luminosa colonna della vita» è rappresentata nello scomparto con san Sebastiano, deve stare a destra, mentre la colonna di Boaz, il «pilastro d'ombra della morte» dipinto nello scomparto con sant'Antonio abate, deve stare a sinistra della Crocifissione. Ma vi sono anche, se non soprattutto, ragioni di stile: pilastro e colonna si trovano in questo modo alla stessa distanza dalla croce e gli sfondi presenti negli scomparti sono collocati, più ragionevolmente, all'estremità del polittico.
Predella
Nella predella è rappresentato:
- Compianto su Gesù Cristo morto, dove si vede il corpo di Gesù Cristo morto sostenuto da san Giovanni evangelista e pianto dalla Madonna e da santa Maria Maddalena, gli stessi personaggi che compaiono nella parte sinistra della Crocifissione.
Lato B
Nella seconda faccia, ottenuta aprendo i primi scomparti, sono raffigurati:
- al centro: Natività di Gesù e concerto angelico,
- a sinistra: Annunciazione,
- a destra: Resurrezione di Gesù.
Nella predella permane visibile il Compianto su Gesù Cristo morto.
Scomparto centrale
Nello scomparto centrale è raffigurata la Natività di Gesù, un'allegoria di difficile decifrazione, ambientata all'interno di un'architettura gotica, dove compaiono:
- Angelo biondo che suona la viola;
- Tre angeli musicanti, all'interno di una cappella gotica, tengono un concerto per annunciare la nascita di Gesù; uno di essi, piumato come un uccello fantastico, si volge a contemplare alcuni angeli azzurri che circondano una figura femminile orante;
- Donna (da alcuni studiosi interpretata come la figura allegorica della Chiesa), prega inginocchiata dinanzi ad un vaso di cristallo e guarda verso la Madonna con Gesù Bambino;
- Madonna con Gesù Bambino, circondato da comuni oggetti domestici; alle loro spalle è il giardino, al cui centro s'innalza un fico, che allude all'albero della conoscenza.
Sullo sondo si eleva una montagna, dove si vedono:
- due angeli annunciano l'evento la nascita di Gesù a due trasparenti pastori;
- Re-Dio, seduto in trono, con lo scettro in mano e circondato da angeli, si nota oltre la cima avvolta da nuvole, in un alone di luce.
Scomparti laterali
Nello scomparto sinistro è raffigurata:
- Annunciazione, che si svolge all'interno della cappella di una chiesa gotica, dove compaiono:
- san Gabriele arcangelo annunciante, sospeso in aria, con una voluminosa veste rossa, che arriva a portare il messaggio divino alla Madonna;
- Maria Vergine, intimorita di fronte all'improvvisa apparizione dell'angelo, è colta in preghiera e meditazione davanti alla Bibbia aperta su un versetto di Isaia (Is 7,14 ):
« | Ecco una vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele. » |
Nello scomparto destro è presentata:
- Resurrezione di Gesù Cristo, nella quale Matthias Grünewald adotta una versione del tema pittorico fortemente dinamica e mistica, e sembra sintetizzare, in un'unica scena, altri due episodi evangelici, la Trasfigurazione e l'Ascensione, dove compaiono:
- in alto, Gesù Cristo risorto si erge libero con un corpo bianco, nudo e viogroso, sotto le vesti sciolte, con volto radioso che emana una forte luminosità, talmente intensa da cancellare quasi i lineamenti. Uno straordinario alone di luce e di colore si diffonde intorno alla figura di Gesù che richiama l'arcobaleno, simbolo dell'alleanza tra Dio e gli uomini. Gesù s'innalza dal sepolcro come sospinto da un vortice di potenza, mentre il gesto delle mani segnate dalle stigmate trasforma la posa del crocifisso in un grandioso saluto di pace.
- in basso, soldati, posti a sorvegliare il sepolcro, sono presentati supini o curvi, imprigionati da pesanti armature, spaventati e travolti dall'esplosione di potenza provocata dall'uscita di Gesù dal sepolcro.
Lato C
Nella terza faccia appaiono, dopo aver aperto i successivi scomparti:
- al centro: Statue lignee di sant'Antonio abate, di sant'Agostino e di san Girolamo (inizio del XVI secolo), eseguite da Niklaus Hagenauer di Strasburgo e da Desiderius Beychel;
- a sinistra: Sant'Antonio abate visita san Paolo di Tebe;
- a destra: Tentazioni di sant'Antonio abate.
Nella predella è rappresentato, a rilievo:
- Gesù Cristo fra gli apostoli.
Scomparti laterali
I due scomparti laterali furono realizzati prendendo spunto dalla Legenda aurea di Jacopo da Varagine (1228 - 1298).
Nello scomparto sinistro è raffigurata:
- Sant'Antonio abate visita san Paolo di Tebe, al quale, per l'occasione, un corvo reca, anziché un pezzo pane quotidiano, un intero da dividere con l'ospite. Inquietante e desolato è il paesaggio che circonda i due santi, fatto di rocce spigolose ed alberi secchi, nel quale, tuttavia, spicca rigogliosa una palma.
Nello scomparto destro sono rappresentate:
- Tentazioni di sant'Antonio abate, sotto gli occhi di Dio, in alto nel cielo dove combattono angeli e demoni, e di là di un lontano paesaggio di montagne bianche e rosate, mostri infernali tormentano il Santo, sdraiato a terra, mentre la sua capanna è andata distrutta dal fuoco. I demoni sono incroci di vari elementi tratti dal mondo animale composti in esseri fantastici. L'unico che abbia una parvenza di umano è il demone della peste raffigurato, in basso a sinistra, col ventre rigonfio e la pelle verdastra riporta di pustole sanguinolente: l'immagine è sicuramente raccapricciante, ma è il modo migliore per rendere la bruttezza del Male.
Iscrizioni
Sul lato A, nello scomparto centrale del polittico si trovano due iscrizioni, nella quale si legge:
- sulla terminazione superiore del montante della croce di Gesù, detta titulus crucis:
(LA) | (IT) | ||||
« | I(esus) N(azarenus) R(ex) I(udaeorum) » | « | Gesù il Nazareno, Re dei Giudei » |
- a sinistra di san Giovanni Battista (Gv 3,30 ):
(LA) | (IT) | ||||
« | ILLUM OPORTET / CRESCERE / ME AUTEM / MINUI » | « | Egli deve crescere e io, invece, diminuire » |
Inoltre, sul lato C, nello scomparto destro, in un cartiglio, posto in basso a destra, si legge la frase di sant'Anastasio, vescovo di Alessandria:
« | Dov'eri, buon Gesù, perché non accorresti a sanare le mie ferite? » |
Notizie storico-critiche
Il polittico venne commissionato nel 1512 a Matthias Grünewald, dal priore siciliano Guido Guersi, per l'altare della chiesa del Monastero di Sant'Antonio Abate sotto il Monte, noto come il Grand Ballon d'Alsace, appena fuori il borgo di Issenheim. Il monastero ospitava un ospedale per gli afflitti di malattie della pelle, tra cui il cosiddetto "fuoco di sant'Antonio", e le immagini dell'opera alludono alle sofferenze degli assistiti: la terribile Crocifissione che i pazienti dell'ospedale vedevano a scomparti chiusi, nei giorni feriali, invitava ad associare la loro condizione con il corpo martoriato del Cristo. Quando si aprivano gli scomparti nelle domeniche, però, gli ammalati vedevano scene relative al corpo sano o sanato, accompagnandoli nella speranza della guarigione e nella fede della salvezza.
L'opera è rimasta integra per quasi tre secoli, accuratamente conservata dai monaci, ma soprattutto preservata dal fatto che il borgo di Isenheim si trovava lontano dalle grandi vie di comunicazione, anche se alla fine del XVI secolo, Rodolfo II (1552 - 1612), imperatore del Sacro Romano Impero, fece forti pressioni per entrarne in possesso, da come si ricava da tre lettere, datate dal luglio all'ottobre del 1597, con il pretesto di un incombente pericolo derivato dai frequenti passaggi di truppe e proponendo di riprodurla e quindi sostituirla con la copia.
Dal 1832, l'opera è conservata presso il Musée d'Unterlinden di Colmar.
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