Natale

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Questa voce tratta unicamente del Natale come festività della nascita del Salvatore.
⇒  Per tutti gli altri aspetti vedi Nascita di Gesù, Data di nascita di Gesù.
Natale
Giotto, Lower Church Assisi, Nativity 01.jpg
Giotto di Bondone, Natività di Gesù (1308 - 1311 ca.), affresco; Assisi, Basilica di San Francesco
Mistero celebrato Nascita di Gesù
Periodo Tempo di Natale
Data 25 dicembre
Rito romano
Tipologia Solennità
Rito ambrosiano
Tipologia Solennità del Signore
Tradizioni religiose Presepe, Albero di Natale
Feste correlate Epifania del Signore
Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 25 dicembre, n. 1:
« Trascorsi molti secoli dalla creazione del mondo, quando in principio Dio creò il cielo e la terra e plasmò l'uomo a sua immagine; e molti secoli da quando, dopo il diluvio, l'Altissimo aveva fatto risplendere tra le nubi l'arcobaleno, segno di alleanza e di pace; ventuno secoli dopo che Abramo, nostro Padre nella fede, migrò dalla terra di Ur dei Caldei; tredici secoli dopo l'uscita del popolo d'Israele dall'Egitto sotto la guida di Mosè; circa mille anni dopo l'unzione regale di Davide; nella sessantacinquesima settimana secondo la profezia di Daniele; all'epoca della centonovantaquattresima Olimpiade; nell'anno settecentocinquantadue dalla fondazione di Roma; nel quarantaduesimo anno dell'impero di Cesare Ottaviano Augusto, mentre su tutta la terra regnava la pace, Gesù Cristo, Dio eterno e Figlio dell'eterno Padre, volendo santificare il mondo con la sua piissima venuta, concepito per opera dello Spirito Santo, trascorsi nove mesi, nasce in Betlemme di Giuda dalla Vergine Maria, fatto uomo: Natale di nostro Signore Gesù Cristo secondo la carne. »

Il Natale è la solennità che celebra la nascita di Gesù Cristo. È chiamato anche Santo Natale, Natale di Gesù o Natività del Signore. Il termine italiano Natale deriva dal latino [dies] Natalis,[1] "[giorno] natalizio", ovviamente di Gesù.

I vangeli, le uniche fonti storiche relative alla vita di Gesù, non riportano indicazioni cronologiche precise circa la sua nascita. Con la maggior parte delle altre Chiese cristiane la Chiesa Cattolica lo celebra il 25 dicembre. Molte Chiese Ortodosse e la Chiesa Copta seguono ancora nella liturgia il calendario giuliano e questo fa sì che il loro 25 dicembre coincida attualmente con il 7 gennaio del nostro calendario gregoriano.

La prima attestazione cristiana del Natale al 25 dicembre è rintracciabile nel documento Cronografo del 354 di Filocalo, dove nella sua dodicesima sezione (Depositio Martyrum filocaliana), filologicamente databile al 336, a tal giorno (8º alle calende digennaio) riporta "natus Christus in Betleem Iudeae". Lo stesso documento nella sesta parte, datata al 354, riporta "N·INVICTI·CM·XXX", cioè "Natalis Invicti Circenses missus 30", che indicava che quel giorno veniva festeggiato con 30 corse di bighe nel circo. La citazione della data del natale cristiano è dunque precedente alla data della festa del sole invitto.

Talvolta viene indicata come prima attestazione del natale cristiano un'opera del 204 di Ippolito di Roma, ma si tratta verosimilmente di un'aggiunta successiva di un copista, mentre il testo originale indica il 2 aprile.

Importanza liturgica

Il Natale è una solennità di importanza pari a quella dell'Epifania, dell'Ascensione e della Pentecoste; è però di importanza inferiore alla Pasqua.

Con i primi Vespri di Natale termina il Tempo d'Avvento e inizia il Tempo di Natale, che si protrae fino alla festa del Battesimo del Signore.

Attendibilità della data

Si è a lungo ritenuto che la data del Natale fosse stata fissata al 25 dicembre per soli motivi teologici, a causa della decisione di dare nuovo senso alla festa pagana del sole.

In realtà, recenti studi sui rotoli del Mar Morto portano nuova luce sulla questione. Infatti, sappiamo dal Vangelo di Luca che A Zaccaria fu annunciata la nascita di Giovanni il Battista mentre officiava secondo il turno della sua classe sacerdotale (Lc 1,8ss.). Ora, un dato che collega le cronologie di Giovanni e di Gesù è che quest'ultimo fu concepito sei mesi dopo il primo. Sarebbe importante, dunque, per stabilire una data storicamente attendibile, conoscere il calendario dei turni sacerdotali: proprio questa conoscenza, che prima mancava, è fornita dai rotoli. Shemarjahu Talmon, dell'Università Ebraica di Gerusalemme, infatti, grazie a essi, ha potuto ricostruire che la classe di Abia, cioè la classe a cui apparteneva Zaccaria (Lc 1,5), era di turno nell'ultima settimana disettembre. Da ciò deriva che l'Annunciazione a Maria va collocata alla fine dimarzo e, conseguentemente, il Natale deve cadere intorno al 25 dicembre, che diviene così una data storicamente molto probabile[2].

Dunque, come dice Pier Luigi Guiducci, "Possiamo affermare che è una data storica la nascita del Signore al 25 dicembre, cioè 15 mesi dopo l'annuncio a Zaccaria, nove mesi dopo l'annunciazione a Maria, sei mesi dopo la nascita di Giovanni il Battista. La circoncisione, otto giorni dopo la nascita, è una data storica. E così, quaranta giorni dopo la nascita, il 2 febbraio, la "presentazione" del Signore al Tempio, è una data storica"[3].

Storia

L'origine romana

L'origine prettamente romana della celebrazione liturgica del Natale è fuori dubbio, anche se resta alquanto indeterminato il momento preciso in cui essa ebbe inizio.[4][5]

Secondo Giovanni di Nicea (900 ca.) sarebbe stato papa Giulio (337-352) a introdurre la festa in Roma in seguito a una corrispondenza con Cirillo, patriarca di Gerusalemme (Francois Combefis, Historia haeresis monophisitae, 304); Giovanni di Nicea dice questo nel tentativo di indurre la Chiesa Armena dissidente ad accettare la festa del 25 dicembre. Ma la corrispondenza è apocrifa e la notizia infondata.

Il Cronografo Romano (354), che è a un tempo un calendario civile e religioso, indica, in quanto calendario civile, il 25 dicembre come N(atale) invicti ("[giorno] natale del non vinto"), e, riportando l'elenco dei vescovi di Roma, dei quali precisa la data di morte, vi pone in testa, al 25 dicembre (VIII kalendas Ianuarii), la "nascita di Cristo a Betlemme di Giudea" (natus Christus in Betleem Judeae). Tale elenco sarebbe già composto nel 336, per cui la celebrazione del Natale si collocherebbe interno a questa data.[6] Non è dato saper quale fosse il carattere di questa prima commemorazione natalizia; si pensa potesse "essere una Memoria, privilegiata senza dubbio, ma non dissimile dalle consuete Memoriae martyrum celebrate nei loro anniversari; la festa restò sempre ancorata fra quelle del santorale".[7] Non sembra che all'epoca la Chiesa di Roma conoscesse una festa analoga all'Epifania, celebrata in Oriente il 6 gennaio; sembra sicuro che una tale festa fosse celebrata nel 376.[7] Il fatto poi che la nascita di Gesù venga citata insieme a una lista di date destinate a commemorare anniversari di martiri in giorni precisi e invariabili sottolinea l'aspetto storico del Natale.[8] A differenza della Pasqua, che è festa mobile, la nascita di Cristo è celebrata fin dall'inizio in un giorno fisso nel ciclo annuale.

La diffusione

La festa natalizia già stabilizzata nel 360 e dottrinalmente ricca, passò poi in Africa: ne abbiamo notizia della celebrazione in un'omelia di Ottato di Milevi degli anni 362-363 ca.[9].

Agostino parla della festività del Natale come di una memoria molto particolare: per lui si tratta del ricordo di un grande momento, di una svolta importante nella storia del mondo, ma non lo chiama sacramento[10], mentre usa tale termine per la festa di Pasqua.[11]

È in San Leone Magno che si trova invece il termine sacramentum applicato al Natale; Leone lo chiama "Sacramentum natalis Christi" ("Sacramento della nascita di Cristo") e parla del "Nativitatis dominicae sacramentum" ("Sacramento della nascita del Signore")[12]. Leone si esprime riguardo al Natale in termini che potrebbe usare ugualmente per la Pasqua, come quando lo dice "giorno scelto per il mistero (sacramentum) della restaurazione del genere umano nella grazia".[13]

Verso la fine del IV secolo la festa passò poi a Milano.

Per l'Oriente la prima attestazione della celebrazione è del 430; la pellegrina Egeria informa però che a Gerusalemme, all'inizio del V secolo, la nascita di Gesù è celebrata ancora il 6 gennaio.[14] Alcuni anni dopo tuttavia, durante il soggiorno di Santa Melania in quella città (421-439) era già celebrata il 25 dicembre.[15]

Per l'Egitto occorre attendere il 432, anno del quale è conservata un'omelia sul Natale pronunciata davanti a San Cirillo d'Alessandria.

Il giorno dell'Ottava, ancora sconosciuto dal Lezionario di Würzburg, potrebbe essere stato introdotto da Bonifacio IV (608-615).

I dati sulla celebrazione a Roma

A Roma, nella prima metà del V secolo, le celebrazioni natalizie si svolgevano nella Basilica di San Pietro.[16] Il papa celebrava l'ufficio della Vigilia seguito dalla celebrazione eucaristica, della quale San Leone Magno ci ha dato il testo. Al canto del gallo, poi, i chierici con il papa e il popolo iniziavano l'ufficio notturno della festa, seguito, come di consueto, dalla celebrazione eucaristica; per questa il Sacramentario Gelasiano ci tramanda i testi in nocte. All'ora di Terza aveva inizio la Messa della solennità, il cui formulario ci è noto dal Sacramentario di Verona.[17]

Con papa Sisto III (432-440) e con la costruzione della Basilica di Santa Maria Maggiore, al cui interno si trovava una cappella che riproduceva la grotta di Betlemme, venne celebrato un altro ufficio, più semplice, seguito dalla Messa notturna, in concomitanza con le cerimonie di San Pietro. Tale celebrazione si sviluppò poi a tal punto che quelle di San Pietro vennero trasferite in questa Basilica.

Verso la metà del VI secolo risulta che il papa, invece di andare a celebrare la Messa direttamente in San Pietro, si recava a Sant'Anastasia per celebrarvi una seconda Messa; il motivo della celebrazione in quella Basilica è da trovare nel fatto che il 25 dicembre è il giorno natalizio di Sant'Anastasia martire, venerata a Costantinopoli e la celebrazione da parte del papa veniva a essere un ossequio all'autorità imperiale. Da Sant'Anastasia il papa si recava quindi in San Pietro per celebrarvi la Messa del giorno.

I testi della liturgia romana

Nella Chiesa latina il giorno di Natale è caratterizzato da quattro formulari per la Messa: la Messa vespertina della vigilia, la Messa della notte (popolarmente chiamata "Messa di mezzanotte"), la Messa dell'aurora, la Messa del giorno.

I testi eucologici sono particolarmente ricchi; vari di essi sono tratti dal Sacramentario di Verona, altri ne hanno tratto ispirazione. Presentano una teologia dell'attualizzazione nel tempo dei misteri di Cristo; il Natale è visto come un rinnovamento pasquale.

Le letture bibliche delle Messe del Natale hanno subito uno sviluppo, testimoniato dai vari lezionari. La seguente tabella (Adrien Nocent, 1988, 181) illustra le letture presenti nei vari lezionari e Messali:

fino ad arrivare ai testi attuali.

Messa della Vigilia

Nella Messa vespertina della Vigilia l'orientamento della liturgia è già chiaramente Pasquale: in essa sono menzionate a più riprese tre tappe del disegno di Dio:

Anche l'orazione colletta si iscrive nella stessa linea pasquale: "[..] concedi che possiamo guardare senza timore, quando verrà come giudice, il Cristo tuo Figlio che accogliamo in festa come Redentore".

Per il brano evangelico la liturgia del Vaticano II segue la lezione tradizionale di Mt 1,18-21 , che narra la nascita di Gesù come compimento della profezia di Isaia sull'Emmanuele, ma ampliandola con la genealogia di Gesù (vv. 1-17) e aggiungendo in fondo i vv. 22-25.

Messa della notte

Alla Messa della notte si legge il brano evangelico di Lc 2,1-14 , seguendo la tradizione: si ascolta così l'annuncio dell'angelo: nella città di Davide è nato "un salvatore, che è il Cristo Signore".

La prima lettura (Is 9,2-7 ) presenta "il popolo che camminava nelle tenebre" e che "vide una grande luce".[20].

Come seconda lettura si legge Tt 2,11-14 , in cui San Paolo annuncia l'apparizione della "grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini.[21]

Messa dell'aurora

La prima lettura della Messa dell'aurora è tratta da Is 62,11-12 : "[..] Ecco arriva il Salvatore [..]".[22]

Si legge poi Tt 3,4-7 , che usa la terminologia della manifestazione della "bontà di Dio salvatore nostro" e del suo "amore per gli uomini]]".[23]

Il Vangelo (Lc 2,15-20 ) narra dei pastori che visitano Maria, Giuseppe e il Bambino.[24]

Messa del giorno

La prima lettura presenta Is 52,7-10 [25], a cui segue Eb 1,1-6 .[26]

La lettura evangelica è il grandioso Prologo di San Giovanni (Gv 1,1-18 ).[27]

I testi della liturgia ambrosiana

Le lezioni bibliche destinate alle celebrazioni festive e feriali del tempo natalizio-epifanico sono contenute nel Libro I del Nuovo Lezionario Ambrosiano dal titolo il Mistero dell'incarnazione del Signore e, più precisamente, nella seconda sezione sono contenute le liturgie festive e feriali del tempo natalizio ed epifanico. La liturgia ambrosiana si uniforma a quella romana nella durata del tempo natalizio, tuttavia contiene vistose diversità nella distribuzione delle solennità in esso ricorrenti e nella scelta delle letture.

La vigilia del Natale ha una fisionomia propriamente ambrosiana di vera e propria celebrazione vigiliare vespertina e risente dell'influsso di usi liturgici propri alla Chiesa bizantina con la quale sono ben documentati i rapporti fin dall'epoca santambrosiana. Essa prevede, per la liturgia della Parola, quattro letture veterotestamentarie (Gen 15,1-7 ; 1Sam 1,7c-17 ; Is 7,10-16 ; Gdc 13,2-9a ) con i rispettivi salmelli a cui fa seguito l'epistola (Eb 10,37-39 ) e il vangelo (Mt 1,18-25 ) della messa nella Vigilia del Natale.

Vigilia

Al mattino il Lezionario propone sempre le stesse letture feriali della VII feria prenatalizia ad eccezione di quando il 24 dicembre cade di Domenica, in questo caso si hanno le letture della Domenica prenatalizia.

Messa del mattino feriale
Messa del mattino festiva
Messa della Vigilia

La messa della vigilia è celebrata inter vesperas: Lettura: a scelta una delle quattro della Messa vigiliare vespertina prenatalizia. Salmello: quello seguente la Lettura scelta oppure Sal 2 . seguono l'Epistola, il Canto al Vengelo, il Vangelo e l'Antifona dopo il Vangelo della Messa vigiliare vespertina prenatalizia.

Messa vigiliare vespertina prenatalizia
  • I Lettura - Gen 15,1-7 : Promessa ad Abramo di una discendenza numerosa come le stelle del cielo.
  • Salmello - Sal 89,12.2 - Rit.: Tu hai fondato il mondo e quanto contiene.
  • II Lettura - 1Sam 1,7c-17 : Preghiera di Anna, perché Dio le conceda un figlio.
  • Salmello - Is 9,5.6 - Rit.: Siederà sul trono di Davide, grande sarà il suo dominio.
  • III Lettura - Is 7,10-16 : La Vergine concepirà un figlio.
  • Salmello:

Discende dal cielo il nostro Salvatore e
viene a noi dal grembo di Maria.
A lui gli angeli cantano lode.
Egli è Dio ammirabile e potente.
«Serbando la gloria regale della verginità,
io sono madre del Re della gloria».
Egli è Dio ammirabile e potente.

  • IV Lettura - Gdc 13,2-9a : L'annuncio dell'angelo alla moglie di Manòach: Concepirai e partorirai un figlio e sarà nazireo; la preghiera di Manòach: Manda di nuovo l'angelo, che ci istruisca su cosa dobbiamo fare del fanciullo.
  • Salmello - 13,8 Sal 24,9: Rit.: ...che nascerà per noi.
  • Epistola - Eb 10,37-39 : Ancora un poco e colui che deve venire, verrà.
  • Canto al Vangelo - cfr. Sal 80,2 : O tu, che sei pastore d'Israele, ascolta, tu che guidi Giuseppe come un gregge.
  • Vangelo - Mt 1,18-25 : Ecco come avvenne la generazione del Signore Gesù Cristo.
  • Antifona dopo il Vangelo - Sof 3,14-15 : Gioisci, figlia di Sion, esulta, Israele, rallégrati con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme. Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico. Re di Israele è il Signore in mezzo a te, tu non vedrai più la sventura.

A differenza del Rito Romano, il Nuovo Lezionario Ambrosiano colloca la lettura del prologo di Giovanni nella messa nella notte anziché nella messa del giorno, evidenziando, in questo modo, la tradizione liturgica ambrosiana che colloca da subito, nella sfera divina, il mistero della natività storica del Verbo fatto carne. Si legge solo dal versetto 9 al 14 (Gv 1,9-14 ) in cui si annuncia l'apparire nel mondo della Luce vera. Rimanda, invece, la letture di Lc 2,1-14 alla messa nel giorno.

Messa nella notte
  • Lettura - Is 2,1-5 : Verranno molti popoli al tempio di Dio di Giacobbe; egli sarà giudice fra le genti; forgeranno le loro spade in vomeri; casa di Giacobbe, camminiamo nella luce del Signore.
  • Salmo - Sal 2,7-8.10-11.6.12c - Rit.: Oggi la luce risplende su di noi.
  • Epistola - Gal 4,4-6 : Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio perché ricevessimo l'adozione a figli.
  • Canto al Vangelo - cfr. Lc 2,10-11 : Un giorno santo è spuntato per noi: venite tutti ad adorare il Signore; oggi una splendida luce è discesa sulla terra.
  • Vangelo - Gv 1,9-14 : Veniva nel mondo la luce vera; a quanti l'hanno accolta ha dato il potere di diventare figli di Dio.
  • Antifona dopo il Vangelo - Gioite, fedeli!
    È venuto nel mondo il Salvatore.
    Oggi un figlio mirabile è nato,
    e rifulge l’onore della Vergine madre.

Natale del Signore

Messa dell'aurora:
  • Lettura - Is 52,7-9 : Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunci; il Signore ha consolato il suo popolo.
  • Salmo- Sal 98,2-6 - Rit.: Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore.
  • Epistola - 1Cor 9,19b-22a : Mi sono fatto Giudeo coi Giudei; mi sono fatto tutto per tutti.
  • Canto al Vangelo - Lc 2,14
  • Vangelo - Lc 2,15-20 : I pastori andarono senza indugio; e, dopo aver visto, riferirono. Ricevuto l'annuncio degli angeli, i pastori si recano presso Gesù e riferiscono quanto di lui era stato detto loro.
  • Antifona dopo il Vangelo - Cfr. Sal 2,7 : A Gesù la parola del Padre disse: «Tu sei mio Figlio in eterno: io ti ho generato».
Messa del giorno:
  • Lettura - Is 8,23b; 9,6a : Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; ci è stato dato un figlio, Dio potente.
  • Salmo- Sal 96,1b-3.11-13 - Rit.: Oggi è nato per noi il Salvatore.
  • Epistola - Eb 1,1-8a : Dio, che aveva parlato per mezzo dei profeti, ha parlato a noi per mezzo del Figlio.
  • Canto al Vangelo - cfr. Lc 2,10-11 : Vi annuncio una grande gioia: oggi è nato per voi un Salvatore, Cristo Gesù.
  • Prima del Vangelo - Cfr. Lc 2,14 : Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace. Alleluia, alleluia, alleluia.
  • Vangelo - Lc 2,1-14 : La Vergine diede alla luce il suo figlio primogenito; vi erano alcuni pastori: la gloria del Signore li avvolse di luce.
  • Antifona dopo il Vangelo - Cfr. Lc 2,10-11;1,33 :
    Ecco, vi annunzio una grande gioia
    che sarà di tutto il popolo:
    nella città di Davide oggi è nato per voi un Salvatore.
    È il Redentore del mondo, e il suo regno non avrà fine.

Nel periodo postconciliare 1976-2008

Dal 1976 fino al 2008 le comunità di Rito Ambrosiano hanno celebrato l'Eucaristia lungo l'anno (festiva e feriale) con un Messale Ambrosiano rinnovato a norma dei decreti del Concilio Vaticano II completo e autonomo (ad eccezione del Lezionario, ancora incompleto e supplementare rispetto al Lezionario Romano). Le letture della solennità erano identiche a quelle di Rito romano per la messa dell'aurora già riportate. Il nome delle letture avevano la stessa dicitura del Rito romano, ossia Prima lettura, Salmo responsoriale, Seconda lettura.[28].

Messa vigiliare vespertina prenatalizia
Messa nella notte:
  • Prima lettura - Is 52,7-10
  • Salmo responsoriale - Sal 98 - Rit.: Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore.
  • Seconda lettura - Eb 1,1-6
  • Canto al Vangelo - Un giorno santo è spuntato per noi: venite tutti a adorare il Signore; oggi una splendida luce è discesa sulla terra.
  • Vangelo - Gv 1,1-5.9-14
Messa dell'aurora:
  • Prima lettura - Is 62,11-12
  • Salmo responsoriale - Sal 97 - Rit.: Oggi la luce risplende su di noi.
  • Seconda lettura - Tt 3,4-7
  • Canto al Vangelo - Lc 2,14 - Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama.
  • Vangelo - Lc 2,15-20
Messa del giorno:
  • Prima lettura - Is 9,1-3.5-6
  • Salmo responsoriale - Sal 96 - Rit.: Oggi è nato per noi il Salvatore
  • Seconda lettura - Tt 2,11-14
  • Canto al Vangelo - Lc 2,10-11 - Vi annunzio una grande gioia: oggi vi è nato un Salvatore: Cristo Signore.

Si leggeva, inoltre, un brano Prima del Vangelo: Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace sulla terra (tre Alleluia)

Nel Rito ambrosiano antico

Durante il lungo periodo preconciliare, la liturgia della Parola prevedeva letture leggermente diverse rispetto al periodo postconciliare e attuale, ovvero:

Dominica in Vigilia Nativitatis Domini nostri Jesu Christi

Se la vigilia cade di Domenica, la liturgia della parola è la seguente:

  • Lectio: assente
  • Psalmellus: assente
  • Epistola: Eb 10,38-39
  • Halleluja: Venite, exultemus Domino: jubilemus Deo salutari nostro. (Venite, celebriamo il Signore: acclamiamo a Dio, nostra salvezza)
  • Evangelium: Mt 1,18-25
  • Antiphona post Evangelium: Ipse tamquam sponsus procedens e thalamo suo, † exultavit, ut gigas, ad currendam viam, * a summo cælo egressio ejus. (Quale sposo che esce dal suo talamo, e qual campione che lieto s’accinge a percorrere la via, egli prende le mosse dal vertice del firmamento.)

Successivamente all'antifona dopo il Vangelo, il celebrante stende solennemente la Sindone[29] e recita la preghiera utilizzata in ogni celebrazione eucaristica, denominata Oratio Super Sindonem (Orazione sulla Sindone):

(LA) (IT)
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{{{commento1}}}
« Deus, qui humanæ substantiæ dignitatem mirabiliter condidisti, et mirabilius reformasti: da nobis, quæsumus, Jesu Christi Filii tui divinitatis esse consortes, qui humanitatis nostræ fieri dignatus est particeps. » « O Dio, che in modo meraviglioso creasti la natura umana, e ancora più meravigliosamente l’hai riformata: concedici di diventare consorti della divinità di Gesù Cristo, tuo Figlio, che si degnò farsi partecipe della nostra umanità. »
({{{4}}})
In nocte Nativitatis Domini nostri Jesu Christi (Nella notte della natività del Signore nostro Gesù Cristo)
  • Lectio: assente
  • Psalmellus: assente
  • Epistola: Gal 4,4-6 , rimasta invariata.
  • Halleluja: Domine Deus meus, *magnificatus es valde. (Signore mio Dio, la tua esaltazione è grande.)
  • Evangelium: Gv 1,9-14 , rimasta invariata.
  • Antiphona post Evangelium: Gaudeamus, omnes fideles: * Salvator noster natus est in mundo. • Hodie processit proles, * et magnifici germinis perseverans † pudor virginitatis. (Rallegriamoci tutti noi che siamo fedeli: poiché è venuto al mondo il nostro Salvatore. Oggi è spuntata la prole, senza offuscare il candore verginale della magnifica pianta.)


(LA) (IT)
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« Concede, quæsumus, omnipotens Deus: ut quos sub peccati jugo vetusta servitus tenet, eos Unigeniti tui nova per carnem Nativitas liberet. » « Onnipotente Dio, concedi, ti preghiamo: che la nuova nascita secondo la carne del tuo Unigenito, liberi quelli che l’antica schiavitù opprime sotto il giogo del peccato. »
({{{4}}})
In aurora diei Nativitatis Domini nostri Jesu Christi (All'aurora della natività del Signore nostro Gesù Cristo)
  • Lectio: assente
  • Psalmellus: assente
  • Epistola: 1Cor 9,19-23 , rimasta invariata.
  • Halleluja: Puer natus est nobis, et Filius datus est nobis: * et vocabitur nomen ejus, magni consilii Angelus. (Un Bambino è nato per noi, ci è stato dato un Figlio: e il suo nome sarà: Angelo del gran consiglio.)
  • Evangelium: Lc 2,15-20 , rimasta invariata.
  • Antiphona post Evangelium: Dominus dixit ad me: * Filius meus es tu: † ego hodie genui te. (Il Signore mi disse: “Tu sei mio Figlio, oggi ti ho generato”.)


(LA) (IT)
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{{{commento1}}}
« Deus, qui Unigenitum tuum per uterum Virginis Mariæ intactum in hunc mundum manifestare dignatus es: non desit famulis tuis pietatis tuæ invictissima salus. » « O Dio, che per la maternità della Vergine Maria ti sei degnato di rendere visibile in questo mondo il tuo Unigenito: fa’ che, per tua misericordia, ai tuoi servi non manchi la salvezza eterna.  »
({{{4}}})
In die Nativitatis Domini nostri Jesu Christi (Nel giorno della natività del Signore nostro Gesù Cristo)
  • Lectio: Is 9,1-7 .
  • Psalmellus[30]: Cfr Sal 110,3-1 .
  • Epistola: Eb 1,1-8 , rimasta invariata.
  • Halleluja: Hodie in Bethlehem puer natus est: et nomen ejus sanctum, et terribile. (Oggi in Betlemme è nato un bimbo: e santo e terribile è il nome di lui.)
  • Antiphona ante Evangelium: Lc 2,14 Gloria in excelsis Deo, † et in terra pax. * Halleluja, halleluja, halleluja. (Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra. Alleluia, alleluia, alleluia.)
  • Evangelium: Lc 2,1-14 , rimasta invariata.
  • Halleluja: Gloria in excelsis Deo, † et in terra pax. * Halleluja, halleluja, halleluja. (Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra. Alleluia, alleluia, alleluia.)


(LA)
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{{{commento1}}}
« Deus, qui humanæ substantiæ dignitatis tuæ gratiam contulisti: da nobis Jesu Christi Filii tui divinitatis esse consortes, qui fragilitatis nostræ dignatus est fieri particeps. » « O Dio, che all’umana natura hai conferito la grazia di elevarsi fino alla tua grandezza: rendici partecipi della divinità di Gesù Cristo, Figlio tuo, il quale si degnò di condividere la nostra fragile natura. »
({{{4}}})

Significato teologico

Il mistero del Natale

« Colui che è, nasce.
Colui che è incomprensibile viene compreso.
Colui che arricchisce conosce la povertà.
Colui che è pienezza diviene vuoto.
Questo mistero mi riguarda:
io ebbi parte all'immagine di Dio
però non la conservai.
Egli allora prende parte alla mia carne
Per salvare l'immagine
E rendere immortale la carne. »

Il Natale, come la Pasqua, rende presente il passaggio del cristiano dalla morte alla vita con Cristo.[31] Si può affermare che l'oggetto della festività natalizia è il mistero della redenzione, che ha nella Pasqua il suo momento culminante. Nel Natale si tratta solo del punto di partenza dell'opera della salvezza ordinata al riscatto dell'uomo, riscatto che nell'evento del Natale è già contenuta in germe: Dio nella nascita di suo Figlio ha "dato mirabile principio alla nostra redenzione"[32]. La verità della redenzione dipende dalla verità dell'incarnazione. Il Natale è in qualche modo una Pasqua anticipata.

Le preghiere, le letture bibliche e gli altri testi dell'attuale liturgia natalizia del Messale Romano e della Liturgia delle Ore sottolineano questa dimensione salvifica del Natale.

Il cambio di prospettiva introdotto dal presepe

La tradizione del presepe, iniziata da San Francesco d'Assisi che ne allestì uno vivente a Greccio nel 1223, si diffuse subito ovunque. A livello di teologia liturgica è però da osservare che, se il presepe è tale da far comprendere in modo immediato la realtà della natura umana di Cristo, con l'accento sulla sua povertà e sul suo abbassamento nella natura umana, distorce però alquanto il significato pasquale del Natale, festa della vittoria del Cristo-Sole sulle tenebre.[33]

Aspetti popolari odierni

In Occidente si festeggia oggi il Natale con lo scambio di doni[34], riunendosi per mangiare insieme, soprattutto la famiglia riunita e spesso invitando persone non della famiglia, specialmente persone disagiate.

Nella case si prepara il presepe e si addobba l'albero di Natale.

Nei paesi prevalentemente cristiani, il Natale è diventata la festa "economicamente" più importante dell'anno; è anche celebrata come vacanza non religiosa in molti Paesi con piccole comunità cristiane.

Note
  1. Nel calendario romano si festeggiava il dies natalis degli imperatori, nonché di particolari eventi importanti, come il Natalis Romae (il 21 aprile a commemorare la fondazione dell'Urbe) e anche delle divinità; tra questi ultimi era particolarmente significativa la festa del Dies Natalis Solis Invicti, dedicata alla nascita del Sole: essa fu istituita da Aureliano nel 274 e posta anch'essa il 25 dicembre, forse in concorrenza con il Natale cristiano. I primi cristiani non festeggiavano il compleanno, perché la ritenevano un pratica pagana; dei martiri veniva festeggiato quale dies natalis il giorno del loro martirio, cioè il giorno della loro nascita alla vita eterna.
  2. cfr. Shemarjahu Talmon, The Calendar Reckoning of the Sect from the Judean Desert. Aspects of the Dead Sea Scrolls, in Scripta Hierosolymitana, vol. IV, Jerusalem 1958, pp. 162-199; Antonio Ammassari, Alle origini del calendario natalizio, in Euntes Docete, n. 45 (1992), pp. 11-16.
  3. Gesù è nato davvero il 25 dicembre?
  4. Giuseppe Löw (1952) 1668.
  5. I dati storici di questa sezione sono presi da Adrien Nocent (1988) e da Mario Righetti (1969).
  6. Bernard Botte, Les origenes de la Noël et de l'Epiphanie. Étude historique, Lovanio 1932 (riproduzione anastatica in Testes et études liturgique, 1, 1962).
  7. 7,0 7,1 Mario Righetti (1969) 66.
  8. Adrien Nocent (1988) 178.
  9. L'attribuzione di questa omelia a Ottato di Milevi non è riconosciuta da tutti gli studiosi.
  10. Agostino usa il termine sacramento in senso molto lato; per lui sono sacramenta il Battesimo, l'Eucaristia, ma anche la Pasqua: sono sacramenta perché ri-presentano i misteri della salvezza.
  11. Il motivo per cui Agostino considera un sacramento la Pasqua ma non il Natale è da lui così spiegato:
    (LA) (IT)
    « [..] oportet noveris diem Natalem Domini non in sacramento celebrari, sed tantum in memoriam revocari quod natus sit, ac per hoc nihil opus erat, nisi revolutum anni diem, quo ipsa res acta est, festa devotione signari. Sacramentum est autem in aliqua celebratione, cum rei gestae commemoratio ita fit, ut aliquid etiam significari intellegatur, quod sancte accipiendum est. Eo itaque modo agimus Pascha, ut non solum in memoriam quod gestum est revocemus, id est quod mortuus est Christus et resurrexit, sed etiam caetera quae circa eum attestantur ad sacramentorum significationem non omittamus. » « Sappi dunque anzitutto che il giorno della Natività del Signore non si celebra con un rito sacramentale, ma si rievoca solo il ricordo della sua nascita e perciò non occorreva altro che indicare con una solennità religiosa il giorno dell'anno in cui ricorre l'anniversario dell'avvenimento stesso. Si ha invece un rito sacramentale in una celebrazione quando non solo si commemora un avvenimento ma lo si fa pure in modo che si capisca il significato di ciò che deve riceversi santamente. Noi quindi celebriamo la Pasqua in modo che non solo rievochiamo il ricordo d'un fatto avvenuto, cioè la morte e la risurrezione di Cristo, ma lo facciamo senza tralasciare nessuno degli altri elementi che attestano il rapporto ch'essi hanno col Cristo, ossia il significato dei riti sacri celebrati. »
    (Epistolas, 55; CSEL 33,58. On line: testo latino e italiano )

    Spiega Adrien Nocent (1988, 179) che se "la celebrazione della Pasqua comporta questo carattere di sacramento è perché essa è segno della morte e della risurrezione, realtà della nostra salvezza espresse dalla solennità pasquale, dall'iniziazione battesimale e dalla liturgia eucaristica. Ma la festa del Natale non può pretendere questi segni: essa è semplice evocazione, memoria, anniversario; in essa si ricorda soltanto il fatto di una nascita".

  12. Sermones, 9 (De Natale Domini): CCL 138,139. Nell'ottavo sermone sulla Natività San Leone Magno precisa ulteriormente il suo pensiero:
    (LA) (IT)
    « Ut recurrentes a illam ineffabilem divinae misericordiae inclinationem, qua Creator hominum homo esse dignatus est, in ipsius nos inveniamur natura quem adoramus in nostra. » « Affinché noi, rivolgendoci a quell'ineffabile abbassamento della divina misericordia per cui il Creatore degli uomini si è degnato di essere uomo, siamo trovati nella natura di colui che adoriamo nella nostra. »
    (In CCL 138,147 )
  13. In Oriente si giunge addirittura ad annunciare la festa di Natale come "Pasqua, festa non lavorativa di tre giorni" (Thйodose Spasskij, La Pâque de Noël. Etude sur l'avant-fête de Noël dans le rite byzantin, in Irénikon 30, 1957 289-306).
  14. Paolo Siniscalco, Lella Scarampi (a cura di), Pellegrinaggio in Terra Santa, Roma 1985, p. 142-143.
  15. Mario Righetti (1969) 71.
  16. Sant'Ambrogio riferisce (De Virginitate, 3, 1) che Papa Liberio (†366) aveva celebrato solennemente la Messa in San Pietro il giorno di Natale.
  17. L'orazione della nona Messa fa riferimento alla Basilica di San Pietro.
  18. Lo schema in nota mostra che tale lettura è una novità nell'attuale liturgia romana del Natale. In precedenza era costante la lettura di Rm 1,1-6 , nella quale San Paolo esalta la figura di Cristo promesso dai profeti, nato secondo la carne e dal quale riceviamo la grazia.
  19. L'attuale lezionario ha recuperato tale lettura dal Comes di Alcuino.
  20. Tale lettura appare nel Comes di Alcuino e nel Lezionario di Murdach; abbandonata dal Messale del 1570, il lezionario odierno l'ha ripresa con alcune piccole variazioni.
  21. La stessa lezione, con l'aggiunta del v. 15, di carattere parenetico, è presente nel Lezionario di Würzburg, nel Comes di Alcuino e nel Messale del 1570.
  22. Tale testo appare già nel Lezionario di Murbach; il Messale del 1570, che non conosce nessuna prima lettura dell'Antico Testamento, omette.
  23. Questa lettura ricorre nei principali Messali e Lezionari antichi, come si può vedere nello schema soprastante.
  24. Anche questa lettura ricorre nei principali Messali e Lezionari antichi, come si può vedere nello schema soprastante.
  25. Tale lezione è desunta dal Lezionario di Murbach.
  26. I lezionari precedenti riportavano un brano più lungo: Eb 1,1-12 .
  27. I lezionari precedenti, che riportano costantemente tale brano, lo estendono però solo fino al v. 14.
  28. Centro ambrosiano di documentazione e studi religiosi op. cit..
  29. Velo che copre le Oblate, il pane e il vino posti sull'altare per il sacrificio.
  30. Il Salmello è un Salmo cantato e abbreviato che di solito ha relazione con le verità contenute nella Lettura. Serve a meditare sulla lettura appena proclamata.
  31. Il Natale celebra gli inizi della Redenzione sul blog di Matías Augé.
  32. Colletta del giovedì prima dell'Epifania.
  33. Adrien Nocent (1998) 184-185.
  34. Ai bambini si dice che i regali sono portati da Gesù Bambino o da Babbo Natale. Spesso i genitori fanno scrivere ai figli letterine con le richieste dei regali desiderati.
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni