Abbazia di Saint-Étienne de Caen
Abbazia di Saint-Étienne de Caen | |
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Stampa dell'abbazia 1584. | |
Stato | Francia |
Regione | Normandia |
Comune | Caen |
Diocesi | Diocesi di Bayeux |
Religione | Cattolica |
Oggetto tipo | Abbazia |
Oggetto qualificazione | benedettina |
Dedicazione | Santo Stefano |
Sigla Ordine qualificante | O.S.B. |
Data fondazione | 13 settembre 1077 |
Inizio della costruzione | XI secolo |
Completamento | XVIII secolo |
Soppressione | 11 aprile 1789 |
Coordinate geografiche | |
Francia | |
L'Abbazia di Saint-Étienne de Caen o Abbazia degli uomini (in francese: Abbaye aux Hommes o Abbaye de Saint-Étienne) è, insieme con l'Abbazia delle donne, una delle due grandi abbazie fondate da Guglielmo il Conquistatore a Caen. Sorge a ovest del centro della città, nel quartiere di Bourg-l'Abbé. Trasformata in liceo nel XIX secolo, ospita dagli anni 1960 il municipio. L'abbazia è un grande complesso architettonico costruito tra l'XI e il XVIII secolo. Dal 1840 è classificata Monumento storico di Francia.[1]
Storia
Dalla fondazione nell'XI secolo al declino nel XVI secolo
La costruzione dell'Abbazia degli uomini, insieme a all'Abbazia delle donne, fu il prezzo di una penitenza inflitta a Guglielmo il Conquistatore da papa Niccolò II. Infatti, al fine di rafforzare i legami tra i due più potenti principati del nord della Francia, Guglielmo decise di sposare la cugina Matilde delle Fiandre, figlia di Baldovino V, conte delle Fiandre, nonostante l'esplicito divieto, a causa dell'eccessiva consanguineità degli sposi, espressa da papa Leone IX durante il Concilio di Reims (1049). Guglielmo ruppe tuttavia il divieto papale sposando la cugina nel 1053, e in cambio del perdono fondò due monasteri benedettini a Caen: l'Abbazia degli uomini, dedicata a Santo Stefano, e l'Abbazia delle donne, dedicata alla Santa Trinità. La costruzione dell'abbazia iniziò nel 1063 sotto la direzione di Lanfranco di Canterbury mentre la realizzazione dell'abbaziale cominciò nel 1065 per essere consacrata il 13 settembre 1077.
Fu il secondo abate di Saint-Étienne, Guillaume Bonne-Âme, ad organizzare il rito di dedicazione e consacrazione, che fu presieduto dall'arcivescovo di Rouen Jean d'Avranches, circondato dai vescovi delle sue suffraganee e da un gran numero di abati e signori. Si svolse alla presenza del re e della regina Matilde, del loro figlio Roberto, era presente anche il primo abate Lanfranco[2], O.S.B., divenuto arcivescovo di Canterbury e Thomas de Bayeux[3], arcivescovo di York. Sull'altare vengono poste la grande carta di fondazione e le altre carte dei vassalli, i quali, con le nuove ricchezze dovute alla conquista, aggiungono nuove donazioni.
La rapidità d'esecuzione si spiega con la recente conquista dell'Inghilterra, e dunque con la conseguente disponibilità finanziaria, ma soprattutto con la presenza nelle vicinanze di cave di pietra a cielo aperto.
La guerra dei cent'anni mise l'abbazia sulla prima linea dei combattimenti. Dopo la conquista di Caen da parte dei francesi nel 1346, i religiosi ricevettero l'ordine di fortificare la cinta, visto che Santo Stefano si trovava al di fuori delle mura della città.
L'inizio del regime in commendam e il declino dell'abbazia
Nel 1485, gli abati commendatari ressero le sorti dell'abbazia, essi venivano eletti dal re di Francia e non più dal capitolo dell'abbazia, che eleggeva un priore come capo della comunità. Il primo di essi fu Charles de Martigny[4], vescovo di Chartres, e da allora in poi, gli abati furono alti dignitari o prelati di altro rango. Il potere effettivo e l'influenza, sia spirituale che temporale, sul destino del monastero passarono nelle mani dei priori.
Tra il 1562 e il 1563, durante le guerre di religione francesi, l'abbazia fu saccheggiata dalle truppe ugonotte e in seguito abbandonata. Le vetrate, gli organi e il mobilio furono distrutti, e la stessa tomba di Guglielmo il Conquistatore, un magnifico mausoleo in marmo sormontato da un'ara ed edificato su richiesta di suo figlio Guglielmo il Rosso, fu profanato dalle truppe protestanti. I resti vennero affidati ad un monaco dell'abbazia, Michel de Semallé. Tuttavia nel 1563 una nuova incursione dei protestanti mette in fuga gli ultimi monaci, e i resti di Guglielmo vengono dispersi, ad eccezione di un solo osso messo in salvo. Quest'unico osso venne riposizionato nella tomba nel 1642 dal priore Jean de Baillehache, in seguito al restauro del coro. Nel 1742 i monaci ottennero l'autorizzazione di Luigi XV a rimuovere la tomba dal santuario e a ridurla ad una semplice sepoltura ricoperta da una pietra tombale.
Nel 1566 crollò il tiburio, che distrusse anche le volte del coro. Quest'ultimo, ormai in rovina, rischiò di venire abbattuto per ordine del Parlamento di Rouen, tuttavia il priore de Baillehache ottenne l'annullamento di tale decisione e anzi intraprese non solo la ricostruzione del coro, ma anche il restauro di tutto il complesso abbaziale, arrivando ad una nuova consacrazione della chiesa il 18 maggio 1626.
Il rinnovamento dell'abbazia nel XVII e XVIII secolo
La ricostruzione in uno stile classico
Nel 1663 l'abbazia passò sotto la responsabilità della congregazione di San Mauro. Quest'ultima non si limitò a ristabilire la disciplina religiosa, ma si adoperò anche materialmente ricostruendo gli edifici conventuali ormai ridotti in rovina. Del chiostro non rimanevano che le fondazioni, le cucine erano quasi completamente distrutte e la maggior parte degli edifici era privo di copertura. I lavori di rinnovamento, diretti da dom Guillaume de Tremblaye assistito dai fratelli Bayeux, incominciarono nel 1704, ma vennero interrotti due anni dopo a causa della mancanza di fondi, per riprendere una seconda volta nel 1710. Nel 1715 morì de Tremblaye, e la direzione dei lavori passò a dom Miserey che decise di allungare l'ala degli ospiti verso sud. Tra il 1755 e il 1759 venne realizzato un nuovo alloggio abbaziale nel recinto del semenzaio, una parcella di terra compresa tra i bastioni del XIV secolo e il muro di separazione tra il recinto della strada e quello dell'abbazia. Questa fase dei lavori terminò definitivamente nel 1764.
La secolarizzazione dell'abbazia nel XIX e XX secolo
La cacciata dei monaci e la rivoluzione
Nel 1790 i religiosi vennero cacciati dall'abbazia e le amministrazioni del prefetto e del municipio presero il loro posto. Nel 1793 la chiesa di Santo Stefano divenne un tempio dedicato al Culto della Ragione. Il 12 ottobre 1800, l'Accademia delle scienze, arti e lettere di Caen, ribattezzata «liceo di Caen» dopo la fine della rivoluzione, occupò i locali dell'abbazia su ordine del generale Dugua. In seguito all'entrata in vigore del concordato del 1801, venne ristabilito il culto cattolico nell'antica abbazia, declassata però a chiesa parrocchiale, così che i religiosi non potessero farvi ritorno.
Tuttavia, nel 1810, le suore dell'Ordine della Visitazione di Santa Maria, cacciate durante la rivoluzione dal loro convento trasformato in caserma (battezzata inizialmente caserma de la Visitation, dal 1841 de la Remonte, e oggi intitolata al generale Jean Thomas Guillaume Lorge), s'installarono nell'antico alloggio abbaziale dei benedettini che era stato costruito negli anni 1750. Le suore ristrutturarono gli edifici restanti e fecero elevare una prima cappella provvisoria, seguita da una seconda chiesa, essa stessa sostituita dall'edificio attuale costruito tra il 1890 e il 1892. Le stesse realizzarono anche un grande giardino a sud del recinto del semenzaio.
- Beato Lanfranco di Canterbury[5] (1066-1070)
- Guillaume Bonne-Âme (1070-1079)
- Gisleberto di Coutances (1079-1101)
XII secolo
- Roberto I (1101-1108)
- Oddone I (1108-1140)
- Alano I (1140-1151)
- Pietro I (1151-1156)
- Guglielmo II di La Besace (1156-1179)
- Pietro II (1179-1193)
- Roberto II (1193-1197)
- Sansone (1197-1214)
XIII secolo
- Oddone II, detto il Paziente (1214-1238)
- Alano II (1238-1259)
- Nicola I Béchage (1259-1265)
- Nicola II de Montigny (1265-1290)
- Goffredo Pigache (1290-1300)
XIV secolo
- Riccardo (1300-1316)
- Simone di Trévières (1316-1344)
- Roberto III di Rupallay (1344-1357)
- Thomas de Thibouville (1357-1358)
- Guglielmo III d'Harcourt (1358-1368)
- Roberto IV (1368-1389)
- Giovanni il Siniscalco (1389-1401)
XV secolo - Nicola III Milon (1401-1414 o 1416)
- Guglielmo IV Cavé (1416-1428)
- Ugo di Juvigny (1428-1468)
- Guglielmo V di Toustain (1468-1483)
- Carlo di Martigny, vescovo di Castres (1485-1506)
- Pietro di Martigny (1506-1531)
- François II de Tournon (1531-1533)
- Ippolito de' Medici (1533-1535)
- Alessandro Farnese il Giovane (1535-1577)
- Georges Péricard (1579-1582)
- Charles d'O (1582-1620)
XVII secolo
- Antonio Borbone,[6] conte di Moret (1620-1632)
- Alphonse-Louis du Plessis de Richelieu (1632-1653)
- Giulio Mazzarino (1653-1661)
- Charles-Paris d'Orléans, conte di Saint-Pôl (1661-1664)
- Charles-Maurice le Tellier (1668-1710)
XVIII secolo
- Joseph-Emmanuel de La Trémoille (1710-1720)
- François de Mailly (1720-1721)
- André-Hercule de Fleury (1721-1743)
- Nicolas-Charles de Saulx-Tavannes (1745-1759)
- Étienne-René Potier de Gesvres (1759-1777)
- Arthur Richard Dillon (1777-1790)
Note | |
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Collegamenti esterni | |
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