Abbazia di Clairvaux

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Abbazia di Clairvaux
Lucien Bégule - L'abbaye de Fontenay et l'architecture cistercienne page 092.jpg
Complesso monastico 1700
Stato bandiera Francia
Regione Champagne-Ardenne
Comune Ville-sous-la-Ferté
Diocesi arcidiocesi di Reims
Religione Cattolica
Oggetto tipo Abbazia
Dedicazione Maria Vergine
Sigla Ordine qualificante O.Cist.
Sigla Ordine reggente O.Cist.
Inizio della costruzione XII secolo
Data di consacrazione 1115
Coordinate geografiche
47°06′59″N 5°03′31″E / 47.116389, 5.058611 bandiera Francia
Mappa di localizzazione New: Francia
Abbazia di Cîteaux
Abbazia di Cîteaux
Abbazia di Clairvaux
Abbazia di Clairvaux
Parigi
Parigi

L'abbazia di Clairvaux (Chiaravalle in italiano, Clara Vallis in latino) è stato un monastero cistercense. Fondata nel 1115 da san Bernardo di Chiaravalle, nell'odierna Ville-sous-la-Ferté a 15 chilometri da Bar-sur-Aube, in Francia; era una delle quattro cosiddette abbazie primigenie.
Dal 1804 l'edificio è destinato a prigione.

Storia

Sorse nel 1115 contemporaneamente all'abbazia di Morimond, e come questa filiazione dell'abbazia di Cîteaux, sulle terre e col contributo di Ugo I di Champagne, nella diocesi di Langres.

Il luogo prescelto si trovava in una radura isolata, la Val d'Absinthe, dove abbondavano l'acqua e il legname, elementi indispensabili all'organizzazione di un'abbazia cistercense: l'autosufficienza, con l'isolamento dal mondo, erano infatti previsti dalla Regola di San Benedetto, e la stessa architettura cistercense, tanto a Clairvaux che a Fontenay, per esempio, rispondeva a tali necessità. Accanto a edifici destinati all'abitazione (per monaci e conversi), sorsero edifici di servizio (mulini, cucine ecc.) e la chiesa abbaziale dedicata alla preghiera; tutti gli edifici si raggruppavano attorno ad un chiostro. La chiesa abbaziale originaria pare avesse tre altari, di cui uno dedicato alla Vergine e gli altri due a San Lorenzo e a San Benedetto, ed era situata - con gli altri edifici antichi - circa due chilometri ad ovest dell'abbazia odierna, su un colle all'interno della foresta. Nel 1135 Bernardo decise di spostare la sede abbaziale in un luogo più pianeggiante, maggiormente adatto ad accogliere l'accresciuta comunità monastica, ed oggi compreso entro la parte occidentale delle mura di cinta; la chiesa del secondo monastero era un edificio quadrato di 16 metri di lato, con nove altari.[1]

Superati i primi anni dopo la fondazione, costellati di difficoltà di ogni genere, Clairvaux si avviò - anche grazie alla fama di santità di Bernardo - a diventare uno dei più importanti e ricchi centri dell'ordine cistercense: nel 1145 uno dei suoi monaci era stato eletto Papa col nome di Eugenio III, e al 1201 si contavano già oltre mille atti di donazione all'abbazia da parte di fedeli più o meno illustri (nel secolo successivo le donazioni presero tuttavia a calare, segno del crescente peso in Francia degli ordini mendicanti). Grazie alle donazioni in denaro, l'abbazia investiva in acquisizioni immobiliari ed altre fonti di rendita, che seguirono nel tempo lo stesso andamento anzi descritto.[1]

All'epoca della morte di Bernardo, nel 1153, l'abbazia contava 700 religiosi fra le proprie mura, ed oltre 150 conventi affiliati, in Francia e all'estero,[2] di conseguenza la chiesa risultava insufficiente: il monaco Laurent, inviato in Sicilia durante la vacanza seguita alla morte di Bernardo, ricevette da Guglielmo I di Sicilia la somma necessaria ad edificare una basilica più grande, che fu consacrata nel 1174. Nel 1178 Enrico II d'Inghilterra donò i fondi necessari a realizzare una copertura di piombo, e l'abate, in segno di riconoscenza, contraccambiò con una reliquia: un dito di Bernardo, da poco canonizzato.[1]

La chiesa, che così come descritta esisteva ancora nel XVIII secolo, aveva tre navate, un transetto con alcune cappelle ed un'abside semicircolare ugualmente contornato da cappelle. La sua lunghezza era di 106 metri, la larghezza di 54 al transetto, e di 25 alle navate, di cui metà per la navata centrale. Si contavano 32 altari: al centro dell'abside si trovava l'altare maggiore, dietro il quale si trovavano tre altri altari elevati sulla tomba di Bernardo (al centro), sulle reliquie dei martiri Eutropio, Zosimo e Bonoso (a destra), sulla tomba di san Malachia (a sinistra). La chiesa ospitava 805 stalli per i monaci.[1]

Diversamente da molte altre chiese di fondazione medievale, quella di Clairvaux, in ossequio alle disposizioni dell'abbazia madre di Cîteaux, ospitava relativamente poche sepolture: oltre ai santi Bernardo e Malachia, vi erano sepolti quattro cardinali, e sedici tra arcivescovi e vescovi; gli stessi abati venivano interrati nel chiostro grande o in uno dei tre cimiteri dell'abbazia: anche personalità illustri quale Filippo d'Alsazia e la di lui moglie Teresa del Portogallo non poterono ottenere sepoltura nella chiesa ma dovettero farsi costruire una cappella nel cimitero degli abati stranieri.[1]

Nel settembre 1587 l'abbazia subì il saccheggio da parte delle truppe svizzere arruolate da Enrico re di Navarra contro la Lega cattolica.[3]

Al principio del XVII secolo, durante il suo periodo di massima espansione, l'abbazia possedeva segherie, fucine, mulini, fattorie, oleifici, tessiture, concerie, e riforniva le principali fiere di Francia, con entrate annue di seicentomila lire tornesi.[2]

Nel 1708 l'abbazia fu completamente ricostruita, ma l'edificio dei conversi (del XII secolo) fu conservato in quanto convertito a granaio: esempio caratteristico dell'architettura cistercense ed ancora oggi esistente, è lungo 70 metri e largo 15 su tre navate e dodici campate, al primo piano comprende una cantina ed un refettorio perfettamente riconoscibile ai nostri giorni; il secondo piano era occupato dal dormitorio. L'insieme rispetta perfettamente il concetto di arte cistercense definito da San Bernardo, imperniata sulla sobrietà in opposizione a quanto praticato a quel tempo a Cluny. È classificato monumento storico dal 1981, appartiene al ministero della Cultura del 2003, ed è in corso di restauro. Tra gli altri edifici visitabili si possono citare il grande chiostro di architettura classica, ugualmente appartenente al ministero della Cultura.

Nel 1789 restavano a Clairvaux 40 monaci e una ventina di conversi;[2] ma le rendite dell'abbazia, pur ridotte rispetto al secolo precedente, erano comunque ragguardevoli: oltre 550 000 lire annue in beni e in valuta.[1]

Con la rivoluzione francese Clairvaux divenne patrimonio della nazione, a seguito del decreto del 2 novembre 1789 che metteva i beni ecclesiastici a disposizione dello Stato. Venne quindi posta in vendita, e nel 1792 alcuni industriali l'acquistarono per installarvi alcune manifatture, tra cui una vetreria. Pochi anni dopo, nel 1808, fu lo Stato a rilevare il sito per farne una prigione.

La trasformazione di complessi abbaziali in prigioni, durante il XIX secolo, era in Francia pratica comune (accadde per Mont-Saint-Michel, per Fontevraud ecc.), ed era legata alla riforma del sistema penale: l'edificio dei conversi divenne così un carcere femminile con dei laboratori, mentre il grande chiostro fu dedicato alla detenzione maschile. Nel 1812 la chiesa abbaziale fu venduta come fonte di materiale da costruzione per ripianare i debiti; il direttore del carcere fu però licenziato in quanto la vendita aveva privato i detenuti di un luogo per il culto.

Oggi la prigione è ospitata negli edifici del XVIII secolo, ed in parte in costruzioni degli anni sessanta.

Note
  1. 1,0 1,1 1,2 1,3 1,4 1,5 Arbois op. cit..
  2. 2,0 2,1 2,2 Assier op. cit..
  3. La Huguerye op. cit..
  4. già abate di Notre-Dame des Dunes.
  5. Già abate di Cambron.
  6. Già segretario di Bernardo (dapprima abate di Notre-Dame d'Igny, in seguito Abate di Fossanova e di Hautecombe.
  7. Già abate di Fossanova.
  8. Già abate di Igny.
  9. Già abate di Auberive; vescovo di Langres nel 1193.
  10. Già abate di Ourscamp.
  11. Della famiglia dei duchi di Turingia (già abate di Villers, nel 1217 abate di Cîteaux, e nel 1219 cardinale di Porto e Santa Rufina.
  12. Già abate di Montiers-en-Argonne.
  13. Già cellario di Clairvaux ed abate di Noirlac.
  14. Già abate di Igny, nel 1233 vescovo di Agen, nel 1235 arcivescovo di Lione.
  15. Già abate di Ourscamp.
  16. Già cellario di Clairvaux ed abate di Larrivour.
  17. Già abate di Villers.
  18. Inglese, già abate di Savigny.
  19. Già abate di Igny, dopo il 1261 abate di la Grâce-Dieu, infine arcivescovo di Mitilene.
  20. Già abate di Foucarmont.
  21. Già abate di Trois-Fontaines.
  22. Già abate di Noirlac, dal 1284 abate di Cîteaux.
  23. Già abate d'Igny.
  24. Già abate di Noirlac.
  25. Fratello maggiore di Thibaud di Sancey (già monaco di Clairvaux, poi abate di Barbeau.
  26. Già abate di Balerne e di Cherlieu, nella diocesi di Besançon.
  27. Monaco di Clairvaux, già abate di Hautecombe.
  28. 28,0 28,1 28,2 Monaco di Clairvaux.
  29. Già cellario di Clairvaux.
  30. Già cellario di Clairvaux, poi abate di Cîteaux, quindi cardinale.
  31. Primo abate mitrato di Clairvaux.
  32. Già abate di Morimond, poi abate di Cîteaux.
  33. Monaco e priore di Clairvaux, già abate di Mortemer.
  34. Già abate di Maisières.
  35. Già abate di Cherlieu.
  36. Monaco di la Ferté, già abate di Igny e di Fontenay.
  37. Già monaco di Clairvaux.
  38. Assistette al Concilio di Trento e fu creato cardinale.
  39. Monaco di Clairvaux, già procuratore generale dell'Ordine.
  40. Nipote del precedente.
  41. Già maestro dei novizi a Clairvaux, poi priore delle abbazie di Larrivour, Boulancourt e Clairvaux.
Bibliografia