Adorazione dei Magi (Lorenzo Monaco)
Lorenzo Monaco, Adorazione dei Magi (1422 ca.), tempera su tavola | |
Adorazione dei Magi | |
Opera d'arte | |
Stato | |
Regione | Toscana |
Regione ecclesiastica | Toscana |
Provincia | Firenze |
Comune | |
Diocesi | Firenze |
Ubicazione specifica | Galleria degli Uffizi |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Firenze |
Luogo di provenienza | Chiesa di Sant'Egidio, altare maggiore |
Oggetto | pala d'altare |
Soggetto | Adorazione dei Magi; Annunciazione; Profeti |
Datazione | 1422 ca. |
Autori |
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Materia e tecnica | tempera su tavola |
Misure | h. 115 cm; l. 170 cm |
Note Opera firmata e datata | |
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L'Adorazione dei Magi è una pala d'altare, eseguita nel 1422 circa, a tempera su tavola, da Pietro di Giovanni, detto Lorenzo Monaco (1370 ca. – 1425), proveniente probabilmente dall'altare maggiore della Chiesa di Sant'Egidio a Firenze ed ora conservata presso la Galleria degli Uffizi nella stessa città toscana.
Descrizione
Soggetto
La pala d'altare è concepita in modo originale, come un'unica grande rappresentazione con un ridotto uso del fondo oro, considerato ormai quasi fuori moda. La cornice però richiama ancora la forma del trittico, con le cornici degli archetti che invadono la parte superiore della scena.
La scena dell'Adorazione dei Magi si svolge all’esterno della capanna della Natività, costruita come un piccolo palazzo con un cortile ad arcate, dalla prospettiva antinaturalistica, all’interno del quale s’intravedono il bue e l'asino, r dove all’esterno compaiono:
- Maria, avvolta in un manto blu notte con fodera dorata e seduta su una roccia con le gambe distese, che offre Gesù Bambino all’adorazione dei Magi e degli astanti; sulla sua veste (capo e spalle) si trovano le tre stelle simbolo di verginità.
- San Giuseppe seduto in disparte, nell'angolo in basso a sinistra, che osserva la scena in alto quasi incredulo davanti a quanto sta avvenendo; è di fronte ad un mistero più grande di lui.
- Magi: con indosso splendide vesti, portano i doni in preziose pissidi ed hanno già tolto le proprie corone; infatti, due si trovano in terra ed un’altra in mano al servitore con la spada e il vestito violetto. Essi come di consueto, rappresentano le tre diverse età dell'uomo (gioventù, maturità e vecchiaia):
- Magio anziano con la barba bianca, inginocchiato, colto nell'atto di sfiorare teneramente i piedi del piccolo Gesù, al quale ha già offerto il suo dono;
- Magio giovane, anche lui già inginocchiato, tiene nella mano una splendida pisside contenente la mirra;
- Magio d’età matura, in piedi tra i due compagni, indossa un manto con alcune scritte in arabo antico: tiene in mano una preziosa pisside contenente l'incenso e, nell'altra, un lembo della veste che è rovesciata mostrando la fodera argentea; lo sguardo è fisso sul Bambino.
Inoltre, a destra, si vede il corteo che accompagna i Magi, tra cui:
- Vari personaggi tra i più disparati tipi umani (dai tartari ai mori), abbigliati da vesti dai colori sgargianti e da cappelli dalle fogge originali ed esotiche.
- Due cavalieri, con turbante in primo piano, i cui corpi sono sinuosamente allungati e piegati all'indietro, in modo da creare un gioco di linee ritmato, che crea un effetto di grande raffinatezza.
- Altri personaggi del corteo, all'estrema destra: si trovano ancora a cavallo, con un cammello ed un levriero da caccia, mentre stanno chiedendo la strada ed un passante indica loro la stella cometa, che non è altro che il gruppo di angeli luminosi fermatosi davanti alla parete della capanna.
In alto si trova un paesaggio di rocce spigolose, sulle quali si erge uno spinoso castello e, al centro, avviene l'annuncio ai pastori per opera di un altro angelo luminoso, dipinto sapientemente in monocromo per dare l'effetto notturno.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- I personaggi dell’Adorazione dei Magi si muovono in pose di grande eleganza, rivestite di colori fluorescenti, e dove certi profili in ombra fanno già intuire la presenza di spunti desunti dall'opera di Masaccio e di Masolino da Panicale.
- Le proporzioni delle figure sono dilatate ed evidenziate anche dai fantasiosi copricapo, le membra in movimento, i gesti essenziali e appena accennati, i colori brillanti e artificiali, ottenuti con lacche e polvere di lapislazzuli per il blu. Tutti questi elementi riescono a spiritualizzare le forme e le figure, dando loro un forte senso religioso, grazie a questo accentuato distacco dalla realtà.
- Il linguaggio espressivo del pittore in questo dipinto raggiunge il vertice di preziosità della linea, con le andature ritmiche dei corpi e degli abiti dei personaggi, che creano un raffinato gioco ottico. Il naturalismo cortese qui è quasi del tutto assente (eccetto soltanto per gli animali, in particolare il levriero da caccia), le ambientazioni sono arcaicizzanti, la spazialità quasi assente, per creare un mondo illusorio e fiabesco, in contrapposizione con lo stile rinascimentale.
Notizie storico-critiche
La pala d'altare, originalmente corredata da una predella, venne commissionato, intorno al 1422, a Lorenzo Monaco, che vi lavorò con il supporto della sua bottega.
L'opera, di dimensioni non particolarmente grandi, fu pagata la notevole somma di 182 fiorini, che testimonia la popolarità dell’artista all’apice della sua carriera. Alcuni studiosi, sulla base di una menzione di Giorgio Vasari nelle Vite[1], presuppongono che questa sia la pala per l'altare maggiore della Chiesa di Sant'Egidio. Altri documenti d'archivio testimoniano come il dipinto fosse anticamente conservato in un ambiente affacciato sul primo chiostro del Convento di San Marco, dove fu sicuramente visto da Beato Angelico.
Nella seconda metà del XV secolo, la pala venne riquadrata da Cosimo Rosselli (1439 – 1507), che vi aggiunse nel registro superiore:
- cuspidi:
- centrale, Gesù Cristo benedicente;
- laterali, due profeti: Isaia e forse Davide.
- pennacchi centrali: san Gabriele arcangelo annunciante (a sinistra) e Madonna annunciata (a destra);
- estremità laterali: due profeti.
Note | |
Bibliografia | |
Voci correlate | |
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