Adorazione dei Magi (Perugino)
Pietro Perugino, Adorazione dei Magi (1470 - 1473 ca.), olio su tavola | |
Pala di Santa Maria dei Servi | |
Opera d'arte | |
Stato | Italia |
Regione | Umbria |
Regione ecclesiastica | Umbria |
Provincia | Perugia |
Comune | Perugia |
Diocesi | Perugia-Città della Pieve |
Ubicazione specifica | Galleria Nazionale dell'Umbria |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Perugia |
Luogo di provenienza | Chiesa di Santa Maria dei Servi |
Oggetto | dipinto |
Soggetto | Adorazione dei Magi |
Datazione | 1470 - 1473 |
Ambito culturale | |
Scuola umbra | |
Autore |
Pietro Perugino (Pietro Vannucci) detto Perugino |
Altre attribuzioni | Fiorenzo di Lorenzo |
Materia e tecnica | olio su tavola |
Misure | h. 241 cm; l. 180 cm |
|
L'Adorazione dei Magi è un dipinto, eseguito tra il 1470 e il 1473 circa, ad olio su tavola da Pietro Vannucci, detto Pietro Perugino (1448 ca. - 1523), proveniente dalla Chiesa di Santa Maria Nuova a Perugia e conservato nella Galleria Nazionale dell'Umbria della medesima città.
Descrizione
Soggetto
La scena dell'Adorazione dei Magi si svolge all'aperto davanti alla capanna della Natività (a destra), dove compaiono:
- a destra, la Sacra Famiglia:
- Madonna con Gesù Bambino benedicente sulle ginocchia;
- san Giuseppe, dietro a Maria Vergine, in piedi si appoggia ad un bastone.
- a sinistra, i tre Magi, vestiti con abiti sontuosi, che come di consueto, rappresentano le tre diverse età dell'uomo (gioventù, maturità e vecchiaia) e sono raffigurati nell'atto di adorare il Bambino:
- Gaspare, il più anziano, si è già inginocchiato in adorazione;
- Melchiorre, d'età matura, sta porgendo cerimoniosamente con la mano sinistra, la pisside con l'incenso;
- Baldassare, il giovane, sta porgendo al Bambino una pisside con la mirra.
- corteo che accompagna i Magi (non particolarmente lungo per il formato verticale dell'opera) è affollato da personaggi con lineamenti, che si ritrovano poi anche in altre opere dell'artista, come il ragazzo con il turbante e i giovani biondi in pose raffinate ed eleganti. Sembra, inoltre, che il giovane all'estrema sinistra possa essere un autoritratto del pittore.
Sullo sfondo, oltre il bue e l'asino, si apre un paesaggio di rocce e colline, che dimostra la conoscenza della prospettiva aerea.
Note stilistiche, iconografiche e iconologiche
- L'impostazione generale, con l'accalcarsi delle figure in primo piano, richiama modelli tardogotici, ancora diffusi nella pittura umbra di fine XV secolo, ma stilisticamente evidenti sono ormai le influenze dell'ambiente fiorentino e più in generale toscano: da Verrocchio, a Leonardo da Vinci, a Piero della Francesca, alla pittura fiamminga. Nel dipinto si avverte, quindi, il difficoltoso compromesso tra l'antico e il nuovo: se l'iconografia e l'uso del cesello nei decori e nell'oro degli abiti rimandano alla tradizione tardogotica, i riferimenti culturali e la tecnica ad olio rinviano alla più moderna pittura toscana.
- L'immagine, raffigurata nel dipinto, è molto legata alle opere di Andrea del Verrocchio, presso il quale l'artista fece il suo apprendistato, sia per il disegno marcato delle figure, sia per alcuni elementi stilistici e iconografici, come possiamo osservare nella figura della Madonna con Gesù Bambino che è analoga alla cosiddetta Madonna Gambier Parry (1475 - 1480), opera del suo maestro, conservata presso il Courtauld Institute a Londra.[1]
Notizie storico-critiche
L'opera venne commissionata al pittore per la Chiesa di Santa Maria dei Servi a Perugia dalla potente famiglia Baglioni che, sulla scorta di quanto stava avvenendo a Firenze, intese affidare a questo soggetto precisi contenuti dinastici. Infatti, ai tre Magi, tutti vestiti di rosso e verde, colori della propria livrea gentilizia, prestarono i loro volti:
- Gaspare: Braccio I Baglioni (1419 - 1479) condottiero e signore di Perugia, che volge lo sguardo verso il più giovane dei Magi (Baldassare), il figlio Grifone (1457 - 1477);
- Melchiorre: Malatesta (1390 - 1437), padre di Braccio, inginocchiato davanti a Gesù Bambino.
Nel 1543, il dipinto fu trasferito nella Chiesa di Santa Maria Nuova e da questa sede nel 1863 raggiunse la Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia.
Note | |
Bibliografia | |
Voci correlate | |
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