Anamnesi
L'Anamnesi (dal greco ἀνάμνησις, anámnesis, derivato di ἀναμιμνήσκω, anamimnésko «ricordare») o memoriale è la parte dell'Ordinario della Messa, sezione della Preghiera eucaristica che si colloca immediatamente dopo la consacrazione eucaristica. Ricorda la passione, risurrezione e ascensione di Cristo. È la parte centrale e la struttura fondamentale delle nuove preghiere eucaristiche a norma del Concilio Vaticano II del messale romano e ambrosiano già presente in altre forme nel Rito tridentino e Ambrosiano antico.
Nel Rito romano e ambrosiano
L'acclamazione
L'Acclamazione all'anamnesi è la parte introduttiva nata con la riforma del Concilio Vaticano II non presente nei Riti antichi. Ha tre diverse formule in base al tempo liturgico:
- la prima, la più conosciuta e anche la più perfetta, racchiude tre Misteri cristologici della passione, della risurrezione e dell'attesa della venuta.
- Nella seconda formula manca l'attesa, ma è presente l'invocazione della salvezza in Cristo che infonde speranza.
- La terza sottolinea l'aspetto di comunione in Cristo, ma manca della parte fondamentale della risurrezione.
Dopo la consacrazione eucaristica il celebrante annuncia:
« Mistero della fede»
Il popolo acclama dicendo:
Prima Formula | Seconda Formula | Terza Formula | ||||||
« |
Annunziamo la tua morte, Signore, |
« |
Tu ci hai redento con la tua croce |
« |
Ogni volta che mangiamo di questo pane |
A ogni preghiera eucaristica corrisponde un'acclamazione. Nel Rito romano si hanno quattro preghiere eucaristiche, mentre nel Rito ambrosiano sei:
Preghiera eucaristica |
Rito romano |
Rito ambrosiano |
---|---|---|
I | Formula II | |
II | Formula I, II, III | |
III | Formula I, II, III | |
IV | Formula I, II, III | |
V | Formula II | |
VI | Formula II |
L'Anamnesi
Di seguito è citata l'anamnesi del giorno di Pentecoste per il Rito romano e quello ambrosiano presa dalla Preghiera eucaristica II.
Dopo l'acclamazione, con le braccia allargate, il sacerdote dice:
Seconda epiclesi[1] | |||||
« |
Celebrando il memoriale Con le braccia allargare, prosegue: Ti preghiamo umilmente: |
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Ricordo della Chiesa terrena e della Chiesa celeste | |||||
« |
Ricòrdati, Padre, della tua Chiesa † e qui convocata rendila perfetta nell'amore |
|
Prosegue la preghiera eucaristica con l'intercessione per i defunti o intercessioni particolari per il battesimo, la confermazione, la prima comunione o il matrimonio e la dossologia finale.
Il Canone romano o Preghiera eucaristica I
L'acclamazione
Secondo il Rito romano l'acclamazione all'anamnesi della Preghiera eucaristica I[2] prevede a scelta una delle tre formule, mentre per in Rito ambrosiano solo la seconda. È la prima e la più importante delle preghiere eucaristiche riportate nel Messale Romano e ambrosiano.
L'Anamnesi
Questa Preghiera è sempre utilizzabile, ma è recitata in modo più opportuno nei giorni con "In Comunione" (Communicántes) proprio[3], nelle Messe che sono arricchite di un proprio "Accetta con benevolenza" (Hanc ígitur)[4], nelle feste degli Apostoli e dei santi di cui si fa menzione nella stessa Preghiera e in tutte le Domeniche, a meno che, per ragioni pastorali, si preferisca un'altra Preghiera Eucaristica.
La parte dell'orazione « noi tuoi ministri e il tuo popolo santo.» è formulata a nome della comunità intera, compreso i celebranti.
Rito romano | Rito ambrosiano | ||||
« |
Con le braccia allargate, il sacerdote dice: Volgi sulla nostra offerta Si inchina e, a mani giunte, prosegue: in posizione eretta, segnandosi, conclude: |
« |
Con le braccia allargate, il sacerdote dice: Tu che hai voluto accettare Si inchina e, a mani giunte, prosegue: in posizione eretta, segnandosi, conclude: |
Come nelle altre Preghiere eucaristiche prosegue con l'intercessione per i defunti o intercessioni particolari per il battesimo, la confermazione, la prima comunione o il matrimonio e la dossologia finale.
Nel Rito tridentino e nel Rito ambrosiano antico
L'acclamazione all'anamnesi non era presente nei riti antichi in quanto introdotta con la riforma del Concilio Vaticano II.
Nell'orazione il sacerdote pronunciando le parole: Hostiam puram, hostiam sanctam, hostiam immaculatam fa il segno di croce per tre volte sull'Ostia e sul calice al tempo stesso. Poi, dicendo: Panem sanctum vitae aeternae lo fa sul pane e dicendo: Calicem salutis perpetuae lo fa sul calice. Questo rito non ha la pretesa di benedire il Signore, infatti durante la Consacrazione benedice le specie eucaristiche con la potestà conferitale dalla Chiesa. Tuttavia, durante l'anamnesi è già avvenuta la transustanziazione, quindi se il sacerdote fa il segno di croce è per mostrarci che questo sacrificio è il Sacrificio della croce. Segna l'Ostia a parte, per dirci che in essa vi è il Corpo di Cristo che fu crocifisso e poi segna il calice, per mostrarci che contiene veramente il Sangue che Cristo versò sulla croce. Sicché, a partire dal momento della Consacrazione, dobbiamo considerare che i segni di croce che la Chiesa comanda di fare al sacerdote non sono già segni di benedizione fatti sopra il Signore, ma indicano e ricordano il Sacrificio della croce.
Il sacerdote dopo la consacrazione delle specie eucaristiche, in ultimo depone il Calice e si genuflette. Rialzatosi, apre le braccia a forma di Croce e recita l'anamnesi:
(LA) | (IT) | ||||
Rito tridentino | |||||
« |
Unde et mémores, Dómine, nos servi tui, sed et plebs tua |
« |
Donde, o Signore, noi servi vostri, ma anche il vostro popolo |
(LA) | (IT) | ||||
Rito ambrosiano antico | |||||
« |
Unde et memores, Domine, nos |
« |
Onde, o Signore, noi tuoi ministri, |
Segue la Preghiera eucaristica con la supplica all'Angelo che porti la sua offerta sull'Altare del Cielo, la preghiera per i fedeli defunti, la preghiera per il Sacerdote che celebra e la Dossologia finale.
Note | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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