Angelus

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Jean-François Millet, L'Angelus (1858-1859)
Il testo latino e italiano

(LA) (IT)
« Àngelus Dòmini nuntiàvit Mariae,
Et concèpit de Spiritu Sancto.
Ave Maria...

"Écce Ancìlla Dòmini".

"Fiat mìhi secùndum Verbum tùum".
Ave Maria...

Et Verbum caro factum est.

Et habitàvit in nobis.
Ave Maria...

Ora pro nobis, Sancta Dèi Gènetrix.

Ut digni efficiàmur promissiònibus Christi.

Orèmus:
Gratiam tuam quaesumus, Dòmine, mèntibus nostris infùnde; ut qui, angelo nuntiànte, Christi Fìlii tui Incarnatiònem cognòvimus, per passiònem èius et crucem, ad resurrectiònis gloriam perducàmur.
Per eùndem Christum Dòminum nostrum. Amen.

Gloria Patri... (3 volte»
« L'angelo del Signore portò l'annuncio a Maria,
ed ella concepì per opera dello Spirito Santo.
Ave, o Maria...

"Eccomi, sono la serva del Signore".

"Si compia in me la tua Parola".
Ave, o Maria...

E il verbo si fece carne.

E venne ad abitare in mezzo a noi.
Ave, o Maria...

Prega per noi santa Madre di Dio.

Perché siamo resi degni delle promesse di Cristo.

Preghiamo:
Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre: tu, che all'annuncio dell'Angelo ci hai rivelato l'incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce guidaci alla gloria della risurrezione.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

Gloria al Padre... (tre volte) »
Virgolette aperte.png
La Nostra parola sull'Angelus Domini vuole essere solo una semplice, ma viva esortazione a mantenere consueta la recita, dove e quando sia possibile.
Virgolette chiuse.png

L'Angelus o Angelus Domini, è una preghiera di carattere devozionale con la quale si ricorda il mistero dell'Incarnazione e si loda Maria.

Il nome della preghiera deriva dalla parola iniziale del testo in latino, Angelus Domini nuntiavit Mariae.

La preghiera consiste di tre brevi testi che sintetizzano il racconto e il mistero dell'annunciazione; sono recitati nella forma di versetto e responsorio, alternati con la preghiera dell'Ave Maria.

Storia

Così come la formula odierna dell'Ave Maria si formò e si diffuse attraverso il medioevo, sino a che giunse alla forma diventata ora universale nella Chiesa, altrettanto si può dire della devozione dell'Angelus[1].

Era comune fin dal XIII secolo l'invito alla preghiera con il Padre Nostro e l'Ave Maria al suono della campana nel momento della Compieta e del coprifuoco. San Bonaventura († 1274) esortava i suoi frati a inculcare ai fedeli tale pia pratica.

La pratica poi di recitare tre Ave Maria all'ora del tramono divenne generale in tutta Europa nella prima metà del XIV secolo, e fu raccomandata e indulgenziata da Papa Giovanni XXII nel 1318 e nel 1327.

Con il principio del XIV secolo ci è attestato in molti luoghi l'uso di un'analoga preghiera quando si suonava la campana al mattino: tale uso entrò nelle consuetudini in quel secolo e nel seguente.

Il suono della campana a mezzogiorno per la preghiera era limitato in alcune diocesi solo al venerdì, ma si estese a tutti i giorni quando papa Callisto III nel 1456 invitò alla preghiera per la vittoria contro i Turchi; certamente la recita a metà giornata non nacque come semplice sviluppo o imitazione di quelle mattutina e serale[2].

Con queste usanze si formò dal XVI secolo in poi l'usanza ancora oggi vigente. papa Benedetto XIII vi annesse il 14 settembre 1724 un'indulgenza di 100 giorni: l'Angelus andava recitato in ginocchio (eccetto il sabato sera e la domenica) e al suono della campana[2]; Leone XIII († 1903) modificò, rendendole più facili, le condizioni per lucrare l'indulgenza.

Uso

L'Angelus viene recitato tre volte al giorno: al mattino, a mezzogiorno e alla sera. Tradizionalmente le chiese fanno suonare una campana, detta campana dell'Angelus, per ricordare il momento della pia pratica.

Ogni domenica a mezzogiorno il Papa accompagna la recita dell'Angelus con un breve discorso, ed esso viene trasmesso da varie stazioni radiotelevisive in tutti gli angoli del globo.

Da Pasqua a Pentecoste al posto dell'Angelus viene recitato il Regina Coeli, con cui si fa memoria della resurrezione di Gesù.

Significato

Papa Paolo VI menzionò la preghiera dell'Angelus nella esortazione apostolica Marialis cultus sulla devozione alla Madonna, ed esortò a mantenere viva la consuetudine di recitarlo ogni giorno:

« Tale preghiera non ha bisogno di restauro: la struttura semplice, il carattere biblico, l'origine storica, che la collega alla invocazione dell'incolumità nella pace, il ritmo quasi liturgico, che santifica momenti diversi della giornata, l'apertura verso il mistero pasquale, per cui, mentre commemoriamo l'Incarnazione del Figlio di Dio, chiediamo di essere condotti per la sua passione e la sua croce alla gloria della risurrezione, fanno sì che essa, a distanza di secoli, conservi inalterato il suo valore e intatta la sua freschezza. »
Note
  1. Pio Paschini (1948) 1261.
  2. 2,0 2,1 Herbert Thurston (1907) 486.
Bibliografia


Voci correlate
Collegamenti esterni