Beato Bernardo Lichtenberg

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Beato Bernardo Lichtenberg
Presbitero · Martire
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battezzato
Beato
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il beato in processione con i paramenti sacri
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 67 anni
Nascita Ohlau
3 dicembre 1875
Morte Hof
5 novembre 1943
Sepoltura
Appartenenza
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Ordinazione presbiterale Duomo di Breslau, 21 giugno 1899
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° vescovo di Roma
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione 23 giugno 1996, da Giovanni Paolo II
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 5 novembre
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
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Patrono di
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
Religione {{{religione}}}
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
[[File:{{{FirmaAutografa}}}|250px]]
Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 5 novembre, n. 13:
« Nella cittadina di Hof in Germania, beato Bernardo Lichtenberg, sacerdote e martire, che, dopo aver preso coscienza dei gravi atti che venivano compiuti contro la dignità di Dio e degli uomini, fu arrestato per avere pubblicamente pregato per gli Ebrei vessati in modo disumano e incarcerati e, destinato al campo di prigionia di Dachau, morì durante il viaggio, provato dai maltrattamenti, ma impavido in Cristo. »
(Santo di venerazione particolare o locale)

Beato Bernardo Lichtenberg ( Bernhard) (Ohlau, 3 dicembre 1875; † Hof, 5 novembre 1943) è stato un presbitero e martire tedesco, protestò personalmente e con l'esercizio della propria funzione pastorale, contro il nazismo per i provvedimenti persecutori presi contro gli Ebrei oltre che per gli assassini degli ammalati mentali secondo il programma di eutanasia imposto dalle autorità.

Biografia

Nacque il 3 dicembre 1875 a Ohlau nella Slesia (oggi Olawa, Polonia), primogenito di cinque fratelli del commerciante August Lichtenberg. Al battesimo, il 27 dicembre 1875, ricevette i nomi di Bernardo Riccardo Leopoldo. Trascorse la gioventù nell'ambito familiare ricco di spirito cristiano. Frequentò la scuola elementare a Ohlau, ove, il 12 aprile 1887, ricevette anche la Prima Comunione. La sua famiglia apparteneva alla minoranza cattolica in una città prevalentemente protestante.[1] Dopo gli studi superiori presso il Gymnasium della sua città entrò in seminario per seguire la sua la vocazione sacerdotale.

Studiò quindi teologia a Breslavia e Innsbruck e nel 1899 fu ordinato sacerdote. Fu inviato a seguire il suo ministero a Charlottenburg, un quartiere di Berlino[2]. Sono gli anni (1913-1920) in cui Lichtenberg è impegnato nel partito cattolico, come rappresentante dell' Assemblea distrettuale di Charlottenburg e poi come membro del parlamento regionale.

Dopo la prima guerra mondiale, in cui prestò servizio come cappellano militare, Lichtenberg diventò membro dell'"Associazione per la Pace di cattolici tedeschi" ("Friedensbund Deutscher Katholiken") e nel 1929 fu eletto nel consiglio direttivo del gruppo di lavoro inter-confessionale del "Gruppo per la Pace" ("Arbeitsgemeinschaft der für den Frieden Konfessionen"). Il suo impegno per la Pace lo porta a schierarsi apertamente contro il clima di fervore bellico che si respirava in quegli anni in Germania e in particolare a Berlino. Nel 1931 Lichtenberg firma un documento in cui si invitavano i cattolici ad assistere alla proiezione della versione cinematografica di Niente di nuovo sul fronte occidentale di Erich Maria Remarque. Si trattava di un film con un chiaro messaggio pacifista e anti- bellico e il gesto gli costò un feroce attacco da parte di Joseph Goebbels.

Nel 1932 fu chiamato a ricoprire l'incarico di rettore della Cattedrale di Sant'Edvige. Il 31 marzo 1933, due mesi dopo che il regime nazista aveva preso il potere in Germania, Lichtenberg si fa portavoce delle istanze richieste dalla comunità ebraica di Berlino.[3]

Il pensiero

Lichtenberg, in netto contrasto con la maggior parte delle istituzioni politiche e sociali del suo tempo, riteneva che un sacerdote cattolico fosse tenuto ad aiutare qualsiasi persona si trovasse minacciata di morte indipendentemente dal suo credo religioso. Così aiutò la sua comunità parrocchiale a prendere coscienza del meccanismo che, progressivamente, veniva a privare gli ebrei dei loro diritti civili e umani. [4]

L'attività di sensibilizzazione nei confronti della popolazione ebraica assunse una definizione più istituzionale nel mese di agosto 1938, quando Lichtenberg venne messo a capo dell'Ufficio di Soccorso dell'episcopato di Berlino; questo organismo, già a quel tempo, assisteva infatti molte persone di origine ebraica a emigrare dal Terzo Reich. La notte tra il 9 e il 10 novembre 1938 la famosa Kristallnacht fu duramente giudicata da Lichtenberg che pubblicamente e senza paura alzò la voce contro la brutalità nazista, dal pulpito della cattedrale di Sant'Edvige.[5]

Da quella sera e fino al 23 ottobre 1941, giorno del suo arresto, Lichtenberg continuò a pregare dal suo pulpito per gli ebrei come pure per tutte le altre vittime del regime nazista. Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, il suo impegno a favore dei perseguitati si intensificò fino a portarlo allo scontro diretto con i vari organismi del partito nazionalsocialista. Arrivò anche a firmare una richiesta di revisione delle disposizioni previste dall'ordinanza del 14 dicembre 1939 circa l'utilizzo dei rifugi antiaerei.[6]

In più occasioni manifestò pubblicamente la propria ferma opposizione contro le deportazioni naziste verso i campi di sterminio. La sua canonica fu sottoposta a perquisizione il 23 ottobre 1941 e furono sequestrati alcuni scritti che Lichtenberg aveva composto per l'omelia della domenica successiva. Il sacerdote aveva realizzato lo scritto[7] in risposta a un volantino diffuso dalla propaganda nazista e a firma di Goebbels, in cui si intimava ai tedeschi di non offrire alcun aiuto agli ebrei, neanche sotto forma di amichevole relazione umana. Fu quindi arrestato con l'accusa di attività sovversiva.

Arresto e condanna

Durante il suo interrogatorio, Lichtenberg si rifiutò di ritrattare quanto aveva scritto. Affermò con chiarezza che la visione dell'uomo e della storia presente nell'ideologia nazista era inconciliabile con il cristianesimo e che essendo un sacerdote cattolico era per lui un dovere opporvisi.[8]

Nel maggio 1942, il tribunale distrettuale di Berlino lo condannò a due anni di reclusione a causa della sua predicazione definita di alto tradimento[9] al regime nazista. Fu rinchiuso nel carcere di Tegel, dove ricevette la visita del Vescovo di Berlino, Prysing, che gli presentò la proposta della Gestapo che gli avrebbe permesso di rimanere libero, se avesse giurato di astenersi dal predicare per tutta la durata della guerra. Lichtenberg chiese invece di poter accompagnare i deportati ebrei e cristiani, al fine di servire in questo ministro pastorale.

Di fronte all'opposizione irriducibile di Lichtenberg, il servizio di sicurezza nazista ordinò il suo internamento,a 67 anni, nel campo di concentramento di Dachau. Durante il viaggio per la deportazione al campo, nei pressi di Hof, si ammalò gravemente e morì per gli stenti, il 5 novembre 1943. È sepolto nella Cattedrale di Sant'Edvige.

Riconoscimenti

Il 23 giugno 1996 è stato beatificato da papa Giovanni Paolo II.

Il 7 luglio 2004 Yad Vashem ha riconosciuto Bernhard Lichtenberg Giusto tra le Nazioni.

Note
  1. Nel 1886 i cattolici costituivano circa il 31% della popolazione di Ohlau che contava circa 16.787 abitanti. C'era anche una piccola comunità ebraica che rappresentava l'1%.
  2. Per più di un decennio fu parroco presso la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù
  3. In particolare organizza un incontro tra il banchiere ebreo Oskar Wassermann e il cardinale Adolf Bertram, arcivescovo di Breslavia e presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, nel tentativo di convincerlo a intervenire per evitare il boicottaggio antisemita delle imprese ebraiche previsto per il giorno successivo.
  4. Una relazione scritta dalla polizia di Potsdam nel febbraio 1936 sulle attività promosse dal sacerdote tedesco riferisce notizie di una riunione tenutasi a Berlino tra Lichtenberg, due rabbini, due ministri della Chiesa protestante e alcuni "non-ariani" laici.
  5. Queste le parole pronunciate durante l'omelia:"Sappiamo quello che è successo ieri, non sappiamo cosa c'è in serbo per noi domani. Ma noi abbiamo sperimentato quanto è successo oggi: brucia là fuori la Sinagoga. Anche questa è un luogo di culto dove si venera Dio."
  6. Inviò una richiesta al funzionario governativo incaricato dei rifugi per protestare contro la segregazione razziale prevista nei rifugi antiaerei
  7. Nella testo Lichtenberg scrisse: "Un foglio diffamatorio contro gli ebrei è stato distribuito alle case di Berlino. Questo opuscolo afferma che ogni tedesco che aiuta gli ebrei con qualsiasi mezzo, anche solo con una forma di gentilezza amichevole, commette tradimento contro il suo popolo. Non lasciamoci ingannare da questo modo poco cristiano di pensare, ma seguiamo il comandamento affermato da Gesù Cristo: "Tu ama il tuo prossimo come te stesso".
  8. Dai documenti del suo interrogatorio emerge che fu interrogato in merito alle annotazioni presenti su una copia del Mein Kampf in suo possesso. Lichtenberg dichiarò che, poiché le idee presenti nel Mein Kampf erano contrarie al cristianesimo, egli, come sacerdote cattolico, era obbligato in coscienza a opporsi. Dichiarò anche di essere disposto ad accettare tutte le conseguenze che sarebbero derivate dalla sua opposizione alla politica nazista. Nei documenti si legge: "La mia coscienza mi spinge a oppormi alla deportazione degli ebrei e alla loro emarginazione, in quanto tale comportamento è contro il comandamento più importante della cristianità: Tu amerai il prossimo tuo, per quanto ami te stesso.Riconosco in ogni ebreo il mio prossimo, il mio vicino di casa, che possiede un'anima immortale, creato a immagine e somiglianza di Dio. Tuttavia, dato che non posso impedire che questo provvedimento governativo faccia il suo corso, scelgo di accompagnare i deportati ebrei e e i cristiani condannati all' esilio, al fine di dare loro un aiuto spirituale. Vorrei usare questa occasione, il mio interrogatorio, per chiedere alla Gestapo di darmi questa opportunità ".
  9. Nel testo si legge Heimtücke. Alla domanda se avesse qualcosa da aggiungere, Lichtenberg,secondo la trascrizione dell'interrogatorio, rispose: "Io sostengo che i risultati dell'inchiesta non danno allo Stato l'esatta conoscenza dei cittadini che pregano per gli ebrei".
Fonti
Collegamenti esterni